Perchè il telemark?

Il telemark è una tecnica sciistica nata nell'800 in Norvegia
Il telemark è una tecnica sciistica nata nell'800 in Norvegia

Il telemark è una tecnica sciistica nata nell’800 in Norvegia per permettere di curvare e frenare con l’attrezzatura disponibile all’epoca, sci di legno lunghi e stretti. Dopo un periodo di declino in favore dello sci alpino (anche se veniva comunemente usato nei paesi nordici per spostarsi con gli sci), c’è stato un “boom” negli Stati Uniti durante gli anni 70, e in seguito si è diffuso in tutta Europa.
In Italia arriva a inizio anni 80 grazie allo sportivo e istruttore CAI Vladimir Pacl e negli anni 90 evolve in quello che è comunemente chiamato “telemark italiano”, particolarmente elegante ed efficace per il fuoripista.
Ci sono due tipi di scarponi: i “75 mm”, quelli con la “paperetta” davanti che si infila nell’attacco e un cavo oppure delle molle che fermano lo scarpone sul tallone, e gli NTN (New Telemark Norm), che vengono “agganciati” con una ganascia sotto all’avampiede. Gli NTN hanno anche i due pin uguali a quelli usati nello scialpinismo che permettono di andare in salita in maniera più agevole se utilizzati con gli attacchi che li supportano.


Per quanto riguarda gli attacchi, per ognuna delle due “norme” ce ne sono diversi tipi, alcuni dinamici e “potenti”, più adatti ad un uso in pista o freeride, altri più leggeri, con la modalità di sgancio che permette una salita più comoda e con caratteristiche che li rendono più adatti ad una sciata morbida e “di sensibilità”, altri ancora in mezzo a queste due categorie…
Le differenze a volte sono enormi, e non esiste una soluzione migliore delle altre, dipende molto dal tipo di attività che si vuole svolgere.
Gli attacchi si possono montare su ogni tipo di sci, ma in genere la tendenza è di scegliere modelli da scialpinismo o freeride, sempre con un occhio alla polivalenza e alla leggerezza se intendiamo usarli per fare sciescursionismo e non solo pista o fuoripista serviti da impianti… E io credo che la massima realizzazione del telemark sia proprio nel fuoripista, possibilmente in quello che ci siamo guadagnati con la salita!
La particolarità comunque è quella di non bloccare MAI il tallone, nè in salita nè in discesa… è comunque possibile sciare in parallelo senza alcun problema, ma senza l'”aiuto” nel tenere la posizione che danno gli sci da sci alpino, quindi è “obbligatorio” sciare bene, con una posizione centrale e attiva.
Il vantaggio è che si può cambiare tecnica e posizione ad ogni curva, adattandosi alla neve che si trova, e questo in fuoripista è fondamentale!
Chiaramente, oltre al parallelo, è possibile fare la curva telemark, quella che si fa inginocchiandosi, avanzando lo sci esterno, con il peso distribuito alla pari sui due sci e con il corpo che va verso l’interno della curva (un po’ come in bicicletta, il contrario dello sci alpino, per capirci); il tutto in modo dinamico, continuo ed elegante, quasi come in una danza…
Ma perchè fare una curva così? E’ solo un vezzo estetico, una moda?
In realtà questa tecnica, oltre che elegante, è molto sicura e funzionale su neve fresca o morbida, perchè permette di abbassare il baricentro, di aumentare la lunghezza della base di appoggio, quindi il galleggiamento, e di “guidare” gli sci dinamicamente e con tutta la massa corporea, non solo con i piedi, favorendone il controllo anche su neve pesante o “crostosa”. E’ il motivo per cui quando in pista c’è neve morbida o bagnata, quella che spesso crea dei problemi a chi fa sci alpino, i telemarker sciano felici sentendosi completamente a proprio agio!
Ma oltre alle motivazioni tecniche c’è qualcosa di speciale, un’emozione profonda, quando ci si trova inginocchiati nella neve fresca di un pendio ancora vergine, a disegnare la propria traccia senza cercare la velocità, o la pendenza, o la quantità di curve, ma solo l’armonia tra il movimento e l’ambiente che ci circonda…

 

Stefano Lucchetti, nato nel 1980 ad Amandola, iscritto al CAI dal 2004, inizia a sciare nel 2007, dopo aver rimandato per troppo tempo, iscrivendosi ad un corso di sciescursionismo CAI.
Si innamora subito dello sciescursionismo e del telemark, al punto che dopo pochi anni inizia a collaborare con la scuola Leprotto Romeo e diventa istruttore regionale CAI di Sciescursionismo nel 2013.
Attualmente è vice direttore della Scuola Intersezionale Sciescursionismo Free Heel.
Appassionato di montagna e di fotografia, svolge anche attività escursionistica e arrampicata su roccia.