Sono passate appena cinque settimane dalla prima udienza per l’uomo che a Roccaraso aveva inseguito l’orsa Bambina, e già un nuovo episodio simile scuote l’Abruzzo e il Molise. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) ha denunciato un fatto gravissimo: un’orsa marsicana, con il suo cucciolo, è stata inseguita da un’auto in corsa su una strada del Molise.
Il video, girato dall’abitacolo dello stesso veicolo e diventato virale in poche ore, mostra l’animale spaventato che corre disperato nella notte, illuminato dai fari dell’auto che lo tallona da vicino. Una scena agghiacciante che ha provocato indignazione e rabbia tra i cittadini e gli esperti del Parco.
“Sono passate solo 5 settimane dalla prima udienza per l’uomo che inseguì l’orsa Bambina a Roccaraso e mai ci saremmo immaginati di ritrovarci a dover commentare un nuovo caso simile in così poco tempo”, hanno dichiarato con amarezza i referenti del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Il video dell’inseguimento: paura e rabbia nella corsa della madre orsa
Il filmato dura pochi secondi, ma è sufficiente per raccontare tutta la drammaticità del momento. L’orsa corre lungo una strada di montagna, seguita dai fari dell’auto che la bracca senza pietà. A un certo punto, presa dal panico e nel tentativo di mettere in salvo il suo piccolo, la madre afferra il cucciolo per il collo con la bocca, come fanno gli orsi per proteggerli durante gli spostamenti.
“Dalle immagini traspare tutta la paura, la disperazione e poi la rabbia della mamma orsa. Nella sua corsa forsennata tenta di portare in salvo il cucciolo, afferrandolo per il collo con la bocca. Solo quando si rende conto che il piccolo non riesce a ‘tenere il passo’ decide di fermarsi, girarsi e affrontare con coraggio quella che per lei è nient’altro che una minaccia per la sicurezza della sua famiglia”, spiega il Pnalm.
Il momento più drammatico arriva quando l’orsa si ferma improvvisamente e si lancia verso il veicolo in un falso attacco, tipico comportamento difensivo dei plantigradi. Un gesto che serve a spaventare il potenziale aggressore senza arrivare allo scontro diretto.
L’orsa marsicana: una sottospecie unica e a rischio estinzione
L’episodio è ancora più grave perché i protagonisti appartengono alla sottospecie di orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), una delle più rare al mondo. Questo orso vive esclusivamente nell’Appennino centrale e, secondo gli ultimi dati, ne restano poco più di 50 esemplari.
Il professor Paolo Ciucci, zoologo dell’Università La Sapienza di Roma , spiega che l’orso marsicano si distingue dall’orso bruno europeo per dimensioni più ridotte e un carattere generalmente docile. Proprio questa indole meno aggressiva, frutto di una selezione involontaria da parte dell’uomo, lo rende però più vulnerabile.
“L’orso marsicano è un simbolo dell’Abruzzo e della nostra biodiversità — sottolineano dal Parco — ma è anche una specie costantemente minacciata dalle attività umane. Inseguimenti come questo non solo causano stress e rischio di abbandono dei cuccioli, ma mettono in pericolo la sopravvivenza di un intero patrimonio genetico unico al mondo.”
Il Parco denuncia: “Serve più cultura del rispetto e sanzioni esemplari”
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha reso noto che l’inseguimento è avvenuto al di fuori dei propri confini, ma ha immediatamente denunciato l’episodio al Gruppo dei Carabinieri Forestali di Isernia. Gli accertamenti sono in corso per individuare i responsabili, che rischiano pesanti sanzioni.
“In Molise – si legge in un post di denuncia – due settimane fa, una persona ha filmato il suo inseguimento in macchina di un’orsa con un cucciolo. Il video è particolarmente cruento ma altrettanto didattico nel dimostrare il livello di stress e di potenziale pericolo a cui vengono esposti gli animali selvatici quando sottoposti a questo trattamento.”
L’ente gestore del Parco ha colto l’occasione per ribadire la necessità di una maggiore educazione ambientale e sensibilizzazione. “Questi episodi – affermano – non sono semplici incidenti: sono il sintomo di una cultura che continua a non riconoscere il valore della vita selvatica. È tempo di comprendere che l’esistenza della vita selvaggia definisce e garantisce il nostro benessere come specie.”
Orsi e turismo: quando la curiosità umana diventa un pericolo
Negli ultimi anni sono sempre più frequenti i video e le foto di orsi marsicani che attraversano i paesi dell’Appennino, spesso incuranti dei capannelli di persone che li filmano da vicino. Questo comportamento, unico tra gli orsi, mostra una sorprendente tolleranza verso l’uomo, ma anche una pericolosa assuefazione.
Le madri con i cuccioli sono notoriamente gli individui più sensibili al pericolo: in altre parti del mondo, una situazione simile potrebbe facilmente sfociare in un attacco reale. Invece, nel caso dell’orsa marsicana, la reazione è stata un disperato tentativo di difesa, segno della paura estrema vissuta in quel momento.
Il Parco invita cittadini e turisti a mantenere sempre le distanze dagli animali selvatici e a non inseguirli, non fotografarli da vicino e non alimentarli, poiché tali azioni alterano i loro comportamenti naturali e mettono a rischio la sicurezza di entrambi.
La domanda che fa riflettere: “E se fosse un orso a inseguire te e tuo figlio?”
La denuncia del Parco si chiude con una riflessione che ha colpito il web e i social network:
“E se, nel cuore della notte, fosse un orso ad inseguire per chilometri te e tuo figlio?”
Una domanda provocatoria ma necessaria, che invita ognuno a mettersi nei panni di quegli animali terrorizzati e a riflettere sul proprio comportamento nei confronti della natura.



















