Skipass alle stelle: i rincari spingono sempre più famiglie a rinunciare alla neve

Anche quest’anno gli appassionati della neve devono “mettere in conto sensibili rialzi per le tariffe degli skipass, con tutti gli impianti delle più note zone italiane di montagna che hanno applicato ritocchi dei listini”.
Secondo un’analisi di Assoutenti, negli ultimi quattro anni gli aumenti hanno raggiunto picchi fino al +38%, mettendo in seria difficoltà famiglie e sciatori abituali alla vigilia della nuova stagione invernale 2025/2026.

I rincari colpiscono sia gli abbonamenti stagionali che i biglietti giornalieri. Nel dettaglio, a Livigno il biglietto per un adulto in alta stagione sale del +8,3% rispetto allo scorso anno, mentre la crescita è del +4,8% al Sestriere e sugli impianti della Vialattea, +4,5% al Civetta, +3,6% al Dolomiti Superski e La Thuile, +3,3% a Cervinia e +3% a Courmayeur.

Un biglietto giornaliero oggi costa dai 58 euro di La Thuile ai 72 euro di Livigno, fino agli 86 euro del Dolomiti Superski, mentre gli abbonamenti stagionali variano dai 965 euro di Livigno ai 1.788 euro del pacchetto Valle d’Aosta + Zermatt.

Aumenti quadriennali fino al +40%: le località più colpite

Analizzando i dati tra la stagione 2021/2022 e la 2025/2026, Assoutenti evidenzia rincari fino a sfiorare il +40%.
Ecco alcuni esempi emblematici:

  • Livigno: biglietto giornaliero da 52 a 72 euro (+38,5%)

  • Ski Civetta: +34,6%

  • Vialattea (Sestriere): +30,7%

  • Bormio: +30,4%

  • Valle d’Aosta (stagionale): +28,4%

  • Dolomiti Superski: +28%

  • Courmayeur: +23,2%

  • Alto Sangro (Roccaraso, Rivisondoli, Pescasseroli): da 47 a 58 euro per il giornaliero (+23,4%), stagionale da 580 a 755 euro (+30,1%)

Questi incrementi, sommati ai rincari di trasporti, alloggi e ristorazione, rendono sempre più proibitivo organizzare una settimana bianca in Italia.

Settimana bianca: rincari generalizzati su alloggi e ristoranti

Ma gli skipass non sono l’unico problema. “I rincari riguardano ogni aspetto della settimana bianca, a partire da strutture ricettive e ristoranti – avverte Assoutenti – analizzando i dati Istat, si scopre che i prezzi invernali di alberghi e alloggi vari hanno subito in 4 anni incrementi medi del +26% in Valle d’Aosta, +32,8% nelle località di montagna del Veneto, +36% in quelle dell’Alto Adige. I servizi legati alla ristorazione sono invece rincarati del +15,7% in Valle d’Aosta, +26% nelle province di Bolzano e Belluno.”

L’effetto combinato di questi aumenti fa lievitare il costo medio di una settimana bianca familiare ben oltre i 1.500-2.000 euro, escludendo l’attrezzatura da sci e i corsi per i più piccoli.

“Rincari ingiustificati e inaccettabili”: l’allarme di Assoutenti

“I nuovi rincari applicati dagli operatori turistici appaiono del tutto ingiustificati e inaccettabili, sia perché l’inflazione in Italia è sotto controllo, sia perché le tariffe energetiche che nel 2022 avevano aggravato i costi a carico dei gestori degli impianti sono tornate alla normalità”, afferma Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti.

Secondo l’associazione, molti gestori continuano ad applicare aumenti sproporzionati, con l’effetto di escludere progressivamente le famiglie dal turismo invernale, una volta considerato un simbolo della vacanza italiana.

Crisi della settimana bianca: milioni di italiani rinunciano alla neve

“Prezzi e tariffe sono aumentati al punto tale da spingere una consistente fetta di cittadini a rinunciare del tutto alla classica settimana bianca: non a caso i numeri ufficiali hanno registrato lo scorso anno una forte contrazione delle presenze in montagna, con circa 1 milione di italiani in meno sulla neve, che arrivano a -4 milioni rispetto al 2023”, conclude Melluso.

La crisi della settimana bianca rischia così di trasformarsi in un colpo durissimo per l’economia montana: meno presenze, meno lavoro stagionale, e un impatto diretto su ristoratori, albergatori e maestri di sci.

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