L’assedio dei curiosi a Montalbini

Transennata l’area attorno alla Grotta Fredda. Si rilancia il turismo naturalistico

di SERGIO BIAGINI

ACQUASANTAL’ultimo esperimento di isolamento spazio- temporale di Maurizio Montalbini, rinchiuso da alcuni giorni nella Grotta Fredda, ha rilanciato l’interesse per Acquasanta e per il suo complesso ipogeo. «Una realtà- nota Giampaolo Filipponi dell’Associazione speleologica acquasantana- che è di grande rilievo nel panorama nazionale e che consta di 17 grotte (alcune delle quali in collegamento) che si estendono da un minimo di 800 a 4.600 metri». Inutile dirlo Montalbini è diventato un ottimo testimonial per il Garrafo e per il patrimonio ambientalistico locale. «Lo stesso turismo naturalistico che stiamo portando avanti da alcuni anni- aggiunge Filipponi- può essere una valida alternativa alla crisi che ha colpito Acquasanta, notissima un tempo per le sue terme. L’associazione speleologica già ora riceve almeno 2.500 ospiti all’anno interessati alle escursioni speleologiche e ad iniziative che vanno dal trekking all’educazione ambientale con le scuole. Del resto le grotte di Acquasanta rappresentano una ricchezza che va tutelata anche dal punto di vista scientifico. Abbiamo scoperto con i ricercatori del Nuovo Messico che qui esistono tipi di solfobatteri (trasformano acido solforico in ossigeno) unici al mondo. Ringraziamo Montalbini per l’occasione che ci ha dato di farci ulteriormente conoscere, e ringraziamo anche la Comunità Montana e il Consorzio idrico per la particolare collaborazione prestata per l’approntamento della grotta e la riuscita dell’esperimento di isolamento».
Ma tanta notorietà ha portato anche qualche problema. Dall’11 ottobre, giorno in cui Montalbini si è isolato nella Grotta Fredda infatti tutta la zona è presa d’assalto da curiosi e forse anche da qualche sconsiderato. Tant’è che qualche giorno fa si sono avuti attimi di apprensione per un black out sulle immagini video dall’interno della grotta. E’ successo che qualcuno volutamente o per sbaglio (forse nel tentativo di calarsi lungo il costone che conduce all’ingresso della grotta) ha tirato e strappato un cavo elettrico impedendo ai tecnici del camper in superficie che 24 ore su 24 controllano l’attività di Montalbini attraverso i monitor, di verificare le condizioni dello speleonauta. Il “guasto” poi è stato riparato dagli uomini dell’Asa che però ora hanno anche provveduto a transennare tutta l’area attorno allo stesso camper e alla Grotta Fredda. «I curiosi cercano di avvicinarsi il più possibile all’ingresso dell’antro e alle reti elettrosaldate con cui lo abbiamo “sigillato”» dice Filipponi. «Alcuni addirittura arrivano dal Garrafo sottoponendosi ad un tragitto che è irto di difficoltà, oppure cercano di calarsi dal costone, o più semplicemente tentano di avvicinarsi troppo al camper disturbando l’attività degli operatori». In quanto a Montalbini lui sta bene e prosegue il programma regolarmente. Quello che succede in superficie per ora non lo riguarda.

dal Messaggero