Rocco Ciccioli: un Maestro di Sci tra tecnica e passione

In foto il maestro di sci Rocco Ciccioli
In foto il maestro di sci Rocco Ciccioli

[In esclusiva per Scimarche.it]

In questa intervista a Rocco Ciccioli, abbiamo cercato di capire cosa spinge un giovane ragazzo a provare l’esperienza di lavorare come Maestro di sci in uno dei più grandi e importanti centri di sci d’Europa: la Scuola Esi Chatel, in Francia. Rocco ci parla delle sue esperienze, della struttura e regala alcuni consigli ai giovani appassionati di sci.

In foto il maestro di sci Rocco Ciccioli
In foto il maestro di sci Rocco Ciccioli

 

Rocco, parlaci un po’ della tua passione per lo sci. Quando è cominciata e perché?

Tutto ebbe inizio nel lontano 1982, era una gita organizzata a Folgarida, in val di Sole. Ero con mia mamma anche lei principiante. Ricordo  ancora un po’ la mia  prima  volta sugli sci, avevo sei anni e trovavo questo sport molto divertente e curioso. Seguirono moltissime settimane bianche in famiglia, con  amici, un po’ in giro per l’Italia, ormai sciare era diventata una grande passione, iniziai a fare  gare a quattordici anni, ma dopo  appena un anno smisi.

 

Qual è il percorso che bisogna fare per diventare un insegnante di sci?

Intrapresi altre strade, ma all’età di diciannove anni ritornai sulla neve, e per far sul serio; ebbi la fortuna di conoscere l’allenatore  uscente della  nazionale italiana, il grande Alphons Thoma che, insieme ai preziosi consigli di un altro grande dello sci, il maestro Pietro Freddi, mi permisero di raggiungere un ottimo livello  tecnico, e di  affrontare la selezione  per l’ ammissione al corso per maestri di sci, che consiste nel superare  alcune prove sul campo come lo slalom gigante, la serpentina e/o corto raggio e una prova libera (più archi di curva in una discesa). Si è ammessi al corso se si superano con successo tutte le prove. La durata è di novanta giorni nei quali si è formati per insegnare a qualsiasi livello ed età ed in qualsiasi pista e fuoripista sciabile con nozioni anche teoriche e sulla sicurezza e la psicologia degli allievi.

 

Quali sono state le tappe e le esperienze più importanti della tua carriera?

Uscito dal corso, nell’estate del  2001, ero talmente impaziente di insegnare che partii per il passo Stelvio, dove avevo già passato la selezione, e fu un estate indimenticabile alla scuola sci della famiglia Capitani di Bormio. Ma il destino continuò a essere  bizzarro, perché l’inverno seguente andai a Folgarida, fermandomi per  tredici anni, cambiando ben due  scuole di cui dell’ultima socio fondatore. Durante il corso di formazione  incontrai la figura in assoluto più importante per  il mio lavoro: Tommaso Tomasetti, il maestro dei maestri, mostro sacro dello sci italiano e non solo. La sua metodologia tecnico didattica è  ancora oggi ai vertici di questo sport. Mi volle, nel 2003, in una delle scuole più importanti e blasonate d Italia, ma con sede in Francia alle Deux Alpes, la Jam Session dei fratelli Malfatto.

 

Cosa ti ha spinto a lavorare in una delle più importanti Scuole di Sci?

Dopo alcuni anni con loro (in estate in ghiacciaio) arrivai a raggiungere un ottimo livello tecnico didattico del quale andavo fiero e mi innamorai talmente delle Alpi Francesi che nel 2014 feci il grande passo, lasciando definitivamente Folgarida, che ormai mi era stretta, per una nuova avventura e una nuova sfida: affrontare un’intera stagione invernale facendo lezione in Inglese e Francese in Alta Savoia con l’ESI (scuola internazionale) a Châtel, con allievi da tutta Europa e non solo. Dopo un altra stagione a Megeve e Chamonix con una scuola inglese eccomi per l imminente inverno 2017 di nuovo a Châtel.

Il paese di Chatel - Francia - Credits: samanthajohnson2818
Il paese di Chatel – Francia – Credits: samanthajohnson2818

 

Parlaci un po’ della Scuola Esi Chatel: quali sono, se ci sono, le differenze maggiori tra gli impianti italiani e quelli di altri Paesi?

I miei colleghi francesi e inglesi adorano il freeride (sci fuoripista), piuttosto di tirar curve in pista, i comprensori francesi sono quasi tutti quattro o cinque  volte più grandi di quelli italiani, tuttavia alcune seggiovie sono un po’ datate, ma la cura e l’attenzione dei francesi nel preparare le piste, a differenza dei pregiudizi di tanti, è sorprendente! Le lezioni sono anche qui private e nelle collettive i gruppi sono più piccoli. Non c è il passaggio della prova del primo giorno in cui si dividono gli allievi in base al livello poiché dopo un attento e scrupoloso lavoro di Segreteria, gli allievi arrivano già al primo appuntamento dove il maestro del livello corrispondente attende, con già nome età etc.

 

Che consigli daresti a chi ha appena iniziato ad avvicinarsi allo sci e vuole migliorare?

Un mio prezioso consiglio a chi ha appena cominciato a sciare e vuole migliorarsi è di fare almeno una settimana di lezioni in ghiacciaio in estate, cosa essenziale anche per chi è già a buon livello. La continua trasformazione della neve e gli assidui esercizi che si praticano sopra i tremila metri a luglio ed agosto sono la combinazione giusta per un netto miglioramento!

 

Tecnica a parte, quali sono le cose più importanti che un Maestro di sci cerca di trasmettere agli allievi?

Aggiungerei, tecnica a parte, che ogni maestro di sci, cerca sempre di trasmettere all’allievo grande fiducia e professionalità unite ad una dose di simpatia ed attenzione.

 

Che cosa vuol dire per te essere un Maestro di sci?

Personalmente adoro questo lavoro, che continua a regalarmi tante soddisfazioni, e credo che essere maestro di sci significhi trasmettere l amore per la montagna e per uno sport meraviglioso, ma anche contribuire all’educazione dei più piccoli mentre si dispensano consigli tecnici. Invito dunque tutti coloro che non sono ancora entrati a contatto con questo “panorama” bianco (aspettando, ahime, l’arrivo della neve) ad approfittare visto anche l’arrivo delle feste, e chi già conosce questo sport di continuare a cercare sempre nuove emozioni lungo i pendii.