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Tragedia in Montenegro: si stacca la seggiovia, perde la vita il calciatore tedesco Hertner

Il calcio tedesco è sotto shock per la tragica scomparsa di Sebastian Hertner, morto a soli 34 anni in un drammatico incidente avvenuto in montagna durante una vacanza. L’episodio si è verificato nel comprensorio sciistico di Savin Kuk, nel nord del Montenegro, una località molto frequentata nella stagione invernale.

La notizia ha rapidamente fatto il giro dei media sportivi europei, suscitando profondo cordoglio tra tifosi, addetti ai lavori e compagni di squadra.

L’incidente nel comprensorio sciistico di Savin Kuk

Secondo le prime ricostruzioni fornite dagli inquirenti, Sebastian Hertner si trovava in vacanza quando si è consumata la tragedia. Durante la risalita, la seggiovia si è improvvisamente staccata dal cavo, urtando quella retrostante. L’impatto ha causato la caduta del calciatore nel vuoto da un’altezza di circa 70 metri.

La caduta non gli ha lasciato scampo: Hertner è morto sul colpo. Accanto a lui si trovava la moglie, che ha assistito impotente all’intera scena. La donna, raggiunta dai soccorsi solo dopo diverse ore, è stata trasportata in ospedale sotto shock, riportando la frattura di una gamba.

Impianto chiuso e indagine delle autorità

Dopo l’incidente, l’impianto di risalita di Savin Kuk è stato immediatamente chiuso. Le autorità giudiziarie montenegrine hanno avviato un’indagine per chiarire le cause del cedimento della seggiovia e per accertare eventuali responsabilità legate alla manutenzione o alla sicurezza dell’impianto.

L’episodio riaccende l’attenzione sui controlli di sicurezza nei comprensori sciistici, soprattutto in alta stagione, quando l’afflusso di turisti è particolarmente elevato.

Il messaggio di cordoglio del club

La morte di Hertner ha colpito duramente l’ambiente del suo club, l’ETSV Amburgo, squadra militante nelle categorie inferiori del calcio tedesco, di cui il difensore era capitano.

Il club ha affidato ai social un messaggio carico di dolore, che resta invariato:

“È con grande tristezza che annunciamo che il nostro capitano Sebastian Hertner è morto in un tragico incidente mentre era in vacanza. Siamo sconvolti e profondamente addolorati. Le nostre più sentite condoglianze vanno alla sua famiglia e ai suoi cari. Riposa in pace, Sebastian”

Parole che testimoniano il forte legame umano e sportivo che Hertner aveva costruito all’interno della squadra.

La carriera di Sebastian Hertner nel calcio tedesco

Nato nel 1991, Sebastian Hertner era cresciuto nel prestigioso settore giovanile dello VfB Stoccarda, dove si era messo in luce come difensore affidabile e disciplinato. Il suo talento gli aveva permesso di vestire anche la maglia delle Nazionali giovanili tedesche Under 18 e Under 19.

Nel corso della sua carriera professionistica aveva collezionato una lunga esperienza tra seconda e terza serie tedesca:

  • 95 presenze in Zweite Bundesliga con

    • Monaco 1860

    • Erzgebirge Aue

    • Darmstadt 98

  • 122 partite in 3. Liga con

    • Stoccarda II

    • VfB Lubecca

    • Türkgücü Monaco

Un percorso fatto di professionalità, dedizione e leadership, qualità che lo avevano portato a diventare capitano nella sua ultima esperienza.

Val Gardena, arrivano i droni cargo che aiutano a preparare la pista per la Coppa del Mondo di sci

Un alleato hi-tech per la logistica in quota

Preparare una gara di Coppa del Mondo di Sci in montagna non significa solo neve perfetta e sicurezza in pista: dietro le quinte serve una macchina logistica capace di spostare materiali tecnici e attrezzature in tempi rapidi, spesso in zone difficili da raggiungere con i mezzi tradizionali.

In Val Gardena, durante la fase di preparazione della Coppa del Mondo di Sci FIS, è entrata in scena una soluzione sempre più concreta: droni cargo “heavy-lift” in grado di trasportare carichi importanti anche ad alta quota e con forti dislivelli.

FlyingBasket e il drone cargo FB3: perché fa la differenza

Il supporto operativo è arrivato dai droni cargo di FlyingBasket, tech company altoatesina attiva a livello globale nella progettazione, produzione e sviluppo di droni cargo per la logistica alpina.

Il protagonista è il modello FB3 (Fb3), progettato per lavorare in ambienti complessi e trasportare carichi fino a 100 kg. Tra il 15 e il 16 dicembre, il drone è stato impiegato come soluzione tecnologica per trasferire:

  • attrezzature per la produzione televisiva

  • materiali tecnici
    verso punti chiave delle piste gardenesi, in condizioni che normalmente richiederebbero mezzi pesanti o personale dedicato.

I numeri dell’operazione: 4 voli, 5 km, 650 metri di dislivello

I dati raccontano bene l’impatto pratico della tecnologia sulla preparazione dell’evento:

  • 4 voli complessivi

  • distanze fino a circa 5 chilometri (per volo)

  • superamento di 650 metri di dislivello

  • velocità media di 31 km/h

  • operazione completata in poco più di tre ore

  • con il supporto di soli due operatori

Risultato: rapidità di esecuzione e precisione nei rilasci hanno aiutato a ottimizzare i tempi di allestimento delle aree di gara e a ridurre la movimentazione di mezzi sulle piste già impegnate nei preparativi finali.

Meno mezzi a terra, meno impatto: la spinta sulla sostenibilità

Uno dei vantaggi più evidenti è la riduzione dell’impronta operativa della logistica tradizionale in montagna. L’uso del drone ha rappresentato una valida alternativa a metodi spesso complessi e potenzialmente invasivi come:

  • camion

  • gru

  • interventi via terra

In pratica, l’impiego del FB3 ha contribuito a:

  • ridurre le emissioni

  • contenere il disturbo ambientale

  • limitare interferenze con le infrastrutture e con le piste in fase di preparazione

Accesso alle aree critiche: quando “arrivarci” è la parte più difficile

In contesti alpini, il vero problema non è solo trasportare un carico, ma raggiungere in sicurezza aree difficilmente accessibili. Qui il FB3 si distingue perché può operare:

  • senza interferire con infrastrutture esistenti

  • senza richiedere ulteriore logistica di supporto

Questo si traduce in un’organizzazione più snella, sicura e sostenibile, soprattutto in alta quota e con forti dislivelli.

Starlink e controllo del drone anche senza visibilità diretta

L’operazione in Val Gardena ha avuto anche un elemento tecnico cruciale: la gestione di una missione con assenza di visibilità diretta tra punto di partenza e punto di consegna, collocato oltre un crinale montuoso.

Per garantire un collegamento dati stabile e continuo è stato utilizzato un sistema di comunicazione satellitare Starlink, capace di fornire un segnale più potente e affidabile rispetto alle tradizionali comunicazioni radio. Questa configurazione ha permesso il pieno controllo delle missioni anche in condizioni operative complesse e “non line-of-sight”.

La dichiarazione del CEO di FlyingBasket (testo invariato)

«Applicazioni come questa dimostrano quanto la logistica aerea con droni heavy-lift sia ormai una soluzione concreta e affidabile per gli eventi in alta quota – dichiara Moritz Moroder, CEO e co-founder di FlyingBasket –. I nostri droni consentono di trasportare materiali in modo rapido, preciso e sostenibile, riducendo l’impatto ambientale e aumentando la sicurezza degli operatori. È un modello di efficienza che può fare la differenza anche nella gestione dei grandi eventi sportivi in montagna».

Non è un caso isolato: il progetto pilota con la Provincia di Bolzano

L’intervento in Val Gardena si inserisce in un percorso di sperimentazione e consolidamento delle capacità operative di FlyingBasket in ambiente alpino.

Solo pochi mesi prima, la tech company aveva concluso con successo un progetto pilota della Provincia Autonoma di Bolzano, rifornendo per la prima volta quattro rifugi remoti con voli reali e in condizioni operative complesse. In quell’occasione:

  • sono stati completati 21 voli

  • trasportando oltre una tonnellata di materiali

  • verso rifugi tra 2.188 e 3.023 metri di quota

  • con dislivelli fino a 1.190 metri per singola missione

  • consegnando sia alimenti delicati sia carichi ingombranti

  • con missioni di durata compresa tra due ore e quaranta minuti e quasi cinque ore

Verso le Olimpiadi Invernali 2026: perché questa tecnologia conta

L’esperienza maturata in questi progetti prepara l’azienda a supportare eventi di scala crescente. Non a caso, il percorso viene collegato anche alle esigenze logistiche in vista delle Olimpiadi Invernali 2026, dove il trasporto rapido, sicuro e sostenibile in quota può diventare un fattore decisivo.

L’operazione in Val Gardena, conclusa con pieno successo, conferma che l’integrazione dei droni cargo nei processi logistici di montagna può contribuire concretamente a:

  • ridurre emissioni

  • aumentare la sicurezza

  • ottimizzare i tempi
    aprendo la strada a una nuova generazione di soluzioni tecnologiche per la logistica alpina.

 

Mariah Carey canterà alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026

Mariah Carey sarà la protagonista musicale della Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026, in programma venerdì 6 febbraio 2026 allo Stadio San Siro di Milano. La superstar americana è la prima artista internazionale ufficialmente annunciata per l’evento che darà il via ai diciassette giorni di competizioni olimpiche.

L’annuncio segna un momento di grande rilievo per Milano-Cortina 2026, che punta a unire sport, spettacolo e cultura pop globale, affidando l’apertura dei Giochi a una delle voci più iconiche della storia della musica contemporanea.

Mariah Carey prima superstar internazionale annunciata per Milano-Cortina 2026

Con oltre 220 milioni di album venduti nel mondo, Mariah Carey è considerata una delle artiste di maggior successo di tutti i tempi. Ogni anno, in particolare nel periodo natalizio, la sua celebre hit “All I Want for Christmas Is You” domina le classifiche internazionali, confermando una popolarità senza tempo.

Nel 2026, tuttavia, l’“onda lunga” del successo di Carey andrà ben oltre il Natale: sarà infatti la sua esibizione a illuminare San Siro nella serata inaugurale dei Giochi Olimpici Invernali, davanti a milioni di spettatori in tutto il mondo.

Un ritorno olimpico: il legame tra Mariah Carey e i Giochi

Non si tratta della prima volta in assoluto che il nome di Mariah Carey viene associato all’universo olimpico. Già nel 2010, in occasione dei Giochi Invernali di Vancouver, l’artista aveva prestato la sua musica alla causa olimpica.

La sua canzone intitolata “100%” era stata infatti lanciata a scopo promozionale per una raccolta fondi del team Usa verso le Olimpiadi di Vancouver. Un precedente che rafforza il legame simbolico tra la cantante e lo spirito dei Giochi.

La carriera record di Mariah Carey

Vincitrice di cinque Grammy Award, Mariah Carey ha pubblicato il suo album di debutto nel 1990, contenente brani di successo come “Someday”, “Love Takes Time” e “Vision of Love”. Da allora ha raggiunto risultati straordinari:

  • oltre 200 milioni di album venduti

  • 19 singoli al primo posto nella classifica Billboard Hot 100

  • una carriera trentennale costellata di record e riconoscimenti

Tra i suoi brani più celebri figurano anche “One Sweet Day” e “We Belong Together”, che l’hanno consacrata come una delle interpreti più influenti della musica pop e R&B.

Le precedenti esibizioni negli eventi sportivi internazionali

Mariah Carey non è nuova alle performance legate a grandi eventi sportivi. Nel corso della sua carriera ha partecipato a numerose occasioni di rilievo globale:

  • ha cantato l’inno nazionale statunitense “The Star-Spangled Banner” prima del Super Bowl NFL del 2002

  • ha replicato l’esibizione all’NBA All-Star Game l’anno successivo

  • nel 2020 ha presentato la sua canzone “Save the Day” prima della finale femminile degli US Open, alla presenza di campionesse come Naomi Osaka, Venus e Serena Williams

Una prima volta assoluta alle Olimpiadi Invernali

Nonostante la lunga esperienza in eventi sportivi di primo piano, esibirsi alla Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici Invernali rappresenta una novità assoluta nella carriera di Mariah Carey.

La cantante seguirà le orme di artiste come Celine Dion e Lady Gaga, che hanno calcato il palcoscenico della Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, confermando la volontà del Comitato Organizzatore di Milano-Cortina 2026 di puntare su nomi di caratura mondiale.

Milano-Cortina 2026: musica, sport e spettacolo globale

L’esibizione di Mariah Carey a San Siro rafforza il posizionamento delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 come evento non solo sportivo, ma anche culturale e mediatico di livello internazionale.

La serata del 6 febbraio 2026 promette di diventare uno dei momenti più iconici dell’intera manifestazione olimpica, aprendo ufficialmente i Giochi con una voce che ha fatto la storia della musica mondiale.

 

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Belén Rodriguez, attimi di tensione sul ghiaccio a St. Moritz. “Stavo cadendo, mi ha lasciata così e se n’è andato”

Belén Rodriguez torna a far parlare di sé e, ancora una volta, il web si accende. La showgirl e conduttrice radiofonica argentina, nata 41 anni fa a Buenos Aires, è stata protagonista di una piccola disavventura invernale a St. Moritz, località esclusiva delle Alpi svizzere, diventata virale grazie a un video pubblicato su TikTok nella giornata di domenica 7 dicembre 2025.

Le immagini, brevi ma molto commentate, hanno raggiunto 370.000 visualizzazioni in sole 12 ore, alimentando discussioni, commenti e interpretazioni sui social.

Il video virale a St. Moritz: cosa è successo davvero

Il filmato, della durata di pochi secondi, non consente di ricostruire l’intera scena con precisione assoluta, ma alcuni dettagli risultano evidenti. Nel video si vede Belén Rodriguez mentre scende da una grande automobile nera, indossando una pelliccia (finta?) e tacchi, e tenta di percorrere una strada completamente ghiacciata.

Il terreno appare estremamente scivoloso e la situazione diventa subito complicata. Da quanto si intuisce, la persona che l’aveva accompagnata non si è fermata ad aiutarla nel tragitto dall’auto all’ingresso del locale, un hotel boutique di lusso a cinque stelle, tra i più esclusivi della zona.

È in questo momento che un ragazzo presente sul posto si avvicina con educazione e le chiede: “Posso darti una mano?”. Belén accetta volentieri l’aiuto e, parlando con tono tra l’ironico e lo stupito, commenta: “Eh… mi ha lasciato. Mi ha lasciato così, ha detto ‘sta cadendo’ e se n’è andato”.

“Mi ha lasciata così”: a chi era rivolto il commento di Belén

Il riferimento di Belén non è stato chiarito ufficialmente. Secondo molti utenti, la frase potrebbe essere stata rivolta all’autista, ma non esistono conferme in merito. Ciò che emerge dal video, però, non è un vero scatto d’ira, bensì un’uscita spontanea, probabilmente dettata dal momento e dalla difficoltà di restare in equilibrio sul ghiaccio.

Nonostante l’imprevisto, l’atteggiamento della showgirl appare tutt’altro che nervoso. Poco dopo, infatti, alcuni fan presenti sul posto le rivolgono un complimento sincero: “Sei bellissima”. Belén si gira verso di loro, sorride e li ringrazia, mostrando disponibilità e calore umano.

Un gesto semplice ma significativo, soprattutto considerando il contesto e la situazione poco comoda.

Tra affetto dei fan e momenti difficili: il periodo delicato di Belén Rodriguez

L’episodio di St. Moritz arriva in un momento non semplice per Belén Rodriguez. Nelle scorse settimane, infatti, la showgirl aveva destato preoccupazione per le sue condizioni di salute, apparendo confusa e barcollante durante un evento di Vanity Fair.

La preoccupazione era stata tale da spingerla a intervenire personalmente per chiarire la situazione, spiegando apertamente di stare attraversando un periodo difficile della sua vita.

Accanto a lei, fortunatamente, c’è la sorella Cecilia Rodriguez, che recentemente l’ha resa zia della piccola Clara Isabel. Dopo mesi segnati da attriti familiari, causati da una “marachella” – così l’ha definita la stessa Belén – il rapporto tra le due sorelle sembra finalmente tornato sereno.

Carattere forte e spontaneità: Belén resta sempre se stessa

Se da un lato la situazione personale resta complessa, dall’altro Belén Rodriguez continua a dimostrare di non aver perso il suo carattere deciso. La spontaneità con cui ha commentato l’accaduto sul ghiaccio di St. Moritz ne è un esempio evidente.

Anche nei momenti più scomodi, la showgirl riesce a mantenere un contatto diretto con il pubblico, alternando ironia, sincerità e gratitudine verso chi le dimostra affetto. E se c’è bisogno di dire quello che pensa, Belén non si tira certo indietro.

Un episodio apparentemente banale, diventato virale in poche ore, che racconta ancora una volta quanto ogni gesto della showgirl continui a catalizzare attenzione, commenti e curiosità.

@antonellagesuele la tua serata fortunata@marcok_1 #belen #gentleman #stmoritz ♬ suono originale – Antonella Jesuele

 

 

Volevano partire con gli sci ai piedi: ubriachi dormono in auto su una pista del ghiacciaio di Sölden, svegliati dalla polizia

Una notte surreale sulle piste: il risveglio con la polizia

Un risveglio decisamente insolito sulle piste del ghiacciaio di Sölden, in Tirolo. Due turisti stranieri, ancora sotto l’effetto dell’alcol, sono stati trovati addormentati all’interno della loro auto direttamente su una pista da sci del Gletscherstadion. A svegliarli non è stata la prima seggiovia del mattino, ma una pattuglia della polizia.

L’episodio è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato e ha immediatamente attirato l’attenzione per la sua dinamica fuori dall’ordinario e per i rischi legati alla sicurezza sulle piste.

Dall’alcol alla pista da sci: cosa è successo durante la notte

I protagonisti sono un uomo di 38 anni, cittadino lussemburghese, che si trovava alla guida dell’auto, e un passeggero belga di 40 anni. Dopo aver bevuto alcolici, i due hanno raggiunto l’area del ghiacciaio e, forzando un accesso, sono finiti con il veicolo direttamente su una pista innevata.

Una volta lì, hanno parcheggiato l’auto e si sono addormentati, ignorando completamente i divieti e i pericoli di trovarsi su una pista da sci, luogo normalmente frequentato da mezzi battipista e, poche ore dopo, dagli sciatori.

La sbarra divelta e l’intervento della polizia

L’allarme è scattato sabato mattina, quando la polizia è stata chiamata presso la stazione di pedaggio Rettenbach-/Tiefenbachferner per un episodio di danneggiamento. Sul posto era stata trovata una sbarra di accesso divelta.

Seguendo le tracce, gli agenti hanno individuato l’auto poco distante, ferma sulla pista del Gletscherstadion, con i due uomini ancora addormentati all’interno. Al momento del controllo, entrambi risultavano ancora visibilmente ubriachi.

“Il nostro sogno era dormire sulla pista e partire subito con gli sci”

Svegliati dagli agenti, i due turisti hanno spiegato che il loro sogno era trascorrere una notte direttamente sulla pista da sci, per poi iniziare la giornata sciistica partendo da lì, con gli sci ai piedi.

Una giustificazione che non ha attenuato la gravità dell’accaduto, considerando la guida in stato di ebbrezza, l’accesso non autorizzato e il danneggiamento delle strutture del comprensorio.

Patente ritirata e danni ancora da quantificare

Per il 38enne lussemburghese, alla guida del veicolo, è scattato il ritiro immediato della patente di guida e una denuncia. Sono in corso gli accertamenti per stabilire l’entità dei danni provocati alla stazione di pedaggio e alle infrastrutture dell’area sciistica.

Al momento, la quantificazione ufficiale del danno economico non è stata comunicata.

Atterra in elicottero sulle piste da sci imprenditore bresciano recidivo, era già successo ad aprile a Madonna di Campiglio

Non è la prima volta, e probabilmente non sarà l’ultima. Un imprenditore bresciano è tornato a far parlare di sé per un episodio tanto spettacolare quanto vietato: l’atterraggio con un elicottero privato direttamente sulle piste da sci. Dopo il precedente avvenuto lo scorso aprile a Madonna di Campiglio, l’uomo si è reso protagonista di un nuovo episodio sulle nevi bresciane del Maniva.

L’atterraggio vietato sulle piste del Maniva Ski

Nella mattinata di sabato 13 dicembre, Giorgio Bortolo Oliva, imprenditore 66enne originario di Odolo, ha raggiunto il comprensorio del Maniva Ski non in auto o con gli impianti di risalita, ma pilotando personalmente il proprio elicottero.

Il velivolo è stato fatto atterrare direttamente sulla pista da sci, dove l’uomo ha letteralmente “parcheggiato” prima di indossare l’attrezzatura e concedersi una discesa sugli sci. Tutto questo è avvenuto “in assenza delle prescritte autorizzazioni al volo e all’atterraggio”, come spiegato dai Carabinieri.

Alcune segnalazioni da parte dei presenti hanno fatto scattare l’intervento immediato dei Carabinieri sciatori della stazione di Bagolino, che hanno raggiunto Oliva, identificandolo sul posto.

Gli accertamenti successivi hanno confermato che il velivolo era pilotato dallo stesso Oliva, classe 1959.

Le sanzioni previste e il ruolo dell’Enac

L’episodio, fortunatamente, non ha provocato feriti né conseguenze per la sicurezza degli sciatori, ma resta una violazione grave delle normative aeronautiche e ambientali.

“Per la violazione riscontrata – si legge nel comunicato dell’Arma dei carabinieri – è prevista l’applicazione di una sanzione amministrativa da parte dell’Enac, autorità competente in materia aeronautica, nonché la possibile sospensione del titolo di volo, fatta salva ogni altra valutazione di competenza”.

L’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) è infatti l’organo preposto a valutare eventuali provvedimenti, che possono andare ben oltre la semplice sanzione economica.

Il precedente di Madonna di Campiglio: aprile sulle Dolomiti

L’episodio del Maniva non rappresenta un caso isolato. Lo scorso aprile, Oliva era già finito al centro delle cronache per un fatto praticamente identico, avvenuto nel comprensorio di Madonna di Campiglio, sulle piste del Grostè.

In quell’occasione, l’imprenditore aveva sorvolato le Dolomiti e si era posato a 2.400 metri di quota, proprio accanto alle piste. Scarpone ai piedi e sci in spalla, era sceso dall’elicottero come se si trattasse di un normale parcheggio, per poi infilare gli attacchi e lanciarsi in pista.

Fermato anche allora dai Carabinieri, aveva ammesso candidamente di non avere alcuna autorizzazione per atterrare oltre i 1.600 metri, limite imposto dalla legge provinciale per motivi ambientali e di sicurezza. Per quel comportamento gli era stata inflitta una multa da 2.000 euro.

Atterraggi sopra i 1.600 metri: cosa dice la legge

Sia in Trentino-Alto Adige che in Lombardia, l’atterraggio di elicotteri privati oltre i 1.600 metri di quota è vietato, salvo rare eccezioni. L’unica casistica ammessa riguarda operazioni di elisoccorso o interventi autorizzati.

I privati sono obbligati ad atterrare esclusivamente in aree apposite, lontane dalle piste e dai flussi di sciatori. Atterrare a ridosso delle piste, come avvenuto nei due episodi che vedono protagonista Oliva, rappresenta quindi una violazione sia aeronautica sia di sicurezza pubblica.

Chi è Giorgio Bortolo Oliva: imprenditore e pilota esperto

Giorgio Bortolo Oliva è titolare della Olifer, azienda con sede a Odolo. È noto per essere un pilota esperto, con molte ore di volo alle spalle, e per una forte passione per lo sci.

Il suo nome, però, è legato agli elicotteri anche per un tragico episodio avvenuto nel 2020.

L’incidente mortale del 2020 sul Monte Rosa

Il 25 ottobre 2020, Oliva pilotava un elicottero Robinson R44 insieme all’amico e collega Alfredo Buda, manager 59enne di Odolo. I due erano andati a sciare in Val d’Aosta e stavano rientrando verso Brescia quando il velivolo si schiantò in una zona impervia del Monte Rosa, a circa 3.000 metri di quota, in località Cime Bianche Laghi, fuori dalle piste battute.

Dopo tre ore di ricerche, rese difficili dalla nebbia e dalla mancanza di visibilità, i resti dell’elicottero furono individuati. Buda venne trovato privo di vita, mentre Oliva, gravemente ferito, fu trasportato in Rianimazione a Berna, riuscendo a sopravvivere.

Per quella vicenda Oliva affrontò un processo: accusato di omicidio colposo, patteggiò una pena di otto mesi, risarcendo i familiari della vittima. Secondo una perizia disposta durante le indagini, quel giorno non c’erano le condizioni di sicurezza adatte per mettersi in volo, a causa della fitta nebbia in quota, e l’imprenditore avrebbe tenuto un comportamento incauto.

Il silenzio dopo l’ultimo episodio

Dopo l’atterraggio al Maniva, Oliva è stato contattato, ma ha preferito non rilasciare dichiarazioni, limitandosi a rispondere «nulla da dire».

Un silenzio che accompagna un gesto che, per la seconda volta in pochi mesi, ha sollevato interrogativi su sicurezza, rispetto delle regole e sull’uso improprio dei mezzi aerei in contesti turistici e ambientali delicati.

 

Austria: una nota località sciistica dichiara guerra agli eccessi dell’après-ski

Sölden, una delle destinazioni sciistiche più rinomate dell’Austria e punto di riferimento internazionale per l’après-ski, annuncia una svolta significativa: l’introduzione di un divieto severo di consumo e trasporto di alcol negli spazi pubblici durante l’intera stagione invernale.
La misura punta a contenere gli eccessi che negli ultimi anni hanno invaso le strade della località e a ristabilire un equilibrio tra il tradizionale divertimento del doposci e la vivibilità del paese.

Perché Sölden introduce il divieto di alcol nelle aree pubbliche

Negli ultimi anni, l’après-ski a Sölden ha generato numerosi episodi problematici: feste improvvisate sulle strade, rumore notturno, vetri rotti e comportamenti fuori controllo da parte di gruppi di sciatori. Le celebrazioni all’aperto sono aumentate anche a causa del divieto di fumo nei locali interni, che ha portato molte persone a uscire con il proprio drink.

Il sindaco Ernst Schöpf ha dichiarato:

«il consumo di alcol si è spostato sempre più nello spazio pubblico. Ora vogliamo porre un freno a questa situazione».

Un fenomeno che ha inciso negativamente sulla vita quotidiana dei residenti e sull’immagine della località.
Il vicesindaco Maximilian Riml ha confermato la situazione descrivendo episodi frequenti: persone che continuano a festeggiare sui marciapiedi, vetri di birra rotti e turisti ubriachi che arrivano perfino a giocare a calcio con i bicchieri.

Nel corso della precedente stagione sciistica erano già stati tentati interventi come controlli sul rumore e appelli al buon senso, risultati però insufficienti. Per questo il comune ha optato per una regolamentazione più rigida, coinvolgendo anche albergatori e gestori dei locali.

Quando entrerà in vigore il divieto

La nuova “Alcohol Free Zone 2025” sarà attiva:

  • dal 1° dicembre 2025

  • al 19 aprile 2026

Il divieto coprirà quindi l’intera stagione sciistica, con l’obiettivo di garantire ordine, rispetto per il territorio e una migliore esperienza sia ai residenti sia ai turisti.

Le zone interessate dal divieto

Il divieto non si applicherà in modo uniforme a tutto il territorio, ma riguarda le aree in cui si concentrano maggiormente i flussi turistici e i festeggiamenti.

1. La “Saufmeile” – il miglio dell’alcol

L’area più critica, ovvero la Dorfstraße tra la Giggijochbahn e la Gaislachkoglbahn, conosciuta anche come “party mile”.

2. Aree sensibili e residenziali

  • casa di riposo

  • residenza assistita

  • asilo

  • zone residenziali vicine al centro

3. Zone ricreative e di transito

  • Freizeit Arena

  • centro sociale

  • Waldele

  • piazza e stazioni della navetta del centro

Queste aree saranno contrassegnate in rosso nelle mappe comunali e identificate come Alcohol Free Zone 2025.

Cosa è vietato e cosa rimane consentito

Le nuove disposizioni vietano:

  • il consumo di bevande alcoliche negli spazi pubblici

  • il trasporto di bottiglie, lattine o bicchieri aperti contenenti alcol nelle zone indicate

Come precisato dalle autorità:

«D’ora in avanti non solo il consumo, ma anche il semplice trasporto di bottiglie o bicchieri aperti nelle aree indicate sarà vietato.»

Cosa resta permesso

Il consumo e la vendita di alcol restano consentiti all’interno di pub, bar, ristoranti e locali di après-ski.
Lo scopo non è eliminare la tradizione festosa della località, ma riportarla in contesti controllati.

Il sindaco lo ha ribadito chiaramente:

«Sölden è sinonimo di Après-Ski. E così deve rimanere – ma in modo ordinato».

Sanzioni previste e sistema dei controlli

Per rendere efficace il provvedimento, il comune ha predisposto:

  • controlli regolari e continui

  • l’impiego di personale di sicurezza

  • l’obbligo per hotel e strutture ricettive di informare gli ospiti in anticipo

Chi non rispetta il divieto potrà ricevere sanzioni fino a 2.000 euro.

«Secondo il comune, le forze di sicurezza dovranno controllare “senza interruzioni” che gli amanti dello sci in vacanza rispettino la nuova regola.»

Un fenomeno diffuso anche in altre località alpine

Sölden non è la prima località sciistica ad aver introdotto norme per limitare gli eccessi dell’après-ski.
Nel Tirolo, ad esempio, St. Anton am Arlberg ha adottato regolamentazioni simili già nel 2007, vietando il consumo di alcol in aree specifiche come la zona pedonale e la stazione ferroviaria.

Il trend evidenzia una crescente attenzione da parte delle destinazioni alpine nel trovare un equilibrio tra turismo festaiolo e qualità della vita.

 

Ovindoli, partiti i lavori per la nuova seggiovia

L’apertura ufficiale del cantiere della seggiovia Genziana segna un passaggio fondamentale nello sviluppo del comprensorio sciistico Ovindoli – Monte Magnola. L’intervento, finanziato tramite Fondi FSC 2021/2027, rappresenta uno dei progetti più importanti del piano regionale dedicato al potenziamento della montagna abruzzese e alla crescita del turismo invernale.

Si tratta di un’opera strategica per oltre 6 milioni di euro, parte del secondo lotto di ampliamento del bacino sciistico nella Valle delle Lenzuola, che permetterà di migliorare in modo significativo la fruibilità delle piste e la competitività dell’area all’interno dell’Appennino centrale.

Un intervento strategico da oltre 6 milioni di euro

Come riportato nelle comunicazioni ufficiali:

“intervento strategico per oltre 6 milioni di euro, per l’ampliamento del Bacino sciistico Monte Magnola che prevede la realizzazione di una seggiovia quadriposto e ulteriori opere connesse allo sviluppo dell’area sciistica”.

Il secondo lotto prevede infatti un investimento complessivo di 6 milioni e 200 mila euro, finanziati interamente attraverso il Fondo di Sviluppo e Coesione. Nel dettaglio:

  • 4.499.620 euro per la realizzazione dell’infrastruttura,

  • 50.500 euro per gli oneri di sicurezza (IVA esclusa).

Questi fondi rientrano nell’accordo per la Coesione della Regione Abruzzo, la cui convenzione è stata firmata il 19 marzo.

Le caratteristiche della nuova seggiovia Genziana

Il cuore del progetto è la nuova seggiovia quadriposto a morse fisse, lunga circa 600 metri, affidata alla ditta CCM Finotello. L’impianto permetterà di servire un’area finora meno accessibile del comprensorio, facilitando l’afflusso degli sciatori nella Valle delle Lenzuola.

La seggiovia sarà verosimilmente operativa nella stagione invernale 2026/2027, completando così un tassello essenziale della strategia di rilancio del Monte Magnola.

Tre nuove piste e opere complementari

Oltre alla seggiovia, il secondo lotto include:

  • tre nuove piste da circa 1,5 km complessivi,

  • nuove strutture di servizio e ristoro,

  • ulteriori opere connesse allo sviluppo sciistico e alla sicurezza in quota.

Questi nuovi tracciati si aggiungono alla seggiovia “Max Bortolotti”, inaugurata a gennaio e già pienamente operativa, contribuendo a un ampliamento progressivo e ben pianificato della ski area.

Una visione condivisa: istituzioni, tecnici e territorio

All’inaugurazione del cantiere erano presenti:

  • il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio,

  • il Senatore Guido Quintino Liris,

  • il sindaco di Ovindoli Angelo Ciminelli,

  • il presidente degli impianti Giancarlo Bartolotti,

  • l’ingegnere Vittoriano Berardicurti, autore della cronistoria tecnica del progetto,

  • il comandante della compagnia dei Carabinieri di Avezzano Valerio Onori,

  • i militari della stazione di Ovindoli,

  • tecnici, operatori del settore e numerosi rappresentanti istituzionali.

Il sindaco Ciminelli ha riconosciuto la continuità amministrativa con la precedente gestione, guidata da Simone Angelosante, sottolineando come l’opera sia il risultato di un percorso condiviso. Durante il suo intervento ha anche ricordato Massimiliano Bartolotti, figura centrale nello sviluppo degli impianti e sostenitore del progetto di ampliamento.

Le parole del Presidente Marsilio

Il Presidente Marsilio ha ribadito il valore strategico dell’intervento:

“Con l’avvio di questo cantiere proseguiamo un percorso che mira a rendere la nostra montagna sempre più competitiva, moderna e attrattiva. L’ampliamento del bacino sciistico di Monte Magnola è un intervento atteso e strategico, reso possibile grazie ai Fondi FSC e alla forte collaborazione tra istituzioni e operatori locali. Questo progetto non riguarda soltanto una nuova seggiovia: rappresenta uno stimolo per tutto l’Altopiano delle Rocche, con ricadute positive su turismo, economia e occupazione. Continueremo a investire perché l’Abruzzo cresca valorizzando appieno le sue eccellenze naturali. In prospettiva, permane l’obiettivo strategico di realizzare il collegamento tra Ovindoli–Monte Magnola e Campo Felice, per il quale sarà necessario attivare ulteriori canali di finanziamento e programmazione integrata”.

Verso un grande comprensorio sciistico di oltre 150 km

Una volta completato anche il terzo lotto, l’area sciabile si avvicinerà al versante aquilano, creando le condizioni per il futuro collegamento tra Ovindoli – Monte Magnola e Campo Felice.

Si tratterebbe di una svolta storica per il turismo invernale regionale: un unico grande comprensorio da oltre 150 chilometri di piste, competitivo con le più importanti destinazioni dell’Appennino e del centro Italia.

Il collegamento non sarebbe solo una miglioria per la mobilità sciistica, ma una vera infrastruttura di coesione territoriale, capace di rilanciare l’intero sistema turistico e ricettivo dell’area.

La vicenda TAR e la tutela ambientale

Il senatore Liris ha ricordato anche il complesso iter amministrativo e giudiziario, segnato dalla sentenza del TAR dell’Aquila (gennaio 2022) che aveva temporaneamente bloccato il progetto per via della tutela della vipera ursinii, specie considerata a rischio.

Il superamento di questa fase, ha spiegato Liris, è stato possibile grazie a un lavoro tecnico e istituzionale condiviso, che ha garantito il pieno rispetto dei vincoli ambientali.

Sölden, sciatore ubriaco invade la traccia dello skilift e travolge due fratelli

Un pomeriggio di sci sul ghiacciaio del Rettenbach, a Sölden, si è trasformato in un grave incidente che ha coinvolto tre persone. Un giovane sciatore polacco, risultato poi ubriaco, ha perso il controllo mentre tentava di attraversare la traccia dello skilift Seiterjöchl, travolgendo due fratelli tedeschi che stavano risalendo verso monte. Il bilancio parla di due feriti e di un intervento massiccio dei soccorsi.

La dinamica dell’incidente sulla pista blu n. 34

L’incidente è avvenuto intorno alle 13:00, mentre il 25enne polacco scendeva lungo la pista blu n. 34. Durante la discesa ha compiuto una brusca curva a sinistra per attraversare la linea dello skilift. Proprio in quel momento sulla traccia si trovavano un ragazzo di 20 anni e sua sorella di 31, entrambi turisti tedeschi provenienti dalla zona di Lipsia.

L’impatto è stato inevitabile: il giovane sciatore, già in difficoltà per la velocità e le condizioni fisiche alterate dall’alcol, ha centrato in pieno i due fratelli.

I due fratelli tedeschi: illeso lui, ferita lei

Il fratello 20enne è stato il più fortunato, uscendo illeso dall’incidente, seppur comprensibilmente scosso. La sorella 31enne ha invece riportato un infortunio al ginocchio e altri possibili traumi agli arti inferiori.

La squadra di soccorso piste è arrivata rapidamente sul posto. Dopo la stabilizzazione, la donna è stata trasportata in ambulanza a Sölden per accertamenti e cure mediche.

Lo sciatore polacco perde conoscenza dopo lo schianto

Anche il responsabile dello scontro ha riportato conseguenze significative. Subito dopo l’urto il 25enne ha perso conoscenza ed è rimasto immobile sulla pista. I soccorritori hanno fornito le prime cure fino all’arrivo dell’elisoccorso “Alpin 2”, che lo ha trasferito all’ospedale di Zams.

Il successivo test alcolemico ha confermato lo stato di ebbrezza del giovane sciatore, elemento già ipotizzato osservando la dinamica dell’incidente. La polizia ha avviato un’indagine formale per chiarire le responsabilità.

Perché l’incidente riaccende il tema della sicurezza sulle piste

Episodi come questo sollevano nuovamente l’attenzione sulla sicurezza nei grandi comprensori sciistici, soprattutto nelle ore di maggior affluenza. Attraversare la traccia di uno skilift è sempre un gesto rischioso, ma farlo in velocità e in condizioni psicofisiche alterate può trasformarsi in un pericolo enorme per sé e per gli altri.

Tra i punti critici messi in luce dall’incidente:

  • attraversamenti improvvisi in aree riservate agli impianti di risalita,

  • scarsa attenzione alle norme FIS,

  • presenza di sciatori in stato di ebbrezza, pur vietata,

  • eccessiva sicurezza nella gestione degli sci in zone affollate.

La collaborazione tra sciatori e operatori rimane essenziale per prevenire collisioni e ridurre i rischi in montagna.

Auto sulla pista da sci, panico tra i fondisti: denunciato il guidatore

Un weekend che doveva segnare l’avvio sereno della stagione invernale in Alta Lessinia si è trasformato in un caso clamoroso di violazione delle piste da sci. Nonostante la perfetta apertura delle piste di Malga San Giorgio e la grande affluenza di fondisti, due automobili hanno invaso i tracciati innevati, creando panico, indignazione e danni consistenti.

Di seguito la versione approfondita, migliorata e ottimizzata SEO dell’accaduto, con tutti i dati e una spiegazione chiara della località coinvolta.

Dove si trova Bocca di Selva e perché è un’area così sensibile

La località Bocca di Selva, teatro dell’episodio principale, si trova nel cuore dell’Alta Lessinia, nel comune di Erbezzo, in provincia di Verona.
Situata a circa 1.550 metri di quota, è un altipiano tra i più suggestivi del Parco Naturale Regionale della Lessinia, area protetta che si estende tra la pianura veneta e il confine con il Trentino.

È una zona molto frequentata da:

  • sciatori di fondo,

  • escursionisti,

  • ciaspolatori,

  • amanti della montagna in tutte le stagioni.

Durante l’inverno, le strade d’accesso — tra cui la celebre Translessiniavengono chiuse al traffico veicolare per diventare piste dedicate esclusivamente allo sci nordico.
Per questo motivo, l’ingresso di automobili rappresenta un serio problema di sicurezza.

Neve fresca e ottimo avvio di stagione: un weekend rovinato da imprudenze

Negli ultimi giorni la Lessinia ha ricevuto qualche centimetro di neve in più, dopo la prima spolverata del 20 novembre. Questo ha permesso l’apertura delle piste da sci di fondo a Malga San Giorgio (Bosco Chiesanuova), con numerosi abbonamenti già sottoscritti e un grande afflusso di sportivi.

Ma proprio durante il primo weekend bianco della stagione 2025–2026 si sono verificati due episodi gravi.

Prima intrusione: tre chilometri in auto sulla pista innevata “per andare a pranzo”

Domenica, verso le 13.30, un’auto con tre persone a bordo ha superato i cartelli di chiusura stradale imposti dalla Provincia e si è immessa sulla Translessinia, la strada panoramica che in inverno diventa pista da sci.

Il conducente ha percorso tre chilometri sulla neve, lasciando solchi profondi sul tracciato appena battuto.

Alla domanda sul perché fosse entrato, l’uomo — sui quarant’anni — ha risposto:
«…per andare a pranzo».

Gli sciatori presenti sono rimasti sbigottiti, assistendo a una scena tanto pericolosa quanto surreale.

Secondo episodio: auto bloccata sulla neve “perché d’estate si passa sempre”

Nel pomeriggio un secondo automobilista ha ripetuto l’errore: partendo dalla zona di Malga Lessinia, voleva raggiungere Castelberto.

Ha percorso circa 200 metri sulla pista da fondo, prima che la sua auto rimanesse irrimediabilmente bloccata nella neve.
Il giovane conducente, trentenne, si è giustificato dicendo:

«D’estate la faccio sempre questa strada».

Il veicolo è rimasto fermo sulla pista in attesa dei mezzi di soccorso per la rimozione

Danni ingenti e rischio elevato per gli sciatori

I solchi lasciati dai pneumatici hanno compromesso tratti significativi del percorso:

  • la pista era appena stata battuta,

  • i solchi potevano causare cadute e incidenti,

  • sarà necessario un lavoro extra di ripristino.

Gli sciatori sono stati i primi a lanciare l’allarme. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma il pericolo è stato reale.

Denuncia e possibile richiesta danni

I due conducenti sono stati denunciati dai responsabili del Centro Fondo Alta Lessinia.
Come ha spiegato Elio Venturelli:

«Le piste erano appena state battute e loro hanno creato un bel disastro sul sottofondo. Stiamo valutando di richiedere il risarcimento per i lavori necessari».

Un precedente analogo si era verificato a fine della scorsa stagione, quando tre motociclisti avevano percorso le piste con moto da cross.

Segnaletica chiara, ma divieti ignorati

I cartelli che indicano la chiusura della viabilità e l’inizio delle piste sono numerosi e ben visibili.
Nonostante ciò, continuano a verificarsi episodi in cui automobilisti:

  • ignorano i divieti,

  • sottovalutano i pericoli,

  • mettono a rischio sé stessi e gli altri,

  • danneggiano aree protette e infrastrutture sportive.

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