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Bloccato sul monte Vettore, escursionista soccorso con l’elicottero

I soccorsi in azione sul Monte Vettore

La scorsa notte, brutta avventura per un giovane escursionista di Civitanova Marche che era partito per una escursione sul Monte Vettore. Purtroppo, durante il percorso, ha smarrito il sentiero ed il mattino seguente si è trovato in un tratto estremamente difficile da attraversare. La zona ha molti dirupi e salti rocciosi molto alti. Vista la situazione il giovane escursionsta ha lanciare un segnale di allarme.

Immediatamente, sono scattati i soccorsi e sul versante di Montegallo sono arrivati con l’elicottero la squadra del Soccorso Alpino della Stazione di Ascoli insieme alla squadra dei vigili del fuoco del Distaccamento di Arquata che è dipendente dal comando provinciale di Ascoli.

Il giovane civitanovese fortunatamente è rimasto illeso ed è stato subito localizzato. L’elicottero “Drago” dei vigili del fuoco, proveniente dalla base di Pescara, ha fatto diversi tentativi per avvicinarsi, ma a causa del vento molto forte è stato costretto a rinunciare.

Dopo un’attenta ricerca di un’ora e mezza, due operatori del Soccorso Alpino sono riusciti a raggiungere il giovane escursionista e insieme hanno trovato una via più accessibile. Successivamente, l’elicottero “HH-139B” del 15° Stormo dell’Aeronautica Militare di Cervia è giunto sul luogo.

Grazie all’intervento tempestivo degli operatori del velivolo, sia il giovane escursionista di Civitanova che i due tecnici del Soccorso Alpino sono stati prontamente recuperati e issati a bordo con l’ausilio del verricello.

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Nuova seggiovia quadriposto, il Tar respinge la richiesta di sospensiva del comune di Bolognola

Per ora sul Monte Manardo (Monti Sibillini) niente seggiovia quadriposto.

Ancora novità circa la nuova seggiovia quadriposto che dovrebbe realizzarsi sul Monte Manardo sulle piste da sci di Pintura di Bolognola. Una vicenda che sembra avere dell’incredibile e che sta andando avanti da un po’ di tempo. La novità delle ultime ore è che il Tar ha rigettato la sospensiva richiesta.

Il Comune di Bolognola, infatti, aveva fatto ricorso tempo fa per ottenere l’annullamento di quello che era stato il parere espresso dall’ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un progetto, quella della seggiovia quadriposto sul Monte Manardo, che aveva sin da subito creato non pochi malumori, e contro il quale si era scagliata anche la nuova associazione Iniziativa democratica.

Dunque, per ricapitolare, al momento la seggiovia quadriposto sul Monte Manardo non si potrà realizzare, perché il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva che era stata avanzata dal Comune di Bolognola, che aveva fatto ricorso all’ente per avere l’annullamento di quello che era stato il parere espresso dall’ente Parco circa il progetto. Una mozione di sfavore che aveva visto protagonista, come dicevamo, la nuova associazione Iniziativa Democratica per l’Europa e per l’ambiente. L’udienza si è svolta lo scorso 19 luglio, e proprio l’associazione interviene dopo la sentenza, con questa dichiarazione:

“Resta confermato il parere con cui l’ente Parco ha formulato la valutazione di incidenza negativa circa il progetto di costruzione della nuova seggiovia quadriposto “Castelmanardo Express””.

Jacopo Falà, responsabile del Dipartimento Europa e Ambiente dell’associazione, continua dicendo: “Monte Manardo, almeno per il momento, e fino alla fissazione del giudizio di merito, è salvo. La nuova seggiovia quadriposto, che avrebbe fatto scempio della Zona di protezione speciale (Zps) della Gola del Fiastrone e del Monte Vettore e della Zona Speciale di Conservazione (Zsc) di Monte Castel Manardo è stata – almeno in sede cautelare – fermata dai giudici amministrativi”.

Federica Ciciliani, avvocato e presidente dell’Associazione, ha poi precisato che “Il nostro intervento in giudizio è stato coronato dal successo. In questo senso, desidero esprimere un profondo ringraziamento al nostro legale, l’avvocato Andrea Filippini, che ha curato con la consueta professionalità una causa di diritto ambientale così importante e complicata”.

La vicenda ha fatto molto discutere anche perché oltre agli enti e alle associazioni sopra citate, anche il WWF si è costituito in giudizio in opposizione al Comune, patrocinato sempre dall’avvocato Andrea Filippini. Elena Guerri, responsabile del Dipartimento legale di Iniziativa Democratica, ha così concluso: “Restiamo ora in attesa della fissazione dell’udienza di merito da parte del Tar Marche, sperando che questo ennesimo attacco alla natura ed alle montagne dei Sibillini possa essere infine – e definitivamente – fermato”.

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Dove sciare in Corsica

Forse non molti di voi sanno che anche le isole del Mediterraneo offrono grandi possibilità per chi ama la neve e lo sci in particolare. Oggi vi accompagniamo in un viaggio in Corsica, per farvi conoscere le migliori stazioni sciistiche di quell’isola.

Quali sono le stazioni sciistiche dove sciare in Corsica?

Se vi state chiedendo dove sciare in Corsica, sappiate che qui le stazioni sciistiche sono di piccole dimensioni, con piste di difficoltà medio-facile ed adatte un po’ a tutti i tipi di sciatori, che solitamente provengono dall’interno dell’isola. Va anche sottolineato che in questa zona la stagione sciistica non ha una durata lunghissima. Gli impianti che rimangono aperti più a lungo servono per lo più a regalare maggiori opportunità proprio agli abitanti del posto, che altrimenti dovrebbero organizzarsi con lunghi viaggi per andare molto lontano.

Perchè sono nate queste località sciistiche?

Sciare in Corsica rappresenta anche l’opportunità di vedere messe in opera alcune idee visionarie degli anni ’70 e ’80, quando si pensava di destagionalizzare i flussi turistici estivi proprio con le offerte invernali.

Tra le isole del Mediterraneo, per sciare la Corsica è un luogo ideale: le condizioni delle nevi sono tra le migliori, e qui troverete una bella catena montuosa con vette che superano i 2000 metri. La più alta è il Monte Cinto con 2706 metri. Se riuscite a trovare le condizioni favorevoli potete anche optare per lo sci alpinismo, appunto.

Dove praticare lo sci alpino

Lo sci alpino può essere praticato in quattro piccole stazioni.

Haut Asco

La prima è Haut Asco, che è stata riaperta nel 2016 dopo ben 24 anni di inattività a causa di eventi meteorologici particolarmente potenti che ne hanno compromesso l’utilizzo. Qui troverete una manovia, un tapis-roulant e una sciovia. Le piste si trovano tra i 1420 e i 1520 metri di quota, c’è un impianto di innevamento artificiale, un bar e un ristorante. Questo luogo ha poi un piano di sviluppo importante: previsto un ampliamento con una seggiovia e due skilift per sciatori più esperti, per farli arrivare fino a quota 1830 metri. Impianti che si potrebbero usare anche nella stagione estiva per arrivare ad una serie di ottimi itinerari escursionistici grazie ai quali raggiungere le cime più elevate del Monte Cinto e del Paglia Orba.

Val d’Ese

Altra opportunità per sciare in Corsica è Val d’Ese, che si trova a 50 km da Ajaccio, nella Corsica centrale, nel comune francese di Bastelica. La zona da è circondata dai monti Punta di Petra Mala, Punta Vaccaio e Punta Coperchiana. Qui ci sono 4 skilift e 6 piste che sono di facile e media difficoltà. La zona si trova tra i 1620 e i 1825 metri, anche se negli ultimi anni qui la neve non si è fatta molto vedere, e la non presenza dell’impianto di innevamento programmato si è fatta sentire. La legge del posto infatti non lo prevede e sefvirebbe una delega che tarda ad arrivare. Chiaro che se la situazione rimarrà così difficoltosa dal punto di vista legale e burocratico, il futuro di questo impianto sarà incerto, per l’incapacità, appunto, di intercettare i grandi flussi turistici invernali, oltre l’estate. Per arrivare si parte da Ajaccio, si prende la T40 e la D27, seguendo le varie indicazioni per la stazione sciistica. Dopo poco più di un’ora sarete arrivati.

Ghisoni-Capannelle (Monte Renoso)

La terza stazione sciistica della Corsica è Ghisoni-Capannelle, detta anche del Monte Renoso. Si compone di 3 skilift che si trovano ad una quota tra i 1580 e i 1870 metri. La posizione è ottima, perché si trova vicino alla costa orientale. Le piste sciabili sono 5, di cui 3 di media difficoltà, con potenzialità quindi di attirare sciatori anche più esperti. Anche in questo caso la scarsità di neve degli ultimi anni e le restrizioni del Covid non hanno lasciato molto spazio di lavoro. L’amministrazione comunale, però, ha ribadito la sua volontà di puntare sugli impianti sciistici anche per il futuro. La stazione si compone di due zone: una più in basso, in fondo allo skilift Pietra Niella, con un primo parcheggio, ed una parte superiore che oarte dallo skilift Capaghjolu con un parcheggio più grande. Per arrivare partite da Porto Vecchio, prendete la T10 fino a Ghisonaccia e poi la D344 e seguite le indicazioni per Monte Renoso. Arriverete poco dopo le due ore di viaggio.

Col de Vergio

Vi segnaliamo poi un’ultima località sciistica in Corsica, Col de Vergio. dal 2007 però questa zona è inattiva. Disponeva di ben 5 skilift e di 7 piste abbastanza variegata dal punto di vista della difficoltà. Il figlio del fondatore della stazione è comunque al lavoro per riaprire la stazione al più presto, almeno parzialmente. Per arrivare si parte da Ajaccio, prendete la D70 verso nord e seguite le indicazioni per Col de Vergio e verso la stazione. Un viaggio che durerà poco meno di due ore.

Quando andare a sciare in Corsica?

Importante sapere che tutte e tre le stazioni si trovano a poca distanza dai centri abitati, e quindi c’è grande disponibilità di alloggi: agriturismi, sistemazioni varie, noleggio attrezzature e tutti servizi utili per un soggiorno. Non vi resta che programmare la vostra vacanza per sciare in Corsica, considerando che il periodo migliore è quello che va da inizio febbraio a fine marzo, con bei momenti anche a fine dicembre ed inizio gennaio.

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Castelluccio, arriva Don Matteo accesso vietato per la fioritura

Per tutta la giornata di oggi la viabilità di Castelluccio di Norcia cambia in quanto si effettueranno le riprese della famosa serie televisiva Don Matteo dove fino a qualche anno fa il protagonista è stato Terence Hill sostituito ora da Raoul Bova.

Non sarà possibile vedere la nota fioritura di Castelluccio visto che la Provincia di Perugia ha emesso un’ordinanza per gestire il flusso di auto nella zona. Il divieto vale anche per i turisti che arrivano dal versante maceratese. Divieto quindi per la fioritura ma si potrà raggiungere Monte Prata.

Costa stabilisce l’ordinanza?

Il transito sarà vietato alle auto dalle 7.30 alle 14, lungo la Sp 477 di Castelluccio 2° dal Km. 1 + 900 al Km. 12 + 500 (confine Provincia di Macerata) e lungo la Sp 477 di Castelluccio 3° dal Km. 0 + 000 al Km. 5 + 230 (confine Provincia Ascoli Piceno), mentre ci sarà una sospensione parziale della circolazione stradale (solo per il tempo strettamente necessario alle riprese) dalle 14 alle 17,30.

Ricorsi al Tar per la seggiovia di Bolognola

Una nuova disputa si inserisce tra quelle già in atto per la realizzazione della nuova seggiovia di Bolognola. Nasce ora una nuova associazione, “Iniziativa Democratica”, che si affianca all’ente Parco Nazionale dei Sibillini nella sfida giudiziaria tra il Comune e, appunto, il parco.

Come si chiama e quanto costa la nuova seggiovia quadriposto di Bolognola?

La costruzione della nuova seggiovia quadriposto che dovrà sorgere a Pintura di Bolognola sta facendo discutere e non poco tutto il territorio, gli enti e le realtà che vi operano. Per la nuova opera infatti, che si chiamerà Castelmanardo express, sono stati stanziati per il finanziamento ben due milioni di euro, ed il progetto è già stato presentato.

Chi è contrario al nuovo impianto?

Sembrava quindi tutto pronto, almeno sulla carta, ma a rallentare il tutto ci si è messo l’ente Parco Nazionale dei Sibillini, che ha espresso parere negativo sulla costruzione del nuovo impianto. Un parere bello forte, tanto che si è scatenata l’ira del Comune sulla vicenda. Il Sindaco e l’amministrazione hanno quindi deciso di fare ricorso al Tar. Il prossimo 19 luglio in questo senso sarà una data importante per arrivare ad una decisione, perché si terrà l’udienza cautelare di fronte al tribunale amministrativo regionale proprio contro l’Ente che ha espresso parere negativo alla costruzione.

La vicenda in questa sua forma negativa ha preso il via durante la Conferenza dei Servizi che ha indetto la Provincia, proprio per valutare quale impatto ambientale potesse avere la costruzione della nuova seggiovia. In quell’occasione l’ente Parco ha espresso parere negativo perché il nuovo impianto va a sostituire uno già esistente, e quindi a norma di legge non si potrebbe fare. Così la palla passa al Comune, che ha rivisto il progetto chiedendo di far smantellare l’impianto a fune Pintura 2. Ma niente da fare, il parco ha continuato a non concedere il nullaosta.

Ricorsi al Tar per la seggiovia di Bolognola

A questo punto il Comune di Bolognola ha deciso di fare ricorso al Tar, e quindi al momento la valutazione dell’impatto ambientale per la nuova seggiovia si trova congelata a causa della burocrazia.

Jacopo Falà, responsabile del Dipartimento Europa Ambiente ha dichiarato: “Il nostro intervento in giudizio è strettamente legato alla volontà di garantire adeguata tutela alla zona di protezione speciale (Zps) della Gola del Fiastrone e del Monte Vettore e alla zona speciale di conservazione (Zsc) appunto di Monte Castel Manardo, due autentiche oasi ambientali delle Marche da proteggere, che la nuova seggiovia quadriposto voluta dal Comune di Bolognola andrebbe invece a ledere profondamente”.

Come detto, a difesa dell’ente Parco di fronte al Tar, è nata la nuova associazione “Iniziativa Democratica”, la cui presidente Federica Ciciliani, sottolinea la correttezza dell’operato dell’ente Parco: “Abbiamo ritenuto doveroso sostenere la correttezza dell’operato del parco Nazionale dei Monti Sibillini, che sulla scorta di un’istruttoria tecnica e scientifica addirittura arrivata alla fase di livello 2, vale a dire di valutazione appropriata, ha ritenuto la costruzione del nuovo impianto non compatibile con la tutela dell’ambiente nelle aree interessate”.

All’avvocato Andrea Filippini e al suo studio legale, che hanno una pluriennale esperienza in diritto ambientale, è stato affidato il giudizio di fronte al tar.

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Fioritura di Castelluccio, auto vietate ed accesso solo con le navette

In questo periodo una delle grandi attrazioni sul Parco Nazionale dei Monti Sibillini è sicuramente la Fioritura di Castelluccio di Norcia. Secondo il nuovo piano viabilità del parco, però, le auto saranno limitate nel raggiungere questa zona, e sarà garantito solo il transito da Castelsantangelo ad Arquata.

Cosa prevede il piano di viabilità dell’ente Parco?

Una sorta di divieto per la Fioritura di Castelluccio che è stato previsto nel nuovo piano viabilità che l’ente Parco ha stilato insieme ad altri comuni interessati dai flussi turistici, e che riguarda le giornate di domenica. Il Parco, in una nota, spiega che lo straordinario ripetersi, ogni anno, della fioritura di Castelluccio di Norcia ripropone la necessità di trovare misure in grado di regolamentare i flussi veicolari che si registrano nel periodo che va dalla seconda metà di giugno alla prima metà di luglio. Da una parte vi è la necessità di salvaguardare il contesto territoriale di Castelluccio da un’invasione turistica meccanizzata in grado di arrecare, se non adeguatamente gestita, serie conseguenze ai delicati equilibri ecosistemici, dall’altra la consapevolezza che tale evento rappresenta un’opportunità straordinaria e attesa per l’economia locale, non solo riferita alla frazione di Castelluccio e dei tre comuni porte di ingresso ai Piani (Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera e Norcia), ma anche di numerosi altri comuni che ad anelli concentrici beneficiano dell’impennata turistica che si registra nel periodo della fioritura. Tutti territori che, peraltro, versano ancora in uno stato di grave sofferenza, a motivo del susseguirsi di eventi avversi quali il terremoto del 2016, la pandemia e la crisi geopolitica, e le cui attese ed aspirazioni di rilancio non possono essere mortificate.

Dopo le polemiche degli anni passati per flussi turistici fuori controllo nel periodo della Fioritura di Castelluccio, ecco che quest’anno c’è stata un’interlocuzione molto più stretta tra il Parco ed i comuni di Arquata del Tronto, Norcia e Castelsantangelo sul Nera. Un accordo che si è basato anche sulle indicazioni della Comunità di Castelluccio, e che ha portato ad un piano di mobilità sostenibile per il 2023.

Divieto per auto e camper a giugno e luglio

Le attenzioni riguardano soprattutto le 4 domeniche (25 giugno, 2, 9 e 16 luglio), quando sarà impedito l’accesso alle auto e ai camper. Consentito invece il passaggio ai mezzi a due ruote, agli autobus turistici e alle auto dei residenti, di chi ha dimora in questa zona, degli esercenti, delle persone con difficoltà a muoversi e di coloro che sono in possesso di autorizzazione rilasciata dal Comune competente.

Il Parco, nella comunicazione ufficiale, prosegue così: Tale chiusura riguarderà segnatamente la porta di ingresso da Norcia, mentre per quanto concerne le altre due porte di ingresso ai Piani di Castelluccio (Castelsantangelo e Arquata del
Tronto), durante le 4 domeniche indicate, sarà consentito, a coloro che, a prescindere dalla fioritura, abbiano la necessità di andare, con l’autovettura, da Castelsantangelo verso Arquata del Tronto o viceversa, il solo transito con l’assoluto divieto di sosta e fermata. In particolare, da Castelsantangelo si potrà procedere in direzione Arquata del Tronto attraverso la strada provinciale, mentre da Arquata del Tronto in direzione Castelsantangelo il transito verrà deviato dalla provinciale sulla strada “Delle Cavalle” (le deviazioni saranno comunque segnalate sul posto).

Come raggiungere la fioritura di Castelluccio con le navette

Messe nero su bianco anche le soluzioni in caso di problemi alla viabilità: “A questo riguardo occorre tenere nella massima considerazione che tale possibilità, consentita per il solo transito, potrà prevedere, qualora si verificasse un afflusso di autovetture da queste due porte di ingresso tale da generare una congestione della viabilità, una limitazione, almeno temporanea e all’altezza dei posti di blocco che saranno attivi durante le domeniche indicate. Pertanto, per coloro che, durante le quattro domeniche indicate, vorranno raggiungere Castelluccio con autovetture/camper per poter godere della fioritura, l’unica modalità, prevista per tutte e tre le porte di ingresso ai Piani di Castelluccio (Arquata del Tronto, Castelsantangelo e Norcia), sarà quella di lasciare il proprio mezzo presso uno dei parcheggi di prossimità (resi disponibili a riguardo), raggiungendo da questi Castelluccio attraverso un servizio di navette (lo stesso servizio navette consentirà di tornare poi a riprendere il proprio mezzo). Chiaramente, una volta lasciato l’autovettura o il camper in
uno dei parcheggi di prossimità, chi volesse potrà raggiungere Castelluccio anche a piedi o in bicicletta».

Diverso invece il discorso per i sabati. Il 24 giugno libero transito per tutti i mezzi con divieto assoluto di sosta sui prati, e ci sarà un servizio navette e parcheggi di prossimità. Ecco ancora le specifiche dell’ente Parco per i sabati successivi: “La modalità di fruizione dei 3 sabati successivi (quelli del 1, dell’8 e del 15 luglio) verrà di volta in volta stabilita sulla base dei riscontri relativi al sabato precedente, nel senso che, a partire dal sabato 1 luglio, verrà confermato la stessa modalità di fruizione del sabato precedente qualora non si siano registrate situazioni di criticità legate al traffico; in caso contrario si applicherà la stessa modalità prevista per le quattro domeniche. Comunque, durante tutti i quattro sabati indicati, sarà disponibile il servizio parcheggi di prossimità e navette. Ovviamente nei giorni diversi dai sabati e dalle domeniche indicati, sarà consentito il libero accesso a tutti i mezzi e da tutte e tre le porte di ingresso, fermo rimanendo comunque il divieto di sosta sui prati».

Per aver garantito il servizio di parcheggio di prossimità e navette è necessario prenotare il posto per auto o camper in uno dei parcheggi e il posto/i nella navetta tramite il sito Parchi Aperti (www.parchiaperti.it). Il pagamento si potrà effettuare online sia per la navetta che per il parcheggio. Possibile anche acquistare il biglietto last-minute sul posto o tramite il portale fino ad esaurimento posti. Previsto per i prossimi giorni un incontro tra i Comuni del Parco per la definizione delle azioni per l’integrazione del piano di mobilità sostenibile.

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Due seggiovie o una cabinovia sul Monte Piselli?

Grandi lavori sul Monte Piselli, per un progetto di ammodernamento degli impianti che aumenterà di certo l’attrattiva di questa zona turistica. Pian piano infatti si vedono gli inizi di quei lavori che garantiranno la costruzione della nuova funivia di collegamento tra San Giacomo e il Monte Piselli.

Quest’opera è molto attesa. Pensate che sono più di 40 anni che sul Monte Piselli si parla di un collegamento di questo tipo. Ora sembra che finalmente tale opera possa vedere la luce. La svolta c’è stata lo scorso 22 maggio, dopo che il cda del Cotuge (Consorzio turistico Monti Gemelli) ha analizzato tutta una serie di soluzioni possibili e praticabili affinché la progettazione potesse rendersi attuativa e i lavori iniziare nel breve tempo possibile.

Per la realizzazione del nuovo impianto di collegamento ci sono a disposizione 12 milioni di euro. Una cifra importante, alla quale si è giunti dopo che sono stati uniti 2 filoni di finanziamento che sono stati ottenuti con 5 finanziamenti del Cis area sisma 2016 e a cui sono stati aggiunti altri 7 finanziamenti del programma straordinario di rigenerazione urbana che era connessa al sisma.

Cosa prevede la proposta del Cotuge?

Entro il prossimo 30 luglio ci sarà l’affidamento della progettazione. Al termine di una fase di presentazione delle proposte, quelle avanzate sono state 4, e tutte provenienti dallo studio Alve Vie srl. Molte discussioni in merito alla strategia da adottare, e dopo gli studi sembra che il percorso porti alla scelta di una seggiovia ad ammorsamento automatico che colleghi la tratta che va da San Giacomo alle Tre Caciare. Da qui poi partirà una seconda seggiovia ad ammorsamento fisso che collegherà le Tre Caciare fino a Monte Piselli.

Insomma, l’intero impianto sarebbe così diviso in due tronconi, con costi che sarebbero certamente più alti nella fase iniziale, ma con enormi benefici evidenti nella fase futura, almeno così dicono i tecnici e gli esperti. Questa soluzione scelta però sembra che non abbia molto convinto i futuri gestori della zona turistica e della struttura. sembra infatti che ci siano molti problemi da affrontare.

Il doppio troncone in cui è suddivisa l’opera comporterebbe infatti la realizzazione di 4 stazioni anziché le 2 inizialmente previste. Ciò vorrebbe dire che i dipendenti da assumere dovrebbero essere molti di più, così come doppia dovrebbe essere la spesa per la fornitura di energia elettrica. Inoltre alcune categorie di turisti sarebbero tagliati fuori dalla fruizione: bambini, anziani e disabili non potrebbero utilizzare un impianto di questo tipo.

La scelta del Cotuge non convince i gestori che preferirebbero un solo impianto come ad esempio una cabinovia a 10 posti

Dario D’Agostino della Remigio Group dichiara: “Abbiamo aspettato quest’opera da 40 anni, adesso si deve fare la scelta giusta. Serve una struttura economicamente sostenibile. Per i gestori dell’impianto sarà fondamentale poter abbracciare le varie categorie di utenti e mi riferisco a pedoni, bambini delle scuole, chi va in bici e chi ama sciare. Se invece a causa delle caratteristiche dell’impianto, qualche categoria sarebbe tagliata fuori dall’utilizzo, poi nel momento in cui la struttura non sarà più gestibile, vuol dire che la riconsegneremo al consorzio. Si dovrebbe ripristinare anche il campo scuola e aggiungere il rifugio a Monte Piselli. La stessa strada che porta a Tre Caciare potrebbe ad esempio diventare una pista”.

Insomma, nonostante l’iter burocratico sia in moto e siano stati risolti i dettagli burocratici, che in Italia sono sempre i peggiori dei problemi e la causa di enormi rallentamenti, la decisione sembra talmente delicata che si prospettano comunque ulteriori periodi di ritardi. Vietato però sbagliare per un’opera che deve necessariamente cogliere nel segno se si vuole davvero puntare sul rilancio di questo territorio.

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Quanto consuma una bicicletta elettrica?

Gli amanti della bicicletta elettrica anche chiamata e-bike sono ormai tantissimi in tutto il mondo, tanto che in alcune città questo nuovo modo di viaggiare e di spostarsi è diventato quello principale. La bici elettrica ha infatti una serie di vantaggi, tra i quali un minor impatto ambientale rispetto ai normali mezzi di spostamento. Altro importante aspetto da considerare, per chi possiede questa bici, è quello dei consumi, che sono decisamente ridotti. Vediamo quindi un po’ più nel dettaglio quanto consuma una bicicletta elettrica.

Oltre al fatto che può essere utilizzata un po’ da tutti e che grazie alla pedalata assistita consente di ridurre al minimo lo sforzo di chi la guida, il fatto che sia un’alternativa ecologica ed ambientalmente sostenibile è il principale fattore di acquisto per la bicicletta elettrica. Chi ha una bici di questo tipo potrebbe poi, giustamente, fare il discorso del risparmio sul carburante, visti anche gli aumenti degli ultimi mesi. Occorre calcolare i costi di ogni singola ricarica, così da capire il consumo effettivo.

Consumo medio bicicletta elettrica

Dopo aver calcolato il costo di ogni ricarica, confrontateli con quelli previsti per gli spostamenti in auto, mantenendo sempre lo stesso chilometraggio. Il consumo medio delle biciclette elettriche è di 50 wattora: con una ricarica è possibile cioè percorrere al massimo 120 km, diciamo 100 con una velocità non troppo alta, ma costante.

Costo di ricarica di una bici elettrica

Il costo della ricarica per questi mezzi dipende prima di tutto dal costo della corrente elettrica, che ha sicuramente subito degli aumenti importanti. Il costo attuale del kWh è di 0,501€, per le tariffe del mercato tutelato. La batteria montata sulla bici elettrica ha una potenza di circa 500 Wh, 0,5 kWh. La ricarica completa della bici è il frutto del prodotto tra la potenza della batteria e il costo della corrente elettrica, e quindi 0,25€.

Per cui spendendo solamente 25 centesimi si può percorrere un tragitto di circa 120 km con un’andatura di circa 25km/h, per minimo 70 km. Una spesa che, come è evidente, risulta molto basso, nonostante gli aumenti elevatissimi che ha subito la corrente. Ora, per sapere se effettivamente sia conveniente la bici elettrica occorrerebbe fare un confronto con i prezzi del carburante.

Come scegliere una ebike in base ai consumi

Chi vuole acquistare una bicicletta elettrica non deve quindi tener conto dei consumi, che saranno certamente più vantaggiosi rispetto a quelli dell’auto. Facendo un conto sommario, il costo annuale per ricaricare la bici elettrica sarà di 110 euro. Certo, a questo costo dovrete aggiungere quello dell’acquisto e quello degli eventuali costi di manutenzione.

Costi di acquisto che, nonostante il mercato sia in fermento e ormai queste bici non siano proprio un bene di lusso, non sono affatto bassi, ma che vi daranno la possibilità di scegliere tra bici da 500 euro a quelle più importanti. Per bici MTB di buona fattura si può ad esempio arrivare fino a 5.000 €. Oltre questa cifra c’è poi il mondo del design, con bici da prestazioni importanti ma anche molto più fragili. Molto spesso ci si domanda come scegliere una bicicletta elettrica (e-bike), per questo motivo abbiamo scritto una guida completa dove reperire consigli utili all’acquisto. Per quanto riguarda il lavaggio di una e-bike leggi la guida su come lavare la mountain bike elettrica.

Costi comunque irrisori rispetto a quelli dell’auto, e anche quelli delle manutenzioni non sono così importanti. I consumi poi variano molto in base al tipo di tragitto o di fondo sul quale viaggiate, quindi dal tipo di pedalata e dal vostro peso o da quello degli oggetti che trasportate. In media, per una bici elettrica “normale” si può stimare un costo al km che va da 0,02 a 0,05 centesimi.

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Se hai coraggio sali sulle montagne russe più alte del mondo

Le montagne russe più alte del mondo si trovano nel Glenwood Caverns Adventure Park, ad un’altezza di ben 2173 metri! Avrete subito capito che queste righe parlano di un’attrazione che è da sempre tra le più amate da chi adora l’avventura.

Dove si trovano le montagne russe più alte del mondo?

Oggi quindi vogliamo portarvi in Colorado, proprio in cima all’Iron Mountain. Sopra la montagna si trova infatti l’unico parco a tema costruito a queste altitudini. Talmente bello ed affascinante, e alto aggiungiamo noi, che chi vuole visitarlo deve per forza farlo dopo aver effettuato una salita panoramica in ovovia. Ma possiamo garantirvi che una volta arrivati in cima lo spettacolo è bellissimo, soprattutto per i divertimenti che offre questo luogo.

Un parco divertimenti che garantisce tantissime attrazioni per tutti, e tra queste c’è quella che è sicuramente la più allettante per chi ama il rischio e l’adrenalina. Stiamo parlando delle montagne russe più alte del mondo. Sì perché essendo state costruite sopra un monte, racchiudono in loro ben due primati: quello delle montagne russe più alte degli Stati Uniti e quello delle più alte del mondo.

Un record quindi che sarà difficilmente battibile, perché costruire il parco, che propone divertimenti sia sopra che sotto terra, non è stata un’impresa semplice. Il Glenwood Caverns Adventure Park è stato edificato nella città di Glenwood Springs, vicino al fiume Colorado. La sua fama era quella delle sorgenti termali, che attiravano quindi un certo tipo di turismo, amanti delle bellezze naturali, della natura e del totale relax grazie alle gite fuoriporta o ai weekend immersi nell’ambiente. Adesso invece anche gli appassionati di outdoor possono venire in questa parte degli Usa e godere delle montagne russe più alte del mondo, con la caduta libera più ripida degli Stati Uniti occidentali: ben 33 metri con una curvatura di 102,3 gradi.

Ma vediamo alcuni aspetti specifici, per chi magari desidera programmare qui la prossima vacanza. La corsa su queste montagne russe dura ben 56 secondi, e durante il percorso ci sono tanti colpi di scena, tra cui dei vortici. Ricordate sempre che siete a oltre 2000 metri di altezza, e quindi il tutto è ancora più emozionante. Una volta scesi, poi, il parco vi offre tante altre opportunità di divertimento: le Fairy Caves si trovano all’interno dell’Iron Mountain, ma poi ci sono anche il Giant Canyon Swing e l’Alpine Coaster.

La Direttrice generale del Glenwood Caverns Adventure Park ha dichiarato che “Defiance (questo il nome delle montagne russe più alte del mondo) diventerà sicuramente immediatamente riconoscibile in tutto il mondo per la sua incredibile ambientazione e le sue emozioni senza pari”.

Vi garantiamo che vedere questa struttura fa davvero venire i brividi, per cui sconsigliamo vivamente di salire a coloro che soffrono di vertigini o di attacchi di panico, e anche a coloro che vogliono fare un po’ gli spavaldi, fingendo di non avere troppa paura. Per capire di che tipo di montagne russe stiamo parlando, sul canale Instagram del parco è stato condiviso un video che sta ormai diventando virale.

Nel video, dopo il quale rimarrete senza parole, si vede il salto di 33 metri delle montagne russe in cima al monte. Mentre la gente lancia urla disperate si vede la giostra che scende di colpo. nella didascalia si legge questo: “Prova, prova 1, 2, 3. Oggi è stata effettuata la prima prova ufficiale di Defiance! L’attesa sta crescendo e siamo entusiasti”. pensate che il video ha ricevuto ben 18.000 visualizzazioni e oltre 1000 like.

Una vera attrazione quindi, non solo per chi ama le attrazioni estreme, ma anche per chi adora la montagna. Un’idea per unire in un unico viaggio il piacere dell’altitudine declinata in due aspetti diversi: quello più classico della montagna e quello adrenalinico delle montgne russe più alte del mondo.

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Milano, giochi invernali salati i lavori per l’Arena Santa Giulia potranno aumentare fino al 50%

Le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina in programma nel 2026 stanno facendo molto parlare di loro, anche e soprattutto per le ingenti opere di costruzione che sono previste per ospitare le gare e gli atleti. Notizia di questi giorni è l’avvio dei lavori per la costruzione di un nuovo palazzetto dello sport che vedrà la zona di edificazione a Milano.

Stiamo parlando di un palazzetto multifunzionale che sarà costruito in zona Santa Giulia: struttura modello che sarà un po’ la vetrina dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina del 2026, e che ospiterà le gare di hockey maschile.

I lavori per questa struttura sono appena iniziati. Palitalia si chiamerà, per un disegno che è stato realizzato dall’architetto David Chipperfield. Ora sembra però che i costi che erano stati previsti per la sua costruzione stiano salendo senza controllo. Una comunicazione non bella, che è stata fornita direttamente da Cts Eventim, la società che si occuperà di costruire e gestire la struttura.

I costi per l’arena di Milano dovrebbero aumentare del 50%

Secondo le previsioni, infatti, i costi dovrebbero aumentare del 50%, e così dovrebbero passare dagli iniziali 180 milioni di euro fino ai più realistici 250. Una cifra che lascia un po’ tutti a bocca aperta, e che ha fatto sorgere alcuni dubbi sulla reale sostenibilità economica dell’opera.

Subito la politica ha messo il problema all’ordine del giorno, ed il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha dichiarato di voler risolvere il problema cercando di abbattere i costi. Vedremo in che modo, ma nel frattempo assicurano da più parti che almeno le tempistiche di consegna saranno rispettate, e sono previste per il 2025, ben un anno prima dell’inizio dei Giochi Invernali.

Il cantiere per la nuova arena nella zona di Santa Giulia è partito a fine marzo scorso, e nel frattempo i prezzi delle materie prime e della manodopera sono schizzati alle stelle. L’investimento preventivato quindi non basta più, e per edificare quello che sarà il fiore all’occhiello dell’intero insieme di opere olimpiche servono dai 70 ai 90 milioni di euro in più. La conferma, come vi abbiamo detto, è arrivata direttamente dalla società costruttrice, per bocca del CEO Klaus-Peter Schulenberg che afferma: «L’aumento è legato non solo all’aumento delle materie prime ma anche della manodopera e dobbiamo fare i conti con questo».

Rassicurazioni sul rispetto comunque dei tempi di consegna arrivano anche dalla stessa Cts Eventim: «Non c’è ragione per cui questo progetto non possa essere consegnato nei tempi», prosegue infatti il CEO. Il Comune di Milano sta cercando di trovare una soluzione per aiutare a società ad abbattere alcuni costi, rendendo il tutto più gestibile.

Uno spazio che dopo i Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026 sarà uno spazio polifunzionale ideale per ospitare sia eventi sportivi che eventi musicali, e che potrà ospitare fino a 16.000 persone. Un’altra eredità che Milano lascia ai suoi abitanti, dopo le opere di Expo per esempio. Sala è sicuro che sarà un valore aggiunto perché i grandi eventi «si basano su regole precise, cioè sul minimizzare i costi, sulla sostenibilità e sulla legacy, cioè su qualcosa che rimanga».

Passando invece ad altri sport, sempre all’interno dei prossimi Giochi invernali, ancora dubbi sulla struttura dell’Ex Palasharp, che ospiterà l’hockey femminile, con al vaglio un progetto di riqualificazione. L’Assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi ha dichiarato: «Il progetto c’è e stiamo valutando se può essere una delle sedi, perché ci sono temi procedurali e di extra costi». Su questo il Sindaco sala non sembra preoccupato: «La situazione è meno grave, sono lavori manutentivi e non di costruzione. Abbiamo una riunione tra soci nei prossimi giorni per mettere a punto una proposta definitiva. La mia preoccupazione era e continua a essere Santa Giulia».

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