Nella notte tra lunedì e martedì, una frana ha colpito San Vito di Cadore, in provincia di Belluno, causando la chiusura completa della Strada Statale 51 di Alemagna. Il distacco si è verificato nei pressi della frazione Dogana Vecchia, lungo l’asse viario che collega la pianura veneta a Cortina d’Ampezzo.
Fango e sassi dalla Croda Marcora: strada invasa
La frana ha avuto origine dal versante della Croda Marcora, da cui si è staccata una colata di fango e sassi che ha raggiunto e invaso la carreggiata in entrambe le direzioni. Il traffico è stato bloccato, rendendo difficile l’accesso a Cortina e creando disagi alla mobilità locale.
Riprese aeree mostrano l’estensione del danno
Un drone ha documentato la frana con immagini che mostrano l’imponente quantità di detriti scesi a valle. Il materiale ha attraversato il pendio boschivo e si è accumulato sulla SS51, rendendo necessari interventi urgenti di sgombero e messa in sicurezza.
Monitoraggio del versante e situazione sotto controllo
Le autorità stanno monitorando la Croda Marcora per verificare la stabilità del terreno e prevenire ulteriori smottamenti. Le condizioni meteorologiche e la recente saturazione dei suoli aumentano il rischio di nuovi cedimenti, rendendo cruciale l’intervento rapido dei tecnici.
Attimi di terrore in quota sul Monte Bove, nei pressi di Frontignano di Ussita, dove un’escursione si è trasformata in una drammatica operazione di salvataggio notturna ad alta difficoltà. Un alpinista 51enne di Ancona è precipitato durante una scalata in cordata, rimanendo sospeso nel vuoto per oltre otto ore. L’uomo è stato salvato grazie a un’operazione complessa e coordinata condotta dal Soccorso Alpino, dai Vigili del Fuoco e da un elicottero dell’Aeronautica Militare.
La caduta: 15 metri nel vuoto, poi resta appeso alla corda
Erano circa le 19:45 quando è scattato l’allarme. L’uomo, capocordata durante una scalata su una parete rocciosa del Monte Bove, ha perso improvvisamente la presa ed è precipitato per circa 15 metri. Determinante è stato il sangue freddo della compagna di cordata, una 30enne anch’essa di Ancona, che è riuscita a bloccare la caduta con la corda e a lanciare immediatamente i soccorsi.
L’uomo ha riportato fratture al polso, un trauma cranico e ferite alla caviglia. Sebbene cosciente, era impossibilitato a muoversi e in balia del buio e del freddo, sospeso sulla parete in attesa dell’arrivo dei soccorritori.
Frontignano di Ussita: si attiva la macchina dei soccorsi
L’intervento ha coinvolto 15 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico, tra cui un infermiere, e due squadre dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Visso con mezzi dedicati. Contestualmente è stato allertato il Centro Operazioni Aerospaziali dell’Aeronautica Militare, che ha inviato da Cervia un elicottero HH-139B dell’83° Gruppo Search and Rescue del 15° Stormo.
L’elicottero ha prima imbarcato tecnici e sanitari del Soccorso Alpino a Ussita e poi si è diretto verso l’area dell’intervento: una zona altamente impervia, ricca di vegetazione e difficile da raggiungere, soprattutto al buio.
Grazie ai visori notturni (Night Vision Goggle) e a una speciale telecamera Wescam, l’equipaggio militare è riuscito a individuare con precisione il punto in cui si trovavano i due alpinisti.
Il salvataggio in quota: un’operazione ad alto rischio
L’intervento è stato diviso in due fronti: una squadra di soccorritori è arrivata via terra, l’altra si è calata dall’alto grazie al verricello dell’elicottero. La donna, illesa ma sotto shock, è stata portata a valle per prima.
“Il ferito resta appeso, sospeso nel vuoto, non sa di preciso l’entità delle sue ferite. Vicino a lui, la compagna di cordata“, recita uno dei rapporti. La situazione era aggravata dalla fragilità della roccia, resa instabile dai terremoti del 2016.
Una volta raggiunto, l’uomo è stato stabilizzato sul posto e successivamente evacuato tramite verricello con l’assistenza di un tecnico del Soccorso Alpino. L’operazione si è conclusa poco dopo le 4 del mattino, oltre otto ore dopo l’incidente.
Via ai lavori: la nuova cabinovia collegherà Frontignano al Canalone e al rifugio Cornaccione
A Frontignano di Ussita, località sciistica del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sono ufficialmente iniziati i lavori per la realizzazione della nuova cabinovia che sostituirà tre vecchie seggiovie ormai obsolete. Il progetto, finanziato con 16 milioni di euro in parte provenienti dal PNRR (fondo complementare sisma), rappresenta un intervento strategico per la riqualificazione turistica e ambientale dell’area.
«Finalmente dopo anni di carte, riunioni, incontri, e discussioni, siamo arrivati ad iniziare i lavori di cantierizzazione del nuovo impianto del Canalone – ha annunciato il sindaco di Ussita Silvia Bernardini -. I lavori per la preparazione del cantiere prevedono in primis la rimozione della vecchia seggiovia biposto ad ammorsamento fisso “Arboretti – Malghe del Cornaccione” e come possiamo vedere procedono velocemente».
La nuova cabinovia ad ammorsamento automatico collegherà il centro di Frontignano al Canalone e al Rifugio Cornaccione, situato a 1950 metri di altitudine, e sarà accessibile tutto l’anno.
Una scelta strategica tra sostenibilità e inclusività
Il nuovo impianto rappresenta molto più che una semplice sostituzione tecnica: è parte di una visione sostenibile e inclusiva della montagna. «La scelta ricaduta sulla cabinovia è stata dettata soprattutto dalle esigenze di destagionalizzazione ed inclusività, con un impianto opportunamente dimensionato per una pressione sostenibile sull’area servita» spiega Bernardini.
Questo impianto sarà fruibile non solo dagli sciatori, ma anche da escursionisti, famiglie e persone con disabilità, contribuendo così alla valorizzazione turistica in tutte le stagioni. L’obiettivo è infatti quello di incentivare un turismo destagionalizzato e rispettoso dell’ambiente, con una maggiore fruibilità del paesaggio e del patrimonio naturalistico del Monte Bove.
Un cantiere da oltre 16 milioni: i numeri del progetto
Il progetto complessivo ha un valore di 16.775.525 euro, suddivisi tra:
11,4 milioni dal PNRR – fondo complementare sisma
1,7 milioni dal fondo “Aiuti-ter”
721 mila euro da fondi per la ricostruzione
La realizzazione della cabinovia è stata affidata a Doppelmayr Italia Srl con un appalto integrato da oltre 10 milioni di euro, mentre l’intervento di demolizione degli impianti esistenti avrà un costo superiore al milione. La ditta Cagnini Costruzioni Srl di Muccia si occuperà della sistemazione della viabilità del cantiere per un importo di 98.000 euro.
Il coordinamento della sicurezza è affidato all’ingegnere Fabio Pasquali di Foligno, mentre la commissione di collaudo è composta dagli ingegneri Giuliano Cingolani, Gabriele Mosca della Regione Marche e dalla geometra Patrizia Ortenzi del Comune di Ussita.
Addio alla seggiovia: un impatto temporaneo per un futuro più verde
Il progetto prevede la demolizione delle seguenti seggiovie obsolete, con un’attenzione immediata alla fase di avvio cantiere:
Selvapiana e Cornaccione: queste due seggiovie sono già state consegnate nei giorni scorsi per la fase iniziale di smantellamento, come confermato dalla direzione lavori.
Successivamente verranno rimosse anche le seggiovie OM05 (Vallone di Selvapiana), OM07 (Arboretti–Malghe del Cornaccione) e OM08 (Pian della Croce–Memoria dei Fascinari).
Inoltre, sarà eliminata la storica funivia che attraversa la Val di Bove, ormai in stato di degrado e visibile da grandi distanze.
«L’intervento complessivo consiste nell’eliminazione della quasi totalità delle vecchie installazioni dismesse…» come evidenziato dal sindaco Bernardini.
Il cantiere prevede quindi una prima fase ben delineata: lo smantellamento delle seggiovie “Selvapiana” e “Cornaccione”, seguito dalla rimozione delle altre due seggiovie principali e della funivia. Sebbene tutto ciò comporti un impatto paesaggistico temporaneo, il progetto integra un piano di ripristino ambientale, che restituirà l’area a un contesto naturale rigenerato una volta ultimati lavori e collaudi.
Un progetto pensato per durare: qualità, accessibilità e rispetto dell’ambiente
La nuova cabinovia fa parte di un piano che si basa su quattro pilastri fondamentali:
qualità strutturale ed estetica per attrarre nuovi turisti
ripristino paesaggistico e ambientale, con rimozione delle vecchie infrastrutture
inclusione, grazie a un impianto accessibile anche a chi utilizza sedie a rotelle
educazione ambientale, attraverso campagne rivolte agli escursionisti e ai visitatori
Un traguardo importante, reso possibile da un lungo lavoro in sinergia con gli enti di tutela ambientale. Il gestore degli impianti, Francesco Cangiotti, ha commentato con entusiasmo: «Un’opera che segnerà il vero rilancio di Frontignano tornando ad essere la prima stazione delle Marche, con una continuità di giorni di neve sul canalone che superano i 90 giorni, e un utilizzo dell’impianto in tutte le stagioni. Avanti tutta così, noi faremo il massimo per valorizzarla e renderla sempre operativa».
Sono ufficialmente iniziati i lavori di sostituzione delle funi della funivia del Gran Sasso d’Italia, l’impianto che collega Fonte Cerreto (1.115 metri) a Campo Imperatore (2.130 metri), una delle infrastrutture turistiche più iconiche e strategiche dell’Appennino centrale. L’operazione, considerata essenziale per garantire la sicurezza e l’efficienza dell’impianto, è interamente finanziata dal Comune dell’Aquila, con il sostegno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).
Arrivate le nuove bobine di fune d’acciaio: dati tecnici
«L’arrivo delle nuove funi è un passaggio fondamentale per restituire piena operatività alla Funivia del Gran Sasso, un’infrastruttura chiave per il turismo e per l’economia della nostra montagna», ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
Le nuove quattro funi d’acciaio, prodotte da una ditta specializzata svizzera, sono arrivate il 25 maggio a Fonte Cerreto. Le prime due bobine sono state trasportate da due Tir partiti il 19 maggio dalle Alpi svizzere. Ogni bobina ha un peso di 62 tonnellate, una lunghezza superiore ai 3 chilometri e un diametro di circa 57 mm. Le funi hanno percorso l’ultimo tratto passando per Bussi sul Tirino e la galleria della Madonna d’Appari, nella frazione aquilana di Paganica.
Durata dei lavori e riapertura prevista ad agosto
I lavori sono già in corso e la prima delle vecchie funi è stata smontata. L’intervento proseguirà fino a luglio, con l’obiettivo di riaprire la funivia nel mese di agosto, in tempo per la stagione turistica estiva. La riattivazione dell’impianto rappresenta una priorità per la fruizione delle risorse naturali del Gran Sasso, punto di riferimento per escursionisti, sportivi e turisti.
Investimento complessivo e supporto istituzionale
Il progetto ha un valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro, così suddivisi:
4 milioni di euro stanziati dal Comune dell’Aquila attraverso l’applicazione dell’avanzo di bilancio;
3,5 milioni di euro erogati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, destinati alla revisione generale dell’impianto.
Il sindaco Biondi ha sottolineato l’importanza della gestione finanziaria comunale e della tempestività nell’azione amministrativa:
“Il Comune ha lavorato senza sosta per reperire i fondi necessari, progettare l’intervento e bandire la gara in tempi record. Tutto è stato possibile solo grazie a un’amministrazione che ha ripianato debiti, ridotto drasticamente i mutui e costruito un bilancio solido, che oggi ci consente di intervenire in maniera tempestiva e autonoma su una delle nostre più importanti infrastrutture turistiche.”
Ringraziamenti istituzionali e impegno dell’amministrazione
“Voglio ringraziare il consigliere con delega allo sviluppo del Gran Sasso, Luigi Faccia, il consigliere Livio Vittorini, il presidente del Centro Turistico del Gran Sasso, Gianluca Museo, e tutti i tecnici che, con serietà e professionalità, stanno portando avanti questo delicato intervento. Il Comune ha lavorato senza sosta per reperire i fondi necessari, progettare l’intervento e bandire la gara in tempi record. Tutto è stato possibile solo grazie a un’amministrazione che ha ripianato debiti, ridotto drasticamente i mutui e costruito un bilancio solido, che oggi ci consente di intervenire in maniera tempestiva e autonoma su una delle nostre più importanti infrastrutture turistiche. La riapertura ad agosto sarà una conquista collettiva che darà nuova linfa al territorio.”
Attualmente, il Rifugio del Fargno risulta inaccessibile sia dalla strada che sale da Pintura di Bolognola, la cui chiusura estiva era già prevista per consentire lavori di messa in sicurezza, sia dal versante di Casali di Ussita, dove la situazione appare ancora più incerta.
«Subito prima dell’inverno, la strada è stata interessata da un grave smottamento che, per motivi di pubblica incolumità, ha obbligato l’amministrazione comunale ad emanare apposita ordinanza per la sua chiusura – spiega Bernardini – fino ai primi di maggio era inoltre impossibile raggiungere in sicurezza il punto franato a causa della presenza della neve e di altre frane cadute lungo la strada. Gli interventi da eseguire per ripristinare la strada sono importanti e l’amministrazione comunale si è sin da subito adoperata per cercare di reperire apposito finanziamento del quale, purtroppo, non si ha ancora la certezza. Come anche spiegato al gestore del rifugio, non è sufficiente salire con un mezzo e procedere semplicemente alla ripulitura della strada, cosa tra l’altro fatta tutti gli anni scorsi, atteso che una parte della carreggiata è completamente franata, riducendo di molto la larghezza della sede stradale. Sarà necessario prevedere un intervento strutturale tramite la redazione di un vero e proprio progetto, circostanza questa che non ci consente per il momento di indicare tempi certi per la sua riapertura che permetta il transito in sicurezza».
Il gestore del rifugio aveva ipotizzato una possibile riapertura per il 14 giugno, ma alla luce dell’attuale scenario, la prospettiva di una chiusura che si estenda per tutta la stagione estiva appare ormai molto probabile.
Les 2 Alpes si conferma anche quest’anno la località con la stagione sciistica estiva più lunga delle Alpi francesi.Dal 5 maggio al 6 luglio 2025, il comprensorio d’alta quota offre la possibilità di sciare su piste perfettamente innevate, grazie all’altitudine che raggiunge i 3.600 metri e alle costanti misure di conservazione adottate durante tutto l’anno, come trappole e barriere per la neve, teloni e battitura quotidiana.
Periodi e altitudini di apertura
Dal 5 al 28 maggio: accesso alle piste tra i 2.600 e i 3.400 metri.
Dal 29 maggio al 6 luglio: apertura delle piste tra i 2.800 e i 3.600 metri, inclusa l’area del Signal.
Il comprensorio è aperto tutti i giorni dalle 8:00 alle 12:30, permettendo agli sciatori di godere delle migliori condizioni di neve durante le ore più fresche della giornata.
Allenamenti di alto livello
Les 2 Alpes è da sempre una meta prediletta per gli allenamenti estivi di atleti nazionali e internazionali.Anche quest’anno, le piste del ghiacciaio ospitano le azzurre di Coppa del Mondo, tra cui Peterlini, Rossetti, Della Mea e Collomb, che si preparano in vista della prossima stagione agonistica.
Snowpark d’eccellenza
Lo snowpark estivo di Les 2 Alpes, situato a 3.400 metri, è un punto di riferimento internazionale per il freestyle.Con una superficie di 18 ettari, offre diverse zone adatte a tutti i livelli: Easy Park, Slopestyle, Big Air e Park Rails.Una zona “cool” con musica, sedie a sdraio e barbecue completa l’offerta, rendendo l’esperienza unica per principianti e rider esperti.
Attività complementari
Oltre allo sci, Les 2 Alpes propone numerose attività estive:
mountain bike: il bikepark è aperto nei fine settimana di maggio e giugno, con apertura continuativa dal 14 giugno al 31 agosto 2025, offrendo piste che vanno da 3.200 a 900 metri di altitudine.
accesso pedonale: possibilità di salire fino a 3.400 metri per ammirare panorami mozzafiato e visitare la grotta di ghiaccio, aperta nei fine settimana di maggio e giugno, e continuativamente dal 14 giugno al 31 agosto 2025.
Les 2 Alpes si conferma quindi una destinazione ideale per gli amanti dello sci e delle attività in alta montagna, offrendo un’esperienza completa anche durante i mesi estivi.
Il ghiacciaio dello Stelvio, situato nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, è pronto ad accogliere sciatori e appassionati per la nuova stagione di sci estivo, che prenderà il via il 31 maggio 2025 e, condizioni permettendo, proseguirà fino al 2 novembre 2025.
Considerata la più ampia area sciabile delle Alpi durante i mesi caldi, questa destinazione unica nel suo genere offre agli amanti della neve un’opportunità imperdibile: sciare in piena estate circondati dalle vette del gruppo Ortles-Cevedale, godendo di panorami spettacolari e temperature miti.
Un comprensorio per tutti: 20 chilometri di piste e impianti moderni
Il comprensorio dello Stelvio mette a disposizione 20 chilometri di piste adatte a ogni livello, dai principianti agli sciatori esperti. L’area è servita da funivie e skilift moderni, che garantiscono accessi rapidi e confortevoli.
Il dislivello varia dai 2.758 metri del Passo dello Stelvio, celebre anche per la sua iconica strada che nel 2025 celebra 200 anni, fino ai 3.450 metri del Monte Cristallo, offrendo un’esperienza d’alta quota entusiasmante.
I principianti possono contare sul supporto dei maestri qualificati delle scuole sci di Bormio, mentre i più esperti troveranno percorsi tecnici e impegnativi. Inoltre, per gli amanti della montagna e dell’avventura, il ghiacciaio propone itinerari dedicati allo sci alpinismo.
Gli orari degli impianti per la stagione 2025
Per garantire il massimo della fruibilità, gli impianti del ghiacciaio dello Stelvio seguiranno una programmazione studiata per ottimizzare la qualità dell’esperienza sciistica:
funivia Passo Stelvio – Trincerone: aperta dalle 7:30 alle 17:00
funivia Trincerone – Livrio: aperta dalle 7:30 alle 17:00
sciovia Pajer: operativa dalle 7:30 alle 12:30
sciovia Cristallo: operativa dalle 7:30 alle 12:30
sciovie Geister 1 e 2: riapertura prevista il 31 maggio
Un punto di riferimento per gli atleti: lo Stelvio e i campioni
Il ghiacciaio dello Stelvio non è solo meta di turismo, ma anche un punto di riferimento per gli atleti di livello internazionale. Durante la stagione estiva, infatti, le piste accolgono sciatori professionisti e giovani promesse provenienti da tutto il mondo per allenarsi in alta quota.
“È proprio sulle piste dello Stelvio che, quasi un anno fa, Sofia Goggia è tornata ad indossare gli sci dopo il grave infortunio al ginocchio, iniziando a ritrovare le sensazioni che l’hanno riportata al successo nell’ultima stagione.”
Anche quest’estate, il ghiacciaio ospiterà numerosi team nazionali e sci club giovanili, in vista di appuntamenti importanti come i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, dove Bormio sarà protagonista con lo sci alpino maschile e lo sci alpinismo.
La magia della neve non si ferma con l’arrivo della primavera. A Breuil-Cervinia, nel cuore del comprensorio Cervino Ski Paradise, da oggi, 5 maggio, la stagione sciistica prosegue in quota grazie a condizioni di innevamento eccezionali e a impianti perfettamente funzionanti. Una straordinaria opportunità per gli appassionati di sci primaverile e di alta montagna.
Una stagione che continua grazie al Plateau Rosa
“Sciate senza interruzione, sulle nevi di Breuil-Cervinia prima e su quelle del ghiacciaio svizzero di Plateau Rosa poi.” Grazie al collegamento con il ghiacciaio, la stagione sciistica si protrarrà fino al 7 settembre 2025, permettendo a sciatori di ogni livello di godersi neve di qualità anche nei mesi estivi.
Le abbondanti nevicate delle ultime settimane hanno reso possibile un’estensione così duratura della stagione, regalando piste in condizioni eccellenti, paragonabili a quelle invernali.
Fino a quando si può sciare a Cervinia nel 2025?
La stagione sciistica in quota a Cervinia, grazie al ghiacciaio Plateau Rosa, prosegue fino al 7 settembre 2025, condizioni meteo permettendo.
Cosa cambia dal 5 maggio: skipass e piste disponibili
Fino a ieri, 4 maggio, l’intero comprensorio era accessibile con lo skipass italiano al prezzo di 50 euro. Da oggi, il prezzo del giornaliero scende a 37 euro, con accesso a un numero selezionato ma suggestivo di piste:
Quanto costa sciare a Cervinia a maggio 2025?
Dal 5 maggio 2025 lo skipass giornaliero italiano costa 37 euro. Lo skipass internazionale, che consente di accedere anche al ghiacciaio svizzero e a Zermatt, ha un prezzo di 63 euro ed è valido fino al 7 settembre 2025.
Quali piste sono aperte a Cervinia dal 5 maggio?
A partire dal 5 maggio 2025 sono aperte le piste 6 e 46, con rientro sci ai piedi fino a Plan Maison, e la parte alta della pista Ventina fino a Cime Bianche Laghi.
Questa nuova configurazione rimarrà attiva finché le condizioni di innevamento lo consentiranno.
Impianti aperti dal 5 maggio
Anche in questa fase della stagione, gli impianti principali restano in funzione per garantire l’accesso alle piste e alle aree panoramiche:
Quali impianti sono attivi a Cervinia dopo il 5 maggio?
Dal 5 maggio sono in funzione: la funivia Breuil-Cervinia – Plan Maison, la telecabina per Cime Bianche Laghi, la funivia per Plateau Rosa e la seggiovia Bontadini. Nei weekend 9–11 maggio e 16–18 maggio sarà attivo anche lo skilift Baby La Vieille.
Questo consente di mantenere vivo il flusso di sciatori, soprattutto nei fine settimana, sfruttando l’accessibilità e la qualità delle piste ancora aperte.
Sciare anche sul versante svizzero
Chi desidera spingersi oltre confine potrà accedere alle piste svizzere di Zermatt, sciando fino al Trockener Steg. Sono aperti anche i tracciati sul ghiacciaio e la seggiovia Furggsattel.
“Il prezzo dello skipass internazionale dal 5 maggio al 7 settembre sarà di 63 euro.” Questo pass consente l’accesso completo anche alla parte svizzera del comprensorio, offrendo un’esperienza sciistica transfrontaliera tra le più suggestive delle Alpi.
Due famiglie, ciascuna composta da due adulti e due bambini, sono rimaste bloccate nei giorni scorsi in alta quota in Austria durante un’escursione finita male. Alcuni membri indossavano solo pantaloncini e scarpe da ginnastica, nonostante il percorso attraversasse una zona ancora innevata.
I gruppi, provenienti da Germania e Austria, stavano tentando di attraversare il lago di Mönich per raggiungere la cima dello Schafberg, una montagna panoramica delle Prealpi Salisburghesi alta 1.783 metri. Dalla vetta si gode una vista spettacolare sui laghi della zona, tra cui il Wolfgangsee, ed è raggiungibile anche tramite la storica ferrovia a cremagliera Schafbergbahn. Il lago di Mönich, invece, è un piccolo specchio d’acqua alpino incastonato tra i monti, frequentato da escursionisti diretti verso la cima.
Durante la salita, però, le famiglie sono state sorprese da una fitta nebbia e si sono ritrovate bloccate sul versante nord della montagna, in un’area impervia e ricoperta di neve. Spaventati e senza un equipaggiamento adeguato, i genitori hanno lanciato l’allarme intorno alle 16:30.
Un elicottero è stato inizialmente inviato per il salvataggio, ma a causa della scarsa visibilità non ha potuto raggiungere i dispersi. I soccorritori hanno quindi raggiunto la zona a piedi, hanno imbragato i componenti dei gruppi e li hanno accompagnati con le corde fino a una quota più bassa. Solo allora è stato possibile effettuare il recupero in elicottero.
Fortunatamente, tutti sono stati portati in salvo senza ferite.
Una tragedia sfiorata si è verificata il 26 aprile sul massiccio del Monte Rosa, nei pressi del Colle Sesia a 4.230 metri di altitudine, poco distante dal confine italiano. Durante una giornata di forte afflusso di scialpinisti, un piccolo aereo da turismo ha effettuato un atterraggio estremamente pericoloso sulla neve, virando bruscamente a sinistra e attraversando a tutta velocità la traccia battuta da decine di appassionati che salivano verso la Capanna Margherita.
Dopo aver sfiorato i gruppi di alpinisti, il velivolo ha ripreso quota senza fermarsi, abbandonando rapidamente la zona. L’episodio è avvenuto intorno alle 11.50, mentre era in corso il Trofeo Mezzalama, una delle gare di scialpinismo più prestigiose al mondo, disputata tra Breuil-Cervinia e Gressoney-La-Trinité.
Il video della manovra folle diventa virale
A documentare la scena è stato Luca Calzone, alpinista piemontese di 56 anni, che ha pubblicato il video sui social network, facendo immediatamente il giro del web e scatenando forti polemiche. “Sono stato testimone di una mancata tragedia in Svizzera”, ha dichiarato Calzone, aggiungendo: “Poteva essere un incidente terribile”.
Calzone ha espresso la sua disponibilità a collaborare con le autorità italiane, svizzere, l’Enac e gli organizzatori del Trofeo Mezzalama per fare chiarezza sull’accaduto.
Il velivolo, identificato tramite il numero di immatricolazione come un Piper PA-18 appartenente a un aeroclub svizzero, dopo il sorvolo del Colle Sesia ha fatto ritorno nella zona di Ginevra, atterrando poco prima delle 16:00.
Testimonianze dirette: “Un gesto criminale e volontario”
Intervistato dall’ANSA, Luca Calzone non ha usato mezzi termini: “Un pilota d’aereo non poteva non vedere la traccia piena di scialpinisti. Pensavo avesse un’avaria, invece ha virato e dato manetta. Per miracolo non ha colpito nessuno.”
Calzone, esperto alpinista con numerose vette di oltre quattromila metri scalate, ha raccontato che si trovava in cordata con due amici, tutti italiani, diretti alla Capanna Margherita. “Davanti a noi c’erano tre scialpinisti legati: se l’aereo avesse inforcato la loro corda con i pattini, sarebbe stata una strage.”
Una volta rientrato ad Alagna Valsesia (Vercelli), Calzone ha immediatamente allertato le forze dell’ordine, consegnando loro il video come prova.
La giornata del Trofeo Mezzalama: migliaia di presenze in quota
Il 26 aprile, giornata dell’incidente sfiorato, si è svolto il Trofeo Mezzalama, conosciuto anche come la “maratona dei ghiacciai”, che ogni due anni richiama atleti internazionali sul versante valdostano del Monte Rosa.
Solo alla funivia di Indren si sono registrati oltre 2.100 passaggi, segno di un’affluenza eccezionale di appassionati. Anche la Capanna Margherita, a 4.559 metri, ha visto un continuo afflusso di scialpinisti.
Molti erano in quota grazie anche a promozioni sui biglietti della funivia, con tariffe agevolate a dieci euro, che hanno contribuito a portare sul ghiacciaio migliaia di persone.
Indagini in corso: sicurezza sotto accusa
Al momento, non risultano aperte inchieste ufficiali. Tuttavia, l’episodio ha sollevato numerose preoccupazioni all’interno della comunità alpinistica, in merito alla sicurezza e alla regolamentazione dei voli in alta quota durante eventi di massa.
“La manovra del pilota è stata una follia, un gesto criminale e volontario”, ha ribadito Calzone. “Se avesse colpito anche solo una persona, oggi staremmo parlando di una tragedia.”
Molti si interrogano ora sulla necessità di maggiori controlli nei confronti di voli turistici su aree frequentate da alpinisti, specialmente durante eventi ufficiali come il Trofeo Mezzalama.
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