Prigioniero della neve a San Leonardo

Padre Pietro Lavini, che vive nell’eremo di San Leonardo, isolato da 10 metri di coltre bianca
L’uomo dei santuari prigioniero della neve

MONTEFORTINO – Irraggiungibile da alcuni giorni padre Pietro Lavini, il frate cappuccino che vive nell’eremo di San Leonardo a 1.128 metri, su uno dei picchi intermedi del monte Priora, dove in circa trentacinque anni di duro lavoro ha ricostruito la chiesa dell’antico monastero dedicato al santo. Una valanga di neve dall’enorme portata (più di dieci metri d’altezza) si è staccata dal Monte Sibilla andando a finire sulla parete del Priora.

Nel suo precipitare ha ostruito l’inizio del percorso a valle, in località “Pisciarelle” dell’Infernaccio, che porta verso l’eremo. La massa nevosa ha spazzato via il ponticello sul fiume Tenna che permetteva di raggiungere l’inizio del sentiero ed ha ostruito completamente anche l’apertura della galleria che veniva utilizzata dal cappuccino, per facilitare il tragitto, al fine di portare nell’arroccata chiesa materiali edili e di altro genere con un piccolo mezzo di trasporto. Dello stesso tunnel si serve il Consorzio Idrico del Tenna per i normali interventi di manutenzione sul corso d’acqua. Ora è importante riaprire in tempi rapidi l’accesso al sentiero di circa due chilometri che porta al monastero, per raggiungere l’ottantenne frate cappuccino che, oltre ad aver bisogno di viveri, necessita di medicine per una terapia continua in seguito a dei problemi di salute avuti negli ultimi tempi.

Intanto i numerosissimi amici di padre Pietro si stanno attivando. Uno di questi, Giuseppe Massacci di Comunanza tra l’altro organizzatore di frequenti escursioni all’eremo, ha avvertito telefonicamente la sede provinciale di Ascoli Piceno della Protezione Civile ed ha sollevato l’interesse dei media sull’accaduto.

“C’è una situazione personale molto difficile per il religioso – afferma Massacci – e perciò è bene che le Istituzioni locali competenti si muovano e lo facciano al più presto. Non è comprensibile il motivo per cui queste non si siano ancora attivate per risolvere la questione. Infatti il problema delle slavine si ripresenta in quel posto quasi annualmente all’inizio di primavera, come successo pure l’anno scorso”.

“Anche in quell’occasione – continua Massacci – avvertimmo tutte le Istituzioni ed organismi pubblici competenti, ma ci fu il disinteresse generale. Speriamo che non succeda così anche questa volta. Se ci fosse bisogno di raggiungere urgentemente padre Pietro per eventuali motivi di salute sarebbe impossibile, eccetto che con l’utilizzo dell’elicottero”. Il monastero di S. Leonardo, dopo essere stato in auge tra l’800 ed il 1800 circa, è stato ricostruito totalmente, partendo dai ruderi, da Padre Pietro Lavini, con sporadici aiuti da parte di qualche amico. Un’esperienza di ritiro solitario fatto di duro lavoro ed in compagnia di una fede religiosa incrollabile.

Alla chiesa ed al frate ogni anno fanno visita tantissime persone provenienti da tutt’Italia e dall’estero. La storia del Cappuccino è stata raccontata anche da diversi giornali stranieri oltre che da media nazionali.

Alcuni personaggi famosi come Mike Buongiorno, il giornalista Mino Damato ed altri sono passati per l’eremo.

Corriere Adriatico 4/5/2006