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Partiti i lavori per la cabinovia Frontignano-Cornaccione, sarà pronta per Natale – VIDEO

Sabato 12 luglio 2025, a Frontignano di Ussita (MC), è stato ufficialmente avviato il cantiere per la nuova cabinovia Frontignano–Cornaccione, un’infrastruttura strategica che rappresenta molto più di un impianto di risalita: è il simbolo concreto della rinascita post-sisma dell’Alto Nera, un volano per il turismo sostenibile e accessibile delle Marche interne.

L’intervento, finanziato con circa 17 milioni di euro provenienti principalmente dal Piano Nazionale Complementare al PNRR, è stato accolto con grande entusiasmo dalla comunità locale, dalle istituzioni regionali e nazionali, e dagli operatori turistici del territorio.

«Realizzo oggi un sogno lungo oltre 25 anni», ha dichiarato con grande emozione la sindaca di Ussita, Silvia Bernardini, durante la cerimonia di avvio.
«Questo progetto dimostra che il nostro territorio è capace di rigenerarsi, rinascere dalle macerie come una fenice».

Come spiegato da Simone Tomelleri, rappresentante della ditta Doppelmayr, l’obiettivo è «completare la parte funiviaria entro il prossimo Natale».

Caratteristiche tecniche della cabinovia: tecnologia, velocità e inclusione

L’impianto costruito dalla Doppelmayr, che collegherà la base di Frontignano (1.350 metri) alla vetta del Monte Cornaccione (1.909 metri), si svilupperà su una lunghezza inclinata di 2.069 metri, con un dislivello di 558 metri e una pendenza media del 28%. Il tempo di percorrenza sarà di 7 minuti e 35 secondi.

Le cabine – 49 in totale, da 10 posti ciascuna – saranno in grado di trasportare 1.200 persone all’ora, con un potenziamento futuro fino a 1.800 passeggeri l’ora. Il sistema prevede partenze ogni 30 secondi, riducibili a 20 in caso di maggiore afflusso, e una velocità operativa di 6 metri al secondo. Lunghezza orizzontale metri 1973,65.

L’impianto avrà tre stazioni:

  • una di valle con la motrice,

  • una intermedia per salita e discesa,

  • una di monte, completamente ipogea, cioè interrata per ridurre l’impatto visivo sul paesaggio.

Un impianto accessibile tutto l’anno

La nuova cabinovia sarà utilizzabile in ogni condizione climatica, e rappresenta un’infrastruttura chiave per la destagionalizzazione dell’offerta turistica. Potrà essere utilizzata da famiglie, anziani, persone con disabilità e sportivi, grazie alle cabine spaziose e accessibili anche a carrozzine e biciclette.

«La cabinovia sarà utilizzabile in ogni condizione climatica, sia in estate che in inverno, favorendo una destagionalizzazione turistica fondamentale», ha sottolineato Silvia Bernardini.
«Lo scorso anno oltre 54.000 persone hanno utilizzato gli impianti di risalita nonostante la scarsa neve».

Un’opera green che sostituisce impianti obsoleti

Il progetto prevede la rimozione definitiva di tre vecchi impianti di risalita: le seggiovie “Selvapiana” e “Cornaccione” e la biposto “Ginepro”. Inoltre, verranno smantellate anche le storiche ma ormai invasive strutture come la funivia Vallone di Selvapiana–Malghe delle Spigare e lo skilift delle Spigare, altamente impattanti dal punto di vista ambientale.

L’intervento è stato elaborato in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità riducendo al minimo l’impatto ambientale.

«L’impianto di risalita, completamente green, rappresenta la possibilità di un turismo lento e di un accesso più friendly verso la montagna – ha continuato il Sindaco Bernardini – Basti pensare che lo scorso anno il numero delle persone che hanno usufruito degli impianti di risalita è stato di oltre 54.000, questo in una annata con uno scarso innevamento e pochissimi giorni di apertura per lo sci, e quindi la maggior parte dei passaggi sono stati effettuati da amanti della montagna, per trekking, utilizzo del bike Park o esperienze ambientali, in stagioni diverse da quella invernale».

La visione nata nel 2001: coesistenza tra turismo e ambiente

La cabinovia Frontignano–Cornaccione è il frutto di un percorso iniziato nel 2001, quando Silvia Bernardini, allora giovane sindaca di Ussita, firmò un protocollo d’intesa con il Parco dei Sibillini per dare vita a un modello di sviluppo che integrasse impianti turistici e tutela ambientale.

«È un progetto che nasce da lontano, quando, ormai 25 anni fa, una giovane Sindaco Bernardini ed un Parco nato da poco, con l’allora Presidente Graziani, sottoscrissero per i relativi Enti, un protocollo di intesa, per far sì che le due realtà, comprensorio sciistico di Frontignano e zona a tutela integrale del Parco, potessero coesistere e lavorare nella stessa direzione. Ci sono voluti 25 anni, ma quando un progetto è valido, viene condiviso e realizzato. Ed io ho la grande soddisfazione di averlo avviato e di poterlo vedere realizzato».

Le parole delle istituzioni

Alla cerimonia inaugurale erano presenti numerose autorità, tra cui il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il Commissario alla ricostruzione post-sisma Guido Castelli, l’Arcivescovo Francesco Massara, Andrea Spaterna (già presidente del Parco), Alessandro Gentilucci (Unione Montana Marca di Camerino) e molti sindaci dei comuni del cratere.

Francesco Acquaroli, Presidente della Regione Marche, ha dichiarato:

«La ricostruzione dell’impianto di risalita di Frontignano rappresenta sicuramente uno di quegli interventi essenziali e fondamentali per il rilancio di questo territorio, non solo relativamente alla ricostruzione post-sisma ma di un intero comprensorio che rappresenta un fiore all’occhiello delle Marche e del centro Italia, che non può prescindere dal nostro meraviglioso entroterra e dal suo potenziale turistico ed economico. Occorreva individuare strumenti strategici che aprissero a nuove prospettive per una comunità ferita e disillusa che non credeva più nella opportunità di tornare in questo territorio. Voglio ringraziare i sindaci, gli imprenditori e quei cittadini che non hanno mai lasciato questo territorio che hanno fatto impresa, tenuto aperto i servizi, gli allevamenti e le attività. È grazie a loro se siamo arrivati qui e che ci hanno dato una base per futuro sviluppo. Lo voglio dire in una frase: nulla è impossibile a chi ci crede! E quindi facciamo insieme lo sforzo di vedere il futuro di queste comunità, che stiamo costruendo con visione e coraggio».

Anche Guido Castelli, Commissario straordinario per la ricostruzione del sisma 2016, ha voluto sottolineare il valore strategico dell’opera:

«L’avvio del cantiere della nuova cabinovia Frontignano–Cornaccione è una notizia di grande importanza per il territorio di Ussita e per lo sviluppo del turismo montano nel Maceratese. Si tratta di un’opera moderna e sostenibile, frutto di un lavoro lungo e condiviso, che ho seguito fin dal principio, e di una visione che mette al centro l’ambiente, l’accessibilità e la sicurezza. Un risultato, quello odierno, reso possibile grazie all’impegno del Presidente Francesco Acquaroli e del Sindaco Silvia Bernardini, che conferma come nelle Marche vi sia un modello di collaborazione istituzionale efficace e concreto. Restituire attrattività a questi luoghi, favorendo un turismo destagionalizzato capace di generare sviluppo economico e sociale, significa creare nuove opportunità per il futuro delle nostre comunità. È così che la montagna torna protagonista: non solo come meta, ma come motore della ripartenza».

Finanziamenti e cronoprogramma dei lavori

L’impegno finanziario complessivo è stimato in circa 17 milioni di euro, così suddivisi:

  • 13,1 milioni dal Piano Nazionale Complementare al PNRR

  • 3,7 milioni da Ordinanza 109 del Decreto USR

  • 499.600 euro da fondi comunali

I lavori sono affidati alla ditta Torelli & Dottori. Le tappe previste:

  • Fine demolizioni: ottobre 2025

  • Realizzazione strutture: entro giugno 2026

  • Conclusione lavori: luglio 2027

  • Inaugurazione funiviaria: Natale 2025

Il futuro: turismo tutto l’anno, non solo sci

L’infrastruttura sarà gestita da Bolognola Ski, società che ha già avviato lo sviluppo di un sistema di innevamento programmato, di un bike park attrezzato e del rifugio Cornaccione, che sorgerà sopra la stazione di arrivo.

«Non ci fermeremo alla stagione invernale ma valorizzeremo tutto l’anno, con particolare attenzione al bike park e al turismo naturalistico», ha dichiarato Francesco Cangiotti, CEO di Bolognola Ski.

Quando sarà attiva la nuova cabinovia?

Gli sciatori potranno utilizzare la nuova cabinovia Frontignano–Cornaccione già dalla stagione invernale 2025–2026, con l’obiettivo di inaugurarla ufficialmente entro Natale 2025.

 

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Germania, in montagna sul ghiacciaio per sfuggire alla calura estiva – VIDEO

Con le temperature che superano regolarmente i 30 °C, sempre più turisti in Germania scelgono di rifugiarsi in montagna per trovare un po’ di sollievo. La Zugspitze, vetta più alta del Paese con i suoi 2.962 metri, si è trasformata in una meta d’elezione per chi cerca refrigerio durante le ondate di calore estive.

Slittino estivo sulla Zugspitze: un’alternativa alla spiaggia

A rendere la Zugspitze particolarmente attrattiva non sono solo i panorami alpini, ma anche l’insolita possibilità di slittare sulla neve anche in piena estate. Con una temperatura media intorno agli 8 °C in quota, l’esperienza diventa una piacevole evasione rispetto alla calura cittadina.

Ghiacciai in crisi: il lato oscuro del divertimento

Il crescente afflusso di turisti si scontra però con una realtà allarmante: il ritiro accelerato dei ghiacciai. Sulla Zugspitze, lo Schneeferner meridionale ha perso ufficialmente lo status di ghiacciaio nel 2022, e anche il ghiacciaio settentrionale mostra evidenti segni di scioglimento. Questo fenomeno, causato dal cambiamento climatico, rischia di trasformare per sempre il volto della montagna.

Montagna come rifugio climatico (a tempo limitato)

Quella che oggi è una fuga al fresco potrebbe non essere più possibile nei prossimi anni. Il turismo in alta quota si sta trasformando in un’occasione non solo di svago, ma anche di consapevolezza ambientale. Andare sul ghiacciaio oggi significa vedere da vicino gli effetti tangibili del riscaldamento globale.

 

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San Vito di Cadore, nuova frana blocca la statale 51 con fango e detriti – VIDEO

Nella notte tra lunedì e martedì, una frana ha colpito San Vito di Cadore, in provincia di Belluno, causando la chiusura completa della Strada Statale 51 di Alemagna. Il distacco si è verificato nei pressi della frazione Dogana Vecchia, lungo l’asse viario che collega la pianura veneta a Cortina d’Ampezzo.

Fango e sassi dalla Croda Marcora: strada invasa

La frana ha avuto origine dal versante della Croda Marcora, da cui si è staccata una colata di fango e sassi che ha raggiunto e invaso la carreggiata in entrambe le direzioni. Il traffico è stato bloccato, rendendo difficile l’accesso a Cortina e creando disagi alla mobilità locale.

Riprese aeree mostrano l’estensione del danno

Un drone ha documentato la frana con immagini che mostrano l’imponente quantità di detriti scesi a valle. Il materiale ha attraversato il pendio boschivo e si è accumulato sulla SS51, rendendo necessari interventi urgenti di sgombero e messa in sicurezza.

Monitoraggio del versante e situazione sotto controllo

Le autorità stanno monitorando la Croda Marcora per verificare la stabilità del terreno e prevenire ulteriori smottamenti. Le condizioni meteorologiche e la recente saturazione dei suoli aumentano il rischio di nuovi cedimenti, rendendo cruciale l’intervento rapido dei tecnici.

 

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Paura sul Monte Bove: escursionista cade e resta sospeso, soccorso nella notte a Frontignano di Ussita – VIDEO

Attimi di terrore in quota sul Monte Bove, nei pressi di Frontignano di Ussita, dove un’escursione si è trasformata in una drammatica operazione di salvataggio notturna ad alta difficoltà. Un alpinista 51enne di Ancona è precipitato durante una scalata in cordata, rimanendo sospeso nel vuoto per oltre otto ore. L’uomo è stato salvato grazie a un’operazione complessa e coordinata condotta dal Soccorso Alpino, dai Vigili del Fuoco e da un elicottero dell’Aeronautica Militare.

La caduta: 15 metri nel vuoto, poi resta appeso alla corda

Erano circa le 19:45 quando è scattato l’allarme. L’uomo, capocordata durante una scalata su una parete rocciosa del Monte Bove, ha perso improvvisamente la presa ed è precipitato per circa 15 metri. Determinante è stato il sangue freddo della compagna di cordata, una 30enne anch’essa di Ancona, che è riuscita a bloccare la caduta con la corda e a lanciare immediatamente i soccorsi.

L’uomo ha riportato fratture al polso, un trauma cranico e ferite alla caviglia. Sebbene cosciente, era impossibilitato a muoversi e in balia del buio e del freddo, sospeso sulla parete in attesa dell’arrivo dei soccorritori.

Frontignano di Ussita: si attiva la macchina dei soccorsi

L’intervento ha coinvolto 15 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico, tra cui un infermiere, e due squadre dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Visso con mezzi dedicati. Contestualmente è stato allertato il Centro Operazioni Aerospaziali dell’Aeronautica Militare, che ha inviato da Cervia un elicottero HH-139B dell’83° Gruppo Search and Rescue del 15° Stormo.

L’elicottero ha prima imbarcato tecnici e sanitari del Soccorso Alpino a Ussita e poi si è diretto verso l’area dell’intervento: una zona altamente impervia, ricca di vegetazione e difficile da raggiungere, soprattutto al buio.

Grazie ai visori notturni (Night Vision Goggle) e a una speciale telecamera Wescam, l’equipaggio militare è riuscito a individuare con precisione il punto in cui si trovavano i due alpinisti.

Il salvataggio in quota: un’operazione ad alto rischio

L’intervento è stato diviso in due fronti: una squadra di soccorritori è arrivata via terra, l’altra si è calata dall’alto grazie al verricello dell’elicottero. La donna, illesa ma sotto shock, è stata portata a valle per prima.

Il ferito resta appeso, sospeso nel vuoto, non sa di preciso l’entità delle sue ferite. Vicino a lui, la compagna di cordata“, recita uno dei rapporti. La situazione era aggravata dalla fragilità della roccia, resa instabile dai terremoti del 2016.

Una volta raggiunto, l’uomo è stato stabilizzato sul posto e successivamente evacuato tramite verricello con l’assistenza di un tecnico del Soccorso Alpino. L’operazione si è conclusa poco dopo le 4 del mattino, oltre otto ore dopo l’incidente.

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Frontignano di Ussita guarda al futuro: seggiovia demolita, arriva la nuova cabinovia da 16 milioni – VIDEO

Via ai lavori: la nuova cabinovia collegherà Frontignano al Canalone e al rifugio Cornaccione

A Frontignano di Ussita, località sciistica del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sono ufficialmente iniziati i lavori per la realizzazione della nuova cabinovia che sostituirà tre vecchie seggiovie ormai obsolete. Il progetto, finanziato con 16 milioni di euro in parte provenienti dal PNRR (fondo complementare sisma), rappresenta un intervento strategico per la riqualificazione turistica e ambientale dell’area.

«Finalmente dopo anni di carte, riunioni, incontri, e discussioni, siamo arrivati ad iniziare i lavori di cantierizzazione del nuovo impianto del Canalone – ha annunciato il sindaco di Ussita Silvia Bernardini -. I lavori per la preparazione del cantiere prevedono in primis la rimozione della vecchia seggiovia biposto ad ammorsamento fisso “Arboretti – Malghe del Cornaccione” e come possiamo vedere procedono velocemente».

La nuova cabinovia ad ammorsamento automatico collegherà il centro di Frontignano al Canalone e al Rifugio Cornaccione, situato a 1950 metri di altitudine, e sarà accessibile tutto l’anno.

Una scelta strategica tra sostenibilità e inclusività

Il nuovo impianto rappresenta molto più che una semplice sostituzione tecnica: è parte di una visione sostenibile e inclusiva della montagna. «La scelta ricaduta sulla cabinovia è stata dettata soprattutto dalle esigenze di destagionalizzazione ed inclusività, con un impianto opportunamente dimensionato per una pressione sostenibile sull’area servita» spiega Bernardini.

Questo impianto sarà fruibile non solo dagli sciatori, ma anche da escursionisti, famiglie e persone con disabilità, contribuendo così alla valorizzazione turistica in tutte le stagioni. L’obiettivo è infatti quello di incentivare un turismo destagionalizzato e rispettoso dell’ambiente, con una maggiore fruibilità del paesaggio e del patrimonio naturalistico del Monte Bove.

Un cantiere da oltre 16 milioni: i numeri del progetto

Il progetto complessivo ha un valore di 16.775.525 euro, suddivisi tra:

  • 11,4 milioni dal PNRR – fondo complementare sisma

  • 1,7 milioni dal fondo “Aiuti-ter

  • 721 mila euro da fondi per la ricostruzione

La realizzazione della cabinovia è stata affidata a Doppelmayr Italia Srl con un appalto integrato da oltre 10 milioni di euro, mentre l’intervento di demolizione degli impianti esistenti avrà un costo superiore al milione. La ditta Cagnini Costruzioni Srl di Muccia si occuperà della sistemazione della viabilità del cantiere per un importo di 98.000 euro.

Il coordinamento della sicurezza è affidato all’ingegnere Fabio Pasquali di Foligno, mentre la commissione di collaudo è composta dagli ingegneri Giuliano Cingolani, Gabriele Mosca della Regione Marche e dalla geometra Patrizia Ortenzi del Comune di Ussita.

Addio alla seggiovia: un impatto temporaneo per un futuro più verde

Il progetto prevede la demolizione delle seguenti seggiovie obsolete, con un’attenzione immediata alla fase di avvio cantiere:

  • Selvapiana e Cornaccione: queste due seggiovie sono già state consegnate nei giorni scorsi per la fase iniziale di smantellamento, come confermato dalla direzione lavori.

  • Successivamente verranno rimosse anche le seggiovie OM05 (Vallone di Selvapiana), OM07 (Arboretti–Malghe del Cornaccione) e OM08 (Pian della Croce–Memoria dei Fascinari).

Inoltre, sarà eliminata la storica funivia che attraversa la Val di Bove, ormai in stato di degrado e visibile da grandi distanze.

«L’intervento complessivo consiste nell’eliminazione della quasi totalità delle vecchie installazioni dismesse…» come evidenziato dal sindaco Bernardini.

Il cantiere prevede quindi una prima fase ben delineata: lo smantellamento delle seggiovie “Selvapiana” e “Cornaccione”, seguito dalla rimozione delle altre due seggiovie principali e della funivia. Sebbene tutto ciò comporti un impatto paesaggistico temporaneo, il progetto integra un piano di ripristino ambientale, che restituirà l’area a un contesto naturale rigenerato una volta ultimati lavori e collaudi.

Un progetto pensato per durare: qualità, accessibilità e rispetto dell’ambiente

La nuova cabinovia fa parte di un piano che si basa su quattro pilastri fondamentali:

  • qualità strutturale ed estetica per attrarre nuovi turisti

  • ripristino paesaggistico e ambientale, con rimozione delle vecchie infrastrutture

  • inclusione, grazie a un impianto accessibile anche a chi utilizza sedie a rotelle

  • educazione ambientale, attraverso campagne rivolte agli escursionisti e ai visitatori

Un traguardo importante, reso possibile da un lungo lavoro in sinergia con gli enti di tutela ambientale. Il gestore degli impianti, Francesco Cangiotti, ha commentato con entusiasmo:
«Un’opera che segnerà il vero rilancio di Frontignano tornando ad essere la prima stazione delle Marche, con una continuità di giorni di neve sul canalone che superano i 90 giorni, e un utilizzo dell’impianto in tutte le stagioni. Avanti tutta così, noi faremo il massimo per valorizzarla e renderla sempre operativa».

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Funivia del Gran Sasso, al via il cambio delle funi: riapertura ad agosto

Sono ufficialmente iniziati i lavori di sostituzione delle funi della funivia del Gran Sasso d’Italia, l’impianto che collega Fonte Cerreto (1.115 metri) a Campo Imperatore (2.130 metri), una delle infrastrutture turistiche più iconiche e strategiche dell’Appennino centrale. L’operazione, considerata essenziale per garantire la sicurezza e l’efficienza dell’impianto, è interamente finanziata dal Comune dell’Aquila, con il sostegno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).

Arrivate le nuove bobine di fune d’acciaio: dati tecnici

«L’arrivo delle nuove funi è un passaggio fondamentale per restituire piena operatività alla Funivia del Gran Sasso, un’infrastruttura chiave per il turismo e per l’economia della nostra montagna», ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

Le nuove quattro funi d’acciaio, prodotte da una ditta specializzata svizzera, sono arrivate il 25 maggio a Fonte Cerreto. Le prime due bobine sono state trasportate da due Tir partiti il 19 maggio dalle Alpi svizzere. Ogni bobina ha un peso di 62 tonnellate, una lunghezza superiore ai 3 chilometri e un diametro di circa 57 mm. Le funi hanno percorso l’ultimo tratto passando per Bussi sul Tirino e la galleria della Madonna d’Appari, nella frazione aquilana di Paganica.

Durata dei lavori e riapertura prevista ad agosto

I lavori sono già in corso e la prima delle vecchie funi è stata smontata. L’intervento proseguirà fino a luglio, con l’obiettivo di riaprire la funivia nel mese di agosto, in tempo per la stagione turistica estiva. La riattivazione dell’impianto rappresenta una priorità per la fruizione delle risorse naturali del Gran Sasso, punto di riferimento per escursionisti, sportivi e turisti.

Investimento complessivo e supporto istituzionale

Il progetto ha un valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro, così suddivisi:

  • 4 milioni di euro stanziati dal Comune dell’Aquila attraverso l’applicazione dell’avanzo di bilancio;

  • 3,5 milioni di euro erogati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, destinati alla revisione generale dell’impianto.

Il sindaco Biondi ha sottolineato l’importanza della gestione finanziaria comunale e della tempestività nell’azione amministrativa:

“Il Comune ha lavorato senza sosta per reperire i fondi necessari, progettare l’intervento e bandire la gara in tempi record. Tutto è stato possibile solo grazie a un’amministrazione che ha ripianato debiti, ridotto drasticamente i mutui e costruito un bilancio solido, che oggi ci consente di intervenire in maniera tempestiva e autonoma su una delle nostre più importanti infrastrutture turistiche.”

Ringraziamenti istituzionali e impegno dell’amministrazione

“Voglio ringraziare il consigliere con delega allo sviluppo del Gran Sasso, Luigi Faccia, il consigliere Livio Vittorini, il presidente del Centro Turistico del Gran Sasso, Gianluca Museo, e tutti i tecnici che, con serietà e professionalità, stanno portando avanti questo delicato intervento. Il Comune ha lavorato senza sosta per reperire i fondi necessari, progettare l’intervento e bandire la gara in tempi record. Tutto è stato possibile solo grazie a un’amministrazione che ha ripianato debiti, ridotto drasticamente i mutui e costruito un bilancio solido, che oggi ci consente di intervenire in maniera tempestiva e autonoma su una delle nostre più importanti infrastrutture turistiche. La riapertura ad agosto sarà una conquista collettiva che darà nuova linfa al territorio.”

 

 

 

 

 

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Ussita, chiusa a tempo indeterminato la strada da Casali al Rifugio del Fargno

Attualmente, il Rifugio del Fargno risulta inaccessibile sia dalla strada che sale da Pintura di Bolognola, la cui chiusura estiva era già prevista per consentire lavori di messa in sicurezza, sia dal versante di Casali di Ussita, dove la situazione appare ancora più incerta.

«Subito prima dell’inverno, la strada è stata interessata da un grave smottamento che, per motivi di pubblica incolumità, ha obbligato l’amministrazione comunale ad emanare apposita ordinanza per la sua chiusura – spiega Bernardini – fino ai primi di maggio era inoltre impossibile raggiungere in sicurezza il punto franato a causa della presenza della neve e di altre frane cadute lungo la strada. Gli interventi da eseguire per ripristinare la strada sono importanti e l’amministrazione comunale si è sin da subito adoperata per cercare di reperire apposito finanziamento del quale, purtroppo, non si ha ancora la certezza. Come anche spiegato al gestore del rifugio, non è sufficiente salire con un mezzo e procedere semplicemente alla ripulitura della strada, cosa tra l’altro fatta tutti gli anni scorsi, atteso che una parte della carreggiata è completamente franata, riducendo di molto la larghezza della sede stradale. Sarà necessario prevedere un intervento strutturale tramite la redazione di un vero e proprio progetto, circostanza questa che non ci consente per il momento di indicare tempi certi per la sua riapertura che permetta il transito in sicurezza».

Il gestore del rifugio aveva ipotizzato una possibile riapertura per il 14 giugno, ma alla luce dell’attuale scenario, la prospettiva di una chiusura che si estenda per tutta la stagione estiva appare ormai molto probabile.

 

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Sci estivo a Les 2 Alpes: impianti aperti fino al 6 luglio

Les 2 Alpes si conferma anche quest’anno la località con la stagione sciistica estiva più lunga delle Alpi francesi. Dal 5 maggio al 6 luglio 2025, il comprensorio d’alta quota offre la possibilità di sciare su piste perfettamente innevate, grazie all’altitudine che raggiunge i 3.600 metri e alle costanti misure di conservazione adottate durante tutto l’anno, come trappole e barriere per la neve, teloni e battitura quotidiana.

Periodi e altitudini di apertura

  • Dal 5 al 28 maggio: accesso alle piste tra i 2.600 e i 3.400 metri.

  • Dal 29 maggio al 6 luglio: apertura delle piste tra i 2.800 e i 3.600 metri, inclusa l’area del Signal.

Il comprensorio è aperto tutti i giorni dalle 8:00 alle 12:30, permettendo agli sciatori di godere delle migliori condizioni di neve durante le ore più fresche della giornata.

Allenamenti di alto livello

Les 2 Alpes è da sempre una meta prediletta per gli allenamenti estivi di atleti nazionali e internazionali. Anche quest’anno, le piste del ghiacciaio ospitano le azzurre di Coppa del Mondo, tra cui Peterlini, Rossetti, Della Mea e Collomb, che si preparano in vista della prossima stagione agonistica.

Snowpark d’eccellenza

Lo snowpark estivo di Les 2 Alpes, situato a 3.400 metri, è un punto di riferimento internazionale per il freestyle. Con una superficie di 18 ettari, offre diverse zone adatte a tutti i livelli: Easy Park, Slopestyle, Big Air e Park Rails. Una zona “cool” con musica, sedie a sdraio e barbecue completa l’offerta, rendendo l’esperienza unica per principianti e rider esperti.

Attività complementari

Oltre allo sci, Les 2 Alpes propone numerose attività estive:

  • mountain bike: il bikepark è aperto nei fine settimana di maggio e giugno, con apertura continuativa dal 14 giugno al 31 agosto 2025, offrendo piste che vanno da 3.200 a 900 metri di altitudine.

  • accesso pedonale: possibilità di salire fino a 3.400 metri per ammirare panorami mozzafiato e visitare la grotta di ghiaccio, aperta nei fine settimana di maggio e giugno, e continuativamente dal 14 giugno al 31 agosto 2025.

Les 2 Alpes si conferma quindi una destinazione ideale per gli amanti dello sci e delle attività in alta montagna, offrendo un’esperienza completa anche durante i mesi estivi.

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Sci estivo sul ghiacciaio dello Stelvio: si parte il 31 maggio

Il ghiacciaio dello Stelvio, situato nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, è pronto ad accogliere sciatori e appassionati per la nuova stagione di sci estivo, che prenderà il via il 31 maggio 2025 e, condizioni permettendo, proseguirà fino al 2 novembre 2025.

Considerata la più ampia area sciabile delle Alpi durante i mesi caldi, questa destinazione unica nel suo genere offre agli amanti della neve un’opportunità imperdibile: sciare in piena estate circondati dalle vette del gruppo Ortles-Cevedale, godendo di panorami spettacolari e temperature miti.

Un comprensorio per tutti: 20 chilometri di piste e impianti moderni

Il comprensorio dello Stelvio mette a disposizione 20 chilometri di piste adatte a ogni livello, dai principianti agli sciatori esperti. L’area è servita da funivie e skilift moderni, che garantiscono accessi rapidi e confortevoli.

Il dislivello varia dai 2.758 metri del Passo dello Stelvio, celebre anche per la sua iconica strada che nel 2025 celebra 200 anni, fino ai 3.450 metri del Monte Cristallo, offrendo un’esperienza d’alta quota entusiasmante.

I principianti possono contare sul supporto dei maestri qualificati delle scuole sci di Bormio, mentre i più esperti troveranno percorsi tecnici e impegnativi. Inoltre, per gli amanti della montagna e dell’avventura, il ghiacciaio propone itinerari dedicati allo sci alpinismo.

Gli orari degli impianti per la stagione 2025

Per garantire il massimo della fruibilità, gli impianti del ghiacciaio dello Stelvio seguiranno una programmazione studiata per ottimizzare la qualità dell’esperienza sciistica:

  • funivia Passo Stelvio – Trincerone: aperta dalle 7:30 alle 17:00

  • funivia Trincerone – Livrio: aperta dalle 7:30 alle 17:00

  • sciovia Pajer: operativa dalle 7:30 alle 12:30

  • sciovia Cristallo: operativa dalle 7:30 alle 12:30

  • sciovie Geister 1 e 2: riapertura prevista il 31 maggio

Un punto di riferimento per gli atleti: lo Stelvio e i campioni

Il ghiacciaio dello Stelvio non è solo meta di turismo, ma anche un punto di riferimento per gli atleti di livello internazionale. Durante la stagione estiva, infatti, le piste accolgono sciatori professionisti e giovani promesse provenienti da tutto il mondo per allenarsi in alta quota.

“È proprio sulle piste dello Stelvio che, quasi un anno fa, Sofia Goggia è tornata ad indossare gli sci dopo il grave infortunio al ginocchio, iniziando a ritrovare le sensazioni che l’hanno riportata al successo nell’ultima stagione.”

Anche quest’estate, il ghiacciaio ospiterà numerosi team nazionali e sci club giovanili, in vista di appuntamenti importanti come i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, dove Bormio sarà protagonista con lo sci alpino maschile e lo sci alpinismo.

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Primavera sulla neve: sci in quota a Cervinia dal 5 maggio

La magia della neve non si ferma con l’arrivo della primavera. A Breuil-Cervinia, nel cuore del comprensorio Cervino Ski Paradise, da oggi, 5 maggio, la stagione sciistica prosegue in quota grazie a condizioni di innevamento eccezionali e a impianti perfettamente funzionanti. Una straordinaria opportunità per gli appassionati di sci primaverile e di alta montagna.

Una stagione che continua grazie al Plateau Rosa

“Sciate senza interruzione, sulle nevi di Breuil-Cervinia prima e su quelle del ghiacciaio svizzero di Plateau Rosa poi.”
Grazie al collegamento con il ghiacciaio, la stagione sciistica si protrarrà fino al 7 settembre 2025, permettendo a sciatori di ogni livello di godersi neve di qualità anche nei mesi estivi.

Le abbondanti nevicate delle ultime settimane hanno reso possibile un’estensione così duratura della stagione, regalando piste in condizioni eccellenti, paragonabili a quelle invernali.

Fino a quando si può sciare a Cervinia nel 2025?

La stagione sciistica in quota a Cervinia, grazie al ghiacciaio Plateau Rosa, prosegue fino al 7 settembre 2025, condizioni meteo permettendo.

Cosa cambia dal 5 maggio: skipass e piste disponibili

Fino a ieri, 4 maggio, l’intero comprensorio era accessibile con lo skipass italiano al prezzo di 50 euro.
Da oggi, il prezzo del giornaliero scende a 37 euro, con accesso a un numero selezionato ma suggestivo di piste:

Quanto costa sciare a Cervinia a maggio 2025?

Dal 5 maggio 2025 lo skipass giornaliero italiano costa 37 euro. Lo skipass internazionale, che consente di accedere anche al ghiacciaio svizzero e a Zermatt, ha un prezzo di 63 euro ed è valido fino al 7 settembre 2025.

Quali piste sono aperte a Cervinia dal 5 maggio?

A partire dal 5 maggio 2025 sono aperte le piste 6 e 46, con rientro sci ai piedi fino a Plan Maison, e la parte alta della pista Ventina fino a Cime Bianche Laghi.

Questa nuova configurazione rimarrà attiva finché le condizioni di innevamento lo consentiranno.

Impianti aperti dal 5 maggio

Anche in questa fase della stagione, gli impianti principali restano in funzione per garantire l’accesso alle piste e alle aree panoramiche:

Quali impianti sono attivi a Cervinia dopo il 5 maggio?

Dal 5 maggio sono in funzione: la funivia Breuil-Cervinia – Plan Maison, la telecabina per Cime Bianche Laghi, la funivia per Plateau Rosa e la seggiovia Bontadini. Nei weekend 9–11 maggio e 16–18 maggio sarà attivo anche lo skilift Baby La Vieille.

Questo consente di mantenere vivo il flusso di sciatori, soprattutto nei fine settimana, sfruttando l’accessibilità e la qualità delle piste ancora aperte.

Sciare anche sul versante svizzero

Chi desidera spingersi oltre confine potrà accedere alle piste svizzere di Zermatt, sciando fino al Trockener Steg. Sono aperti anche i tracciati sul ghiacciaio e la seggiovia Furggsattel.

“Il prezzo dello skipass internazionale dal 5 maggio al 7 settembre sarà di 63 euro.”
Questo pass consente l’accesso completo anche alla parte svizzera del comprensorio, offrendo un’esperienza sciistica transfrontaliera tra le più suggestive delle Alpi.

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