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Orsi polari invadono una stazione meteorologica in Russia, video

La Russia è una terra selvaggia in alcune sue zone, ma quello che è stato documentato da questa foto ci proietta davvero in un ambiente incontaminato. Nel web stanno infatti spopolando le immagini del fotografo russo Dmitry Kokh, che ha deciso di organizzare una spedizione nel Polo Nord per immortalare gli animali che lo popolano immersi nella natura più selvaggia.

Giunto nei pressi di una vecchia stazione meteorologica che era stata abbandonata negli anni ’90, dopo aver attraversato un’isola deserta, il fotografo ha però sentito dei rumori che provenivano dall’interno. Era un branco di orsi polari che aveva occupato la struttura.

Il servizio fotografico racconta quindi da un lato il modo in cui gli animali si sono adattati, e dall’altro lo scempio che l’uomo ha realizzato nei confronti della natura. Una delle poche volte, questa, che orsi polari vengono fotografati all’interno di edifici.

Il luogo in cui sono stati fotografati (Chukotka e le isole Wrangel) è un territorio al confine tra la Russia e l’Alaska, nel Polo Nord appunto. I suoi scatti sono già diventati virali nel web, unici davvero e che rappresentano bene i tempi che stiamo vivendo. Il fotografo ha raccontato l’esperienza in prima persona:

«Essendo la parte più lontana e orientale dell’artico russo questo posto è molto difficile da raggiungere, ma anche difficile da dimenticare. Abbiamo viaggiato in barca a vela lungo la costa e percorso più di 1200 miglia di paesaggi incontaminati, villaggi persi nel tempo, luoghi con fauna varia e mari pieni di vita.

Ho sempre voluto scattare belle foto di orsi polari – aggiunge Kokh – ed era quello l’obiettivo principale della nostra spedizione. Ci aspettavamo di incontrarli principalmente sull’isola di Wrangel, famosa in tutto il mondo per essere la casa di molti orsi. Non quest’anno, come abbiamo scoperto in seguito, forse a causa dell’estate molto fredda. Ma la natura ti manda sempre qualcosa quando meno te lo aspetti». La spedizione, arrivata sull’isola di Kolvuchin, si è trovata di fronte ad una stazione meteorologica abbandonata. Dall’interno provenivano dei rumori. Avvicinandosi, il fotografo ha realizzato che si trattava di orsi polari. Mai prima d’ora si erano visti orsi polari all’interno di edifici. Fotografarli è stata, quindi, un’occasione unica».

La stazione metereologica in questione è stata costruita nel 1934 ed era in funzione per gli scienziati russi che operavano nel Mar del Nord. Nel ’92 è stata dismessa e l’isola è stata abbandonata. Ecco perché lo scenario immortalato dal fotografo è davvero incredibile, quasi irreale, che ci porta verso una cornice post apocalittica. da un lato possiamo assistere alla bellezza della natura, e dall’altro a ciò che l’uomo è stato capace di fare anche in bellissimi territori come questi.

Gli orsi polari sembrano a loro agio nell’edificio un tempo occupato dall’uomo, mentre tutto intorno c’è un deserto di neve e ghiaccio. Kokh ha poi concluso: «La Russia artica è un meraviglioso mondo parallelo ma allo stesso tempo è piena di spazzatura. Ci sono ad esempio circa 12 milioni di barili vuoti disseminati lungo le coste. Un problema noto da tempo. Il governo sta cercando di avviare un programma di bonifica, spero che si trovi al più presto una soluzione».

Uno degli scatti in questione, quello che ritrae un orso affacciato dalla finestra della stazione, nel 2021 ha vinto il premio come miglior foto nella categoria “Animali selvatici in un ambiente antropico” nel concorso della National Geographic.

Alcune foto degli orsi polari scattati dal fotografo Dmitry Kokh

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Guarda il video degli orsi polari che hanno invaso una stazione metereologica in Russia

Olimpiadi invernali Pechino 2022 social impazziti per il vip del curling Matt Hamilton, ma chi è?

Negli ultimi giorni sta spopolando sui social Matt Hamilton, un atleta di curling che sta partecipando alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. Di nazionalità americana, campione olimpico a PyeongChang, tutti lo hanno preso in simpatia per lo stile stravagante con il quale gareggia. Hamilton però è anche molto impegnato nel sociale, visto che è un gran sostenitore del movimento Black Lives Matters.

Matt Hamilton: il Super Mario del Curling

Matt Hamilton ha un’immagine difficile da dimenticare, oltre che uno stile tutto suo. Capelli lunghi e baffi grandi, un po’ come il Super Mario dei videogiochi. Poi ha tanti tatuaggi colorati sul braccio sinistro e gareggia con un buffo cappellino da baseball. Il suo fisico non è proprio quello classico di un atleta.

L’apparenza però, come si sa, a volte inganna e a volte no. Nel senso che Matt Hamilton proprio per la sua immagine è diventato un idolo tra i tanti sportivi ed appassionati che in questi giorni stanno seguendo le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. Così il ragazzo di 32 anni del Wisconsin, e già campione olimpico di curling alle Olimpiadi di PyeongChang con la squadra maschile americana, sta spopolando sui social mentre sta gareggiando per difendere il titolo proprio a Pechino. Le prime prestazioni però non sono state ottime, visto che gli USA sono stati sconfitti 4-7 dalla Svezia.

Ben cinque volte Campione del Mondo di curling, Matt Hamilton è un vero fuoriclasse di questo sport, un po’ come se stessimo parlando dell’Hamilton della F1 o del Messi del calcio. Fuori dal campo di gara fatto di ghiaccio però è anche un ragazzo molto impegnato politicamente e socialmente, visto che è un grande sostenitore del movimento Black Lives Matters contro il razzismo e la discriminazione degli uomini e delle donne di colore. Inoltre è attivissimo nell’universo della beneficenza. Proprio poche settimane fa, prima di partire per Pechino, ha annunciato pubblicamente che al suo rientro negli States taglierà i suoi lunghi capelli e metterà all’asta la sua chioma per una causa molto nobile. Queste le sue parole a riguardo:

“Come tutti sanno, i miei capelli, oltre ad essere fantastici, saranno tagliati per beneficenza. Spero di raccogliere dei soldi per StacheStrong. Hanno appena raggiunto un milione di dollari in donazioni per la ricerca sul cancro al cervello!”.

Tutto questo ha contribuito a renderlo un vero idolo dei social nel corso di queste Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 e lo fa anche essere uno dei più ricercati dagli sponsor tecnici. Le sue scarpe infatti sono sempre customizzate (le ultime si chiamano What the Paul Nike SB Dunks) per ogni occasione. Hamilton ha anche una sorella, Rebecca, che è impegnata anch’essa nel torneo femminile di curling e con la quale ha vinto molti titoli.

La gente impazzisce letteralmente per Matt Hamilton, anche per il suo stile di gara molto particolare, con le gambe incrociate mentre si proietta verso la stones. Qualcuno lo ha eletto come “nuovo spirito guida” e si alza tutte le notti per guardare le sue gare in tv.

Video di Matt Hamilton in azione sulla pista di Curling

Tutto sulle stones del curling: cosa sono, dove si producono e la leggenda del’isola Aisla Craig

Il curling è uno sport invernale che di colpo è balzato agli onori della cronaca grazie alle imprese della squadra di doppio misto azzurra che ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022, che si stanno svolgendo in questi giorni. Mosaner-Constantini sono così i più grandi rappresentanti di quello sport che ha come protagoniste le stones, grandi blocchi di pietra con il manico che vengono lanciati dagli atleti sul ghiaccio e che devono avvicinarsi il più possibile alla House, obiettivo alla fine della pista.

La storia degli stones è lunga e nasce da un’azienda scozzese che ha ben 170 anni di attività, Kays Curling di Mauchline (che conta circa 16 persone ad oggi), fornitore ufficiale fin dalle Olimpiadi da Chamonix 1924. La storia nasce nell’isola di Alisa Craig, piccolo luogo che si trova al largo della costa scozzese dell’Ayrshire, dove da ben 200 anni sono estratte le pietre che poi, dopo essere lavorate, diventano quei blocchi che vediamo in tv. L’isola è di proprietà privata dei marchesi Kennedy ma è stata data in affitto fino al 2050 alla Reale società per la protezione degli uccelli.

Dove si trova l’isola di Ailsa Craig nota per il granito delle stones del curling

Quando è iniziato lo sport del curling?

Qui in Scozia si gioca a curling sin dal medioevo, quando si facevano rotolare queste pietre sui laghi ghiacciati. Il primo referto storico e documento che si trova a disposizione su questo sport proviene dai registri dell’Abbazia di Paisley, nel Renfrewshire, databile febbraio 1541.

Le stones nascono dall’unione di 2 tipi di granito (“Blue Hone” e “Common Green”). L’unione conferisce resistenza agli urti e facilità di resistere al ghiaccio. Chi ci lavora è in grado di produrre una pietra all’ora per un totale di 38 pietre a settimana. Ogni blocco viene controllato in forma ed equilibrio così da rispettare tutti gli standard delle olimpiadi.

Video di come nascono e si producono le stones per il curling

Caratteristiche tecniche delle stones

Nel dettaglio, le stones hanno un peso compreso tra 38 e 44 libbre (tra 17,2 e 19,9 kg circa) e nella parte superiore viene fissata una maniglia. La circonferenza massima è di 91,4 cm e l’altezza è di circa 11,4 cm. La parte a contatto col ghiaccio si chiama corona, un anello spesso tra 6 e 12 millimetri e con diametro di 12,7 cm. I lati convergono verso il basso e la parte interna è concava e vuota così da eliminare il ghiaccio. La parte a contatto con le altre pietre nel gioco è detta strikeband.

Gli attrezzi più moderni sono ben formati e molto performanti nei tipi di granito e sono composti da vari pezzi. Hanno un cilindro interno che comprende le due corone e che è fatto di Blue Hone. Il resto dello stone invece è dell’altro granito.

Una stone utilizzata nel curling
Una stone utilizzata nel curling

La leggenda della pietra dell’isola Aisla Craig

Su queste pietre aleggia una vecchia leggenda, secondo la quale una volta che la pietra di Aisla Craig sarà esaurita il mondo finirà perché non si potrà più giocare a curling. Ad oggi ogni stone è in grado di resistere per 50 anni prima di essere sostituita.

L’ultima raccolta di granito sull’isola risale al 2002 e sono state prese 1500 tonnellate di Common Green e 270 tonnellate di Blue Hone. Quantità sufficiente per coprire Giochi olimpici ed ordini vari. Il curling è una disciplina olimpica apparsa ai giochi di Nagano, nel 1998, dopo che in precedenza era solo dimostrativa. Scozia, Usa e Canada sono da sempre le squadre più forti, oltre a Svizzera e Norvegia.

L’isola di Ailsa Craig

Pechino 2022, la rampa di Big Air Shougang alle Olimpiadi e le polemiche sui social

La rampa del Big Air Shougang costruita per le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 si trova di fianco ad un'acciaieria
La rampa del Big Air Shougang costruita per le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 si trova di fianco ad un'acciaieria

Si stanno svolgendo in Cina, a Pechino, le Olimpiadi Invernali 2022. Un grande successo di pubblico e di spettatori, ed anche tante medaglie azzurre che stanno arrivando per l’enorme soddisfazione di sportivi ed appassionati.

Oggi però parliamo della pista di Big Air per il freeski maschile e femminile, che si caratterizza per essere una gigantesca rampa di lancio usata dagli sciatori e che è posta proprio al centro di sito industriale non troppo bello a vedersi. La cosa è subito balzata agli occhi degli spettatori, e quindi cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.

Perchè fa discutere la sede dell’Big Air Shougang?

Il Big Air Shougang è una delle sedi per le gare delle Olimpiadi Invernali 2022 di Pechino, e sta facendo molto discutere in questi giorni sui social network perché gli organizzatori hanno deciso di posizionarla in un’area industriale, vicino ad un’acciaieria. Sono arrivati tanti commenti sul tema: “Sembra piuttosto distopico avere una sorta di impianto nucleare come sfondo per l’evento sciistico Big Air”.

La grande rampa del Big Air utilizzata per le gare di freeski sia maschile che femminile in effetti non è un gran bello spettacolo, e sorge proprio al centro di questa grande area industriale, che viene definito comunque parco industriale. Una zona che fa molto discutere in effetti, e per un motivo ben preciso.

Dove si trova la rampa Big Air Shougang?

Big Air Shougang è una sede olimpica che si caratterizza per essere una delle poche costruzioni realizzate in occasione delle Olimpiadi di Pechino 2022, visto che gli organizzatori hanno deciso di utilizzare gli impianti già utilizzati per le Olimpiadi di Pechino del 2008. Il freestyle solitamente è una disciplina che viene praticata sulle cime delle montagne, in mezzo alla neve, e quindi già questo ha destato non poca sorpresa ed interesse. Una rampa strana è sorta, posizionata proprio di fianco alle torri di raffreddamento dell’acciaieria nell’area industriale di Pechino.

Il parco industriale dove gli organizzatori hanno deciso di costruire e posizionare la Big Air, la gigantesca rampa olimpica, è un sito industriale riconvertito, che fa parte di un grandissimo progetto di riqualificazione di tutta l’area delle ex acciaierie, che sono state messe a nuovo proprio in occasione delle Olimpiadi di Pechino.

Ecco spiegato quindi il motivo di tanto clamore. Un bel progetto di riqualificazione che forse non è stato ancora completato e che all’occhio non fornisce di certo un bello spettacolo.

 

Pechino 2022, oro per l’Italia del curling grazie a Costantini e Mosaner

Grandi e importanti notizie arrivano in questi giorni da Pechino, dove si stanno svolgendo le Olimpiadi Invernali 2022. L’Italia sta dando dimostrazione di grande forza e tecnica e sta facendo emozionare i tanti sportivi ed appassionati che stanno seguendo le gare in diretta tv e streaming.

Nel curling andiamo fortissimi, e la coppia formata da Amos Mosaner e Stefania Constantini ha conquistato la medaglia d’oro nella categoria doppio misto. Siamo quindi campioni olimpici nel curling, disciplina che prima di quest’anno non ci aveva mai regalato grandi soddisfazioni nel corso della manifestazione a cinque cerchi.

Prima dell’edizione 2022, nel curling avevamo partecipato con la nostra nazionale anche all’edizione di Torino del 2006 (con la squadra maschile e quella femminile) e a quella di PyeongChang nel 2018 con il quartetto maschile. In tutte le occasioni non eravamo riusciti a qualificarci nemmeno per le fasi ad eliminazione diretta.

Chi sono i vincitori della medaglia d’oro di curling?

Amos Mosaner e Stefania Constantini sono stati grandissimi ed hanno rappresentato l’Italia in maniera perfetta, unendo tutti gli appassionati davanti allo schermo che sono rimasti estasiati e sorpresi dalla bravura della coppia. Ventisei anni per lui, di Val di Cembro e 22 anni per lei, di Cortina d’Ampezzo. L’Italia nel curling ha interpretato un torneo perfetto che si è manifestato con un percorso netto sul ghiaccio del National Aquatics Centre di Pechino.

Pensate che le vittorie sono state ben 9 su 9 nel round robin, e poi abbiamo sconfitto di gran lunga la Svizzera in semifinale e la Norvegia in finale, domata con relativa facilità. Per questi due ragazzi già si parla della “coppia più bella del mondo”, che è entrata inevitabilmente nel cuore di ogni italiano che segue gli sport invernali ed in particolare le Olimpiadi.

Questo percorso rimarrà nella storia e negli annali dello sport nazionale ed internazionale, oltre la medaglia insomma resterà un ricordo indelebile. Cinque giorni perfetti fatti di bocciate, stone, lacrime di gioia e sorrisi. Ora si prosegue con le altre gare, sperando che i successi siano ancora tanti!

Webcam Sestriere – Situazione neve e meteo sulle piste da sci

Webcam Sestriere – Cit roc

Webcam Sestriere – Trebials monte


Webcam Sestriere – Trebials valle


Webcam Sestriere – Anfiteatro – Pragelato – Pattemouche monte


Webcam Sestriere – Jolly

Webcam Sestriere – Monte Fraiteve

Webcam Sestriere live – scuola sci

Webcam Sestriere live – Sises

Webcam Sestriere live – Alpette

Tutte le informazioni sulla località di Sestriere

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Webcam Ovindoli – Situazione neve e meteo sulle piste da sci

Webcam Ovindoli Monte Magnola – piazzale telecabina “Le Fosse” 1.450 mt.

Webcam Ovindoli Monte Magnola – sbarco telecabina “Le Fosse” 1.880 mt.

Webcam Ovindoli Monte Magnola – Piazzale biglietteria “Le Fosse” 1.450 mt.

Webcam Ovindoli Monte Magnola – Imbarco “Dolce Vita”
1.419 mt.

Webcam Ovindoli Monte Magnola – Piazzale “BRIN-Anfiteatro” 1.785 mt.

Webcam Ovindoli Monte Magnola – Valle “Monte Freddo” 1.708 mt.

 

Webcam Ovindoli Monte Magnola – Imbarco “Monte Freddo” 1.708 mt.

Webcam Ovindoli Monte Magnola – Imbarco “Topolino”

Webcam Ovindoli Monte Magnola – Panorama “Chalet Monte Freddo” 1.944 mt.

Webcam Ovindoli Monte Magnola – Rifugio Telespazio 1.944 mt.

 

Tutte le informazioni sulla località di Ovindoli

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Verstappen sul ghiaccio con le gomme chiodate e il numero sulla Red Bull

Il primo Gran Premio della prossima stagione di Formula 1 si disputerà il prossimo 20 marzo in Bahrain. ma Max Verstappen sembra essere già pronto, e dopo aver vinto il Mondiale 2021 ecco che ha deciso di correre con la sua monoposto sul ghiaccio.

Tra poche settimane il campione di F1 tornerà in pista per effettuare i primi test sul circuito di Barcellona, ma già ha avuto modo di testare la sua vettura con il nuovo numero 1 sul muso, che indica il numero del Campione. Dopo il grande trionfo su Hamilton all’ultima curva e le lunghe vacanze tra Brasile e Miami eccolo tornare in pista con la sua Red Bull per una sfida sul ghiaccio, molto particolare.

Max Verstappen ha infatti guidato sul circuito GP Ice Race, dentro all’aeroporto di Zell am See, in Austria. Qui è andata in scena una sfida contro il campione di speedway Franky Zorn. In realtà il campione di Formula 1 non è nuovo a guidare sulla neve, visto che ci aveva regalato questa emozione già in passato, alla pista da sci Streif di Kitzbuhel.

Dopo aver corso sul ghiaccio Verstappen ha dichiarato: “Sembra un po’ diverso, ma alla fine della giornata è ancora una macchina di Formula 1. Nei test possiamo fare un sacco di giri e ottenere molte informazioni sulla vettura, che è importante. Non vedo l’ora di ricominciare”.

La giornata è stata davvero una bella esibizione, e Red Bull ha mostrato come sia davvero possibile unire il grande spettacolo alla tecnica e alla straordinaria qualità della competizione. Così il marchio che detiene anche la scuderia di F1 inizia a prepararsi per la prossima stagione. La Red Bull RB8, che era quella del campionato del 2012, è una delle ultime vetture ancora non ibride del circuito, con 750 CV e 18.000 giri motore. Max ha messo le gomme chiodate ed è sfrecciato sul ghiaccio, facendo sentire tutta la potenza del motore.

Grande abilità del pilota, il fascino del circuito con la neve e la particolarità delle gomme chiodate. Tutto questo è stato uno spettacolo unico, che ha visto protagonisti due campioni come Max Verstappen e il campione europeo di speedway sul ghiaccio Francky Zorn. Nel video ufficiale si vede nei dettagli la grande performance dei due.

“Questa è stata la mia prima volta sul ghiaccio con un’auto di Formula 1 e davvero non vedevo l’ora”, ha affermato Verstappen. “È stato interessante e parecchio scivoloso, quindi fate attenzione. Tutto è molto freddo, inclusi i freni, e ovviamente queste auto da corsa non sono progettate per la guida su ghiaccio, il che rende tutto molto più difficile, ma anche molto divertente”.

Guarda il video di Max Verstappen che guida a tutto gas sul ghiaccio

 

Cina, video del robot a sei zampe che può sciare

Il futuro non si ferma e anzi corre velocissimo, tanto è vero che in questi giorni è stata presentata una bella novità pe ciò che riguarda la montagna e la neve. Un robot a sei zampe in grado di sciare, che secondo l’azienda che l’ha costruito sarà in grado prossimamente anche di competere in gare specialistiche e di pattugliare le montagne o dare supporto nei salvataggi in montagna.

Il progetto è del team di ricercatori della Shanghai Jiao Tong University, che hanno anche pubblicato foto e video dell’ultima novità in termini di tecnologia e montagna. Si tratta appunto di un robot a sei zampe che è in grado di sciare proprio come gli atleti olimpici. L’obiettivo è proprio questo alla fine, anche se per ora i test che sono stati effettuati si sono svolti solo su piste per principianti o per sciatori di livello intermedio.

In queste prove il robot ha mantenuto l’equilibrio in piedi discretamente, ha evitato ostacoli e girato ed ha percorso 400 metri con una pendenza di 18 gradi e con una velocità di 10 metri al secondo. Il robot ha dimostrato di essere agile e flessibile, con le zampe posizionate al centro che gli permettono di afferrare e mantenere gli oggetti, come per esempio i bastoncini da sci nel caso di competizioni sciistiche.

Tra i compiti portati a termine dal robot ci sono la corsa, pianificazione del percorso, deviazione ostacoli e interazione con l’uomo grazie ad un rilevamento intelligente e al controllo della frenata. Nel team di ricerca c’è anche il ricercatore Gao Feng, il quale ritiene che prossimamente il robot potrà gareggiare nello sci robotico ed essere da supporto per i salvataggi in montagna e per il pattugliamento.

Un bel passo in avanti sarebbe per la parte dei soccorsi che riguardano la montagna, anche se il robot è pensato prima di tutto per le gare su pista. Esperimento che arriva proprio mentre a Pechino si stanno svolgendo le competizioni per le Olimpiadi Invernali 2022, e il progetto fa infatti parte del programma “Olimpiadi invernali con scienza e tecnologia”.

 

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