Per chi conoscesse il Monte Nerone, dove Filippo Biagianti ha girato questo spettacolare video, è una montagna con una altezza di 1525 m s.l.m. situata nella catena appenninica umbro-marchigiana in provincia di Pesaro-Urbino a nord del Monte Catria.
Ha come particolarità quella di essere posizionata nei territori di ben tre comuni: Apecchio, Cagli e Piobbico.
Monte Nerone coperto di neve nel video spettacolare girato da Filippo Biagianti
Sci di fondo, Bolshunov impazzisce e colpisce il suo rivale a Lahti guarda il video
Incredibile quello che è successo a Lahti durante la coppa del mondo di sci di fondo. Lo sciatore Alexander Bolshunov non riesce a star dietro al finlandese Maeki ed arrabbiato per il suo secondo posto nella staffetta di oggi, all’inizio cerca di colpire violentemente con i bastoncini il suo rivale durante gli ultimi metri della volata e non contento gli si butta addosso colpendolo di nuovo dopo che il finlandese aveva oltrepassato il traguardo.
Palaghiaccio di Ussita, in partenza l’iter progettazione per la riapertura
Importanti novità che riguardano il Palaghiaccio di Ussita. Al via infatti la procedura per l’assegnazione dell’appalto del progetto esecutivo e definitivo per riaprire la struttura dopo i lavori di adeguamento sismico ed efficientamento energetico.
Il Palaghiaccio di Ussita, che si trova in località Pratolungo, era stata danneggiata dal terremoto del 2016, ed i tanti appassionati non avevano più potuto usufruirne. Ora si sta avvicinando la data per dare il via ai lavori dopo il ripristino funzionale. Un progetto che vale 2 milioni e 847 mila euro.
Questa è la cifra disponibile per il progetto che è stata approvata dall’Ufficio speciale ricostruzione, e che permetterà tra le altre cose anche di rinnovare interamente l’impianto che permetteva di pattinare sul ghiaccio.
Ma qual è la situazione attuale burocratica per l’avvio dei lavori? La stazione unica appaltante della provincia di Macerata ha dato il via alla manifestazione di interesse. Poi subito dopo ci sarà la procedura negoziata ad invito a cui parteciperanno dieci studi o progettisti che dovranno preparare il progetto definitivo ed esecutivo per quella che sarà l’operazione di recupero del Palaghiaccio di Ussita dopo i danni causati dal sisma del 2016. L’importo complessivo sarà di 178 mila euro.
Che cosa vuol dire il Palaghiaccio per Ussita e per tutto l’entroterra è quasi inutile ribadirlo. Un punto di riferimento per il comune e per tutto il settore turistico regionale, che ogni anno richiamava nella nostra regione tantissime presenze turistiche anche da fuori regione, e che era sfruttato poi in tutte le stagioni, per quel processo di destagionalizzazione turistica indispensabile per le nostre aree montane.
Una volta che sarà pronto e stilato il progetto definitivo ed esecutivo, ci sarà la gara d’appalto che decreterà a chi saranno affidati i lavori di adeguamento della struttura. Complessivamente si prevedono tempi di circa un anno o un anno e mezzo prima che si possano cominciare i lavori veri. Vanno poi aggiunti i tempi di esecuzione proprio dei lavori, che al momento non sono prevedibili.
I più ottimisti parlano del 2023 inoltrato per vedere la struttura operativa e per poter quindi tornare a pattinare nel Palaghiaccio come facevamo un tempo.
Intanto ci sono altre novità che riguardano le aree montane e il sisma del 206. A Visso infatti, comune vicino ad Ussita anch’esso molto toccato dal terremoto, è iniziata la procedura per l’affidamento del progetto definitivo ed esecutivo per i lavori di mitigazione della frana e della caduta dei massi in via Ussita.
Il progetto di fattibilità era stato infatti redatto da Eco Geo Engineering di Perugia. Il via libera era arrivato dall’ufficio speciale ricostruzione per un importo di un milione e 152 mila euro. Per la progettazione l’importo era di 60 mila euro, mentre quello per i lavori per intervenire sull’area interessata dal dissesto e per rimuovere la frena sono di 695 mila euro.
Il prossimo passo è un’indagine di mercato, e poi la stazione unica appaltante della Provincia di Macerata anche in questo caso indirà la procedura negoziata con la quale sarà affidata la progettazione definitiva ed esecutiva per realizzare l’intervento.
Ufficiale: slitta ancora l’apertura degli impianti sciistici, prevista ora per il 15 febbraio
Ora è ufficiale, gli impianti siistici non riapriranno il 18 gennaio come era inizialmente previsto, ma si dovrà aspettare almeno fino al 15 febbraio. A confermarlo il nuovo Dpcm firmato oggi da Giuseppe Conte. Ma già qualche giorno fa era stato il Ministro della Salute Roberto Speranza, che in Parlamento ha presentato le nuove misure stringenti per affrontare l’emergenza legata al Covid-19.
Tra queste, appunto, lo slittamento dell’apertura degli impianti sciistici al 15 febbraio sempre che i numeri non peggiorino però nel frattempo. Un confronto duro e acceso quello che è andato in scena tra Stato e Regioni, e che ha portato ad adottare questo nuovo provvedimento che inasprisce le misure su tutto il territorrio nazionale, per prevenire la terza ondata del virus che sembra comunque ormai data per certa. Gli esperti infatti avvertono: “Necessaria una nuova stretta visto l’impatto ancora alto del virus sull’occupazione dei posti letto ospedalieri”.
La stagione sciistica 2020/2021 non riesce quindi a partire: molti impianti hanno dovuto chiudere anticipatamente i battenti, per molti altri invece non vi è stata nessuna apertura. D’altra parte già il Ministro aveva annunciato lo slittamento dell’apertura degli impianti sciistici a Che tempo che fa su Rai3: “Ci aspettano settimane molto dure, nelle quali avremo ancora bisogno del massimo rigore”. In particolare poi, soffermandosi sulla questione sci, aveva dichiarato: “Mi sembra difficile ipotizzare che, con le scuole superiori chiuse, si possa immaginare di aprire le piste da sci…”.
Restano chiuse, insieme agli impianti sciistici, anche palestre e piscine. Cosa ritenuta inevitabile da più parti, visto che i contagi stanno risalendo, così come l’indice di trasmissibilità, e che gli ospedali stanno tornando in sofferenza. Una scelta, quella di rinviare l’apertura degli impianti, che trova comunque d’accordo in linea di massima anche le Regioni.
Nelle ore che hanno preceduto il nuovo Decreto, la scelta di rinviare l’apertura degli impianti sciistici era stata così commentata dai rappresentanti delle Regioni dell’arco alpino: “Prendiamo atto dell’ipotesi annunciata dal governo di un nuovo rinvio dell’apertura degli impianti di risalita e del conseguente incremento della crisi di tutto il comparto turistico invernale della montagna, e chiediamo al governo di assumere un impegno serio nei confronti di questo settore, garantendo ristori certi, immediati e proporzionati alle perdite subite”. Queste erano state le parole dei partecipanti alla Commissione Speciale Turismo della conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Il Cts ha giudicato imprudente riaprire le aree sciistiche il 18 gennaio, così come era previsto dal precedente Dpcm. Per gli esperti sono 4 gli elementi che hanno resa necessaria questa scelta: l’impatto ancora alto del virus sull’occupazione dei posti letto ospedalieri, la campagna vaccinale, la preoccupante situazione internazionale e la possibile sovrapposizione dell’influenza stagionale con il Covid. Ecco perché lo Stato di emergenza è stato prolungato fino al prossimo 30 aprile.
A riprova di quanto timore ci sia attorno alla situazione impianti sciistici, c’è la scelta già ufficiale di svolgere i Campionati del Mondo di sci alpino in programma a Cortina d’Ampezzo dal 7 al 21 febbraio 2021 a porte chiuse, senza quindi la presenza di pubblico. Gli organizzatori ora sono in attesa di sapere quali saranno, nello specifico, i protocolli di sicurezza da adottare.
Nella conferenza Stato-Regioni si è comunque discusso appunto dei protocolli e delle linee guida che dovranno essere adottate dagli impianti al momento della riapertura, nelle stazioni e nei comprensori sciistici. Il testo sarà poi valutato dal Cts. “Durante i lavori della Commissione – hanno detto i rappresentanti delle Regioni – sono emerse le richieste che saranno avanzate al governo, in particolare una data garantita di apertura, ristori certi e immediati e proporzionati al minor fatturato della stagione agli impianti di risalita e a tutte le attività correlate”.
Nel nuovo Decreto annunciato dal Ministro Speranza, ci sono qujndi alcuni punti fermi che vogliamo ricordarvi:
- prolungamento dello stato di emergenza fino al 30 aprile;
- rinvio dell’apertura di impianti sciistici, palestre e piscine al prossimo….
- mantenimento delle fasce di rischio in cui è divisa attualmente l’Italia;
- inasprimento dei parametri per il passaggio in fascia arancione e rossa;
- istituzione di una zona bianca per le Regioni con indice Rt più basso;
- confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino;
- vietato l’asporto di cibi e bevande dai bar dopo le ore 18;
- vietato spostarsi tra Regioni diverse, anche se in zona gialla;
- confermata la deroga per ospitare in casa al massimo due parenti (esclusi i minori);
- riapertura dei musei nelle zone gialle;
- riapertura impianti sciistici il 15 febbraio.
Come vi avevamo anticipato qualche giorno fa, va attenzionata la situazione in Alto Adige, dove una parte degli studenti delle scuole superiori è tornata in presenza e dove erano state promesse dal Governatore misure speciali per lo sci.
Sci e Covid, slitta ancora l’apertura degli impianti sciistici
Sembra davvero che non ci sia pace per la stagione sciistica 2020/2021, visto che a quanto pare sarà rinviata l’apertura degli impianti sciistici in tutta Italia che era prevista per il 18 gennaio.
Dopo il confronto tra il Governo e le Regioni, il nuovo Dpcm previsto per il 15 gennaio dovrebbe ratificare alcune misure più stringenti valide per tutto il territorio nazionale, per cercare di limitare la circolazione del virus ed una ormai quasi certa terza ondata.
Confermata quindi la linea dura del Governo, con alcune misure che saranno confermate in toto, come annunciato dal Ministro della Salute Roberto Speranza, ospite a Che tempo che fa su Rai3 : “Ci aspettano settimane molto dure, nelle quali avremo ancora bisogno del massimo rigore”.
Sembra che il Ministro illustrerà il nuovo Decreto mercoledì 13 in aula, ma tra le misure confermate sembra ormai certo che ci sarà anche quella che vede imporre la chiusura forzata per gli impianti sciistici, che inizialmente dovevano riaprire il 18 gennaio. Lo stesso Ministro ha così commentato: “Mi sembra difficile ipotizzare che, con le scuole superiori chiuse, si possa immaginare di aprire le piste da sci…”.
Insieme agli impianti sciistici dovrebbero poi rimanere chiuse anche piscine e palestre, almeno fino al 31 gennaio. D’altra parte la curva dei contagi sta risalendo, e sembra non ci siano altre soluzioni per la stagione sciistica se non quella di un altro rinvio. Su questa scelta anche le Regioni sembrano essere d’accordo in linea di massima.
Da attenzionare la situazione in Alto Adige, dove una parte degli studenti delle scuole superiori è tornata in presenza e dove erano state promesse dal Governatore misure speciali per lo sci.
Video dell’inseguimento crudele di 4 lupi con l’auto le immagini vergognose al vaglio delle forze dell’ordine
In questi giorni si sta diffondendo nel web un video in cui si vedono persone all’inseguimento di 4 lupi con la loro auto. Immagini vergognose che ora, per fortuna, sono al vaglio delle forze dell’ordine che stanno cercando di identificare gli uomini.
“Adesso li scanno. Siamo a 50 all’ora, è da 2 chilometri che corrono come bestie”. Queste sono le parole che si sentono ad accompagnare il video che è stato diffuso sul web, e che è sostanzialmente fatto con il cellulare di un uomo che si trova a bordo della sua vettura con la quale ha deciso di inseguire in maniera brutale, barbara e aggressiva 4 lupi, i quali hanno dovuto iniziare a correre per non essere investiti.
La zona dove è avvenuto il fatto è al Passo Tre Croci, in direzione Auronzo di Cadore. Nel video si vedono benissimo 4 poveri lupi che corrono senza sosta per sfuggire all’uomo in macchina, che ha i fanali puntati proprio verso i poveri animali. Il tutto dura per ben 3 lunghissimi minuti.
“E il lupo non c’è, e il lupo non c’è. E questo che cos’è? Siamo a 50 all’ora. Questi sono lupi, non sono cani”, si sente dire dall’uomo che sta registrando il video a bordo della sua auto. Lo stesso uomo che poi continua dicendo: “Adesso li scanno, voglio vedere, Non cedono di mezza virgola”. E poi addirittura inizia a suonare il clacson più volte, per spaventare ancor di più gli animali.
Verso la fine del video, poi, si vede che c’è solo un animale a continuare a correre, mentre per fortuna gli altri 3 si sono allontanati dalla strada grazie alla loro forza e alla loro volontà, che li ha portati a risalire i mucchi di neve a bordo della strada. L’uomo allora decide di affiancare l’animale, rischiando addirittura di investirlo.
Dalla voce dell’autista si sente benissimo dire che “le bestie”, come le definisce lui, ormai corrono da due chilometri. Il video, sempre secondo questa persona davvero cinica e senza cuore, è stato girato per “dimostrare della presenza di lupi in valle”. Subito però è scattato l’allarme nella zona, ed è partita una “caccia all’uomo” per capire chi sia stato colui che si è permesso di girare un video che sta davvero spopolando sul web, e che ha toccato nell’animo molte persone.
Va sottolineato poi doverosamente che visto il periodo nel quale ci troviamo, in pieno inverno, le temperature sono molto basse soprattutto in queste zone di piena montagna ed in questi giorni in cui è caduta molta neve. I lupi quindi molto probabilmente vanno incontro ad una stagione rigida e difficile, e possono facilmente trovare la morte purtroppo. Questo dispendio di energie inutile a cui l’uomo ha sottoposto gli animali, non fa che accelerare tale percorso di morte.
Come abbiamo detto, il video sta già facendo il giro del web, e sono stati moltissimi gli animalisti che subito hanno denunciato l’accaduto. In molte pagine che diffondono informazioni in difesa degli animali, si stanno moltiplicando gli appelli per condividere il video il più possibile, così da facilitare alle forze dell’ordine il rintracciamento dell’uomo per garantire che giustizia sia fatta e per dargli la sanzione che merita.
Vi ricordiamo, infatti, che inseguire un animale con il proprio mezzo è considerato reato! Una cosa più o meno simile era accaduta anche lo scorso maggio, quando erano stati individuati due uomini che avevano diffuso un video dopo aver inseguito un’orsa e il suo cucciolo. I due uomini erano stati interrogati nella Stazione forestale e poi sanzionati per disturbo della fauna selvatica. Speriamo che anche stavolta si riesca ad identificare e punire l’uomo.
Perché oltre che il rispetto semplice delle leggi, c’è anche una moralità che dovrebbe contare qualcosa, e perché chi ama e vive la montagna, sa che in queste zone ci sono delicatissimi equilibri che è un reato andare a toccare. Queste specie di animali che popolano ancora queste zone vanno protette, preservandone la bellezza e l’importanza.
Con il lanciafiamme scioglie la neve davanti casa, il video
Il video diventato subito virale è stato girato in Kentucky da Beth Browning la moglie di Timothy Browning. Chi è Timothy Browning? Un pazzo che per sgombrare la neve caduta sul suo viale di casa invece di usare la classica pala ha deciso di usare un lanciafiamme. Si avete letto bene un lanciafiamme e non è tutto!! E’ sceso in strada coperto solo con il suo accappatoio preferito, un cappello con il pelo ed indossando delle pantofole di pezza. Dopo alcuni minuti tra una birra ed un sigaro ha sciolto tutta le neve intorno casa.
Nel giro di pochi giorni Timothy Browning è diventato così l’eroe del web.
Abetone, altezza neve in aumento
Le foto sono state scattate oggi nella località sciistica Abetone in Toscana.
Campo Imperatore, oltre 2 metri e mezzo di neve
Il 2021 è iniziato con oltre 2 metri e mezzo di neve a Campo Imperatore in Abruzzo. Purtroppo a causa del covid al momento tutti gli impianti di risalita sono chiusi.
La speranza è che le località sciistiche possano ripartire presto, molto probabilmente il prossimo 18 gennaio come abbiamo scritto nell’articolo pubblicato ieri, così che tutto l’indotto ne possa giovare.
Covid e Sci, apertura impianti dal 18 gennaio le ultime dal Ministero della salute
Ora è ufficiale, gli impianti sciistici riapriranno il 18 gennaio, così come comunicato oggi dal Ministro della Salute Roberto Speranza.
Negli scorsi giorni le Regioni e le Province autonome avevano chiesto un rinvio della riapertura degli impianti, attraverso una lettera fatta pervenire al presidente della conferenza delle Regioni Bonaccini. La Coldiretti non aveva perso tempo nel puntualizzare che un rinvio delle aperture avrebbe causato non pochi problemi a tutto l’indotto.
Ma il Ministro Speranza ha firmato oggi l’ordinanza con cui rinvia la riapertura degli impianti sciistici al 18 gennaio 2021, rispetto alla prima data del 7 gennaio. Sul finire di dicembre il Cts aveva inviato alle Regioni una serie di osservazioni sui protocolli di sicurezza, chiedendo che fossero più aderenti alle varie fasce con cui sono classificate oggi le varie regioni italiane.
In un comunicato congiunto, gli assessori con delega allo sci delle Regioni e delle Province autonome dell’arco alpino e dell’Abruzzo dichiarano: “Grazie al lavoro di squadra delle Regioni e delle Province autonome iniziato in Commissione Turismo abbiamo finalmente una data di apertura credibile e seria: il 18 gennaio. Ora si può finalmente ripartire in sicurezza. Il Governo ha finalmente ascoltato le Regioni e le Province autonome: siamo soddisfatti della decisione del Ministro Speranza. Oltre all’approvazione del protocollo, per cui aspettiamo la definitiva validazione del Cts, avevamo chiesto una data certa per permettere all’intero mondo della montagna invernale di prepararsi a dovere”.
Il comunicato è stato poi condiviso anche dall’assessore allo Sport e giovani della Lombardia Martina Cambiaghi, da Fabrizio Ricca, assessore allo Sport della Regione Piemonte, Luigi Giovanni Bertschy, vicepresidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Federico Caner, assessore al Turismo della Regione Veneto, Daniel Alfreider, vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Roberto Failoni, assessore al Turismo della Provincia Autonoma di Trento, Sergio Bini, assessore al Turismo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Daniele D’Amario, assessore al Turismo Regione Abruzzo.
Ma dal Trentino alla Valle d’Aosta, ora l’attenzione si sposta sui ristori, ciò che chiedono a gran voce sia le Regioni che gli operatori del settore sciistico. L’assessore al Turismo della Provincia autonoma di Trento, Roberto Failoni, commenta: ” Adesso serve certezza. C’è stato un segnale di grande responsabilità delle Regioni con l’approvazione del protocollo impianti che ha recepito i suggerimenti del Cts. E penso di poter dire che le Regioni hanno fatto anche un assist all’esecutivo, perché in teoria si doveva ripartire il 7 gennaio. Una cosa deve essere chiara: il mondo della montagna invernale non si organizza in 24 ore e soprattutto i lavoratori e le aziende hanno diritto di avere delle risposte rapide. Anche sul versante dei ristori.
Quello della riapertura degli impianti sciistici è un problema anche perché non vi è uniformità con il resto dei Paesi alpini, come l’Austria. La preoccupazione è che il personale qualificato possa spostarsi a lavorare altrove per cercare reddito. Valeria Ghezzi, presidente di Anef, cui fanno capo circa il 90% delle 400 aziende funiviarie italiane sia negli Appennini che nelle Alpi e nelle isole, commenta: “La questione non è rinunciare allo sci, ma tutti i posti di lavoro che ci sono in ballo. In questo modo mandiamo a picco la montagna. Si tratta di oltre 1.500 impianti, con una forza lavoro stimata di circa 13.000 unità, tra fissi e stagionali, nel periodo di piena attività. Noi come categoria non abbiamo avuto nulla a marzo e nulla fino ad oggi. I maestri di sci, forse, ad aprile avranno preso i 1.000 euro per le partite Iva. Secondo me quello che a Roma non è ancora chiaro è che per noi questi quattro mesi di stagione invernale valgono 12, perché l’estate, sul fatturato annuo, incide solo per il 5-10%. Quindi il 90% lo facciamo d’inverno, fino ad aprile”.
A farle eco anche il Sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina: “Se non ci mettono nelle condizioni di lavorare, bisogna che ci siano i ristori, come negli altri Paesi europei. Sappiamo che la coperta è corta, ma se non possiamo lavorare e se i ristori non arrivano qui è un disastro. Il 18 gennaio è una deadline oltre la quale è difficile andare”. E sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche il vicepresidente della Regione Val d’Aosta e assessore allo Sviluppo economico, formazione e lavoro Luigi Bertschy: “Questa data la riteniamo l’ultima per poter dare un senso a questa stagione invernale e per programmare sia le assunzioni che le aperture degli impianti. D’altro canto, per la prima parte della stagione servono ristori per le società di impianti a fune, per i maestri di sci, per tutti gli operatori che in questo periodo sono rimasti fermi e senza reddito”.