Pechino 2022, le prime Olimpiadi invernali svolte su neve artificiale

In questi giorni si stanno svolgendo le gare delle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. Ma la particolarità è che sono le prime a svolgersi interamente su neve artificiale. Una scelta precisa che però non è stata di sicuro ecologica e sostenibile.

I Giochi Olimpici Invernali di Pechino del 2022 hanno avuto inizio lo scorso 4 febbraio. Competizione che passerà certamente alla storia perché Pechino è la prima città che ospita sia le Olimpiadi Invernali che quelle estive. Ma l’altro primato di questi giochi non è così positivo, visto che queste sono le prime Olimpiadi a svolgersi quasi interamente su neve artificiale.

Una notizia che già dal momento in cui è uscita ha creato non poche polemiche soprattutto tra gli ambientalisti. Vero è che queste Olimpiadi sfruttano energia da fonti rinnovabili e che molte sono le iniziative a tema ambientale, ma la scelta della neve artificiale ha reso tutto un po’ meno green.

Il rapporto “Slippery Slopes: How Climate Change is Threatening The Winter Olympics” pubblicato da scienziati dell’Università Loughborough di Londra ha sottolineato come per coprire ben 800 mila metri quadrati di superficie destinate a gare olimpiche a Pechino ci sono voluti oltre 180 milioni di litri d’acqua e un costo di 80 milioni di €.

Pensate che tutto ciò avviene a Pechino, che è una delle capitali più assetate del pianeta con meno di 190 metri cubi d’acqua all’anno per ognuno dei 24 milioni di abitanti. Una quantità che è inferiore del 20% rispetto alla soglia di sicurezza che ha stabilito l’Onu. Da Pechino fanno sapere che l’acqua sprecata è solo il 2% di quella del fabbisogno.

Al centro sciistico di Yanqing cadono ogni anno solo 21 cm di neve in media, ma per le gare ci sono voluti 1,2 milioni di metri cubi di neve artificiale. Per coprire di ghiaccio e neve tutti gli impianti ci sono voluti dispositivi lungo i percorsi, molto dispendiosi energicamente, tra cui torri di raffreddamento dell’acqua, generatori di neve e cannoni.

Ma anche in termini tecnici la neve artificiale non è poi così azzeccata come scelta, perché è più ghiacciata e scivolosa di quella naturale. Per andare incontro agli ambientalisti il governo ha deciso di sfruttare le infrastrutture già presenti dai Giochi Olimpici estivi del 2008, anche se si è dovuto comunque crearne di nuovi. Tra i nuovi impianti alcuni hanno molto impatto ambientale, come quelli di Yanqing e Zhangjiakou al centro della riserva di Songshan.

Un quarto della riserva è stato distrutto per la costruzione di strade, edifici e parcheggi. Piante e sottosuolo non sono stati distrutti ma sono stati spostati in altre zone della montagna. La professoressa Carmen de Jong, docente di Idrologia presso l’Università di Strasburgo, ha dichiarato alla BBc: “La riserva naturale ha perso circa il 25 percento della sua superficie, che ha un’altissima biodiversità e specie protette come l’aquila reale”.

Ma gli scienziati fanno anche sapere che l’eliminazione del terriccio potrebbe aumentare il rischio di smottamenti e di erosione inquinando le acque e creando danni agli habitat. Insomma, non proprio le Olimpiadi più green della storia.

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