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10 cose da fare a Champoluc

Nel comune valdostano di Ayas si trova la piccola frazione di Champoluc. Proprio nel centro della Val d’Ayas, questo splendido paesino si raggiunge percorrendo una strada che dal centro di Verrès attraversa tanti piccoli borghi della montagna e che corre lungo il torrente Evançon. Il paese di Champoluc si trova ai piedi del massiccio del Monte Rosa, e garantisce un ambiente unico per il divertimento di tutta la famiglia e degli amanti del freeride. Ora vi offriamo una panoramica sulle 10 cose da fare a Champoluc

Champoluc fa parte del comprensorio sciistico del Monte Rosa ski

Certamente da non perdere l’esperienza di sciare sul Monte Rosa, con 3 vallate da scoprire su 180 km di piste per un totale di otto ore di sci senza mai stare sulla stessa pista. La ski area del Monte Rosa ski offre tante alternative a grandi e piccini e per questo molto amato dalle famiglie. Questa zona viene chiamata Freeride Paradise, ideale per gli amanti del fuoripista. Da provare le discese del Passo dei Salati e i percorsi in neve fresca di Alagna.

Molto bello anche il circuito che si sviluppa nelle tre valli: la Val d’Ayas e la Valle di Gressoney in Valle d’Aosta e, infine, la Valsesia, in Piemonte. Percorrendolo potrete arrivare nella stessa giornata fino ad Alagna, visitare il paesino e poi ritornare in Valle d’Aosta.

Freeride e heliski Champoluc

Come detto questo è un luogo ideale per chi ama il Freeride: ci sono molti tracciati tra i boschi e sui pendii, oppure potete arrivare fino al passo dei Salati con l’impianto Funifor Passo dei Salati-Indren. Per chi ama le emozioni vere, ecco la discesa fuoripista dalle vette del Monte Rosa partendo a bordo di un elicottero. Si chiama heliski ed è una pratica molto amata dai freerider perché qui in quota ci sono nevi perenni e innevamento per tutta la stagione.

Passeggiate sulla neve con le ciaspole a Champoluc

Se volete proseguire nelle attività senza sci o snowboard ai piedi, qui a Champoluc ci sono percorsi da fare con ciaspole e racchette, che vi faranno scoprire paesaggi unici. Tra i vari percorsi sono da segnalare:
– itinerario per principianti: passeggiata nel vallone isolato di Mascognaz dentro una pineta e fino al borgo Walser di Mascognaz con vista su Monte Rosa e Cervino;
– itinerario intermedio: sentiero lungo le mulattiere storiche fino a Barmasc;
– itinerario per esperti: partenza da St. Jacques fino alle falde del ghiacciaio di Verra, dentro una pineta e alla vista del Lago Blu.
Sempre per chi ama i percorsi, ma questa volta con gli sci ai piedi, vi consigliamo di prenotare una giornata di sci alpinismo insieme alle guide del posto, amagri cercando di vedere il leggendario e raro animale Dahu che si dice viva tra questi monti. In questa zona tra l’altro si tiene il trofeo biennale Mezzalama, gara di sci alpinismo con partenza da Cervinia, percorso lungo il Monte Rosa oltre i 4000 metri ed arrivo a Gressoney-La-Trinité.

Parco giochi per bambini Champoluc

Se venite a Champoluc con i bambini ideale per voi è il parco giochi sulla neve in zona Crest: ci sono tapis roulant, slitte e gommoni, gonfiabili e tappeti elastici e vari giochi. sempre per i più piccoli ci sono le piste facili nella vicina località di Antagnod.

Oltre le piste vi consigliamo anche di scoprire la cultura Walser del posto, con una bella visita nel paese vecchio di Champoluc. Potete provare i sabots ed entrare in un rascard. Vi consigliamo anche di vedere i villaggi di Mascognaz, Frantze, Crest, Cuneaz, Resy, Saint Jacques e altri.

Parco avventura Champoluc

Molto interessanti le moltissime attività che si possono fare all’aperto. Il parco avventura di Champoluc è aperto a tutti anche in inverno, con un percorso acrobatico con 30 attività diverse tra ponti, funi, scale e alberi. Potete poi provare, se anate l’adrenalina su strada, l’ICE Driving School di Toyota e la pista da kart sul ghiaccio che si trovano allo Champoluc Driving Park. Oppure potete provare la fat-bike. In estate invece questa zona è meta di chi ama la mountain bike e il trekking con vari percorsi in montagna, passeggiate e arrampicate oppure con l’ice climbing nel periodo invernale. Nella stagione calda Ayas diventa meta di golfisti per tutti i livelli.

Cena in quota nei rifugi di Champoluc

Se verrete in vacanza qui non potete di certo farvi mancare una bella cena in quota. Potete risalire con la motoslitta o col gatto delle nevi e potete gustare la cucina valdostana circondati dalla neve. Ci sono due ristoranti che danno direttamente sulle piste: Il Ristoro Campo base all’arrivo della seggiovia Alpe Mandria con prodotti locali uniti a quelli etnici tibetani e la Baita Belvedere che si raggiunge con la telecabina Champoluc – Crest in cui si può anche alloggiare.

Molto bella anche l’esperienza della funicolare inaugurata nel 2009 che parte da Frachey e arriva all’Alpe Ciarcerio. Due veicoli con capacità di 100 persone e con veduta panoramica nella risalita. La prima funicolare ad uso turistico della Valle d’Aosta.

Terme Monterosa

Per concludere le vostre giornate vi consigliamo infine una osta alle terme Monterosa per massaggi, trattamenti olistici, idromassaggi e percorsi benessere. Il centro si trova a Champoluc ai piedi del ghiacciaio del Monte Rosa.

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Coworking Livigno, apre il primo ufficio alpino sulle piste da sci

Apre a Livigno il primo coworking alpino proprio vicino alle piste da sci. Il locale si sviluppa su una superficie di 200 mq ed è facilmente raggiungibile grazie alla sua posizione vicina alla stazione della funivia del Mottolino. Potrà ospitare fino a 20 utenti (uno per postazione) che potranno usufruire di un ampia area relax, una connessione internet wi fi superveloce, una sala riunione, stampanti, maxi schermo per proiezioni e due salette insonorizzate. Nelle prime tre settimane, la struttura ha già ospitato circa 50 utenti e due riunioni aziendali.

Quanto costa lavorare nel coworking di Livigno?

Il costo per mezza giornata è stato fissato a 9 euro mentre l’intera giornata costa solo 15 euro.

Coworking Livigno

Lo spazio coworking è stato ispirato dai primi esempi di coworking negli Stati Uniti e rappresenta un unicum a livello italiano. Si può lavorare davvero dappertutto anche a 1800 metri di quota con vista pista da sci. Si prevede che il coworking di Livigno sarà particolarmente popolare durante le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, poiché si svolgeranno le gare di snowboard e freestyle nella zona.

Nella stessa struttura si possono trovare anche una biglietteria, negozi di abbigliamento sportivo e noleggio attrezzature sci e snowboard oltre che il ristorante Kosmo diretto dallo chef stellato Norbert Niederkofler.

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Da retta al navigatore gps e si ritrova con l’Audi dentro la pista da sci (VIDEO)

Dicevano il navigatore Gps è il migliore amico dell’automobilista quando sei in montagna…. fino a che non ti porta in mezzo ad una pista da sci. Questo è quello che è successo ad un turista spagnolo che a bordo del suo suv Audi 4×4 è rimasto bloccato in mezzo alla neve lo scorso 4 gennaio.

L’Audi 4X4 è rimasta impantanata nella pista da sci chiamata Porto nel Pas de la Casa che è situata nella ski area di Grandvalira (Andorra).

Video dell’Audi in mezzo alla pista da sci

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10 cose da fare a Santa Caterina Valfurva

Santa Caterina Valfurva è una bellissima località che si trova proprio nel cuore del Parco nazionale dello Stelvio. Da sempre uno dei luoghi preferiti per gli appasisionati di sport invernali e di montagna, che arrivano qui non solo da tutta la Lombardia ma da tutta Italia. Molto fa anche la sua posizione, visto che si trova a soli 13 km da Bormio e a 202 km da Milano, quindi facilmente raggiungibile in auto da tutti.

Sport invernali o meno, Santa Caterina Valfurva offre a tutti i turisti moltissime possibilità di divertimento sia d’estate che d’incerno. Eccovi quindi le 10 cose da fare in questa splendida località di montagna.

10 cose da fare a Santa Caterina Valfurva

Sci e snowboard

Santa Caterina Valfurva è la patria dello sci e della campionessa Deborah Compagnoni. Sci e snowboard qui sono di casa, con ben 35 km di piste dedicate adatte a tutti, dove si scia sia di giorno che di notte. Il sistema di innevamento programmato rende il mano nevoso perfetto nel corso di tutta la stagione, che inizia a novembre e termina ad aprile. I bambini possono godersi il divertimento nell’area tapis-roulant, dove è possibile imparare tranquillamente a sciare in sicurezza con i maestri della scuola sci e snowboard.

Ice Climbing

L’Ice Climbing è uno sport che sta prendendo sempre più piede, particolare e adatto a tutti vuol dire arrampicarsi sul ghiaccio. Qui è un’esperienza che dovete provare soprattutto se circondati da questi panorami.

Pattinaggio sul ghiaccio

Altra attrattiva è la pista di pattinaggio all’aperto, per chi vuole godersi una bella giornata all’aria aperta tra sport e musica. la pista, in centro, è aperta tutti i giorni da lunedì a domenica per tutta la stagione invernale.

Cena in baita in alta quota

Se siete in vacanza a Santa Caterina Valfurva non dovete perdere l’esperienza di cenare in baita ad alta quota. Tra le molte opzioni tra le quali scegliere vi consigliamo Rifugio Sci 2000, Rifugio Paradiso e il Rifugio Stella Alpina.

Questa zona sciistica fa parte del comprensorio più grande d’Europa, il Dolomiti Superski. Fare sci alpinismo su queste piste è un’esperienza indimenticabile, soprattutto se accompagnati dalle guide turistiche della zona che vi daranno tutti i consigli per praticare al meglio questo sport.

Ciaspolate

Per chi non ama lo sci, santa Caterina Valfurva offre la possibilità di muoversi tra molti percorsi a piedi o con le ciaspole, per immergersi nella natura. La neve in inverno è soffice, ideale per le camminate nei boschi insieme alle guide alpine con cui partecipare anche ad escursioni notturne.

Sci di fondo

Oltre allo sci alpino, a Santa caterina Valfurva va molto forte anche lo sci di fondo, o sci nordico. La Pista Valtellina è tra le più conosciute, comprende un’area ampia e si trova a quota 1800 metri, con percorsi di 5 e di 10 km. La pista è impegnativa, per cui più adatta ad esperti. Però per i principianti ci sono comunque ottime possibilità per lo sci di fondo. Punto di riferimento tra queste montagne è il Centro Fondo La Fonte, dove sistemare gli attrezzi e cambiarsi negli spogliatoi.

Centri benessere e centri termali

A soli 13 km da Bormio, questa zona permette di programmare delle belle uscite in giornata alle terme che distano pochi km dalla città. A Bormio ci sono infatti i Bagni Vecchi e i Bagni Nuovi, che sono due dei centri termali più famosi d’Italia.

Escursioni

Per gli amanti dell’avventura, ecco che è possibile esplorare l’area montana della Valfurva, all’interno del gruppo alpino dell’Ortles-Cevedale, dove si trova il più esteso ghiacciaio delle Alpi, il ghiacciaio dei Forni. Nella vallata troverete molti villaggi con bellissimi centri storici e culturali. Santa Caterina è, tra questi, quello più famoso. Vi consigliamo Uzza e Teregua, San Nicolò, Madonna dei Monte e San Gottardo e Sant’Antonio

Fat bike

Uno sport molto di moda ultimamente è la fat-bike, che unisce montagna e passione per la bici. Questi mezzi con gomme particolari e spesse sono in gradi di andare bene sulla neve. Qui si possono noleggiare per pedalare insieme alle guide locali tra sentieri innevati, boschi e rifugi alpini. Attività da fare sia di giorno che in notturna.

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Film sulla montagna e documentari in streaming da vedere assolutamente

La montagna e i suoi scenari, con le mille avventure, sono stati raccontati anche da numerosi film e documentari. Imprese e protagonisti che è possibile rivedere in streaming sulle piattaforme Netflix, Amazon prime video, redBull Tv e Rai Play. Scopriamo quali sono quindi i più bei film sulla montagna e documentari da vedere.

Film sulla montagna e documentari

14 Peaks: Nothing is impossible

Si intitola 14 Peaks: Nothing is impossible e racconta la storia di un quarantenne che è diventato alpinista per caso che ha l’obiettivo di scalare i 14 ottomila della terra in un anno. Obiettivo raggiunto per il nepalese Nimsdai Purja e il suo team di sherpa che sono l’ombra dei sccessi dei grandi scalatori. Una storia incredibile e bellissima che ha fatto il giro del mondo.

Everest 1996

Everest 1996 è invece uno dei più bei film mai realizzati sulla montagna, e racconta la storia vera della disastrosa spedizione del 1996 che costò la vita a 8 scalatori che furono colpiti da una tempesta dopo che avevano scalato l’Everest. Scritto da uno dei sopravvissuti, Beck Wethers, la storia ha per protagonista Rob Hall e la sua Adventure Consultants, società di spedizioni per gruppi numerosi sulla cima delle montagne.

The Dawn Wall

The Dawn Wall è la storia del climber Tommy Caldwell che insieme a Kevin Jorgeson ha scalato nel 2015 The Dawn Wall, il muro all’alba, che tutti conoscono come una delle salite più difficili del mondo. Dopo 19 giorni passati appesi sulla parete i due arrivano in cima. Il film racconta sia l’arrampicata che la vita di Caldwell, tra cui il rapimento nel 2000 in Kirghizistan da parte dei terroristi. Tornano negli USA dopo aver ucciso un uomo, i sensi di colpa lo incoraggiano ad iniziare con le scalate. Un anno dopo perde l’indice della mano sinistra ma ciò non lo allontana dall’obiettivo.

Free Solo – Sfida Estrema

La scalata alla stessa parte di parete rocciosa viene raccontata in Free Solo – Sfida Estrema. Un giovane Honnold ha compiuto l’impresa senza corde in 3 ore e 56 minuti. Il film ha vinto l’Oscar nel 2019 e racconta le tecniche, la preparazione, la vita e la scalata.

Jurek

Jurek è un documentario in cui si narra la storia di Jerzy “Jurek” Kukuczka, vera e propria leggenda dell’alpinismo scomparso nel 1989 sul Monte Lhotse. Dopo Messner è stato lui ad aver scalato tutti gli ottomila e il primo a scalare in invernale quattro quattromila. Un bel racconto della sua vita e delle sue imprese.

La vetta degli Dei

La vetta degli Dei si concentra sulla scalata dell’Everest come senso della vita. Un film d’animazione francese su netflix da novembre e presentato a Cannes nel 2021. Adattamento dell’omonimo manga giapponese è diventato un fumetto di culto. Fukamachi, fotogrago alpinista giapponese, ritrova una macchina fotografica, lo stesso modello che usavano George Mallory e Andrew Irvine durante l’ascesa all’Everest del 1924. Un ritrovamento che potrebbe cambiare la storia dell’alpinismo.

Ascensione è invece una commedia francese che narra la storia di un cittadino di origin africane che vuole scalare la montagna più alta del mondo per dimostrare il suo valore alla donna che ama. Ispirato ad una storia vera dove però l’obiettivo del protagonista era più politico e sociale.

Broad Peak ripercorre la vita e le gesta di Maciej Berbeka, che effettua la prima scalata invernale sul Broad Peak nel 1988, salvandosi miracolosamente. Dopo qualche tempo si scopre che in realtà non aveva raggiunto la cima, come egli credeva e come gli avevano fatto credere. Così, 24 anni dopo, decide di finire ciò che aveva iniziato e di riprovare la scalata.

Kilian Jornet ha una passione per i record di velocità in quota. Nel 2012 un progetto intitolato “Summits of My Life” racconta i suoi desideri su questo tema in una serie di 4 film che ripercorrono le sue avventure sulle montagne più famose del mondo (“A fine line”, “Déjame Vivir”, Langtang” e “Path to Everest”, visibile su Prime). Dopo aver visto questi film vi consigliamo di proseguire con Déjame Vivir, che racconta le sue avventure sul Monte Bianco, Cervino e Elbrus.

The Conquer of the Everest è un epico documentario rimesso in onda da Netflix che racconta la prima ascesa sul tetto del mondo realizzata nel 1953 da Edmund Hillary e Tenzing Norgay Sherpa. Ci sono riprese inedite ed originali per un film che andò in distribuzione già in quell’anno.

Beyond The Edge

Beyond The Edge è un film in cui si mescolano fiction, documenti, narrazione e foto per raccontare la storica scalata di Edmiund Hillary e lo sherpa Tenzing Norgay sulla vetta dell’Everest. Si raccontano però anche le storie di altri personaggi e del contesto in cui si realizzò l’impresa.

Messner – Il film

 

Messner – Il film segue il filo conduttore delle imprese di Messner facendo il ritratto di colui che ha vissuto la montagna come una conoscenza di sé, dei propri limiti e di una vita libera. Splendide riprese e grandi spazi con filmati originali commentati dallo scalatore, dai suoi fratelli e da altri alpinisti.

L’Alpinista

Agostino “Gustin” Gazzera, soprannominato il Vichingo delle Alpi è alla base de L’Alpinista. Lui è scomparso nel 2019 e in questo film si narra la sua passione per la montagna. Fino a 90 anni ha indossato caschetto e piccozza salendo pareti ghiacciate, e non aveva smesso nemmeno quando per un congelamento aveva perso tutte e 10 le dita dei piedi.

Kilian Jornet, path to Everest

In tema Everest bello da vedere anche Kilian Jornet, path to Everest, documentario che racconta l’impresa dello skyrunner catalano Kilian Jornet che raggiunge la vetta più alta del mondo senza ossigeno e in 17 ore. Il culmine del progetto Summits of My Life che dura 5 anni e che lo ha visto scalare in solitaria alcune delle montagne più alte del mondo.

Summit

Summit racconta l’avventura di Nico Valsesia, ultratrail runner, ciclista nonché campione italiano di endurance, nel Luglio 2013. Un viaggio iniziato sulla spiaggia di Genova Voltri iniziato il 14 luglio e terminato il 15 luglio sul Monte Bianco, senza sosta. Un dislivello di 4807 metri affrontato in sole 16 ore e 35 minuti. Un nuovo record mondiale di massimo dislivello in 24 ore.

Loslassen

Loslassen narra la vita dell’alpinista svizzero professionista Roger Schäli e della sua storia d’amore con le montagne. Ma anche i rapporti con altre persone e alpinisti.

Flying to 8000 Metres

Flying to 8000 Metres è il racconto dei 41 minuti in parapendio di Antoine Girard, un ex scalatore e alpinista d’alta quota che nel 2016 ha trascorso un mese in Pakistan. Un volo in solitaria di oltre 1.200 km lungo la catena dell’Himalaya durato 19 giorni deciso dopo aver affrontato altre avventure: K2 (in solitaria nel 2006), Broad Peak (2008 e 2009), G1 – G2 (2008) e Cho Oyu (2004).

Reel Rock: Age of Ondra

Reel Rock: Age of Ondra è una raccolta di cortometraggi che si va ampliando con nuove aggiunte. Esplora le migliori storie di climbing per il mondo.

Frozen Falls

Frozen Falls narra di Will Gadd, prima persona al mondo a scalare le cascate del Niagara in periodo invernale, quando l’acqua era ben ghiacciata.

Lunag Ri

Lunag Ri è un picco himalayano che David Lama e Conrad Anker hanno provato a scalare. La pellicola racconta il secondo tentativo tra imprevisti e disguidi. Un tentativo che non ha avuto successo, ma Lama ci ha riprovato in solitaria nel 2018, riuscendoci.

Cerro Torre: A Snowball’s Chance in Hell

Cerro Torre: A Snowball’s Chance in Hell è un film drammatico ambientato nel Cerro Torre, uno dei versanti montuosi pià affascinanti al mondo che si trova in Patagonia. La roccia si sfalda e sopra esce un fumo di ghiaccio. Lama vuole scalarlo tra l’incertezza generale. Il film racconta proprio di questi tentativi.

K2- Bonatti contro tutti

K2- Bonatti contro tutti racconta del dibattito che si è aperto in Italia dopo l’impresa di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli che il 31 luglio del 1954 sono in cima al K2. negli anni a venire si apre una discussione sulle ore che hanno preceduto la scalata. Da un lato c’è la versione ufficiale di Compagnoni e dall’altra quella di Walter Bonatti. Il programma La Grande Storia di Paolo Mieli racconta questa avventura con immagini a colori.

Cervino, la montagna del mondo

Un documentario dal titolo Cervino, la montagna del mondo che racconta, dalle parole del figlio, l’amore di Mike Bongiorno per la montagna. Un racconto che vede al centro l’ascesa sulla via normale Italiana del Cervino aperta da J.A. Carrel nel 1865. testimonianze storiche di oggi e di 150 anni fa.

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Manca la neve sull’Appennino: piste da sci ed impianti chiusi e gli operatori pensano allo stato d’emergenza

L’inverno marchigiano tarda ad arrivare. La stagione sciistica 2022-2023 si è aperta infatti ufficialmente lo scorso 8 dicembre, ma le temperature sono sopra la media ovunque e la neve ancora non si è fatta vedere. Ecco perché gli impianti sciistici sono rimasti chiusi, e il panorama che si vede recandosi nelle aree interne è quello di grandi campi verdi, laddove avrebbe dovuto esserci la neve. Un vero e proprio dramma per gli operatori del settore sciistico, che già hanno dovuto fare i conti nell’ultimo periodo con le chiusure causate dalla pandemia.

Situazione Bolognola e Frontignano

A fare un quadro abbastanza chiaro della situazione ci pensa Francesco Cangiotti, amministratore di Funivie Bolognolaski che gestisce gli impianti di Pintura di Bolognola e di Frontignano di Ussita, le seggiovie Saliere e i rifugi Saliere in una dichiarazione all’Ansa: “L’anno scorso che eravamo costretti a restare chiusi sulle piste c’erano due metri di neve, una stagione bellissima, adesso invece che possiamo stare aperti la neve non c’è”.

Prosegue Cangiotti soffermandosi poi sull’aspetto delle perdite economiche, che sembra essere quello di maggior impatto sugli operatori: “Già così stiamo perdendo un 40-50% sull’incasso della stagione natalizia – spiega – un periodo per noi importante. Se anche il mese di gennaio dovesse concludersi senza la possibilità di poter riaprire gli impianti per la mancanza della neve, valutiamo di chiedere lo stato d’emergenza”.

L’unico impianto che risulta aperto al momento è la seggiovia di Frontignano, operativa tutti i giorni fino al prossimo 8 gennaio quando sarà poi aperta solo nel corso dei weekend. prosegue ancora Cangiotti: “Gli impianti hanno sostenuto costi importanti per preparare la stagione sciistica, tra assunzioni di personale e assicurazioni. Inoltre le temperature sopra le medie non consentono neanche l’innevamento”.

Per quanto riguarda le strutture da lui gestite, tra impianti e rifugi le persone che sono assunte sono una ventina. Oltre a questi costi sono da considerare anche quelli dell’energia elettrica, che sono alti di per sé nel momento in cui sono in funzione gli impianti e i rifugi e che ha subito i rincari di cui tutti siamo a conoscenza. le strutture sono infatti riscaldate in parte con legna e in parte con elettricità e geotermia.

Ma la situazione di anomalia nelle temperature non è una situazione che riguarda solo le Marche, ma un po’ tutto l’Appennino, dall’Abetone fino ad arrivare al Gran Sasso. Cangiotti quindi detta la linea: “Come categoria stiamo pensando, se la situazione dovesse proseguire così, di chiedere interventi da parte del Governo, come successo con il Covid, per limitare le perdite del nostro settore. A fine stagione valuteremo lo stato d’emergenza. Fortunatamente nella sfortuna le perdite collegate alla mancanza di neve sono state un po’ compensate dalle presenze nei rifugi e nei ristoranti che hanno lavorato bene. Segno che c’è voglia di venire in montagna e stare all’aria aperta per fare attività outdoor, ma questo non basta”.

In questo periodo dell’anno le temperature sono costantemente, e per tutto l’arco della giornata, sopra lo zero termico. Ciò non consente di attivare gli impianti di innevamento programmato, nonostante alcuni imprenditori, come lo stesso Cangiotti, abbiano acquistato nuovi cannoni sparaneve.

La richiesta di aiuti a cui fa riferimento Cangiotti sarà eventualmente inoltrata al Governo attraverso Federfuni, visto che come detto la problematica è generalizzata a tutto l’Appennino. Ci sarà quindi la richiesta di un contributo per coprire i danni subiti dalla mancanza di neve. In ballo ci sono infatti perdite elevate e quindi sarà necessario, forse, procedere con i ristori come nel periodo del Covid.

Situazione Sarnano (Sassotetto e Santa Maria Maddalena)

Anche Mario Nannerini, responsabile tecnico e della sicurezza negli impianti di risalita di Sassotetto e Santa Maria Maddalena, entrambi nel territorio di Sarnano: “Anche noi siamo iscritti a Federfuni e sottoscriviamo quello che sarà proposto. I danni sono ingenti a fronte di zero giorni di apertura. La passione per i Sibillini spinge comunque la gente a raggiungere baite e rifugi. Ma anche queste strutture, se ci fosse stata la neve, avrebbero avuto maggiore affluenza”.

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Jerry Calà ritorna al Vip Club di Cortina il 6 gennaio

Per la gioia di tutti i fan ritorna Jerry Calà per festeggiare i 40 anni del noto locale notturno di Cortina d’Ampezzo il Vip Club. Zio Jerry come lo chiamano in molti si esibirà in un concerto show dove suonerà i brani più belli partendo dagli anni 70 fino alle canzoni anni 90. Lo spettacolo sarà totalmente live, Calà suonerà e canterà accompagnato dalla sua band.

Lo show come sempre sarà coinvolgente in quanto le canzoni (anni 70,80 e 90) seguiranno il percorso della sua carriera da attore che ha lasciato un segno indelebile nel cinema della commedia all’Italiana come ad esempio nei film di Vanzina come Sapore di mare o Vacanze di Natale 1983 e verranno intervallate da battute e gag divertenti come le storiche frasi citate nei film.

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Dove sciare a Piani di Bobbio

In Valsassina c’è una zona sciistica molto importante conosciuta come Piani di Bobbio-Valtorta. Al suo interno sono riunite le zone di Piani di Bobbio, Artavaggio, i Piani d’Erna, Pian delle Betulle e anche Valtorta sul versante bergamasco. Questo comprensorio è quello che si trova più vicino a Milano e alle città lombarde più importanti, ideale per chi vuole praticare sport invernali, per chi ama rilassarsi e godersi i panorami incontaminati.

Piani di Bobbio è il luogo per tutti insomma: principianti che muovono i primi passi sulla neve, appassionati delle piste che sciano anche per un solo giorno, famiglie e gruppi di amici che vogliono divertimento e relax. Per arrivare in questa zona è possibile partire da Barzio, e con una cabinovia si arriva a Bobbio, a quota 1700 metri. C’è anche un servizio navetta che unisce i vari parcheggi auto in paese.

Cartine impianti e piste sci Piani di Bobbio

Sci alpino Piani di Bobbio

In questa località ci sono ben 35 km di piste dedicate allo sci alpino, la maggior parte delle quali sono adatte a sciatori anche principianti o che sono in evoluzione in questo sport. Tra le piste però ce ne sono alcune che soddisfano anche le esigenze di chi ha maggiori esperienze sugli sci. Le piste nere sono servite dalla seggiovia Chiavello in Valtorta e da quelle che scendono dal Monte Orscellara. Le altre piste sono servite da 4 seggiovie, e tra queste va sottolineata la nuovissima Valtorta (impianto quadriposto ad agganciamento automatico) e 3 skilift.

Sci di fondo nel Bobbio Park

Se invece siete appassionati dello sci di fondo, per voi c’è il Bobbio Park, che si trova proprio all’arrivo della prima seggiovia e che si sviluppa su un’area estesa 1500 mq. Ci sono 5 piani di suddivisione, ognuno con 3 diverse strutture e con un quarter molto esclusivo valido sia per i più esperti sia per i principianti.

Molto in voga anche lo sci di fondo, per il quale ci sono una serie di tracciati validi e disponibili. nella pista da fondo Rododendro sciano anche i professionisti di gare nazionali ed internazionali. la pista ha ospitato sia i Campionati italiani master (2006) e sia i Campionati italiani assoluti (2005). Ci sono due varianti, una di 2,5 km e l’altra di 5 km per una lunghezza totale di 5285 metri. La quota del punto più basso si trova a 1673 metri, mentre quella del punto più alto si trova a 1721 metri.

Se volete poi godere di tutti i servizi vi potete recare al Centro Fondo. Da qui potete anche decidere di andare sulla seconda pista dedicata allo sci di fondo, la Tre Signori a Ceresola Valtorta, proprio ai piedi del Pizzo Tre Signori, che è la montagna più alta di tutta la catena delle Prealpi Orobie orientali. Questa pista si sviluppa ad anello per 5 km totali con varie deviazioni intermedie di 2 km (la pista per i principianti), 2,5 km, 3,5 km e 4 km.

Scialpinismo Piani di Bobbio

Veniamo ora agli amanti dello scialpinismo. Uno degli itinerari migliori si trova proprio all’arrivo della funivia al Zuccone Campelli, a quota 2159 metri, con un dislivello di 600 metri. Il secondo tipo di percorso è quello Valtorta-Piani di Bobbio, a quota 1725 metri. Si parte dal piazzale della seggiovia in località Ceresola e il dislivello è di 300 metri. Per chi invece ama fare delle belle camminate con le ciaspole, ecco che ci sono dei percorsi ai lati dei tracciati principali, e grazie a questi camminamenti possono raggiungere i vari rifugi della zona. Pensate che in tutto il comprensorio ce ne sono in totale 34. C’è poi un nuovo tracciato chiamato Pequeno che si trova vicino all’area bob e che prosegue verso l’ex Hotel Pequeno. da qui si può tornare al punto di partenza passando per la nuova seggiovia Orscellara.

Telemark Piani di Bobbio

Questo è il luogo ideale anche per praticare Telemark, perché sciare col tallone bloccato vuol dire sentirsi più liberi e provare un nuovo equilibrio. I maestri di sci sono a disposizione per insegnare questa tecnica. Per chi è già esperto poi è possibile anche sciare fuori pista.

Scuola sci e snowboard Piani di Bobbio

A Piani di Bobbio c’è una bella scuola di sci, la B-School, che propone corsi sia individuali che collettivi e per la quale si possono acquistare i biglietti e fare prenotazioni anche online.

Bob e slittini a Piani di Bobbio

Molto interessante, per chi ama fare attività diverse dal classico sci, il bob e gli slittini, con un’area dedicata servita da tappeto che si trova all’arrivo a monte della cabinovia, Ideale per discese in divertimento con amici e famiglia. Le aree bob sono perfette soprattutto per chi ancora non sa sciare.

Per rendere tutti i turisti partecipi dell’esperienza sulla neve, qui a Piani di Bobbio c’è una bella iniziativa. Se hai trascorso una giornata nel comprensorio o hai intenzione di farlo, puoi inviare le foto e contribuire all’arricchimento dell’album fotografico del sito, e comunicare tutto il divertimento! Divertimento che può continuare anche dopo lo sci, potendo scegliere tra ben 42 strutture ricettive a valle. Con l’app dei Piani di Bobbio puoi rimanere sempre aggiornato sulle piste e su tutte le novità della zona!

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Piani di Bobbio, sulla pista sci con minigonna, collant e borsetta

Inverno, tempo di neve, di montagna, di sci e di piste. Ciò vale sia per i più pratici, come professionisti e sportivi, sia per i soli appassionati che di tanto in tanti si gustano la montagna con piccole vacanze e settimane bianche. Alcuni di questi avventori, però, sembrano dimenticare che la montagna, e soprattutto la pratica di uno sport come lo sci, richiedono un abbigliamento appropriato e che le discese non vanno di certo improvvisate.

Detto ciò, le immagini che sono arrivate da Piani di Bobbio e che stanno facendo il giro del web regalano certamente divertimento e risate a chi le guarda. Il motivo è l’abbigliamento, alquanto singolare potremmo dire, di un’allieva di un corso di sci sulle piste. Certo che alle prime armi alcune cose ancora non sono così risapute, ma almeno sull’abbigliamento ci si aspettava qualcosa in più.

Le immagini dell’allieva in abbigliamento alquanto discutibile hanno scatenato, come prevedibile, una marea di commenti. La sciatrice è stata immortalata infatti con gonna, borsetta e collant, e l’immagine che poi è finita su tutti i social arriva da una pista di Piani di Bobbio, nella zona del lecchese.

Colui che è l’autore dell’immagine che sta scatenando il divertimento di tutti è un signore che vive a Monza, e che ha deciso di passare qualche ora in montagna in questo periodo di fine anno, come molti d’altra parte. Certamente non si aspettava di vedere l’abbigliamento scelto da un’allieva alle prime armi, che ha avuto la bella idea di iscriversi ad un corso di sci per principianti.

La ragazza in questione si è presentata sulle piste da sci con mini gonna, calzamaglie e una piccola borsa a tracolla. Il signore autore della foto ha poi così commentato l’accaduto: “Nessuna intenzione di deridere le persone per il proprio tipo di abbigliamento. Lungi da me. Ma quel post con quella foto erano un invito alla riflessione. Alla necessità di non sottovalutare la montagna, sia d’inverno sia d’estate. Perché un abbigliamento non adatto o determinati atteggiamenti potrebbero avere conseguenze anche serie”.

L’autore si è infatti dovuto in qualche modo giustificare perché sui social la sua foto ha dato vita ad un forte dibattito, e l’ilarità scatenata non è andata giù a molti, che difendono una certa libertà della ragazza e che invitano, qui giustamente, a non offendere. C’è da dire però che nessuno ha offeso la ragazza, ma che l’immagine ha fatto in qualche modo riflettere, o almeno questo era l’obiettivo, come ha ricordato giustamente l’autore.

Accade sempre più spesso, infatti, che le persone si approccino agli sport di montagna con una certa leggerezza, soprattutto per quel che riguarda l’attenzione all’abbigliamento che non sempre è quello adatto. Le notizie che arrivano spesso sottolineano come anche nelle escursioni di montagna si salga in vetta con scarpe semplici, da ginnastica o da tennis, magari con semplici t-shirt. Abbigliamento che può mettere in pericolo e che può costringere a salvataggi d’emergenza. In questo senso sono molti gli appelli anche del Soccorso Alpino, che pone l’attenzione su come chi decide di andare in montagna debba farlo in maniera consapevole e responsabile, scegliendo prima di tutto attrezzatura e abbigliamento adatti.

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Il buffo tentativo del cucciolo di lupo di ululare come i lupi adulti (VIDEO)

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare, sui giornali, in tv e nel web, della grande presenza di animali selvatici proprio a ridosso delle nostre grandi città. Succede spesso con i cinghiali, e ultimamente succede molto spesso anche con i lupi, che arrivano fino ai centri abitati.

I lupi, in montagna, sono da sempre elemento di grande fascino. Qui vivono nel loro habitat naturale, e qualche volta creano forti problemi ai contadini ed agli allevatori delle zone di alta quota. Oggi però vogliamo cercare di farvi scoprire anche il lato divertente, tenero e naturale di questi animali, e soprattutto farvi capire come tra loro la comunicazione sia a livelli altissimi.

Parliamo di comunicazione proprio perché è su questo aspetto che ha portato a far concentrare il video apparso sul web qualche giorno fa. La comunicazione riuscita, o tentata come in questo caso, è caratteristica fondamentale non solo per l’uomo, ma per tutte le specie animali sociali e gregarie. Noi esseri umani comunichiamo non solo con la parola ma anche con i gesti, e negli ultimi anni sempre di più con nuove tecnologie. Negli uccelli è il canto che è una delle più grandi forme di comunicazione, mentre nei lupi, come sanno anche i bambini, è l’ululato.

Nel video che vi riportiamo qui di seguito si vede un tenerissimo e adorabile cucciolo di lupo che viene ripreso mentre è alle prime armi con l’ululato, e che sta quindi cercando di comunicare con il resto del branco. Sta cercando, insomma, di imitare i suoi genitori e i suoi compagni per poter poi comunicare con loro.

Il video del cucciolo di lupo è stato girato nell’area boschiva nello stato del Minnesota Occidentale (Stati Uniti)

Il video proviene dall’area boschiva del Minnesota Occidentale, negli Stati Uniti, ed è stato girato grazie ad una delle fototrappole che sono state piazzate in quell’area. Una zona battuta dai membri della Voyageurs Wolf Project, molto attiva negli USA. L’associazione si occupa costantemente di verificare, monitorare ed analizzare quella che è la situazione delle varie popolazioni di lupi nella zona. Nel lavoro quotidiano che viene fatto si cerca quindi di capire quanti gruppi ed esemplari ci sono, quali aree occupano rispettivamente e come se le dividono, lo stato di salute dei singoli e degli interi branchi. Per far questo vengono usati di volta in volta diversi sistemi di monitoraggio e di ricerca.

Si va dalla semplice ricognizione e ricostruzione delle varie tracce e delle orme che gli individui lasciano nel fango e nel terreno spesso umido del bosco. Ma si arriva fino a seguire ed analizzare le feci che i diversi gruppi lasciano lungo il percorso che è stato battuto. Le feci, come ormai sanno tutti, è uno dei metodi che questa specie utilizza per marcare il territorio. La fototrappola è un altro metodo molto efficace per la ricerca in questo campo di studi con i lupi.

Grazie a questo metodo di ricerca, è stato possibile catturare alcune immagini che hanno subito fatto il giro del web per la loro bellezza, particolarità e tenerezza. Nel video si vede un piccolo cucciolo di lupo che emette degli ululati molto acuti, che sicuramente stanno andando nella direzione dei suoi compagni e della sua famiglia. Un ululato che però assomiglia di più ad un tentativo, perché il piccolo è evidentemente alle prime armi con questa forma di comunicazione, naturale ma nuova per lui.

I piccoli dei gruppi di lupi, ma anche di altre specie animali, sono soliti infatti imitare i più grandi e anziani nell’apprendimento di molte pratiche poi utili nella vita quotidiana. L’ululato è una di queste, visto che con questo mezzo espressivo i lupi possono avvertire rispetto ad un pericolo che si sta avvicinando, oppure possono indicare agli altri la presenza di una preda più o meno facile da catturare grazie al loro famoso lavoro di squadra. Una componente molto importante insomma, quella dell’ululato, nella famiglia dei lupi. E da piccoli già si cerca di imparare come ululare meglio degli altri!

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