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Lo sapevi che Juha Kankkunen detiene il record mondiale di velocità per trattori su neve?

Il record mondiale di velocità è stato stabilito dal famoso pilota Juha Kankkunen il 19 febbraio 2015 lungo un tracciato preparato appositamente sul campo di volo di emergenza di Vuojärvi in Finlandia a pochi chilometri dalla città di Babbo Natale (Rovaniemi). Il circuito totalmente innevato era lungo 2.300 metri.
In questa sfida ad affiancare Juha Kankkunen c’erano due aziende la Nokian che ha fornito i particolari pneumatici invernali ed il produttore dei trattori Valtra. La velocità raggiunta è stata di 130,165 km/h (80.88 mph).

Guarda il video del record mondiale di velocità su trattore

Maxence Muzaton, la sua acrobazia a Cortina lascia senza parole

E’ successo sulla pista Vertigine di Cortina, durante la discesa lo sciatore francesce Maxence Muzaton a causa di una spigolata cade sulla pista da sci e rimbalza, l’urto lo fa girare a 360 gradi e si trova con le spalle a valle ma riesce a girarsi di nuovo e continuare la discesa come se non fosse successo nulla.

Guarda il video dell’acrobazia di Maxence Muzaton a Cortina 2021

Piemonte, per disegnare un pene sul lago ghiacciato ha rischiato di morire

Ceresole Reale è finita in queste ore su tutte le pagine dei giornali a causa di un pene disegnato sulla neve sopra un lago ghiacciato. L’opera, se così possiamo chiamarla, è stata realizzata da non si sa chi, e poi pubblicata dal maestro di sci Marco Rolando, ed ha avuto un incredibile seguito sui social.

Il pene disegnato sulla neve ha però suscitato soprattutto sdegno e disapprovazione, e crediamo che davvero nessuno possa considerare gli artefici di questa bravata degli “artisti incompresi”. L’autore del disegno è ignoto, mentre Marco Rolando ha poi pubblicato la foto sui social, ed ha raccolto decine di commenti e di messaggi.

Tutti però sottolineano la gravità e la pericolosità del gesto, visto che è stato realizzato sopra un lago ghiacciato. Un’opera di grandi dimensioni, che era visibile anche a distanza, a dimostrazione di come si sia corso un grosso rischio per farla.

Gli abitanti della cittadina hanno confermato che questa è una pessima abitudine qui in zona, e che per sfortuna non riguarda solo l’autore del disegno, dato che nel pomeriggio di ieri in molti si sono avvicinati al disegno sul lago, rischiando a loro volta moltissimo.

Marco Rolando ha pubblicato la foto corredata da scuse per l’immagine di cattivo gusto, che però ha voluto documentare quella che è stata davvero una bravata incomprensibile. Quello di Ceresole Reale è un lago artificiale situato in Piemonte, e proprio sulla sua superficie gli autori del disegno si sono divertiti a formare un pene con i propri passi.

Nel commento alla foto Rolando ha scritto: “Questo ieri ha vinto il primo premio come idiota dell’anno, probabilmente nel farsi l’autoritratto non ha considerato il pericolo che correva a camminare su un lago gelato e soprattutto il pericolo che avrebbe fatto correre a chi eventualmente sarebbe dovuto andare a recuperare il suo corpo”.

Non crediamo che valesse davvero la pena rischiare la vita in questa maniera, e soprattutto non crediamo valesse la pena farla eventualmente rischiare a coloro che avrebbero dovuto soccorrere gli autori del gesto se il ghiaccio del lago si fosse rotto. In questi giorni infatti stiamo assistendo ad un abbassamento delle temperature ma anche a belle giornate di sole un po’ in tutta Italia, e questo provoca facilmente degli squilibri sia nella superficie nevosa che in quella ghiacciata, e così il rischio di valanghe e di rotture del ghiaccio aumenta sensibilmente.

Evidentemente chi ha compiuto questo gesto non è un vero amante della montagna, ma voleva solo mettersi in mostra di fronte al web ed alla comunità, probabilmente perché aveva bisogno di attenzioni. Noi vi ricordiamo comunque di fare sempre molta attenzione in montagna, soprattutto quando non si è davvero esperti o in compagnia di maestri e guide montane. A rischio non c’è solo la vostra vita, ma anche quella di chi vi accompagna. La montagna e la neve sono un divertimento ma vanno sempre rispettate al massimo le condizioni di sicurezza, soprattutto in questa parte di stagione.

Gli schusspiattisti e l’assurda teoria delle piste piatte dei Mondiali di sci a Cortina

Gli schusspiattisti sono una particolare categoria di spettatori dello sci saliti alla ribalta in questi giorni perché contestano la realizzazione dei tracciati dei Mondiali di Cortina 2021, sostenendo che non sono poi così difficili.

Certo, non ancora un movimento a livello mondiale e così famoso come i terrapiattisti, ma sembra che tali pseudo-amanti dello sci siano in aumento a vedere dal seguito che hanno sui social, dove trovano terreno adatto perché le loro idee possano espandersi.

Chi sono i schusspiattisti?

Così qualcuno li ha soprannominai schusspiattisti, coloro che ritengono che le piste da sci non siano poi così impegnative. Nel mirino sono finiti, appunto, gli “schuss”, cioè un tratto molto ripido di un tracciato che di norma è un passaggio molto tecnico ed importante di una discesa libera.

Una tesi che riguarda molte piste, anche famose, di quelle dove si stanno svolgendo i Mondiali di sci di Cortina, e tra questi tracciati ci sono anche piste come l’Olympia delle Tofane per le donne e la Vertigine per gli uomini. Gli schusspiattisti sostengono che se si guardano bene le immagini trasmesse in tv delle ricognizioni delle telecamere sul casco (che per la Rai di solito sono girate da Daniela Ceccarelli, olimpionica del superG nel 2002 e Max Blardone, ex atleta da 25 podi e 7 vittorie in Coppa del Mondo) i tracciati non sembrano così difficili. Inoltre questi spettatori sostengono che un essere umano non possa affrontare certe pendenze.

Sono quindi intervenuti molti giornalisti ed atleti a spiegare che in realtà le piste sono tecnicamente molto difficili, e che le pendenze sono davvero estreme. Proprio Max Blardone ha dichiarato che gli schusspiattisti sono «Ingannati da un gioco ottico. È dal vivo e non dal divano di casa che ti rendi conto di certe cose». Il telecronista di Sky Carlo Vanzini (che commenta anche la F1 ma che come atleta di sci ha partecipato a due Universiadi negli anni ’90 diventando poi maestro e allenatore) ha ricordato che «la ripresa della telecamera ‘spiana’ il terreno e non dà un’idea corretta al cento per cento dello scenario».

Lo stesso Vanzini, tra l’altro, ricorda che zone piatte e con poca pendenza a Cortina esistono: «Possiamo paragonare quei passaggi a un rettilineo della F1, dove i piloti spingono a 300 e più all’ora: tanti pensano che quello sia un momento duro, invece è una fase in cui un driver può tirare un po’ il fiato. Non deve però distrarsi, sennò rischia di schiantarsi. Lo stesso vale per un discesista: un tratto “piatto” non presenta problemi, ma se prendi una spigolata ti ritrovi nelle reti».

Questo tipo di pensieri negativi ed anomali può combattersi solo con il ritorno del pubblico sulle piste durante le competizioni, cosa al momento impossibile a causa del Covid. Ancora Blardone afferma che «dal vivo e non dal divano di casa che ti rendi conto di certe cose. Solo a ridosso di una pista senti il rumore degli sci sulla neve e quello dell’attrito prodotto dall’impatto dello sciatore con l’aria. E solo lì capisci che cosa vuol dire andare a 150 orari sul salto finale della Streif di Kitzbuehel, dove si assiste spesso a delle cadute.

Insomma, andare direttamente sulla pista è sempre una buona esperienza, perché si capisce come su quelle discese sia quasi impossibile non essere trasportati verso il basso dalla pendenza. Blardone puntualizza che «i critici da salotto dovrebbero anche sapere che certi tratti delle piste della Coppa del Mondo sono preclusi agli sciatori turistici, detto con rispetto. È il caso del muro finale di Adelboden: d’estate è un prato, ma d’inverno non diventa un prato prestato allo sci. Lo preparano infatti solo per il gigante e lo slalom, se lo lasciassero a disposizione di tutti, gli infortuni non si conterebbero. Non lo dico per cattiveria nei confronti di questa categoria di sciatori, ma perché la verità è che non tutto è per tutti».

Per cui il campione azzurro ha un consiglio per gli schusspiattisti: «Li invito a recarsi sul muro dello slalom di Wengen. Se si fermano a metà e girano il braccio a monte, verso il pendio, possono toccare il terreno e la neve: così hanno un’idea di quanto quel punto sia ripido». E se ancora non fossero persuasi, c’è sempre la famosa frase che sempre il mitico Blardù riservò a quel collega che ai Giochi di Torino 2006 lo criticava per il gigante andato male: «Se è così facile e se sei così bravo, puoi sempre scendere tu…».

Stop allo sci fino al 5 marzo: Speranza ha firmato l’ordinanza

Niente da fare per la riapertura degli impianti sciistici. Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza con la quale viene decretato il rinvio dell’apertura di tutte le attività sciistiche, inizialmente previsto per il 15 febbraio, al 5 marzo prossimo.

A fermare la riapertura del mondo sci è la preoccupazione delle varianti del virus. Si è così tenuta una riunione al ministero, dopo una giornata movimentata in termini di dichiarazioni, visti gli allarmi lanciati proprio dalle prime ore di stamattina dal Cts e dal consulente del Ministro, Walter Ricciardi.

Proprio Ricciardi stamattina aveva dichiarato all’Ansa: “È urgente cambiare subito la strategia di contrasto al virus SarsCov2: è necessario un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata. Oltre a ciò, va potenziato il tracciamento e rafforzata la campagna vaccinale”.

E poi aveva proseguito così: È “evidente che la strategia di convivenza col virus, adottata finora, è inefficace e ci condanna alla instabilità, con un numero pesante di morti ogni giorno. In questo momento le attività che comportino assembramenti non sono compatibili con il contrasto alla pandemia da Covid-19 in Italia ed gli impianti da sci rientrano in tali attività. Non andrebbero riaperti. Non dimentichiamo che la variante inglese è giunta in Europa proprio ‘passando’ dagli impianti di risalita in Svizzera”.

Da qui la richiesta formale del Cts al Ministro Speranza, per rinviare la riapertura degli impianti sciistici prevista per il 15 febbraio. Nella motivazione si legge: “Alla luce delle “mutate condizioni epidemiologiche dovute alla diffusa circolazione delle varianti virali del virus, allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive attuali, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”. Il Cts aveva però sottolineato come sarebbe stato poi il Governo a prendere una decisione definitiva.

E il Governo ha deciso quindi di rinviare l’apertura al prossimo 5 marzo, sempre se la situazione non peggiorerà ulteriormente. Ricordiamo che lo scorso 4 febbraio sia il Cts che il Governo avevano dato via libera alla riapertura delle piste, seppur con forti limitazioni agli ingressi. La decisione del rinvio scaturisce da uno studio effettuato dall’Istituto superiore di sanità, dal ministero della Salute e dalla Fondazione Bruno Kessler sulla presenza delle varianti del virus in Italia. L’analisi è stata condotta in 16 regioni e province autonome, ed è emerso che le varianti sono presenti nell’88% delle regioni esaminate, con percentuali che vanno da 0 a 59%. Lo studio raccomandava così di “intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione, rafforzando e innalzando le misure in tutto il paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto”.

Il coordinatore della Commissione speciale Turismo ed Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni, Daniele D’Amario ha subito commentato: “Per l’economia delle Regioni è una mazzata all’ultimo secondo, perché dopo due rinvii arriva un altro stop. Le Regioni in zona gialla si erano organizzate per attuare un protocollo di sicurezza e ingaggiare personale adeguato, ma si rispegne una macchina che si era messa in moto nel rispetto delle regole”.

Il governo si è impegnato a compensare al più presto tutti gli operatori del settore con adeguati ristori.

La Ferrari SF90 stradale sfida senza paura la Panda 4×4 sulla neve, VIDEO

La sfida sulla neve tra la Panda 4×4 e la Ferrari SF90 Stradale è stata ideata dal mitico Powerslideslover. Ma chi è Powerslidelover? Il suo nome all’anagrafe è Emanuele Maria Tabacchi figlio del dell’imprenditore padovano Dino Tabacchi che insieme a suo fratello Vittorio ha fondato il noto marchio di occhiali Safilo.

La sua grande passione per le auto sportive di lusso lo ha portato a diventare in pochi anni oltre che pilota Ferrari Challenge, l’influencer più importante d’Italia del mondo dei motori. Migliaia di fan lo seguono ogni giorno su Instagram mentre compie dei traversi spettacolari sulla neve.

Ritorniamo alla sfida con la Panda 4×4 girata alcuni giorni fa in una strada di un paesino di montagna dove si è scontrata con ben 1.000 CV (motore ibrido plug-in) della Ferrari SF90 Stradale.

Curioso di sapere chi ha vinto? Guarda il video!

Sabrina Salerno, la sua crioterapia naturale infiamma i fan

Sabrina Salerno con la sua foto, in bikini ed anfibi aggressivi, scattata sulla neve infiamma ancora una volta tutti i fan che la seguono su Facebook ed Instagram.

Il post della Sabrina nazionale recita “Crioterapia naturale”, che dire la bellissima cantante è a suo agio e la temperatura non le mette pensiero.

Credits: facebook Sabrina Salerno

Cortina 2021, annullata la combinata per la troppa neve caduta nella notte

I mondiali di sci di Cortina 2021 iniziano male. Come da programma oggi si doveva tenere la combinata femminile, ma è stata annullata a causa della troppa neve caduta durante la notte sulla pista Olympia.
Gli organizzatori sono giunti a questa decisione dopo aver dapprima posticipato di un’ora la partenza dello slalom e del superG. Purtroppo non c’erano le condizioni per far gareggiare gli atleti in sicurezza.

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