Oggi un appassionato di sci alpinismo è stato avvistato a Civitanova Marche mentre passeggiava all’altezza del noto locale Fattedanpanino, in pieno centro, con tutta l’attrezzatura necessaria per un’uscita sulla neve. La foto curiosa è subito diventata virale nei social.
Non è la prima volta che in questa città di mare marchigiana vengono avvistati strani personaggi amanti della montagna, alcuni anni fa sempre in centro girava un uomo alla guida di una motoslitta, qui trovate la foto: In motoslitta per le vie di Civitanova Marche
Ecco la notizia ufficiale che tutti gli appassionati di sci e montagna stavano aspettando. Dal 15 febbraio apertura impianti e piste, sarà possibile tornare a sciare nelle località sciistiche che si trovano in quelle regioni in fascia gialla.
La notizia è arrivata nel pomeriggio, quando il Comitato Tecnico Scientifico ha dato l’ok al ritorno a sciare negli impianti, seppur limitatamente alle zone gialle del Paese. Data confermata quindi quella del 15 febbraio, ma solo dove l’indice Rt di contagio è più basso. Ancora stop allo sci dunque nelle zone arancioni.
Una buona notizia per tutti gli operatori del settore sci e montagna, che sperano di poter salvare almeno l’ultima parte della stagione sciistica 2020/2021. L’ok è arrivato dopo una riunione svoltasi a Roma, nel corso della quale i tecnici del CTS hanno preso in esame l’ultimo protocollo presentato dalle Regioni sulla sicurezza e tutti i protocolli contro il contagio da Covid all’interno degli impianti sciistici.
Viene bocciata l’idea dei governatori di riaprire gli impianti in zona arancione, che prevedeva una riduzione del 50% su funivie, cabinovie e seggiovie e la mascherina obbligatoria di tipo Ffp2. Ok invece nelle regioni gialle a partire dal 15 febbraio, data cioè nella quale finisce il divieto di spostamento tra regioni.
Proprio su questo punto è arrivata, al termine della riunione, una richiesta da parte di Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari: “Ora va tolto il divieto di circolazione tra le Regioni, abbiamo bisogno di sapere che si possa venire in montagna. Non voglio pensare che le imprese interrompano la cassa integrazione per i dipendenti – sottolinea Ghezzi – e poi venerdì prossimo ci dicano che non tolgono il divieto di spostamento. Abbiamo già subito tantissimi danni e decine di aziende sono in crisi di liquidità”.
L’Italia è una delle prime nazioni in Europa a riaprire gli impianti sciistici ai turisti ed agli appassionati, se si considera che in Francia e in Germania tutto è ancora fermo per quel che riguarda sci e montagna. Per quanto riguarda il nostro Paese, il nuovo protocollo di sicurezza negli impianti era stato presentato lo scorso 28 gennaio, e teneva conto di tutte le indicazioni e gli appunti che erano stati mossi dal CTS nel corso della precedente riunione del 15 gennaio.
Una serie di documenti a cui sono state apportate molte modifiche quindi nel corso del tempo, e che rispetto all’ultima versione vede l’aggiunta della previsione di un numero massimo di skipass giornalieri da fornire e da vendere, considerando sempre anche gli abbonamenti settimanali e stagionali venduti.
Tutte misure che hanno l’obiettivo di limitare il numero massimo di persone che ogni giorno avranno accesso agli impianti sciistici e alle piste. Oltre a questo va ricordato che il CTS e le Regioni hanno promosso la vendita e l’acquisto online dei biglietti, così da non permettere la formazione di code ed assembramenti negli impianti. In tutte le zone sciistiche va rispettato il distanziamento sociale ed interpersonale di almeno un metro.
Per garantire l’organizzazione generale e la gestione dei flussi di persone saranno i singoli impianti di risalita che avranno la responsabilità. La tutela dell’ordine pubblico e la vigilanza delle misure di sicurezza sarà invece a carico delle autorità di Pubblica sicurezza. In quei comprensori sciistici di dimensioni maggiori, che ad esempio toccano più territori regionali, è stato previsto un coordinamento delle misure di prevenzioni a cui parteciperanno le regioni confinanti.
Pure as snow è il nome della macchinaper sanificare le cabine realizzata e progetta in Trentino esattamente a Rovereto, dall’azienda Elettromeccanica Adige. Questo macchinario innovativo consente di sanificare la cabina in solo due secondi e la sostanza disinfettante può essere utilizzata fino alla temperatura di -10°. La macchina sanificatrice è stata già testata sugli impianti di Pinzolo, Livigno ed in Val di Fiemme (Cermis).
“L’idea ci è venuta durante le manutenzioni estive agli impianti di risalita che facciamo ogni anno. Parlando con i capiservizio abbiamo infatti scoperto che la pulizia delle cabine, magari anche 100 o 150 su un unico impianto di risalita, di solito viene effettuata in maniera manuale, da un addetto munito di spruzzino” dichiara Sergio Andreolli, titolare di Elettromeccanica Adige.
Il suo funzionamento è molto semplice infatti la macchina pure as snow con l’aiuto dei alcuni sensori viene attivata non appeba la cabina arriva nella stazione di partenza ed arrivo ed inizia subito a disinfettare tutte le superfici e l’aria.
La Provincia autonoma di Trento attraverso il bando PMI Covid gestito da Trentino Sviluppo ha erogato un contributo di 50 mila euro per la realizzazione di questo progetto dove sono stati coinvolti anche alcuni professori universitari dell’Università di Trento Giandomenico Nollo e Francesco Tessarolo.
Il Presidente di Anef (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari), Valeria Ghezzi ha inviato i suoi complimenti per questo progetto ed ha dichiarato “Come associazione di categoria sempre vicina e attenta all’innovazione tecnologica, ANEF desidera manifestare il suo interesse nel voler sostenere questo macchinario, che potrebbe diventare uno strumento utile a garantire la sicurezza dei lavoratori e turisti che utilizzano gli impianti di risalita ed in particolare grazie all’eventuale utilizzo di un prodotto altamente innovativo, permetterà di disinfettare senza tossicità gli ambienti delle cabine e delle funivie”.
Per chi conoscesse il Monte Nerone, dove Filippo Biagianti ha girato questo spettacolare video, è una montagna con una altezza di 1525 m s.l.m. situata nella catena appenninica umbro-marchigiana in provincia di Pesaro-Urbino a nord del Monte Catria. Ha come particolarità quella di essere posizionata nei territori di ben tre comuni: Apecchio, Cagli e Piobbico.
Incredibile quello che è successo a Lahti durante la coppa del mondo di sci di fondo. Lo sciatore Alexander Bolshunov non riesce a star dietro al finlandese Maeki ed arrabbiato per il suo secondo posto nella staffetta di oggi, all’inizio cerca di colpire violentemente con i bastoncini il suo rivale durante gli ultimi metri della volata e non contento gli si butta addosso colpendolo di nuovo dopo che il finlandese aveva oltrepassato il traguardo.
L'interno del palaghiaccio fotografato da Veronica Spanu
Importanti novità che riguardano il Palaghiaccio di Ussita. Al via infatti la procedura per l’assegnazione dell’appalto del progetto esecutivo e definitivo per riaprire la struttura dopo i lavori di adeguamento sismico ed efficientamento energetico.
Il Palaghiaccio di Ussita, che si trova in località Pratolungo, era stata danneggiata dal terremoto del 2016, ed i tanti appassionati non avevano più potuto usufruirne. Ora si sta avvicinando la data per dare il via ai lavori dopo il ripristino funzionale. Un progetto che vale 2 milioni e 847 mila euro.
Questa è la cifra disponibile per il progetto che è stata approvata dall’Ufficio speciale ricostruzione, e che permetterà tra le altre cose anche di rinnovare interamente l’impianto che permetteva di pattinare sul ghiaccio.
Ma qual è la situazione attuale burocratica per l’avvio dei lavori? La stazione unica appaltante della provincia di Macerata ha dato il via alla manifestazione di interesse. Poi subito dopo ci sarà la procedura negoziata ad invito a cui parteciperanno dieci studi o progettisti che dovranno preparare il progetto definitivo ed esecutivo per quella che sarà l’operazione di recupero del Palaghiaccio di Ussita dopo i danni causati dal sisma del 2016. L’importo complessivo sarà di 178 mila euro.
Che cosa vuol dire il Palaghiaccio per Ussita e per tutto l’entroterra è quasi inutile ribadirlo. Un punto di riferimento per il comune e per tutto il settore turistico regionale, che ogni anno richiamava nella nostra regione tantissime presenze turistiche anche da fuori regione, e che era sfruttato poi in tutte le stagioni, per quel processo di destagionalizzazione turistica indispensabile per le nostre aree montane.
Una volta che sarà pronto e stilato il progetto definitivo ed esecutivo, ci sarà la gara d’appalto che decreterà a chi saranno affidati i lavori di adeguamento della struttura. Complessivamente si prevedono tempi di circa un anno o un anno e mezzo prima che si possano cominciare i lavori veri. Vanno poi aggiunti i tempi di esecuzione proprio dei lavori, che al momento non sono prevedibili.
I più ottimisti parlano del 2023 inoltrato per vedere la struttura operativa e per poter quindi tornare a pattinare nel Palaghiaccio come facevamo un tempo.
Intanto ci sono altre novità che riguardano le aree montane e il sisma del 206. A Visso infatti, comune vicino ad Ussita anch’esso molto toccato dal terremoto, è iniziata la procedura per l’affidamento del progetto definitivo ed esecutivo per i lavori di mitigazione della frana e della caduta dei massi in via Ussita.
Il progetto di fattibilità era stato infatti redatto da Eco Geo Engineering di Perugia. Il via libera era arrivato dall’ufficio speciale ricostruzione per un importo di un milione e 152 mila euro. Per la progettazione l’importo era di 60 mila euro, mentre quello per i lavori per intervenire sull’area interessata dal dissesto e per rimuovere la frena sono di 695 mila euro.
Il prossimo passo è un’indagine di mercato, e poi la stazione unica appaltante della Provincia di Macerata anche in questo caso indirà la procedura negoziata con la quale sarà affidata la progettazione definitiva ed esecutiva per realizzare l’intervento.
Ora è ufficiale, gli impianti siistici non riapriranno il 18 gennaio come era inizialmente previsto, ma si dovrà aspettare almeno fino al 15 febbraio. A confermarlo il nuovo Dpcm firmato oggi da Giuseppe Conte. Ma già qualche giorno fa era stato il Ministro della Salute Roberto Speranza, che in Parlamento ha presentato le nuove misure stringenti per affrontare l’emergenza legata al Covid-19.
Tra queste, appunto, lo slittamento dell’apertura degli impianti sciistici al 15 febbraio sempre che i numeri non peggiorino però nel frattempo. Un confronto duro e acceso quello che è andato in scena tra Stato e Regioni, e che ha portato ad adottare questo nuovo provvedimento che inasprisce le misure su tutto il territorrio nazionale, per prevenire la terza ondata del virus che sembra comunque ormai data per certa. Gli esperti infatti avvertono: “Necessaria una nuova stretta visto l’impatto ancora alto del virus sull’occupazione dei posti letto ospedalieri”.
La stagione sciistica 2020/2021 non riesce quindi a partire: molti impianti hanno dovuto chiudere anticipatamente i battenti, per molti altri invece non vi è stata nessuna apertura. D’altra parte già il Ministro aveva annunciato lo slittamento dell’apertura degli impianti sciistici a Che tempo che fa su Rai3: “Ci aspettano settimane molto dure, nelle quali avremo ancora bisogno del massimo rigore”. In particolare poi, soffermandosi sulla questione sci, aveva dichiarato: “Mi sembra difficile ipotizzare che, con le scuole superiori chiuse, si possa immaginare di aprire le piste da sci…”.
Restano chiuse, insieme agli impianti sciistici, anche palestre e piscine. Cosa ritenuta inevitabile da più parti, visto che i contagi stanno risalendo, così come l’indice di trasmissibilità, e che gli ospedali stanno tornando in sofferenza. Una scelta, quella di rinviare l’apertura degli impianti, che trova comunque d’accordo in linea di massima anche le Regioni.
Nelle ore che hanno preceduto il nuovo Decreto, la scelta di rinviare l’apertura degli impianti sciistici era stata così commentata dai rappresentanti delle Regioni dell’arco alpino: “Prendiamo atto dell’ipotesi annunciata dal governo di un nuovo rinvio dell’apertura degli impianti di risalita e del conseguente incremento della crisi di tutto il comparto turistico invernale della montagna, e chiediamo al governo di assumere un impegno serio nei confronti di questo settore, garantendo ristori certi, immediati e proporzionati alle perdite subite”. Queste erano state le parole dei partecipanti alla Commissione Speciale Turismo della conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Il Cts ha giudicato imprudente riaprire le aree sciistiche il 18 gennaio, così come era previsto dal precedente Dpcm. Per gli esperti sono 4 gli elementi che hanno resa necessaria questa scelta: l’impatto ancora alto del virus sull’occupazione dei posti letto ospedalieri, la campagna vaccinale, la preoccupante situazione internazionale e la possibile sovrapposizione dell’influenza stagionale con il Covid. Ecco perché lo Stato di emergenza è stato prolungato fino al prossimo 30 aprile.
A riprova di quanto timore ci sia attorno alla situazione impianti sciistici, c’è la scelta già ufficiale di svolgere i Campionati del Mondo di sci alpino in programma a Cortina d’Ampezzo dal 7 al 21 febbraio 2021 a porte chiuse, senza quindi la presenza di pubblico. Gli organizzatori ora sono in attesa di sapere quali saranno, nello specifico, i protocolli di sicurezza da adottare.
Nella conferenza Stato-Regioni si è comunque discusso appunto dei protocolli e delle linee guida che dovranno essere adottate dagli impianti al momento della riapertura, nelle stazioni e nei comprensori sciistici. Il testo sarà poi valutato dal Cts. “Durante i lavori della Commissione – hanno detto i rappresentanti delle Regioni – sono emerse le richieste che saranno avanzate al governo, in particolare una data garantita di apertura, ristori certi e immediati e proporzionati al minor fatturato della stagione agli impianti di risalita e a tutte le attività correlate”.
Nel nuovo Decreto annunciato dal Ministro Speranza, ci sono qujndi alcuni punti fermi che vogliamo ricordarvi:
prolungamento dello stato di emergenza fino al 30 aprile;
rinvio dell’apertura di impianti sciistici, palestre e piscine al prossimo….
mantenimento delle fasce di rischio in cui è divisa attualmente l’Italia;
inasprimento dei parametri per il passaggio in fascia arancione e rossa;
istituzione di una zona bianca per le Regioni con indice Rt più basso;
confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino;
vietato l’asporto di cibi e bevande dai bar dopo le ore 18;
vietato spostarsi tra Regioni diverse, anche se in zona gialla;
confermata la deroga per ospitare in casa al massimo due parenti (esclusi i minori);
riapertura dei musei nelle zone gialle;
riapertura impianti sciistici il 15 febbraio.
Come vi avevamo anticipato qualche giorno fa, va attenzionata la situazione in Alto Adige, dove una parte degli studenti delle scuole superiori è tornata in presenza e dove erano state promesse dal Governatore misure speciali per lo sci.
Sembra davvero che non ci sia pace per la stagione sciistica 2020/2021, visto che a quanto pare sarà rinviata l’apertura degli impianti sciistici in tutta Italia che era prevista per il 18 gennaio.
Dopo il confronto tra il Governo e le Regioni, il nuovo Dpcm previsto per il 15 gennaio dovrebbe ratificare alcune misure più stringenti valide per tutto il territorio nazionale, per cercare di limitare la circolazione del virus ed una ormai quasi certa terza ondata.
Confermata quindi la linea dura del Governo, con alcune misure che saranno confermate in toto, come annunciato dal Ministro della Salute Roberto Speranza, ospite a Che tempo che fa su Rai3 : “Ci aspettano settimane molto dure, nelle quali avremo ancora bisogno del massimo rigore”.
Sembra che il Ministro illustrerà il nuovo Decreto mercoledì 13 in aula, ma tra le misure confermate sembra ormai certo che ci sarà anche quella che vede imporre la chiusura forzata per gli impianti sciistici, che inizialmente dovevano riaprire il 18 gennaio. Lo stesso Ministro ha così commentato: “Mi sembra difficile ipotizzare che, con le scuole superiori chiuse, si possa immaginare di aprire le piste da sci…”.
Insieme agli impianti sciistici dovrebbero poi rimanere chiuse anche piscine e palestre, almeno fino al 31 gennaio. D’altra parte la curva dei contagi sta risalendo, e sembra non ci siano altre soluzioni per la stagione sciistica se non quella di un altro rinvio. Su questa scelta anche le Regioni sembrano essere d’accordo in linea di massima.
Da attenzionare la situazione in Alto Adige, dove una parte degli studenti delle scuole superiori è tornata in presenza e dove erano state promesse dal Governatore misure speciali per lo sci.
In questi giorni si sta diffondendo nel web un video in cui si vedono persone all’inseguimento di 4 lupi con la loro auto. Immagini vergognose che ora, per fortuna, sono al vaglio delle forze dell’ordine che stanno cercando di identificare gli uomini.
“Adesso li scanno. Siamo a 50 all’ora, è da 2 chilometri che corrono come bestie”. Queste sono le parole che si sentono ad accompagnare il video che è stato diffuso sul web, e che è sostanzialmente fatto con il cellulare di un uomo che si trova a bordo della sua vettura con la quale ha deciso di inseguire in maniera brutale, barbara e aggressiva 4 lupi, i quali hanno dovuto iniziare a correre per non essere investiti.
La zona dove è avvenuto il fatto è al Passo Tre Croci, in direzione Auronzo di Cadore. Nel video si vedono benissimo 4 poveri lupi che corrono senza sosta per sfuggire all’uomo in macchina, che ha i fanali puntati proprio verso i poveri animali. Il tutto dura per ben 3 lunghissimi minuti.
“E il lupo non c’è, e il lupo non c’è. E questo che cos’è? Siamo a 50 all’ora. Questi sono lupi, non sono cani”, si sente dire dall’uomo che sta registrando il video a bordo della sua auto. Lo stesso uomo che poi continua dicendo: “Adesso li scanno, voglio vedere, Non cedono di mezza virgola”. E poi addirittura inizia a suonare il clacson più volte, per spaventare ancor di più gli animali.
Verso la fine del video, poi, si vede che c’è solo un animale a continuare a correre, mentre per fortuna gli altri 3 si sono allontanati dalla strada grazie alla loro forza e alla loro volontà, che li ha portati a risalire i mucchi di neve a bordo della strada. L’uomo allora decide di affiancare l’animale, rischiando addirittura di investirlo.
Dalla voce dell’autista si sente benissimo dire che “le bestie”, come le definisce lui, ormai corrono da due chilometri. Il video, sempre secondo questa persona davvero cinica e senza cuore, è stato girato per “dimostrare della presenza di lupi in valle”. Subito però è scattato l’allarme nella zona, ed è partita una “caccia all’uomo” per capire chi sia stato colui che si è permesso di girare un video che sta davvero spopolando sul web, e che ha toccato nell’animo molte persone.
Va sottolineato poi doverosamente che visto il periodo nel quale ci troviamo, in pieno inverno, le temperature sono molto basse soprattutto in queste zone di piena montagna ed in questi giorni in cui è caduta molta neve. I lupi quindi molto probabilmente vanno incontro ad una stagione rigida e difficile, e possono facilmente trovare la morte purtroppo. Questo dispendio di energie inutile a cui l’uomo ha sottoposto gli animali, non fa che accelerare tale percorso di morte.
Come abbiamo detto, il video sta già facendo il giro del web, e sono stati moltissimi gli animalisti che subito hanno denunciato l’accaduto. In molte pagine che diffondono informazioni in difesa degli animali, si stanno moltiplicando gli appelli per condividere il video il più possibile, così da facilitare alle forze dell’ordine il rintracciamento dell’uomo per garantire che giustizia sia fatta e per dargli la sanzione che merita.
Vi ricordiamo, infatti, che inseguire un animale con il proprio mezzo è considerato reato! Una cosa più o meno simile era accaduta anche lo scorso maggio, quando erano stati individuati due uomini che avevano diffuso un video dopo aver inseguito un’orsa e il suo cucciolo. I due uomini erano stati interrogati nella Stazione forestale e poi sanzionati per disturbo della fauna selvatica. Speriamo che anche stavolta si riesca ad identificare e punire l’uomo.
Perché oltre che il rispetto semplice delle leggi, c’è anche una moralità che dovrebbe contare qualcosa, e perché chi ama e vive la montagna, sa che in queste zone ci sono delicatissimi equilibri che è un reato andare a toccare. Queste specie di animali che popolano ancora queste zone vanno protette, preservandone la bellezza e l’importanza.
Il video diventato subito virale è stato girato in Kentucky da Beth Browning la moglie di Timothy Browning. Chi è Timothy Browning? Un pazzo che per sgombrare la neve caduta sul suo viale di casa invece di usare la classica pala ha deciso di usare un lanciafiamme. Si avete letto bene un lanciafiamme e non è tutto!! E’ sceso in strada coperto solo con il suo accappatoio preferito, un cappello con il pelo ed indossando delle pantofole di pezza. Dopo alcuni minuti tra una birra ed un sigaro ha sciolto tutta le neve intorno casa.
Nel giro di pochi giorni Timothy Browning è diventato così l’eroe del web.
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