Belen Rodriguez ed Elio Lorenzoni sembrano più uniti e innamorati che mai. La coppia non può sopportare di essere lontana e ha quindi optato per una fuga dalla metropoli milanese, che sta riprendendo vigore dopo il periodo vacanziero di agosto. La loro destinazione? Un lussuoso Resort e Spa situato nel cuore delle Dolomiti, dove hanno potuto godere dei servizi top di gamma per distendersi e isolarsi dal caos.
Quanto costa la suite di Belen?
Per il loro soggiorno, hanno selezionato la Royal Pool e Spa Suite, con un costo notturno che si aggira sui 3.180 euro. Il prezzo può fluttuare a seconda della stagione, ma il resort è indubbiamente tra i più esclusivi.
La struttura ricettiva è di proprietà della Lefay resort & spa Dolomiti e si trova in Trentino nel comune di Pinzolo (TN) a pochi chilometri da Madonna di Campiglio.
I servizi forniti dalla suite Royal Pool e Spa
Belen Rodriguez ed Elio Lorenzoni hanno optato per un ritiro tra le Dolomiti in cerca di momenti di tranquillità. La loro lussuosa suite offre svariati servizi, come riportato nella descrizione del sito: “La Royal Pool & SPA Suite, con una vista mozzafiato sulla valle circostante, vanta un’area benessere personale con una vasca Jacuzzi, doccia, due saune, postazioni per trattamenti e una whirlpool esterna posizionata sul terrazzo. La suite, oltre ad avere raffinate stanze, offre servizi di alto livello, tra cui un Concierge dedicato”. Il costo del soggiorno in questo Resort di alto livello si avvicina ai 3000 euro per notte, ma l’indimenticabile esperienza e la vista sulle Dolomiti giustificano pienamente il prezzo.
Amazon Prime Video (Video on Demand); Kurt Russell, Patrick Wilson, Matthew Fox (Attori); S. Craig Zahler (Direttore) - S. Craig Zahler (Scrittore) - Jack HellerProdotto
Le indagini continuano. Il responsabile del PNA mette in guardia: “Troppa presenza di curiosi nell’area, cerchiamo di prevenire ulteriori catastrofi dopo la già accaduta tragedia”.
I due piccoli dell’orsa Amarena, uccisa di recente a San Benedetto dei Marsi, sono stati individuati dai ricercatori.
L’attenzione delle ricerche è ora focalizzata sull’area dove sono stati avvistati, con l’obiettivo di prenderli e metterli al sicuro. Un primo tentativo di cattura si è rivelato infruttuoso.
Parco nazionale della Maiella, l’uccisione dell’orsa Amarena esprime una sottocultura
“L’uccisione dell’orsa Amarena rappresenta un gesto sconsiderato per diverse ragioni, sia d’interesse scientifico, sia sociale, sia economico; ma soprattutto è la manifestazione di una pericolosa sottocultura che continua a privilegiare un approccio violento alle problematiche, che pure sussistono, nel rapporto uomo-natura”. Lo sostiene in una comunicazione il presidente del Parco Nazionale della Maiella, Lucio Zazzara.
“L’Abruzzo – continua – è una regione particolare e molto fortunata in questo senso poichè è caratterizzata da una geografia che da sempre ha reso possibile l’insediamento umano e lo sviluppo di una natura esuberante; una natura che ha saputo sempre rinascere dopo gli sconvolgimenti della geologia, del clima e dell’azione umana. Un vero capitale che e’ stato difeso e incrementato nell’ultimo secolo e che, grazie anche all’azione di alcuni Enti -come i Parchi-, delle varie Riserve, dell’impegno di singoli e Associazioni, rappresenta oggi una risorsa importante e capace più che mai di restituire valore agli abitanti”.
“Una situazione – aggiunge – in cui sempre più chiaramente si è rivelata la possibilità di una pacifica convivenza tra le esigenze dell’insediamento antropico e, anzi, la necessità di elaborare una nuova visione di un territorio in cui tutto è unito e compatibile; uno spazio in cui convivono le attività umane da sempre considerate ‘invasive’ – come le città, le infrastrutture, i sistemi produttivi – con le più incredibili e felici espressioni della natura, anche selvaggia. Abbiamo scoperto, soprattutto negli ultimi anni, che tutto questo rappresenta oltre che una condizione privilegiata di vita un vero e proprio motore economico; una forza capace di sviluppare nuove economie legate ad attivita’ di turismo sostenibile”. “Nessuno – conclude Zazzara – puo’ decidere di far prevalere la propria incapacita” di convivenza con tutto questo imbracciando un fucile e dando sfogo ai propri demoni. Uccidere l’orsa Amarena ha prodotto enormi danni al sistema perche’ ha interrotto un importante passaggio della biodiversita’ abruzzese, ha distrutto un importante risultato delle politiche di tutela di una specie a rischio di estinzione, ha privato la Comunita’ regionale di un pezzo di paesaggio attrattivo e produttivo, ha prodotto un danno al futuro di tutti noi”.
In seguito alla morte dell’orsa Amarena, la Procura di Avezzano ha istituito un procedimento giuridico nei confronti di un uomo di 56 anni, che ha dichiarato di aver fatto fuoco “per timore” e in quanto l’orsa “aveva causato la morte delle sue galline”. Quali sono le potenziali conseguenze per il 56enne? Come riportato da Il Messaggero, c’è la possibilità che la situazione possa essere risolta con il pagamento di alcune migliaia di euro. Ecco i dettagli.
Possibili scenari giuridici/legali – Oltre all’articolo 544 bis – “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”, tuttavia la pena massima raramente viene imposta in quanto la gran parte degli accusati non ha precedenti. Un’alternativa giuridica potrebbe essere, secondo quanto affermato da Dante Caserta, vicepresidente e responsabile legale del WWF Italia, e citato da Il Messaggero, l’invocazione dell’articolo 30 della Legge 157 che riguarda la protezione della fauna selvatica e le regole della caccia: “Arresto da tre mesi ad un anno e l’ammenda da lire 2.000.000 a lire 12.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene esemplari di orso, stambecco, camoscio d’Abruzzo, muflone sardo”.
In tale situazione, la persona condannata ha la possibilità di optare per l’oblazione, pagando così il 50% del massimo della sanzione prevista per far cadere l’accusa.
Il Caso Precedente – Il Messaggero fa riferimento a un episodio simile avvenuto nel settembre 2014 a Pettorano sul Gizio (L’Aquila). In quell’occasione, un individuo di 67 anni aveva abbattuto un orso che aveva invaso il suo pollaio, dichiarando anch’egli di aver agito per timore. L’uomo era stato inizialmente assolto in primo grado, ma in appello era stato giudicato responsabile “sotto il profilo civile dei reati attribuitigli” e obbligato a indennizzare diversi enti come la Lav-Lega Anti Vivisezione, Pro Natura Abruzzo, WWF, Salviamo l’Orso e Pnalm. La somma del risarcimento sarebbe stata determinata separatamente, ma era stata concessa una provvisionale di 3.000 euro a favore di Pro Natura e Pnalm. Questo verdetto era stato poi confermato dalla Corte di Cassazione. In aggiunta, l’uomo aveva dovuto coprire anche i costi legali di primo e secondo grado.
In programma dal 27 al 29 ottobre, Skipass Modena 2023 si prepara a scrivere un nuovo capitolo, estendendo il suo focus ben oltre gli sport invernali per abbracciare una gamma più ampia di attività montane. Inizialmente concepita come una vetrina per gli sport invernali, la fiera ha dovuto affrontare inevitabili ostacoli a causa della pandemia, ostacoli che hanno reso difficile ripristinare il ritmo energetico che l’ha sempre caratterizzata.
Tuttavia, gli organizzatori dell’evento modenese non si sono fermati e hanno sviluppato una formula innovativa che promette di riscuotere grande successo. Mentre la stagione invernale continuerà a essere inaugurata da Skipass, quest’anno l’evento riserva una sorpresa: alla tradizionale passione per la neve si aggiunge un amore rinnovato per tutto ciò che la montagna ha da offrire, evidenziato da un intero padiglione dedicato alle attività all’aperto.
Non solo le attività invernali, come lo sci e lo snowboard, ma anche le discipline estive avranno un ruolo centrale nell’evento. Il focus si allarga, infatti, a tutto ciò che le alte quote offrono durante l’intero arco dell’anno. Ciò significa mettere in luce sport come la mountain bike, l’arrampicata, il free climbing e il trail running, tra gli altri, offrendo una panoramica completa delle opportunità sportive disponibili nelle montagne in ogni stagione.
Nel cuore dell’evento, la Fisi rimarrà un punto di riferimento, proponendo un calendario ricco di iniziative e presentazioni che daranno visibilità a sportivi e specialisti delle varie discipline federali, incluso l’atteso Premio Atleta dell’Anno.
Mentre è ancora troppo presto per fornire dettagli specifici sul programma e sugli espositori, il turismo giocherà senza dubbio un ruolo significativo. In questo contesto, la giornata di venerdì 27 ottobre sarà dedicata a un evento B2B specificamente rivolto ai professionisti del settore turistico.
Il traforo del Monte Bianco necessita di lavori di restauro. Piani per interventi di manutenzione sono previsti per durare da 3 a 4 mesi ogni anno fino al 2041. La prima fase dei lavori era inizialmente programmata per iniziare il 4 settembre e concludersi il 18 dicembre, proprio prima dell’alta stagione invernale, che coincide con le festività natalizie. È bene sottolineare che il tunnel collega Courmayeur in Italia a Chamonix in Francia, rendendoli due delle mete turistiche e sciistiche più importanti delle Alpi.
Tuttavia, a seguito di un recente smottamento che ha limitato l’accesso dei veicoli pesanti al tunnel del Frejus, il flusso di traffico verso il Monte Bianco è notevolmente aumentato. Questo ha portato le autorità a decidere di non iniziare i lavori previsti per il 4 settembre. In questa situazione, interrompere il passaggio attraverso il tunnel di Courmayeur sarebbe del tutto irrealistico.
Entro pochi giorni si prevede una normalizzazione del flusso veicolare sulla rotta del Frejus, ma le scadenze ristrette hanno spinto Renzo Testolin, presidente della Regione Valle d’Aosta, a chiarire che “la riapertura non può essere posticipata oltre il 18 dicembre, poiché coinciderebbe con una fase turistica cruciale per l’economia del territorio valdostano”.
Attualmente, si stanno considerando due alternative: o posticipare la prima fase dei lavori al 2024 oppure ritardare l’apertura del cantiere di 8 giorni. La scelta finale verrà determinata dalla Conferenza intergovernativa italo-francese, prevista per lunedì 4 settembre.
Tuttavia, i responsabili del progetto hanno comunque comunicato che, qualora i lavori iniziassero il 12 settembre, la conclusione entro il 18 dicembre rimarrebbe assicurata.
“Il rinvio dei lavori di otto giorni per noi è assorbibile. È necessaria una riorganizzazione dei cantieri che comporta delle difficoltà tecniche, ma stiamo gestendo la situazione. Lo slittamento non creerà problemi o modifiche per il rispetto della data di riapertura del 18 dicembre, come previsto dal cronoprogramma”. Ha dichiarato all’ANSA Riccardo Rigacci direttore gerente del Geie-Tmb.
La zona sciistica di Andermatt-Sedrun-Disentis, con i suoi 180 km di piste situati tra i cantoni svizzeri di Uri e Grigioni, è ora inclusa nelle destinazioni accessibili tramite lo skipass Epic Pass.
Questo abbonamento stagionale (disponibili anche altre opzioni) offre l’accesso a alcune delle più prestigiose aree sciistiche globali, tra cui Vail, Whistler Blackcomb, Breckenridge e Park City in Nord America, così come Les 3 Vallées, Verbier 4 Vallées e Arlberg in Europa. Non mancano nemmeno destinazioni in Italia, con il Skirama Dolomiti che include piste a Madonna di Campiglio Pinzolo, Pontedilegno Tonale e altri. Anche le stazioni sciistiche in Australia e Giappone sono anche inclusi nell’offerta.
L’aggiunta di Andermatt-Sedrun-Disentis all’Epic Pass è frutto della collaborazione iniziata nel 2022, quando Vail Resorts ha investito nel capitale di Andermatt-Sedrun AG. Questo investimento porterà, per la stagione invernale 2023/2024, ad un’estensione del sistema di innevamento programmato e allo sviluppo di nuove zone dedicate ai più piccoli a Valtgeva e Sedrun. È prevista anche l’apertura di un nuovo ristorante e di una pista “gialla”, ovvero non battuta, sullo Schneehüenerstock.
Prezzo skipass Epic Pass in sconto
Per acquistare l’Epic Pass al prezzo di 949 dollari, la data limite è il 4 settembre; successivamente, i prezzi subiranno un aumento.
Da quest’anno, il noto Sentiero delle Acque a Pieve Torina, situato all’ingresso del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ha ampliato la sua offerta turistica con l’aggiunta del percorso Kneipp. Questo tratto speciale si snoda lungo il torrente Sant’Angelo e invita i visitatori a camminare a piedi nudi per circa 500 metri, attraverso una combinazione di sassi, legno e ghiaia, mentre godono della freschezza dell’acqua corrente.
Quando è stato inaugurato il percorso Kneipp di Pieve Torina?
Lanciato nel luglio 2023, il percorso ha rapidamente guadagnato popolarità, attirando un gran numero di turisti durante la stagione estiva. Questo è il primo percorso Kneipp nelle Marche che si immerge completamente nel verde e nella natura dei Monti Sibillini, e una delle poche esistenti in tutta l’Italia. Il tracciato Kneipp è una parte integrante del Sentiero delle Acque, che si estende per 4,4 chilometri e può essere esplorato sia a piedi che in bicicletta, terminando nella frazione Fiume dove si trova un antico mulino.
Dopo tre anni di attesa dovuti a questioni legate all’anticipo dell’IVA, che avrebbe potuto comportare una spesa aggiuntiva di 450.000 euro per i titolari, la ricostruzione è finalmente partita.
Iniziata ieri la fase di ricostruzione dell’Hotel Felycita a Frontignano di Ussita, segnando una svolta per Gianfranco Tombini, 82 anni, e la sua famiglia. Hanno combattuto duramente negli anni recenti per ottenere l’annullamento dell’IVA da versare in anticipo, considerato che il loro hotel è chiuso dal 2016.
Il piano per la ristrutturazione dell’albergo, gravemente danneggiato dal terremoto, è stato pronto per tre anni. Tuttavia, l’avvio dei lavori è stato ostacolato dalla necessità di anticipare una somma che per la famiglia Tombini si avvicinava ai 450.000 euro. Un ostacolo che ha riguardato numerose strutture turistiche nella zona colpita, bloccandone effettivamente la ricostruzione, fino a quando il commissario per la ricostruzione, Guido Castelli, ha recentemente trovato una soluzione.
L’edificio, che per oltre mezzo secolo è stato gestito da Gianfranco Tombini e sua moglie Franca Vittazzi, e che ha preso il nome dalla loro figlia Felicita che li ha sempre supportati, sarà demolito e rifatto da zero. È stata proprio la determinazione di Tombini a rendere possibile questo risultato. Nonostante le difficoltà causate dal terremoto, l’imprenditore ha continuato a credere nella rinascita di Frontignano, spostando la sua attività e inaugurando un nuovo punto di ristoro chiamato “Cotto e Mangiato”.
Nei prossimi anni è prevista nelle vicinanze dell’hotel la costruzione della stazione di partenza della nuova cabinovia.
La notte del 31 agosto ha visto la tragica morte dell’orsa Amarena, colpita da un colpo di fucile. Il Parco d’Abruzzo perde così uno dei suoi emblemi più rappresentativi.
L’ultimo avvistamento dell’animale, in compagnia dei suoi piccoli, era avvenuto quando l’orsa è emersa da un vicolo di San Sebastiano dei Marsi, località di Bisegna, in Abruzzo.
Una volta raggiunta una piazza con alcune persone, ha lanciato uno sguardo circostante, per poi fermarsi, attendere i suoi cuccioli e proseguire insieme a loro, scomparendo velocemente dalla vista.
Nella notte, l’orsa Amarena è stata abbattuta con colpi di fucile vicino a San Benedetto dei Marsi, nella provincia dell’Aquila, secondo quanto riferito dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Identificato l’uomo che ha sparato.
La morte dell’orsa Amarena è avvenuta ieri sera, 31 agosto, nella zona periferica di San Benedetto dei Marsi, al di fuori dell’area protetta del Parco e delle zone contigue. L’informazione è stata divulgata sulla pagina Facebook del Parco Nazionale, e l’uomo accusato di aver esploso i colpi è stato prontamente identificato.
Le Guardie del Parco sono arrivate rapidamente sul luogo dell’incidente, data la zona in cui Amarena era scesa con i suoi piccoli. Un veterinario del Parco è intervenuto sul posto ma ha potuto solo confermare la morte dell’animale a causa della gravità della ferita. L’individuo accusato di aver sparato all’orsa è stato identificato dalle Guardie del Parco e successivamente è stato oggetto di indagini da parte dei Carabinieri della stazione locale, che sono intervenuti in seguito alla segnalazione delle Guardie del Parco.
Le parole dell’uomo, che ha ucciso l’orsa, riferite ai Carabinieri
“Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo”
Il comunicato integrale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise pubblicato sulla pagina ufficiale Facebook
“Uccisa a fucilate l’orsa Amarena. Alle 23:00 circa di questa sera l’Orsa Amarena è stata colpita da una fucilata esplosa dal signor LA alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua. Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita. L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco. I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi. L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”.
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio ha commentato l’accaduto con questo messaggio
“La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile. In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat”.
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