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Coronavirus, il Dpcm fa chiudere le piste da sci

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Nel nuovo Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si prevede anche la chiusura degli impianti sciistici, fino al prossimo 24 novembre. Il Governo insomma ha deciso per una stretta molto dura al fine di contrastare la diffusione del Coronavirus, che negli ultimi giorni ha fatto registrare numeri molto importanti come contagi.

Tra le tante chiusure previste nel nuovo documento, anche quella degli impianti sciistici, che avevano appena iniziato ad aprire i battenti per la stagione sciistica 2020/2021, e che in molti casi si erano organizzati con regole e norme di sicurezza. Niente da fare però, soprattutto dopo che sui quotidiani sono circolate alcune foto degli impianti di Cervinia già colmi di persone, con lunghe file alla biglietteria e con le cabine degli impianti di risalita pienissime.

Il decreto, in vigore da oggi, ha validità fino al prossimo 24 novembre. Sembra però che possano essere ammesse alcune deroghe speciali, legate a precisi protocolli di sicurezza che dovranno essere adottati. Si legge infatti così nell’art. 1, comma 9, lettera m del Decreto firmato da Conte:

“Gli impianti sono aperti agli sciatori amatoriali solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnico-scientifico, rivolte ad evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti”.

C’è quindi ancora una speranza per tutti i gestori e gli organizzatori, che tanto avevano cercato di fare per mantenere la sicurezza negli impianti. La sensazione invece è che per un errore di pochi paghino in tanti. Certo è che resta difficile garantire la distanza sociale e il massimo dell’igiene in situazioni in cui sono moltissime le occasioni di assembramento. resta invece salvaguardata la possibilità per gli atleti di allenarsi in pista. Nel decreto si legge infatti:

“Sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici; gli stessi possono essere utilizzati solo da parte di atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionale ed internazionali o lo svolgimento di tali competizioni”.

Non è stato facile, a quanto pare, trovare un’intesa sulla chiusura degli impianti sciistici italiani. Sembra infatti che questo punto sia stato oggetto di moltissime discussioni in Consiglio dei Ministri, e di forte dibattito con il Comitato Tecnico Scientifico. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini (governatore dell’Emilia-Romagna), aveva infatti chiesto di eliminare dal testo del Decreto la parte relativa agli impianti di risalita. Una chiusura che infatti rischia di bloccare un intero settore, almeno n questa prima fase della stagione, e che darà un altro colpo durissimo al comparto del turismo.

Anche il vicepresidente della regione val d’Aosta e assessore allo sviluppo economico Luigi Bertschy ha fatto sentire la sua voce per commentare il Decreto, dichiarando che tra le regioni si sta lavorando per stipulare un protocollo di sicurezza valido appunto negli impianti di risalita.

“La chiusura degli impianti sciistici è un attacco pesantissimo alla montagna. La situazione deve essere valutata e noi ci stiamo muovendo con tutte le regioni che fanno dello sci uno dei pilastri delle loro economie, l’obiettivo è creare un protocollo condiviso che garantisca la sicurezza ma anche la possibilità di non rinunciare alla stagione sciistica. E’ un documento che dovrà essere approvato dal comitato tecnico scientifico”.

Il problema però restano i tempi stretti, visto che il Decreto è già entrato in vigore e più passano i giorni, più sarà difficile trovare un accordo in tempi rapidi. Prosegue l’Assessore: “Le code non sono durate più di un’ora sabato e oggi la situazione è del tutto tranquilla. L’apertura degli impianti oggi è stata del tutto positiva. Gli utenti hanno le mascherine, le persone sono distanziate”.

Fermare lo sci significa quindi, secondo molti addetti ai lavori, fermare interi territori e dire addio ad un’importante fetta di turismo, con danni irreparabili all’economia: “Bisogna che tutti prendano coscienza che lo sci è di vitale importanza per l’economia della montagna – prosegue l’assessore – ci aspettiamo che questa decisione venga rivista, ovviamente bisogna garantire lo svolgimento dell’attività in sicurezza. Speriamo di avere pronto il protocollo nel più breve tempo possibile”.

Il protocollo al quale si sta lavorando prevede una serie di norme e regole per garantire la sicurezza ed il distanziamento: “Incentiviamo ad esempio lo skipass online, che la val d’Aosta sta già favorendo, e cercheremo di evitare il più possibile gli assembramenti al mattino quando gli sciatori arrivano sulle piste e prendono i primi impianti per salire in quota. E’ chiaro che alcune abitudini degli sciatori devono cambiare per salvaguardare la possibilità di usare gli impianti”.

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Rifugi sulle piste di Frontignano

Tre sono i rifugi situati sulle piste da sci della stazione sciistica di Frontignano di Ussita

Rifugio Saliere 1500 m

Il Rifugio Saliere si trova all’arrivo delle seggiovie delle Saliere. I servizi offerti sono bar, paninoteca e tavola calda. Sono disponibili tavoli all’esterno e sdraio. 

Rifugio Cristo delle Nevi 1830 m

Il Rifugio Cristo delle Nevi si trova all’arrivo della seggiovia di Selvapiana all’interno dell’edificio che ospitava la partenza della vecchia funivia della Val di Bove. Il rifugio è aperto anche in estate nei giorni di funzionamento dell’impianto. I servizi offerti sono bar, paninoteca, grapperia e tavola calda. A disposizione sdraio e tavoli sulla terrazza.

Rifugio Cornaccione 1950 m 

Il rifugio Cornaccione è all’interno della vecchia casa di arrivo della storica seggiovia del Cornaccione. I servizi offerti sono bar e paninoteca. Particolarmente bello il panorama che si gode dal rifugio in particolare verso la catena dei Sibillini ed il Monte Vettore.

Scopri le piste e gli impianti di Frontignano

Tutto sul comprensorio sciistico di Frontignano di Ussita

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Freeride e Backcountry a Frontignano

Per gli amanti del freeride, backcountry e dello sci alpinismo sono a disposizione numerose opportunità nella località sciistica di Frontignano di Ussita. Ad esempio moltissime sono le varianti alle piste battute che riportano agli impianti di risalita. Segnaliamo le pendici del Monte Bicco con il relativo piccolo canalone, la spettacolare discesa dal Cornaccione verso il Canalone ed altri pendii a ridosso degli impianti da sci. Sono ovviamente adatte a snowboarder e sciatori esperti. Numerosissimi sono gli itinerari al di fuori della zona servita dagli impianti tra cui si segnalano diverse varianti all’interno della splendida ed incontaminata Val di Bove. Si ricorda che l’attività dello sci fuori pista è pericolosa, viene svolta a proprio rischio e deve essere fatta solo nelle situazioni nivometereologiche adatte e nel rispetto dell’ambiente montano (siamo all’interno di un Parco Nazionale).

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Cartina Frontignano di Ussita – Mappa piste sci Frontignano di Ussita

Qui di seguito sono elencate le piste da sci e gli impianti di risalita della ski area di Frontignano ski

Piste da sci Frontignano di Ussita

  • Jacci di Bicco (Lunghezza mt 550, Dislivello mt 155)
  • Canalone (Lunghezza mt 2000, Dislivello mt 606)
  • Coturnice (Lunghezza mt 450, Dislivello mt 130)
  • Del Cornaccione (Lunghezza mt 1350, Dislivello mt 250)
  • Starna ((Lunghezza mt 330, Dislivello mt 88)
  • Campo Scuola (Lunghezza mt 110, Dislivello mt 15)
  • Pista Slittini (Lunghezza mt 110, Dislivello mt 15)
  • Saliere (Lunghezza mt 1200, Dislivello mt 224)
  • Direttissima Belvedere (Lunghezza mt 200, Dislivello mt 100)
  • Pian dell’Arco (Lunghezza mt 700, Dislivello mt 128)
  • Ginepro (Lunghezza mt 2000, Dislivello mt 324)
  • Trasferimento degli innamorati (Lunghezza mt 2700)
  • Collegamento Canalone Saliere (Boschetto)
  • Collegamento Saliere Canalone
  • Collegamento Parcheggio

Impianti di risalita a Frontignano

  • Seggiovia monoposto Selvapiana (Lunghezza mt 2000, Dislivello mt 606)
  • Seggiovia biposto Cornaccione (Lunghezza mt 2000, Dislivello mt 650)
  • Sciovia Jacci di Bicco (Lunghezza mt 2000, Dislivello mt 606)
  • Sciovia Coturnice (Lunghezza mt 500, Dislivello mt 147)
  • Seggiovia quadriposto Pian dell’Arco Belvedere (Lunghezza mt 943, Dislivello mt 222)
  • Seggiovia quadriposto ad ammorsamento automatico Lo Schiancio Le Saliere (Lunghezza mt 1073, Dislivello mt 222)
  • Seggiovia biposto Ginepro (Lunghezza mt 2000, Dislivello mt 324)
  • Tapis Roulant Camposcuola (Lunghezza mt 200, Dislivello mt 35)
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Sci Fischer, la fabbrica in Ucraina distrutta da un incendio

Distrutta da un incendio la storica fabbrica degli sci Fischer, in Ucraina. La struttura era diventata un punto di riferimento per tutti gli sciatori e per il mondo dell’attrezzatura tecnica. Costruita negli anni ’40, ha iniziato a produrre sci Fischer nel 1988.

Pensate che il 60% della fabbricazione totale della Fischer veniva prodotta proprio nello stabilimento ucraino. All’interno venivano prodotte le attrezzature non solo del marchio austriaco, ma anche quelle di altri marchi famosi: Scott, Tecno Pro, Hagan, Rossignol, Alpina, Splitkein, Tecno.

Il 70% degli sci che erano prodotti in Ucraina venivano poi portati al centro logistico Fischer in Austria, da dove poi erano inviati in ben 43 Paesi del mondo tra cui Giappone, Canada e Stati Uniti. Dall’Ucraina invece gli sci vengono forniti direttamente a Francia e Canada.

Era il 2016 quando la fabbrica aveva annunciato di aver iniziato un percorso di produzione di componenti in carbonio anche per marchi automobilistici importanti ed internazionali, tra cui BMW, Audi, Porsche e Mercedes. Questo stabilimento situato a Mukacevo, poi, produceva anche bastoni per hockey di ghiaccio e contava su circa 1500 dipendenti. Le cause dell’incendio sono ancora da chiarire, ma nel frattempo sappiamo che nessuno è rimasto ferito.

La fabbrica occupava un’area di quasi 20.000 metri quadrati, a dimostrazione dell’importanza della struttura e del marchio collegato.

La notizia dell’incendio è stata diffusa dal servizio statale di emergenza dell’Ucraina (SES), e subito la notizia ha fatto il giro del mondo, colpendo in particolar modo gli appassionati di sci. Lo stabilimento di Mukacevo era il più grande in Europa per produzione di sci, tanto che il gruppo Fischer aveva deciso di spostare qui ben l’85% della sua produzione. Nel 2017 il fatturato aziendale aveva toccato quota 38 miliardi di euro, con un utile netto di 3,3 miliardi di euro.

Questo il comunicato della SES: “Il tetto di un edificio a un piano di un impianto di produzione e un magazzino (superficie totale di 20.000 metri quadrati), presso la fabbrica di sci JSC Tysa di Mukachevo, ha preso fuoco alle 02:00 ora di Kiev del 12 ottobre. Le unità SES hanno spento l’incendio su 9.000 metri quadrati alle 04:55 ora di Kiev”.

In questa fabbrica venivano prodotti ben 180 modelli di sci da fondo, 130 modelli di sci da montagna. Nel 2016 era stata anche annunciata la collaborazione con la metropolitana di Londra per la realizzazione di particolari materiali da utilizzare.

All’inizio la fabbrica era di proprietà privata, e negli anni ’70 iniziò la produzione di sci di plastica. Fu nel 1979 che il viaggiatore russo Dmitriy Shparo fece la sua prima spedizione di sci al Polo Nord con il marchio di sci Beskyd, prodotto proprio dalla fabbrica ucraina. L’altro importante marchio di sci, Tysa, è ancora in produzione.

Insomma una perdita simbolica quella della fabbrica ucraina, che però pone un problema anche aziendale nel mondo degli sci, che spesso decidono di de localizzare le proprie produzioni, aumentando i rischi e diminuendo, forse, il controllo diretto sul processo produttivo.

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Coronavirus, annullati in Trentino-Alto Adige i mercatini di Natale

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Arrivata una brutta notizia per tutti gli appassionati del Natale e della montagna. Non solo il Trentino ma anche l’Alto Adige ha deciso di rinunciare all’organizzazione dei tradizionali mercatini di Natale per la stagione 2020. La decisione è arrivata dopo attenta valutazione della situazione emergenziale che stiamo vivendo a causa del Covid.

Secondo i pareri giuridici infatti, è impossibile rispettare tutti i paletti e tutte le norme fissate dal nuovo Dpcm di Palazzo Chigi nei giorni scorsi. Davvero un brutto colpo per appassionati ed organizzatori, che come tanti altri hanno dovuto quindi rinunciare ad un evento diventato ormai storico.

La ventisettesima edizione dei mercatini era in programma per il 21 novembre, ma a dare l’annuncio dell’annullamento dell’edizione 2020 è stato il sindaco di Trento Franco Ianeselli: “Alla luce della situazione dei contagi e di quanto contenuto nel Dpcm consideriamo che i mercatini non ci siano, al momento tutto spinge in quella direzione. Abbiamo anche detto che teniamo al Natale di comunità, quindi potremmo pensare ad altre forme, ma che non ci possano essere i mercatini come è stato negli anni scorsi mi pare ovvio. Al momento ci sembra improbabile che si possano tenere”

Dopo Trento anche lAlto Adige ha rinunciato all’organizzazione dei mercatini di Natale 2020, evento che ogni anno attira tantissimi turisti da ogni parte d’Italia. La notizia è stata diffusa dall’Ansa, che spiega anche come al momento si stia comunque pensando ad un programma alternativo, nel rispetto delle misure anti Covid.

Il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi ha indetto una conferenza stampa online subito dopo aver appreso della rinuncia da parte di Trento, ed in questa occasione ha dichiarato: “Sarà difficile. E’ tutto molto complicato, non sono consentiti cibi e bevande che non vengano consumate ai tavoli, è difficile controllare la distanza e il numero delle persone. Settimana prossima ci sarà una riunione con tutti gli interessati anche degli altri mercatini e con il governatore Kompatscher e si vedrà cosa si potrà fare”.

Insomma nemmeno gli storici mercatini di natale in Trentino riescono a mantenere viva la tradizione contro questo nemico invisibile che è il Coronavirus. troppo elevato il rischio di assembramenti in location che spesso non sono poi così grandi, ma danno il privilegio di percorrere vie e piazze caratteristiche, immersi nel tipico paesaggio della montagna.

Anche il Presidente della regione, Arno Kompatscher, aveva commentato la rinuncia affermando che la priorità in questo momento era la salvaguardia della saluta pubblica e delle persone, nonché il regolare funzionamento della scuola e delle imprese. Nessuno quindi, e lo capiamo bene, in questo momento si sente di assumersi la responsabilità di organizzare un evento che vede ogni anno la presenza di centinaia di turisti ogni giorno, e che andrebbe quindi contro i messaggi che arrivano in questi giorni da più parti, volti a ricordarci come è doveroso mantenere altissima l’attenzione.

In Trentino i mercatini di Natale sono un evento ormai storico, che come detto richiama turisti da ogni parte d’Italia e non solo. Un evento importante non solo a livello turistico e commerciale per le imprese e gli artigiani della zona, ma anche perché rappresenta in pieno il senso di comunità con cui si vive il Natale da queste parti. Per i turisti ogni anno i mercatini sono l’occasione per scoprire cose nuove, materiali e produzioni tipiche, eccellenze enogastronomiche, paesaggi bellissimi, un senso di accoglienza unico.

Nel periodo natalizio le città di Trento, Brunico, Vipiteno, Bressanone, Bolzano, Merano si riempivano di casette di legno nelle quali si vendevano addobbi natalizi, dolcetti sfiziosi e biscotti, ma anche cioccolata calda e vin brulè. I mercatini regalavano un’atmosfera particolare già dai primi di novembre. Purtroppo quest’anno si dovrà rinunciare a questa magia, sperando che dal 2021 tutto torni alla normalità.

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Alta Badia, il maestro sci è anche Ski wine ambassador

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In Alta Badia con la nuova stagione il maestro di sci diventa anche ski wine ambassador. Il tutto grazie alla nuova partnership creata tra il Consorzio Vini Alto Adige dell’Alta Badia e le Scuole di Sci dell’Alta Badia. Un progetto unico che prevede una serie di corsi di formazione enologica di base dedicate ai maestri di sci, per renderli, alla fine del percorso, veri e propri wine ambassador.

Questa zona d’Italia infatti (l’Alta Badia e l’Alto Adige in generale), sono conosciute per essere una delle mete invernali di maggior rilievo. Un successo dovuto certamente alla posizione geografica, visto che questa zona si trova al centro delle Dolomiti che sono patrimonio mondiale UNESCO, ma anche all’offerta enogastronomica ricca di eccellenze enologiche e gastronomiche tutte locali al 100%. Insomma in Alta Badia è possibile coniugare l’amore e la passione per la montagna con quelli per la cucina, con momenti unici per scoprire lati nascosti e preziosi di queste terre.

Per dare risalto a questo connubio tra buona cucina e piste piene di neve, è nato quindi il progetto Ski Wine Ambassador, fortemente voluto dal consorzio per valorizzare l’offerta enogastronomica della zona proposta nei rifugi situati a 2000 metri di quota. I veri protagonisti del progetto sono i maestri di sci, che da queste parti sono veri e propri punti di riferimento soprattutto per i turisti. In virtù di questa veste vengono identificati come ambasciatori del territorio. Il progetto offre loro la possibilità di approfondire aspetti legati alla produzione del vino in questa terra, informandoli e formandoli sulle tante varietà, sui metodi di produzione, sugli abbinamenti.

Il progetto si costruisce con due giornate di formazione organizzate dall’Associazione Sommelier Alto Adige, che mette a disposizione le proprie figure professionali per insegnare le basi della degustazione ai maestri, le differenze e le potenzialità dei vari vini. Al termine del corso i maestri diventeranno veri e propri ambassador del vino dell’Alta Badia, riceveranno un diploma di partecipazione ed un cavatappi personalizzato.

L’Alta Badia quest’anno sarà anche apripista del Premio per la Cultura del Vino, che sarà insignito honoris causa al rifugio Ütia de Bioch situato a 2000m. Il Premio è assegnato dal 2004 alle aziende gastronomiche che si distinguono per la diffusione della cultura del vino in Alto Adige. La giuria è composta dal Cda del Consorzio Vini dell’Alto Adige, e quest’anno ha deciso di premiare il rifugio che si trova sulle piste.

Da non perdere quest’anno sono anche gli altri eventi organizzati in collaborazione tra Alta Badia e Consorzio dei Vini. Tra questi c’è il Gourmet Skisafari, che si svolge per l’ottava edizione a partire da sabato 12 dicembre: un viaggio itinerante da un rifugio all’altro nel comprensorio dell’Alta Badia alla scoperta di piatti gourmet abbinati ad eccellenze enologiche della zona. Gli chef che partecipano sono Nicola Laera (Ristorante La Stüa de Michil, Corvara, 1 stella Michelin), Riccardo Gaspari (Ristorante SanBrite, Cortina d’Ampezzo) e Marco Martini (Marco Martini Restaurant, Roma, 1 stella Michelin). Porteranno i piatti stellati a quota 2000 metri, per elogiare le produzioni dell’Alto Adige.

Da non perdere nemmeno Sommelier in pista, che ha lo scopo di valorizzare il connubio tra sci ed eccellenze del territorio. Sette appuntamenti tra dicembre e marzo (15 dicembre, 12 e 26 gennaio, 2 e 23 febbraio, 9 e 16 marzo) in cui si potrà sciare sulle piste abbinando favolose degustazioni di vini locali. Ogni partecipante sarà accompagnato da un maestro di sci e da un sommelier professionista. Il prezzo dell’evento con guida sciistica inclusa è di 35 euro a persona.

Wine Skisafari è invece l’evento che domenica 21 marzo 2021 porta i migliori vini dell’Alta Badia in quota per una degustazione esclusiva presso i rifugi Piz Arlara, Ütia de Bioch, I Tablà e Pralongià. Il costo del biglietto (acquistabile presso le quattro baite) è di 30 euro a persona ed include la degustazione di tutti i vini.

Ricordiamo che tutti gli eventi si svolgono nel pieno rispetto delle normative per il contrasto al Covid-19. Per informazioni: Uffici Informazioni Alta Badia Tel.: 0471/836176-847037

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Pontedilegno Tonale, inizia la vendita degli skipass stagionali con rimborso anti covid dal 30 ottobre

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Il prossimo 30 ottobre parte ufficialmente la vendita degli abbonamenti e degli skipass stagionali a Pontedilegno Tonale. Il tutto in attesa che riaprano le piste sul ghiacciaio Presena. Per la nuova stagione sono previsti dei rimborsi sugli abbonamenti in caso di ulteriori lockdown.

Il comprensorio di Pontedilegno-Tonale è costituito da 4 skiarea differenti: Ponte di Legno, Passo Tonale, Ghiacciaio Presena e Temù. In ogni zona c’è il massimo del divertimento per tutti gli appassionati della montagna e per tutti gli sportivi. Ben 41 piste da sci, che sono comprese tra i 1121 metri ed i 3016 metri di quota. Tutti i tracciati sono ben serviti dai 28 impianti di risalita. Pensate che la località di Pontedilegno Tonale, che gli sciatori conoscono forse meglio con il nome di Adamello Ski, oggi è una delle località sciistiche più attrezzate tra il Trentino e la Lombardia, ed anche una delle più apprezzate. Un apprezzamento che non riguarda solo il periodo invernale, ma che anche in estate è garantito da una grande varietà di attività e servizi proposti.

Lo skipass stagionale a Pontedilegno Tonale vale sui 100 km di piste, che sono servite da 28 impianti di risalita di Temù, Pontedilegno, Passo del Tonale e ghiacciaio Presena, tra alta Valle Camonica e alta Val di Sole. In questo periodo così difficile ed incerto a causa dell’emergenza Covid, la skiarea ha garantito un minimo di giornate di apertura al di sotto delle quali potranno essere chiesti i rimborsi.

Michele Bertolini del Consorzio Pontedilegno-Tonale ha dichiarato: “Gli skipass stagionali sono acquistati da migliaia di sciatori, che sono il nostro zoccolo duro più appassionato. Insieme al Consorzio Skirama, abbiamo quindi pensato a questa iniziativa per dimostrare la nostra vicinanza e il nostro affetto e per garantire loro la massima serietà e trasparenza”.

Questo numero minimo è di 80 giornate di apertura, e in caso di chiusura delle piste e degli impianti a causa di normative imposte dalle varie autorità nazionali e locali legate all’epidemia Covid, si potrà quindi avere diritto ad un rimborso parziale, legato al numero delle giornate non usufruibili.

Questo diritto di rimborso varrà sia per gli skipass stagionali Superskirama, sia per quelli della skiarea Pontedilegno-Tonale (i quali prevedono anche 5 giorni validi sui 50 chilometri di piste dell’Aprica) e per quelli della Skirama Combi, i quali includono una giornata di sci nel comprensorio Skirama Dolomiti Adamello-Brenta.

Insomma, se gli sciatori e gli appassionati non si lasciano spaventare dalla pandemia, a Pontedilegno Tonale le iniziative pensate per tutti gli sportivi sono davvero tante, con una programmazione iniziata già da tempo. Questa formula rimborso pensata per tutti i turisti avvicinerà certamente le persone alla montagna, con la speranza che per tutta la stagione si possa sciare in tranquillità e nel pieno rispetto delle norme di sicurezza.

Una politica, questa dei rimborsi, che ormai fa parte dell’organizzazione della maggior parte dei comprensori per la nuova stagione sciistica che sta per iniziare. Una scelta che sta trovando un riscontro positivo ci pare, anche da parte degli stessi turisti.

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Solda, apertura impianti dal 23 ottobre con regole anti covid

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La stagione sciistica 2020/2021 a Solda all’Ortles inizia venerdì 23 ottobre, con regole anti Covid precise e puntuali. La ski area dell’Alto Adige si è quindi attrezzata per ripartire in tutta sicurezza, proprio come previsto da tutte le normative per evitare la diffusione del Covid.

Nelle scorse settimane ci sono state davvero tante precipitazioni soprattutto in quota, dove si registra molta neve e dove le temperature hanno reso possibile un utilizzo molto copioso dell’innevamento programmato sulle piste che arrivano fino ai 3250 metri di quota. nella parte della skiarea che si sviluppa a monte del Rifugio Madriccio, la funivia permette di salire fino in paese, mentre altre tre seggiovie da quota 2600 metri servono molte piste rosse ed una nera, che permettono agli sciatori di divertirsi molto anche in questo periodo.

Molta attenzione, come detto, va data alle norme anti-Covid che saranno prese nella skiarea. Tra questa c’è la riduzione della capienza della funivia che porta in quota, passando dalle 111 alle 72 unità, cioè il 66% della capacità massima. L’accesso è consentito solo con le mascherine. La temperatura sarà misurata quotidianamente a tutti gli addetti agli impianti e ai veicoli. Tutti i dispositivi di sicurezza e di pulizia sono stati ampliati e potenziati, così come quelli per la disinfezione.

In generale le seggiovie e le cabinovie assicurano quindi un trasporto veloce e sicuro, così come gli skilift ed i nastri trasportatori per i più piccoli.

Per ogni sciatore saranno disponibili ben 500 metri quadrati di area sciistica in proporzione ai posti letto disponibili in zona, grazie all’ampiezza del comprensorio. Ad eccezione dei nuclei familiari va sempre mantenuta la distanza di sicurezza di almeno 1 metro e deve essere usata la mascherina quando non è possibile tenere il distanziamento.

Un grande sforzo quindi quello messo in campo dalla skiarea per mantenere tutti in sicurezza nel corso della stagione invernale. Ad Ortles ci sarà non solo il rispetto dei requisiti ufficiali ma anche attenzioni particolari per la salute e la sicurezza. D’altronde Solda ha ormai una grande fama per essere un impianto affidabile, lontano dai grandi circuiti sciistici.

Solda e Trafoi sono zone progettate per ospitare più di 5000 persone, con circa 3200 posti letto e pochi abitanti che lasciano spazio ai turisti. Pensate che qui ci sono circa 1,7 milioni di metri quadrati di piste. Il comprensorio sciistico comprende varie località di villeggiatura (Solda, Trafoi, Gomagoi, Stelvio) con oltre 3000 posti letto in totale suddivisi in due zone sciistiche separate.

Da sottolineare poi che nell’acquisto dei biglietti avviene una gestione sicura delle code con adeguati intervalli di sicurezza. Negli skibus c’è la capacità legalmente consentita con dipendenti regolarmente testati. in periodi di maggior afflusso il servizio è potenziato, con disinfezione continua di ogni parte. Gli ospiti vengono incoraggiati ad utilizzare i mezzi fuori dall’ora di punta e vengono premiati con biglietti speciali. Ricordate che sugli autobus la mascherina è obbligatoria.

Nelle scuole di sci i gruppi sono composti solo da adulti o da bambini, e le sale sono costantemente pulite e disinfettate. protezioni per naso e bocca sono obbligatorie dai 6 anni in su. Gli orari sono variabili e le offerte aumentate. Anche nelle strutture ricettive i dipendenti vengono testati regolarmente, i tavoli sono assegnati agli ospiti e le sedute sono vicine solo per chi appartiene allo stesso gruppo o nucleo. Persone appartenenti allo stesso gruppo possono occupare più di 4 posti allo stesso tavolo.

Su richiesta, gli ospiti possono essere testati entro le 24 ore dall’arrivo. I test saranno effettuati su appuntamento dai medici. Dott. Georg Hofer e dott.ssa Anja Gutwenger

( +39 0473 612044 e +39 0473 613163) e dott.ssa. Raffaela Stocker (+39 335 677 8001)

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Monte Bianco, è guerra dei confini tra Italia e Francia

Nuovo capitolo nella diatriba tra Italia e Francia sui confini del Monte Bianco. L’ultimo atto è stato firmato il 1° ottobre nel pomeriggio. Il nuovo accordo contiene anche una serie di divieti tra cui quello di praticare discipline al di fuori dell’alpinismo, della combinazione tra alpinismo e parapendio, del paralpinismo e dello sci/snowboard-alpinismo.

Jean-Marc Peillex, sindaco di Saint-Gervais-les-Bains ha commentato: “Lo aspettavo da 17 anni”. Questo è stato quindi il commento del sindaco del comune definito come “porta” al tetto d’Europa alla firma sul Decreto di protezione dell’habitat del Monte Bianco.

La firma è avvenuta ad Annecy alla presenza del sottosegretario di Stato alla biodiversità Bérangère Abba, e va ricordato che l’atto era stato promosso anche dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron durante una visita al massiccio.

Vediamo nello specifico il contenuto dell’atto sottoscritto: “L’obiettivo è “prevenire la distruzione e l’alterazione fisica degli habitat naturali, conservare la qualità paesaggistica e la quiete del sito”. Quando si parla di sito si fa riferimento alla fruizione di un perimetro ben preciso, di circa 3175 ettari che si trova a cavallo tra i comuni di Chamonix, Saint-Gervais e Les Houches. Il sottosegretario Abba ha detto: “Non mettiamo il Monte Bianco sotto una teca. Il decreto non stabilisce ciò che è vietato, ma ciò che si desidera autorizzare nel magnifico massiccio del Bianco, vale a dire la pratica dell’alpinismo e dello sci, con le loro varianti”.

Quindi in sostanza nella zona centrale del perimetro interessato (circa l’80% dell’area interessata dal provvedimento) è vietata la pratica di ogni attività al di fuori di: alpinismo, combinazione tra alpinismo e parapendio, paralpinismo, sci/snowboard-alpinismo. Vige anche il divieto di salire sul Monte Bianco senza avere con sé equipaggiamento individuale e collettivo adeguato (conformi quindi agli standard dei professionisti di montagna) e di procedere in cordate superiori a tre persone, salvo situazioni imposte da situazioni di sicurezza o per assistenza ad altri alpinisti.

Il decreto poi stabilisce anche il divieto di trasportare materiali o altri oggetti in quota, se non quelli necessari strettamente alla progressione alpinistica, alla protezione individuale o collettiva e alla sussistenza. Si vieta poi l’organizzazione di manifestazioni nel perimetro, e si sottolinea come gli alpinisti che vogliono raggiungere la cima lungo la via normale hanno l’obbligo di prenotare prima il pernottamento nei rifugi lungo l’itinerario.

Nell’intera area protetta c’è poi il divieto di introdurre animali domestici (salvo quelli tenuti al guinzaglio e lungo gli itinerari escursionistici), il divieto di campeggio all’esterno del campo base della Tête Rousse, il bivacco (se non per casi di forza maggiore) nei pressi e lungo la via normale al Bianco da Saint-Gervais-les-Bains, la percorrenza a piedi dei binari del “tramway du Mont-Blanc”. Per chi viola queste disposizioni, previste multe dell’importo minimo di 750 €.

Il sindaco di Chamonix, Eric Fournier, alla fine dell’evento in cui è stata posta la firma nella sala della prefettura dell’Alta Savoia, ha dichiarato: “Questo atto mira a limitare i comportamenti erratici, senza imbrigliare l’alpinismo. C’era bisogno di arrivare ad una regolamentazione? È qualcosa che fa parte della nostra società, bisogna accettarlo”.

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