La neve è arrivata in grande stile a Bolognola Ski, la stazione sciistica nel cuore dei Monti Sibillini, in provincia di Macerata, nelle Marche, e la stagione 2025/2026 può ufficialmente partire. Per domani, domenica 23 novembre, la stazione conferma l’apertura degli impianti, delle piste e del rifugio, con un manto nevoso che ha già raggiunto i 50 cm e una nevicata che continua intensa.
Ad accogliere sciatori e amanti della montagna ci sarà anche il rifugio ZChalet Mountain Club, aperto oggi e domani, punto di ritrovo ideale prima, durante e dopo le discese.
Salvo ulteriori aggiornamenti, per la giornata di domani saranno aperti i seguenti impianti:
✅ Sciovia Pintura 1
✅ Sciovia Pintura 2
✅ Tapis Roulant Scoiattolo
✅ Tapis Roulant Madonnina
Per quanto riguarda le discese, saranno agibili le piste 1, 3 e 12, oltre all’area slittini servita dal tapis roulant Madonnina, una soluzione perfetta per famiglie, bambini e principianti che vogliono godersi la prima neve in sicurezza e divertimento.
Saranno inoltre aperti tutti i noleggi e la scuola sci, così da permettere a chiunque – dai neofiti agli sciatori più esperti – di rimettere gli sci ai piedi con attrezzatura e lezioni a disposizione fin dal primo giorno di apertura.
La stazione sciistica comunicherà in serata eventuali aggiornamenti su ulteriori aperture di impianti e piste, in base all’evoluzione delle condizioni nivometeorologiche. Per chi non vedeva l’ora di tornare sulla neve, l’appuntamento è fissato: domani si scia a Bolognola Ski!
Con la pubblicazione della Guida Michelin Italia 2026, la mappa dei ristoranti stellati italiani si arricchisce di nuovi indirizzi e conferme importanti. Tra grandi città, borghi e località iconiche, c’è un fil rouge che attira sempre più appassionati: la possibilità di unire sci e alta cucina, passando dalle piste innevate direttamente al tavolo di uno chef stellato.
In questo articolo ti portiamo tra Alpi e Appennini alla scoperta dei migliori ristoranti stellati vicino alle piste da sci in Italia: indirizzi perfetti per chi sogna una vacanza in montagna dove il dopo-sci è fatto di menu degustazione, cantine importanti e piatti d’autore a pochi minuti dagli impianti.
Valle d’Aosta: ristoranti stellati vicino alle piste da sci
In Valle d’Aosta brillano:
Le Petit Bellevue a Cogne ⭐ – new entry di quest’anno, comoda per chi ama sciare nel comprensorio del Gran Paradiso.
Wood a Breuil-Cervinia ⭐ – perfetto per chi vuole concludere una giornata tra le piste del Cervino.
Ad Aosta città si contano inoltre due ristoranti una stella Michelin, facilmente raggiungibili dalle ski area della valle:
Paolo Griffa al Caffè Nazionale ⭐
Vecchio Ristoro ⭐
Lombardia: stelle Michelin tra Madesimo e la Valchiavenna
In Lombardia si confermano:
Il Cantinone – Sport Hotel Alpina a Madesimo ⭐, ideale per chi scia tra le piste della Skiarea Valchiavenna.
Lanterna Verde a Villa di Chiavenna ⭐, a pochi chilometri dal confine svizzero, ottima tappa gourmet per chi esplora le montagne della zona.
Veneto: Cortina d’Ampezzo e Asiago gourmet
In Veneto, Cortina d’Ampezzo resta una delle capitali dello sci e della cucina d’autore, con tre ristoranti stellati:
SanBrite ⭐
Tivoli ⭐
Dolata ⭐
Sull’Altopiano di Asiago, invece, troviamo:
La Tana Gourmet ad Asiago ⭐, perfetta per chi cerca un ristorante stellato vicino alle piste da sci dell’altopiano.
Alto Adige: alta cucina tra Dolomiti e ski area
In Alto Adige l’offerta di ristoranti stellati vicino alle piste da sci è particolarmente ricca. Tra le new entry:
Porcino a Badia ⭐
Quellenhof Gourmetstube 1897 a San Martino in Passiria ⭐
Si confermano poi:
Apostelstube a Bressanone ⭐
Atelier Moessmer di Norber Niedelkofler a Brunico ⭐⭐⭐
La Stua di Michel a Corvara ⭐
Tilia a Dobbiaco ⭐
Johannestube a Nova Levante ⭐
Anna Stuben a Ortisei ⭐
Nella stessa area dolomitica troviamo anche:
Terra a Sarentino ⭐⭐
Alpenroyal Gourmet a Selva di Val Gardena ⭐
Suinsom a Selva di Val Gardena ⭐
In città, a Merano, a pochi chilometri dalla ski area di Merano 2000, ci sono altri due ristoranti stellati:
In Viaggio – Claudio Melis ⭐
Sissi ⭐
Trentino: ristoranti stellati tra Val di Fassa, Val di Fiemme e Madonna di Campiglio
In Trentino spiccano diversi ristoranti stellati vicino alle principali località sciistiche:
El Molin a Cavalese ⭐, storico riferimento gourmet vicino alle piste della Val di Fiemme.
A Madonna di Campiglio si registra un tris di stelle:
Dolomieu ⭐
Il Gallo Cedrone ⭐
Stube Hermitage ⭐
Completano il quadro:
Malga Panna a Moena ⭐, ideale per chi scia tra le piste della Val di Fassa.
Grual a Pinzolo ⭐, perfetto per chi frequenta la skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta.
Friuli Venezia Giulia: sapori stellati a Sappada
Le ski area del Friuli Venezia Giulia sono rappresentate da:
Leite a Sappada ⭐, ristorante stellato perfetto per chi trascorre le giornate sulle piste della località.
Appennino e Sud Italia: stelle Michelin tra Abruzzo, Calabria ed Etna
Anche gli Appennini e il Sud Italia offrono ristoranti stellati vicini alle piste da sci:
In Abruzzo, lo chef Nico Romito con il suo Reale a Castel di Sangro ⭐⭐⭐, è a breve distanza dalla ski area di Roccaraso.
In Calabria, Hyle a San Giovanni in Fiore ⭐ porta l’alta cucina nel cuore della Sila, vicino alle piste delle località sciistiche dell’altopiano.
In Sicilia, sulle pendici dell’Etna, Shalai a Linguaglossa ⭐ è il punto di riferimento per chi vuole unire un’esperienza stellata alle discese sulle piste del vulcano.
L’inverno 2025/2026 di Cortina d’Ampezzo parte con una marcia in più: il Col Gallina apre ufficialmente gli impianti dal 22 novembre, inaugurando la stagione sciistica del Dolomiti Superski e confermandosi ancora una volta la prima località delle Dolomiti ad avviare gli impianti.
Grazie alle abbondanti nevicate e alle temperature rigide degli ultimi giorni, è già possibile sciare sulla pista Ovest servita dalla seggiovia Col Gallina, accessibile anche con lo skipass stagionale. Una partenza anticipata che consolida il ruolo di Cortina come destinazione d’eccellenza, soprattutto in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina 2026.
Cortina prima ad aprire e ultima a chiudere: una stagione record
Non sarà un inverno come gli altri: l’apertura anticipata del Col Gallina segna un punto di partenza simbolico per una stagione definita “storica”. Cortina non solo apre per prima, ma sarà anche l’ultima a chiudere, con il comprensorio del Faloria operativo fino a maggio.
Un impegno riconosciuto anche dai dati ufficiali: secondo gli studi dell’Osservatorio Italiano del Turismo Montano di JFC, Cortina è la località più amata dagli italiani, classificata sia come “località più famosa” sia come “località più trendy” per il 2025/2026.
Skipass 2025–2026: novità, promozioni e My Dolomiti Card Olimpica
Una delle principali novità di questa stagione è lo Skipass Pre Olimpico, valido fino al 31 gennaio 2026. Chi lo acquista potrà scegliere se effettuare un upgrade per sciare fino alla fine della stagione, anche in un secondo momento (con condizioni differenti).
È disponibile inoltre un supplemento aggiuntivo che garantisce 4 giornate a scelta in tutto il Dolomiti Superski, attivabile solo acquistando contestualmente l’upgrade di fine stagione.
Con ogni skipass viene fornita la My Dolomiti Card Olimpica, un’edizione limitata dedicata ai Giochi Milano Cortina 2026, ritirabile presso gli Uffici Skipass di via Marconi 20 – comprensiva anche di un gadget celebrativo di quello che si preannuncia un inverno leggendario.
Calendario delle aperture degli impianti sciistici
Dopo il 22 novembre, le aperture proseguiranno in modo progressivo:
4 dicembre – Comprensorio Tofana
Ski Lift Col Gallina
Seggiovie Olimpia
Baby Socrepes
Nuova cabinovia Lacedel–Socrepes
Tofana Express
Seggiovia Piè Tofana–Duca d’Aosta
Seggiovia Duca d’Aosta–Pomedes
5 dicembre – Tofana, Faloria, Cristallo
Cabinovia Cortina–Colfiere–Col Drusciè
Funivia Col Drusciè–Ra Valles
Seggiovie Pian Ra Valles–Bus Tofana, Cacciatori
Sciovia Tondi
Seggiovia Vitelli
Funivia Faloria
Seggiovie Rio Gere–Pian de Ra Bigontina
Pian de Ra Bigontina
Seggiovie Padeon e Rio Gere–Son Forza
5 dicembre – San Vito e Misurina
Ski Lift Donariè
Seggiovie Tambres
Seggiovia San Marco
6 dicembre
Seggiovia Misurina–Col de Varda
Ski Lift Loita
23 dicembre
Funivia Falzarego–Lagazuoi
Periodo olimpico: cosa cambia sulle piste
La stagione sciistica resterà pienamente fruibile fino al 26 gennaio 2026. Solo alcune aree verranno progressivamente chiuse dal 12 gennaio per permettere l’allestimento delle piste di gara (Olympia delle Tofane e Labirinti).
Dal 26 gennaio al 15 marzo 2026, per motivi di sicurezza olimpica, saranno temporaneamente non accessibili:
Cabinovia Socrepes
Seggiovia Baby Socrepes
Seggiovia Tofana Express
Seggiovia Piè Tofana–Duca d’Aosta
Seggiovia Duca d’Aosta–Pomedes
Cabinovia Col Druscié
Impianti e piste di Ra Valles
Nonostante le chiusure circoscritte, saranno comunque aperti 90 km di piste su 120, garantendo un’offerta ampia e spettacolare.
Le aree sempre accessibili:
Skiarea Faloria–Cristallo
Lagazuoi – 5 Torri
Misurina, Auronzo di Cadore e San Vito
Dal 16 marzo, tutte le aree torneranno nuovamente accessibili fino alla chiusura stagionale.
La stagione sciistica 2025/2026 a Madonna di Campiglio parte in anticipo, con un’apertura straordinaria delle piste del Grostè dal 22 novembre. Grazie alle recenti nevicate e alle temperature rigide, gli impianti sono stati preparati in tempi record, garantendo un primo weekend di sci in piena regola. Un “assaggio” dell’inverno che precede l’apertura ufficiale del 28 novembre per Campiglio e del 4 dicembre per Folgarida-Marilleva.
Apertura anticipata del Grostè: si scia dal 22 e 23 novembre
Le condizioni meteo favorevoli — con neve naturale e impianti di innevamento in piena funzione — permettono di avviare la stagione sciistica una settimana prima del previsto.
Nel fine settimana del 22 e 23 novembre saranno aperti:
i due tronchi della cabinovia del Grostè
la seggiovia Grostè
la seggiovia Rododendro
Le piste aperte includeranno:
la Graffer, sciabile fino alla stazione intermedia
la pista Lame
Un primo weekend dedicato a tutti gli appassionati di sci che desiderano inaugurare la stagione nella skiarea più rinomata del Trentino.
Dal 4 dicembre apertura dell’intera skiarea Campiglio, Folgarida-Marilleva e Pinzolo
«Apre la stagione sciistica a Madonna di Campiglio, da sabato 22 novembre si scia al Grostè, dal weekend successivo apriranno nuove piste a Madonna di Campiglio, dal 4 dicembre saranno aperti gli impianti dell’intera skiarea Campiglio, Folgarida-Marilleva e Pinzolo. Il freddo delle ultime giornate ha consentito la preparazione delle piste e la neve, che è iniziata a cadere da ieri sera e proseguirà fino a domani, creerà le condizioni ideali per aprire la stagione invernale. E’ inoltre iniziata la preparazione della pista Miramonti (nella foto) in vista dell’appuntamento della Coppa del Mondo del prossimo 7 gennaio.»
La conferma arriva da Bruno Felicetti, direttore generale di Funivie Campiglio.
Le dichiarazioni di Bruno Felicetti e le novità della stagione
«Siamo pronti ad iniziare una grande stagione invernale – spiega Bruno Felicetti (nel video), direttore generale di Funivie Campiglio -. Sabato aprono gli impianti del Grostè, fino all’intermedio, dalla settimana successiva apriremo altre piste e dal 4 dicembre l’intera skiarea a disposizione degli sciatori. Il freddo di questi giorni ci ha permesso di preparare al meglio l’apertura delle piste».
Nuove cabinovie e piste riqualificate
Tra le principali novità:
«Gli sciatori – prosegue Bruno Felicetti – troveranno una nuova Nube d’Argento, la storica seggiovia 2 posti ha ceduto il passo a una moderna telecabina a 10 posti, con un comfort e una sicurezza senza precedenti, inoltre è stata riqualificata e ampliata la pista Poza Vecia, in zona Grostè-Spinale, con la sostituzione dell’impianti di innevamento programmato».
Moderne infrastrutture e ampliamenti studiati per migliorare l’esperienza degli sciatori e garantire una migliore gestione dei flussi.
Introduzione del “numero ideale”: massimo 14-15mila sciatori nei giorni di punta
Una grande novità riguarda la gestione dell’affluenza sulle piste.
«Sarà introdotto il numero ideale che fissa, per la zona di Madonna di Campiglio, un tetto massimo di 14-15mila sciatori in pista nelle giornate di punta come i periodi di Natale e Capodanno (dal 28 dicembre 2025 al 5 gennaio 2026) e di Carnevale (dal 15 al 22 febbraio 2026), nella fascia oraria di maggior affluenza (dalle 11 alle 14).»
«Ci sarà un tetto ai biglietti giornalieri – sottolinea Bruno Felicetti -. La scelta è stata fatta soprattutto per tutelare chi vive la località, soggiornando in un hotel, un appartamento o una seconda casa. Le limitazioni, infatti, non riguarderanno gli skipass stagionali, i pass plurigiornalieri (a partire dai due giorni) o le tessere pay-per-use, che permetteranno l’accesso senza restrizioni. I non sciatori, inoltre, potranno continuare a salire liberamente a bordo degli impianti che trasportano i pedoni. Il numero ideale andrà dunque a definire un numero massimo di skipass giornalieri con l’obiettivo di garantire a ogni sciatore un’esperienza ottimale».
Un sistema pensato per migliorare la qualità della sciata, ridurre code e affollamento e tutelare la sostenibilità turistica della località.
L’iniziativa “Scia Prima” torna a dicembre e febbraio
«Inoltre dal 28 dicembre al 5 gennaio e dal 14 al 22 febbraio torna l’iniziativa “Scia Prima” nella Skia Area, che comprende Folgarida-Marilleva, Madonna di Campiglio e Pinzolo, verrà anticipata l’apertura degli impianti per regalare agli sciatori la magia della neve appena battuta e un’esperienza più tranquilla. Nei due periodi gli impianti e le piste apriranno in anticipo rispetto al consueto orario, un’opportunità pensata per chi ama le prime luci del giorno, il silenzio della neve appena battuta e la libertà di sciare senza affollamenti, ma che al contempo consente di distribuire meglio le presenze lungo l’arco della giornata, regalando agli sciatori momenti di pura magia.»
Un’iniziativa particolarmente apprezzata da chi ama sciare nelle prime ore del mattino e vivere la montagna in tutta la sua quiete.
La pista Vagliana battuta due volte al giorno: una novità nazionale
«Quest’anno – conclude Bruno Felicetti – avremo sulla pista Vagliana una particolarità: la pista infatti non verrà battuta solamente per l’apertura degli impianti per l’inizio della giornata, ma vedrà anche i gatti delle nevi prepararla per chi si reca più tardi sulle piste da sci, non solo per i mattinieri. La pista infatti osserverà a mezzogiorno un periodo di chiusura per essere battuta, poi sarà aperta alle 13 e messa a disposizione degli sciatori».
Una scelta innovativa in Italia, pensata per garantire a tutti piste in condizioni ottimali anche nelle ore centrali.
La stagione di Coppa del Mondo di sci alpino 2025 si apre con un risultato che sa già di storia: Mikaela Shiffrin trionfa nello slalom di Levi e porta a casa la sua nona renna, un record che alimenta leggenda, statistiche e un pizzico di magia lappone. L’atmosfera nordica, la Levi Black e la tradizione delle renne da “adottare” rendono questa gara unica, quasi un rito. Un rito che Shiffrin domina dal 2013 e che ora la vede completare, idealmente, la slitta di Babbo Natale.
Un trionfo che vale storia: il 65° slalom e il successo n. 102 in Coppa del Mondo
A Levi, Shiffrin ha firmato il successo numero 102 in Coppa del Mondo e la 65ª vittoria in slalom, numeri che confermano la sua posizione nell’Olimpo dello sci alpino. Alle sue spalle, una bravissima Lara Colturi, classe 2006, capace di contenere il distacco a 1’’66, seguita da Emma Aicher.
Per l’Italia, in gara c’era soltanto Emilia Mondinelli, che ha concluso al 27° posto.
Dal 2013 al 2025, con questa vittoria, diventano nove le renne simbolicamente assegnate: la nona si chiama Winkie, soprannome di mamma Eileen. Arriva dopo Rudolph, Sven, Mr. Gru, Ingemar, Sunny, Lorax, Grogu e Rori. Naturalmente, queste splendide renne restano nel loro habitat a Levi: la loro “consegna” ai vincitori è solo un gesto simbolico.
Levi e il “premio più speciale”: la renna numero nove
A Levi non si vince solo la gara. Si vince anche una renna, simbolo della Lapponia e della competizione stessa. E Shiffrin, che qui sembra avere un legame quasi mistico con la pista, ha commentato: “Il lavoro fatto durante l’estate sta pagando, quest’anno cerco continuità”.
Naturalmente, nessun atleta porta con sé le renne: rimangono in un allevamento locale e chi le “vince” può dare loro un nome e andare a visitarle ogni volta che vuole.
Le nove renne di Mikaela Shiffrin: una collezione simbolica
Con il successo di quest’anno, Shiffrin raggiunge un traguardo unico: nove renne, proprio come nella tradizione della slitta di Babbo Natale. Ecco la sua squadra al completo, ognuna con una storia precisa:
Rudolph – la renna dal naso rosso
Sven – dalla saga Frozen
Gru – da Cattivissimo Me
Ingemar – omaggio a Stenmark, leggenda svedese
Sunny – per l’amica sciatrice Ava Sunshine
Lorax – soprannome del padre Jeff, prematuramente scomparso
Grogu – Baby Yoda della serie The Mandalorian
Rori – da Aurora Borealis
Winkie – soprannome di mamma Eileen
Con Winkie, la slitta è completa. E sì, Babbo Natale – almeno idealmente – rimane “muto” davanti a tanta velocità.
Shiffrin punta alla Sfera di Cristallo: la fuga può partire da qui
Questo successo dice molto di più della semplice vittoria. Shiffrin si candida ufficialmente alla sesta Sfera di Cristallo, per eguagliare lo storico record di Annemarie Moser-Pröll. La statunitense ha mostrato un ritorno al top già a Soelden col 4° posto e ora ha davanti:
il prossimo slalom a Gurgl,
quindi le gare di Copper Mountain (29–30 novembre), sulla neve “di casa”,
una stagione con ben 10 slalom, il terreno dove il divario con le rivali può diventare enorme.
La stima per Lara Colturi: parole importanti per la nuova generazione
Alla domanda di Simone Benzoni (Rai Sport), Shiffrin ha dedicato parole di grande rispetto alla giovane Colturi:
“Penso che Lara abbia tutte le possibilità di farlo, intendo andare oltre il livello che abbiamo espresso in questi anni nel nostro sport… Si toglieranno ancora tante soddisfazioni”.
Una dichiarazione che pesa: non solo per il valore della campionessa americana, ma perché arriva in un momento in cui Colturi sta mostrando il potenziale per entrare stabilmente tra le migliori al mondo.
“Un pezzo iconico della Val di Fassa cerca una nuova casa”. Con queste parole, pubblicate sui social dalla pagina Val di Fassa Lift, è stato annunciato che le storiche cabine della funivia Campitello-Col Rodella sono ufficialmente in vendita. Un messaggio diretto, che ha immediatamente attirato l’attenzione di appassionati di montagna, collezionisti e amanti della Val di Fassa.
Le cabine, ormai sostituite dal nuovo impianto, rappresentano oltre quarant’anni di storia, ricordi, vacanze e discese sugli sci. Le immagini condivise online hanno suscitato nostalgia e affetto tra gli utenti, trasformando un normale annuncio di vendita in un evento virale.
Il rinnovo della funivia Campitello-Col Rodella
L’impianto storico è stato recentemente oggetto di un grande intervento di ammodernamento, un investimento strategico per migliorare la mobilità turistica in una delle aree più frequentate delle Dolomiti. Come specificato:
L’impianto dopo 40 anni di servizio verrà sostituito da una cabinovia trifune con 22 cabine da 30 posti ciascuna, un’opera messa a punto da Dopplmayr per Sitc di Canazei a fronte di un investimento di oltre 50 milioni di euro.
La nuova cabinovia permetterà non solo una maggiore capacità di trasporto ma anche una significativa riduzione dei tempi di attesa. Il passaggio da 1.000 a 2.200 persone all’ora renderà gli spostamenti più rapidi, fluidi e sostenibili, contribuendo a diminuire l’impatto ambientale sul territorio circostante.
Un’occasione unica per collezionisti e appassionati
Le cabine messe in vendita non sono semplici strutture dismesse: sono veri e propri pezzi iconici della Val di Fassa, che molti ricordano per essere state protagoniste di generazioni di salite verso il Col Rodella.
Per chi desidera acquistare una delle cabine, le informazioni non vengono pubblicate direttamente online. L’annuncio ufficiale chiarisce infatti:
“Trattativa privata – viene specificato-. Scrivi su Messenger il tuo numero e ti chiamiamo”.
Un approccio volutamente diretto e personale, che mantiene riservati i dettagli sul prezzo e sulle modalità di consegna.
Con l’arrivo della stagione fredda torna l’appuntamento annuale con il cambio gomme invernali. Anche per il 2025-2026, le regole fissate dal Codice della Strada non cambiano: gli automobilisti devono adeguarsi alle scadenze e circolare con pneumatici idonei o catene da neve a bordo per evitare multe salate e fermo del veicolo.
In questa guida completa trovi tutte le date ufficiali, i casi di esenzione, i pneumatici consentiti, le zone dove l’obbligo è attivo e le sanzioni previste.
Date obbligo gomme invernali 2025-2026
Il Ministero delle Infrastrutture conferma il periodo “classico” dell’obbligo invernale.
Date principali
15 ottobre 2025 – Inizio periodo in cui è possibile montare gli pneumatici invernali.
14 novembre 2025 – Termine del periodo di tolleranza per effettuare il cambio gomme.
15 novembre 2025 – Inizia l’obbligo di circolare con pneumatici invernali o con catene a bordo*.
15 aprile 2026 – Fine dell’obbligo.
15 maggio 2026 – Termine massimo per smontare le gomme invernali.
Il rispetto di queste date è fondamentale: dal 15 novembre 2025 scattano i controlli e, in caso di irregolarità, le sanzioni.
Quali pneumatici montare: sigle, caratteristiche e alternative
Per essere in regola, gli pneumatici devono riportare obbligatoriamente la marcatura:
M+S (“Mud and Snow”) e preferibilmente anche la più affidabile
3PMSF (Three Peak Mountain Snowflake), riconoscibile dal simbolo della montagna a tre punte con fiocco di neve.
Pneumatici All Season: quando sono validi
Le gomme All Season o quattro stagioni sono accettate solo se riportano la sigla M+S e un indice di velocità uguale o superiore a quello indicato sul libretto.
In questo caso non è necessario effettuare il cambio gomme.
Catene da neve: l’alternativa consentita
Chi non vuole montare pneumatici invernali può scegliere di portare a bordo catene da neve omologate. È una soluzione legale, purché immediatamente utilizzabili in caso di necessità.
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Differenze tra gomme estive e invernali
Le gomme invernali sono progettate per garantire massima sicurezza sotto i 7°C, grazie a:
mescola più morbida, che resta elastica al freddo
battistrada più scolpito, con ampie scanalature
lamelle più numerose, che aumentano l’aderenza su neve, pioggia e ghiaccio
Le gomme estive, al contrario, sono ottimizzate per temperature più alte e non garantiscono prestazioni adeguate in inverno.
Dove è obbligatorio montare le gomme invernali nel 2025
L’obbligo non vale su tutte le strade, ma è sempre segnalato da cartelli verticali.
L’obbligo è attivo su:
strade extraurbane
autostrade
Alcuni tratti in centri abitati ad alta quota, quando le condizioni meteo lo richiedono
È buona norma seguire la regola dei 7°C: sotto questa temperatura è sempre consigliato montare pneumatici invernali, anche dove non espressamente obbligatorio.
Chi deve fare il cambio gomme a novembre 2025
Deve effettuare il cambio gomme chi:
monta pneumatici estivi
NON ha catene da neve a bordo
NON dispone di gomme All Season con sigla M+S e indice di velocità adeguato
Sono invece esenti dal cambio:
autovetture con pneumatici All Season M+S idonei
veicoli che portano catene a bordo
veicoli già equipaggiati con gomme invernali conformi
Per verificare l’indice di velocità basta leggere la lettera sul fianco della gomma.
Multe per chi non rispetta l’obbligo di gomme invernali 2025
Le sanzioni variano in base al tipo di strada.
Sanzioni previste dal Codice della Strada
41 – 169 euro: violazione in centri abitati
85 – 338 euro: su strade extraurbane
80 – 318 euro: in autostrada
Sanzioni più severe in casi particolari
In alcune circostanze (ad es. violazioni più gravi o ripetute), può scattare:
fermo del veicolo fino alla regolarizzazione
ritiro del libretto di circolazione (previsto dalle norme richiamate in alcuni regolamenti locali)
In alcune zone d’Italia sono state registrate sanzioni più elevate, fino a 1.682 euro per chi circola con pneumatici non idonei durante controlli specifici.
Perché conviene prenotare il cambio gomme in anticipo
Sebbene la sostituzione duri in media 20-30 minuti, la forte richiesta tra ottobre e novembre può allungare notevolmente i tempi di attesa. Prenotare in anticipo dal proprio gommista permette di:
Il ghiacciaio del Pitztal, nel cuore del Tirolo, è diventato il simbolo di una tendenza sempre più inquietante: l’overtourism anche ad alta quota. Le immagini circolate negli ultimi giorni mostrano centinaia di sciatori in fila agli impianti di risalita, pronti a inaugurare una stagione sciistica iniziata con settimane di anticipo.
Uno spettacolo che ha fatto discutere: file infinite, piste affollate e paesaggi alpini trasformati in un parco tematico a cielo aperto, in netto contrasto con l’immagine di silenzio e natura incontaminata che tradizionalmente accompagna la montagna.
Pitztal, il “tetto dell’Austria” preso d’assalto
Nel comprensorio sciistico del ghiacciaio Pitztal, definito dai portali locali “autunno glaciale”, l’inverno è cominciato in anticipo e con numeri da record. Durante il primo weekend di apertura, migliaia di appassionati di sci e snowboard si sono riversati sulle piste tirolesi, dando vita a code chilometriche e impianti saturi fin dalle prime ore del mattino.
I video pubblicati dalla pagina Wintersport Live mostrano lunghe file di sciatori diretti verso i 3.440 metri del “tetto dell’Austria”, una delle altitudini sciabili più elevate d’Europa. Le scene non hanno tardato a diventare virali sui social, suscitando un acceso dibattito: è ancora sostenibile aprire così presto la stagione sciistica, quando i ghiacciai sono già messi a dura prova dal cambiamento climatico?
Quando sciare diventa un rischio per la montagna
Sul ghiacciaio del Pitztal la stagione sciistica è partita anche quest’anno prima del previsto. L’apertura anticipata è stata salutata da molti come un segnale positivo per l’economia locale, ma l’afflusso straordinario di turisti ha rivelato l’altro lato della medaglia: traffico, inquinamento e pressione ambientale su un ecosistema fragile.
Come osservano diversi esperti, questo fenomeno evidenzia una tendenza sempre più diffusa nelle Alpi: quella di un turismo che non rispetta i ritmi della natura. I ghiacciai, già in sofferenza per l’innalzamento delle temperature, diventano così spazi di consumo intensivo, dove l’obiettivo è sfruttare ogni metro di neve disponibile, anche in condizioni climatiche precarie.
Il video del Pitztal, più che un semplice contenuto virale, è diventato un simbolo di un modello turistico in crisi, dove la ricerca del divertimento immediato mette a rischio la montagna più autentica.
Overtourism ad alta quota: il nuovo volto delle Alpi
Il termine overtourism descrive una situazione in cui il numero di visitatori supera la capacità di accoglienza sostenibile di un territorio. Se un tempo riguardava principalmente le città d’arte o le mete balneari, oggi colpisce duramente anche le località alpine.
Le montagne non sono ambienti illimitati: le loro risorse idriche, la biodiversità e le comunità locali vivono in equilibrio delicato. Quando migliaia di turisti si concentrano negli stessi luoghi e periodi, questo equilibrio si rompe. In inverno, come accaduto sul ghiacciaio del Pitztal, le piste da sci vengono invase da flussi difficili da gestire; in estate, i sentieri più noti diventano teatri di “turismo da selfie”, dove la ricerca dello scatto perfetto sostituisce l’esperienza autentica della montagna.
Le conseguenze non riguardano solo l’ambiente ma anche le persone che lo abitano. Le comunità locali si trovano a convivere con stagioni brevi e ad altissima intensità, che lasciano alle spalle infrastrutture stressate e un tessuto sociale fragile.
Luoghi iconici come Hallstatt in Austria o Zermatt in Svizzera hanno già introdotto limiti d’accesso e regolamenti per contenere i flussi. In Italia, dalle Dolomiti alla Valtellina, cresce il dibattito su come rendere la montagna sostenibile senza snaturarla.
Sono passate appena cinque settimane dalla prima udienza per l’uomo che a Roccaraso aveva inseguito l’orsa Bambina, e già un nuovo episodio simile scuote l’Abruzzo e il Molise. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) ha denunciato un fatto gravissimo: un’orsa marsicana, con il suo cucciolo, è stata inseguita da un’auto in corsa su una strada del Molise.
Il video, girato dall’abitacolo dello stesso veicolo e diventato virale in poche ore, mostra l’animale spaventato che corre disperato nella notte, illuminato dai fari dell’auto che lo tallona da vicino. Una scena agghiacciante che ha provocato indignazione e rabbia tra i cittadini e gli esperti del Parco.
“Sono passate solo 5 settimane dalla prima udienza per l’uomo che inseguì l’orsa Bambina a Roccaraso e mai ci saremmo immaginati di ritrovarci a dover commentare un nuovo caso simile in così poco tempo”, hanno dichiarato con amarezza i referenti del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Il video dell’inseguimento: paura e rabbia nella corsa della madre orsa
Il filmato dura pochi secondi, ma è sufficiente per raccontare tutta la drammaticità del momento. L’orsa corre lungo una strada di montagna, seguita dai fari dell’auto che la bracca senza pietà. A un certo punto, presa dal panico e nel tentativo di mettere in salvo il suo piccolo, la madre afferra il cucciolo per il collo con la bocca, come fanno gli orsi per proteggerli durante gli spostamenti.
“Dalle immagini traspare tutta la paura, la disperazione e poi la rabbia della mamma orsa. Nella sua corsa forsennata tenta di portare in salvo il cucciolo, afferrandolo per il collo con la bocca. Solo quando si rende conto che il piccolo non riesce a ‘tenere il passo’ decide di fermarsi, girarsi e affrontare con coraggio quella che per lei è nient’altro che una minaccia per la sicurezza della sua famiglia”, spiega il Pnalm.
Il momento più drammatico arriva quando l’orsa si ferma improvvisamente e si lancia verso il veicolo in un falso attacco, tipico comportamento difensivo dei plantigradi. Un gesto che serve a spaventare il potenziale aggressore senza arrivare allo scontro diretto.
L’orsa marsicana: una sottospecie unica e a rischio estinzione
L’episodio è ancora più grave perché i protagonisti appartengono alla sottospecie di orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), una delle più rare al mondo. Questo orso vive esclusivamente nell’Appennino centrale e, secondo gli ultimi dati, ne restano poco più di 50 esemplari.
Il professor Paolo Ciucci, zoologo dell’Università La Sapienza di Roma, spiega che l’orso marsicano si distingue dall’orso bruno europeo per dimensioni più ridotte e un carattere generalmente docile. Proprio questa indole meno aggressiva, frutto di una selezione involontaria da parte dell’uomo, lo rende però più vulnerabile.
“L’orso marsicano è un simbolo dell’Abruzzo e della nostra biodiversità — sottolineano dal Parco — ma è anche una specie costantemente minacciata dalle attività umane. Inseguimenti come questo non solo causano stress e rischio di abbandono dei cuccioli, ma mettono in pericolo la sopravvivenza di un intero patrimonio genetico unico al mondo.”
Il Parco denuncia: “Serve più cultura del rispetto e sanzioni esemplari”
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha reso noto che l’inseguimento è avvenuto al di fuori dei propri confini, ma ha immediatamente denunciato l’episodio al Gruppo dei Carabinieri Forestali di Isernia. Gli accertamenti sono in corso per individuare i responsabili, che rischiano pesanti sanzioni.
“In Molise – si legge in un post di denuncia – due settimane fa, una persona ha filmato il suo inseguimento in macchina di un’orsa con un cucciolo. Il video è particolarmente cruento ma altrettanto didattico nel dimostrare il livello di stress e di potenziale pericolo a cui vengono esposti gli animali selvatici quando sottoposti a questo trattamento.”
L’ente gestore del Parco ha colto l’occasione per ribadire la necessità di una maggiore educazione ambientale e sensibilizzazione. “Questi episodi – affermano – non sono semplici incidenti: sono il sintomo di una cultura che continua a non riconoscere il valore della vita selvatica. È tempo di comprendere che l’esistenza della vita selvaggia definisce e garantisce il nostro benessere come specie.”
Orsi e turismo: quando la curiosità umana diventa un pericolo
Negli ultimi anni sono sempre più frequenti i video e le foto di orsi marsicani che attraversano i paesi dell’Appennino, spesso incuranti dei capannelli di persone che li filmano da vicino. Questo comportamento, unico tra gli orsi, mostra una sorprendente tolleranza verso l’uomo, ma anche una pericolosa assuefazione.
Le madri con i cuccioli sono notoriamente gli individui più sensibili al pericolo: in altre parti del mondo, una situazione simile potrebbe facilmente sfociare in un attacco reale. Invece, nel caso dell’orsa marsicana, la reazione è stata un disperato tentativo di difesa, segno della paura estrema vissuta in quel momento.
Il Parco invita cittadini e turisti a mantenere sempre le distanze dagli animali selvatici e a non inseguirli, non fotografarli da vicino e non alimentarli, poiché tali azioni alterano i loro comportamenti naturali e mettono a rischio la sicurezza di entrambi.
La domanda che fa riflettere: “E se fosse un orso a inseguire te e tuo figlio?”
La denuncia del Parco si chiude con una riflessione che ha colpito il web e i social network:
“E se, nel cuore della notte, fosse un orso ad inseguire per chilometri te e tuo figlio?”
Una domanda provocatoria ma necessaria, che invita ognuno a mettersi nei panni di quegli animali terrorizzati e a riflettere sul proprio comportamento nei confronti della natura.
Proseguono i lavori nella stazione sciistica di Monte Prata, nel comune di Castelsantangelo sul Nera (MC), dove è in corso la realizzazione del nuovo garage per i mezzi battipista, parte di un più ampio progetto di riqualificazione delle infrastrutture sciistiche e turistiche dell’area. Il Commissario Straordinario alla Ricostruzione, senatore Guido Castelli, ha firmato il decreto n. 960 del 31 ottobre 2025, con cui è stato disposto il trasferimento di 445.415,54 euro all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione Marche (USR Marche).
Questa somma rappresenta il secondo acconto dei finanziamenti destinati all’intervento, raggiungendo così il 50% del contributo complessivo previsto dopo l’affidamento dei lavori da parte del Comune di Castelsantangelo, come accertato dall’USR Marche. L’opera rientra in un investimento totale di 2.030.369,29 euro, rimodulato e aggiornato con l’Ordinanza n. 206 del 3 ottobre 2024.
Il nuovo garage e il passaggio interrato: una struttura moderna per sicurezza e funzionalità
Il progetto prevede la costruzione di un passaggio pedonale interrato che ospiterà i nuovi garage per i mezzi battipista (gatto delle nevi) e diverse aree di servizio. L’intervento consentirà anche agli sciatori provenienti dal parcheggio di attraversare in sicurezza la pista da sci per raggiungere direttamente gli impianti di risalita.
All’interno del nuovo complesso troveranno spazio:
un locale dedicato alle forze dell’ordine,
un punto noleggio attrezzature da sci,
e ambienti tecnici di supporto alle attività degli impianti.
Si tratta quindi di un progetto strategico non solo dal punto di vista tecnico, ma anche turistico e logistico, capace di migliorare l’esperienza degli appassionati di montagna e degli operatori locali.
Opere come queste hanno un valore che va oltre la funzione tecnica
Come ha sottolineato il Commissario Straordinario Guido Castelli:
“Opere come queste hanno un valore che va oltre la funzione tecnica: rappresentano un tassello del rilancio turistico e ambientale dell’Alto Nera, una delle aree più duramente colpite dal sisma del 2016. La ricostruzione di Castelsantangelo è una priorità e ogni intervento, anche in alta quota, contribuisce a restituire sicurezza, servizi e opportunità di sviluppo sul lato turistico e occupazionale. L’impegno quotidiano, di concerto con l’USR Marche, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il sindaco Alfredo Riccioni, è accelerare i processi, semplificare le procedure e dare continuità ai cantieri. Dopo un lungo periodo di stallo, dal 2022 abbiamo registrato un cambio di passo anche qui, consapevoli che il percorso sarà complesso e impegnativo, al netto di una devastazione pressoché totale dopo le scosse del 2016 e la necessità di mettere in sicurezza il territorio anche dal punto di vista idrogeologico”.
Monte Prata: lavori anche per il rifugio “Nido delle Aquile” e la nuova seggiovia
Oltre al garage e al tunnel interrato, sul Monte Prata proseguono i lavori per il rifacimento del rifugio “Nido delle Aquile”, struttura simbolo della montagna maceratese, che dovrebbe essere completata entro un anno. Parallelamente, è in corso di verifica il progetto definitivo della nuova seggiovia biposto, destinata a sostituire il vecchio skilift “Monte Prata 2 Bis”, per un investimento di quasi 5 milioni di euro.
Questi interventi rientrano nel piano di rilancio turistico e sportivo dell’area montana, con l’obiettivo di rendere Monte Prata una meta fruibile tutto l’anno, sia per gli amanti della neve che per gli appassionati di trekking, mountain bike e turismo naturalistico.
Il sindaco Riccioni: “Puntiamo alla stagione invernale 2026/2027”
Il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Alfredo Riccioni, ha dichiarato:
“I lavori sono in corso e speriamo di accelerare con la prospettiva di essere pronti per la stagione invernale 2026/2027. Tutti questi interventi vanno nella direzione di rilanciare la nostra montagna e creare opportunità non solo d’estate, quando c’è un grande richiamo per la fioritura, ma anche nei restanti mesi dell’anno per dare prospettive e continuità alle nostre attività ricettive e commerciali”.
Le parole del primo cittadino confermano la visione di una montagna viva e accogliente in ogni stagione, capace di attrarre turismo e garantire occupazione stabile.
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