“Un pezzo iconico della Val di Fassa cerca una nuova casa”. Con queste parole, pubblicate sui social dalla pagina Val di Fassa Lift, è stato annunciato che le storiche cabine della funivia Campitello-Col Rodella sono ufficialmente in vendita. Un messaggio diretto, che ha immediatamente attirato l’attenzione di appassionati di montagna, collezionisti e amanti della Val di Fassa.
Le cabine, ormai sostituite dal nuovo impianto, rappresentano oltre quarant’anni di storia, ricordi, vacanze e discese sugli sci. Le immagini condivise online hanno suscitato nostalgia e affetto tra gli utenti, trasformando un normale annuncio di vendita in un evento virale.
Il rinnovo della funivia Campitello-Col Rodella
L’impianto storico è stato recentemente oggetto di un grande intervento di ammodernamento, un investimento strategico per migliorare la mobilità turistica in una delle aree più frequentate delle Dolomiti. Come specificato:
L’impianto dopo 40 anni di servizio verrà sostituito da una cabinovia trifune con 22 cabine da 30 posti ciascuna, un’opera messa a punto da Dopplmayr per Sitc di Canazei a fronte di un investimento di oltre 50 milioni di euro.
La nuova cabinovia permetterà non solo una maggiore capacità di trasporto ma anche una significativa riduzione dei tempi di attesa. Il passaggio da 1.000 a 2.200 persone all’ora renderà gli spostamenti più rapidi, fluidi e sostenibili, contribuendo a diminuire l’impatto ambientale sul territorio circostante.
Un’occasione unica per collezionisti e appassionati
Le cabine messe in vendita non sono semplici strutture dismesse: sono veri e propri pezzi iconici della Val di Fassa, che molti ricordano per essere state protagoniste di generazioni di salite verso il Col Rodella.
Per chi desidera acquistare una delle cabine, le informazioni non vengono pubblicate direttamente online. L’annuncio ufficiale chiarisce infatti:
“Trattativa privata – viene specificato-. Scrivi su Messenger il tuo numero e ti chiamiamo”.
Un approccio volutamente diretto e personale, che mantiene riservati i dettagli sul prezzo e sulle modalità di consegna.
Con l’arrivo della stagione fredda torna l’appuntamento annuale con il cambio gomme invernali. Anche per il 2025-2026, le regole fissate dal Codice della Strada non cambiano: gli automobilisti devono adeguarsi alle scadenze e circolare con pneumatici idonei o catene da neve a bordo per evitare multe salate e fermo del veicolo.
In questa guida completa trovi tutte le date ufficiali, i casi di esenzione, i pneumatici consentiti, le zone dove l’obbligo è attivo e le sanzioni previste.
Date obbligo gomme invernali 2025-2026
Il Ministero delle Infrastrutture conferma il periodo “classico” dell’obbligo invernale.
Date principali
15 ottobre 2025 – Inizio periodo in cui è possibile montare gli pneumatici invernali.
14 novembre 2025 – Termine del periodo di tolleranza per effettuare il cambio gomme.
15 novembre 2025 – Inizia l’obbligo di circolare con pneumatici invernali o con catene a bordo*.
15 aprile 2026 – Fine dell’obbligo.
15 maggio 2026 – Termine massimo per smontare le gomme invernali.
Il rispetto di queste date è fondamentale: dal 15 novembre 2025 scattano i controlli e, in caso di irregolarità, le sanzioni.
Quali pneumatici montare: sigle, caratteristiche e alternative
Per essere in regola, gli pneumatici devono riportare obbligatoriamente la marcatura:
M+S (“Mud and Snow”) e preferibilmente anche la più affidabile
3PMSF (Three Peak Mountain Snowflake), riconoscibile dal simbolo della montagna a tre punte con fiocco di neve.
Pneumatici All Season: quando sono validi
Le gomme All Season o quattro stagioni sono accettate solo se riportano la sigla M+S e un indice di velocità uguale o superiore a quello indicato sul libretto.
In questo caso non è necessario effettuare il cambio gomme.
Catene da neve: l’alternativa consentita
Chi non vuole montare pneumatici invernali può scegliere di portare a bordo catene da neve omologate. È una soluzione legale, purché immediatamente utilizzabili in caso di necessità.
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Differenze tra gomme estive e invernali
Le gomme invernali sono progettate per garantire massima sicurezza sotto i 7°C, grazie a:
mescola più morbida, che resta elastica al freddo
battistrada più scolpito, con ampie scanalature
lamelle più numerose, che aumentano l’aderenza su neve, pioggia e ghiaccio
Le gomme estive, al contrario, sono ottimizzate per temperature più alte e non garantiscono prestazioni adeguate in inverno.
Dove è obbligatorio montare le gomme invernali nel 2025
L’obbligo non vale su tutte le strade, ma è sempre segnalato da cartelli verticali.
L’obbligo è attivo su:
strade extraurbane
autostrade
Alcuni tratti in centri abitati ad alta quota, quando le condizioni meteo lo richiedono
È buona norma seguire la regola dei 7°C: sotto questa temperatura è sempre consigliato montare pneumatici invernali, anche dove non espressamente obbligatorio.
Chi deve fare il cambio gomme a novembre 2025
Deve effettuare il cambio gomme chi:
monta pneumatici estivi
NON ha catene da neve a bordo
NON dispone di gomme All Season con sigla M+S e indice di velocità adeguato
Sono invece esenti dal cambio:
autovetture con pneumatici All Season M+S idonei
veicoli che portano catene a bordo
veicoli già equipaggiati con gomme invernali conformi
Per verificare l’indice di velocità basta leggere la lettera sul fianco della gomma.
Multe per chi non rispetta l’obbligo di gomme invernali 2025
Le sanzioni variano in base al tipo di strada.
Sanzioni previste dal Codice della Strada
41 – 169 euro: violazione in centri abitati
85 – 338 euro: su strade extraurbane
80 – 318 euro: in autostrada
Sanzioni più severe in casi particolari
In alcune circostanze (ad es. violazioni più gravi o ripetute), può scattare:
fermo del veicolo fino alla regolarizzazione
ritiro del libretto di circolazione (previsto dalle norme richiamate in alcuni regolamenti locali)
In alcune zone d’Italia sono state registrate sanzioni più elevate, fino a 1.682 euro per chi circola con pneumatici non idonei durante controlli specifici.
Perché conviene prenotare il cambio gomme in anticipo
Sebbene la sostituzione duri in media 20-30 minuti, la forte richiesta tra ottobre e novembre può allungare notevolmente i tempi di attesa. Prenotare in anticipo dal proprio gommista permette di:
Il ghiacciaio del Pitztal, nel cuore del Tirolo, è diventato il simbolo di una tendenza sempre più inquietante: l’overtourism anche ad alta quota. Le immagini circolate negli ultimi giorni mostrano centinaia di sciatori in fila agli impianti di risalita, pronti a inaugurare una stagione sciistica iniziata con settimane di anticipo.
Uno spettacolo che ha fatto discutere: file infinite, piste affollate e paesaggi alpini trasformati in un parco tematico a cielo aperto, in netto contrasto con l’immagine di silenzio e natura incontaminata che tradizionalmente accompagna la montagna.
Pitztal, il “tetto dell’Austria” preso d’assalto
Nel comprensorio sciistico del ghiacciaio Pitztal, definito dai portali locali “autunno glaciale”, l’inverno è cominciato in anticipo e con numeri da record. Durante il primo weekend di apertura, migliaia di appassionati di sci e snowboard si sono riversati sulle piste tirolesi, dando vita a code chilometriche e impianti saturi fin dalle prime ore del mattino.
I video pubblicati dalla pagina Wintersport Live mostrano lunghe file di sciatori diretti verso i 3.440 metri del “tetto dell’Austria”, una delle altitudini sciabili più elevate d’Europa. Le scene non hanno tardato a diventare virali sui social, suscitando un acceso dibattito: è ancora sostenibile aprire così presto la stagione sciistica, quando i ghiacciai sono già messi a dura prova dal cambiamento climatico?
Quando sciare diventa un rischio per la montagna
Sul ghiacciaio del Pitztal la stagione sciistica è partita anche quest’anno prima del previsto. L’apertura anticipata è stata salutata da molti come un segnale positivo per l’economia locale, ma l’afflusso straordinario di turisti ha rivelato l’altro lato della medaglia: traffico, inquinamento e pressione ambientale su un ecosistema fragile.
Come osservano diversi esperti, questo fenomeno evidenzia una tendenza sempre più diffusa nelle Alpi: quella di un turismo che non rispetta i ritmi della natura. I ghiacciai, già in sofferenza per l’innalzamento delle temperature, diventano così spazi di consumo intensivo, dove l’obiettivo è sfruttare ogni metro di neve disponibile, anche in condizioni climatiche precarie.
Il video del Pitztal, più che un semplice contenuto virale, è diventato un simbolo di un modello turistico in crisi, dove la ricerca del divertimento immediato mette a rischio la montagna più autentica.
Overtourism ad alta quota: il nuovo volto delle Alpi
Il termine overtourism descrive una situazione in cui il numero di visitatori supera la capacità di accoglienza sostenibile di un territorio. Se un tempo riguardava principalmente le città d’arte o le mete balneari, oggi colpisce duramente anche le località alpine.
Le montagne non sono ambienti illimitati: le loro risorse idriche, la biodiversità e le comunità locali vivono in equilibrio delicato. Quando migliaia di turisti si concentrano negli stessi luoghi e periodi, questo equilibrio si rompe. In inverno, come accaduto sul ghiacciaio del Pitztal, le piste da sci vengono invase da flussi difficili da gestire; in estate, i sentieri più noti diventano teatri di “turismo da selfie”, dove la ricerca dello scatto perfetto sostituisce l’esperienza autentica della montagna.
Le conseguenze non riguardano solo l’ambiente ma anche le persone che lo abitano. Le comunità locali si trovano a convivere con stagioni brevi e ad altissima intensità, che lasciano alle spalle infrastrutture stressate e un tessuto sociale fragile.
Luoghi iconici come Hallstatt in Austria o Zermatt in Svizzera hanno già introdotto limiti d’accesso e regolamenti per contenere i flussi. In Italia, dalle Dolomiti alla Valtellina, cresce il dibattito su come rendere la montagna sostenibile senza snaturarla.
Sono passate appena cinque settimane dalla prima udienza per l’uomo che a Roccaraso aveva inseguito l’orsa Bambina, e già un nuovo episodio simile scuote l’Abruzzo e il Molise. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) ha denunciato un fatto gravissimo: un’orsa marsicana, con il suo cucciolo, è stata inseguita da un’auto in corsa su una strada del Molise.
Il video, girato dall’abitacolo dello stesso veicolo e diventato virale in poche ore, mostra l’animale spaventato che corre disperato nella notte, illuminato dai fari dell’auto che lo tallona da vicino. Una scena agghiacciante che ha provocato indignazione e rabbia tra i cittadini e gli esperti del Parco.
“Sono passate solo 5 settimane dalla prima udienza per l’uomo che inseguì l’orsa Bambina a Roccaraso e mai ci saremmo immaginati di ritrovarci a dover commentare un nuovo caso simile in così poco tempo”, hanno dichiarato con amarezza i referenti del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Il video dell’inseguimento: paura e rabbia nella corsa della madre orsa
Il filmato dura pochi secondi, ma è sufficiente per raccontare tutta la drammaticità del momento. L’orsa corre lungo una strada di montagna, seguita dai fari dell’auto che la bracca senza pietà. A un certo punto, presa dal panico e nel tentativo di mettere in salvo il suo piccolo, la madre afferra il cucciolo per il collo con la bocca, come fanno gli orsi per proteggerli durante gli spostamenti.
“Dalle immagini traspare tutta la paura, la disperazione e poi la rabbia della mamma orsa. Nella sua corsa forsennata tenta di portare in salvo il cucciolo, afferrandolo per il collo con la bocca. Solo quando si rende conto che il piccolo non riesce a ‘tenere il passo’ decide di fermarsi, girarsi e affrontare con coraggio quella che per lei è nient’altro che una minaccia per la sicurezza della sua famiglia”, spiega il Pnalm.
Il momento più drammatico arriva quando l’orsa si ferma improvvisamente e si lancia verso il veicolo in un falso attacco, tipico comportamento difensivo dei plantigradi. Un gesto che serve a spaventare il potenziale aggressore senza arrivare allo scontro diretto.
L’orsa marsicana: una sottospecie unica e a rischio estinzione
L’episodio è ancora più grave perché i protagonisti appartengono alla sottospecie di orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), una delle più rare al mondo. Questo orso vive esclusivamente nell’Appennino centrale e, secondo gli ultimi dati, ne restano poco più di 50 esemplari.
Il professor Paolo Ciucci, zoologo dell’Università La Sapienza di Roma, spiega che l’orso marsicano si distingue dall’orso bruno europeo per dimensioni più ridotte e un carattere generalmente docile. Proprio questa indole meno aggressiva, frutto di una selezione involontaria da parte dell’uomo, lo rende però più vulnerabile.
“L’orso marsicano è un simbolo dell’Abruzzo e della nostra biodiversità — sottolineano dal Parco — ma è anche una specie costantemente minacciata dalle attività umane. Inseguimenti come questo non solo causano stress e rischio di abbandono dei cuccioli, ma mettono in pericolo la sopravvivenza di un intero patrimonio genetico unico al mondo.”
Il Parco denuncia: “Serve più cultura del rispetto e sanzioni esemplari”
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha reso noto che l’inseguimento è avvenuto al di fuori dei propri confini, ma ha immediatamente denunciato l’episodio al Gruppo dei Carabinieri Forestali di Isernia. Gli accertamenti sono in corso per individuare i responsabili, che rischiano pesanti sanzioni.
“In Molise – si legge in un post di denuncia – due settimane fa, una persona ha filmato il suo inseguimento in macchina di un’orsa con un cucciolo. Il video è particolarmente cruento ma altrettanto didattico nel dimostrare il livello di stress e di potenziale pericolo a cui vengono esposti gli animali selvatici quando sottoposti a questo trattamento.”
L’ente gestore del Parco ha colto l’occasione per ribadire la necessità di una maggiore educazione ambientale e sensibilizzazione. “Questi episodi – affermano – non sono semplici incidenti: sono il sintomo di una cultura che continua a non riconoscere il valore della vita selvatica. È tempo di comprendere che l’esistenza della vita selvaggia definisce e garantisce il nostro benessere come specie.”
Orsi e turismo: quando la curiosità umana diventa un pericolo
Negli ultimi anni sono sempre più frequenti i video e le foto di orsi marsicani che attraversano i paesi dell’Appennino, spesso incuranti dei capannelli di persone che li filmano da vicino. Questo comportamento, unico tra gli orsi, mostra una sorprendente tolleranza verso l’uomo, ma anche una pericolosa assuefazione.
Le madri con i cuccioli sono notoriamente gli individui più sensibili al pericolo: in altre parti del mondo, una situazione simile potrebbe facilmente sfociare in un attacco reale. Invece, nel caso dell’orsa marsicana, la reazione è stata un disperato tentativo di difesa, segno della paura estrema vissuta in quel momento.
Il Parco invita cittadini e turisti a mantenere sempre le distanze dagli animali selvatici e a non inseguirli, non fotografarli da vicino e non alimentarli, poiché tali azioni alterano i loro comportamenti naturali e mettono a rischio la sicurezza di entrambi.
La domanda che fa riflettere: “E se fosse un orso a inseguire te e tuo figlio?”
La denuncia del Parco si chiude con una riflessione che ha colpito il web e i social network:
“E se, nel cuore della notte, fosse un orso ad inseguire per chilometri te e tuo figlio?”
Una domanda provocatoria ma necessaria, che invita ognuno a mettersi nei panni di quegli animali terrorizzati e a riflettere sul proprio comportamento nei confronti della natura.
Proseguono i lavori nella stazione sciistica di Monte Prata, nel comune di Castelsantangelo sul Nera (MC), dove è in corso la realizzazione del nuovo garage per i mezzi battipista, parte di un più ampio progetto di riqualificazione delle infrastrutture sciistiche e turistiche dell’area. Il Commissario Straordinario alla Ricostruzione, senatore Guido Castelli, ha firmato il decreto n. 960 del 31 ottobre 2025, con cui è stato disposto il trasferimento di 445.415,54 euro all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione Marche (USR Marche).
Questa somma rappresenta il secondo acconto dei finanziamenti destinati all’intervento, raggiungendo così il 50% del contributo complessivo previsto dopo l’affidamento dei lavori da parte del Comune di Castelsantangelo, come accertato dall’USR Marche. L’opera rientra in un investimento totale di 2.030.369,29 euro, rimodulato e aggiornato con l’Ordinanza n. 206 del 3 ottobre 2024.
Il nuovo garage e il passaggio interrato: una struttura moderna per sicurezza e funzionalità
Il progetto prevede la costruzione di un passaggio pedonale interrato che ospiterà i nuovi garage per i mezzi battipista (gatto delle nevi) e diverse aree di servizio. L’intervento consentirà anche agli sciatori provenienti dal parcheggio di attraversare in sicurezza la pista da sci per raggiungere direttamente gli impianti di risalita.
All’interno del nuovo complesso troveranno spazio:
un locale dedicato alle forze dell’ordine,
un punto noleggio attrezzature da sci,
e ambienti tecnici di supporto alle attività degli impianti.
Si tratta quindi di un progetto strategico non solo dal punto di vista tecnico, ma anche turistico e logistico, capace di migliorare l’esperienza degli appassionati di montagna e degli operatori locali.
Opere come queste hanno un valore che va oltre la funzione tecnica
Come ha sottolineato il Commissario Straordinario Guido Castelli:
“Opere come queste hanno un valore che va oltre la funzione tecnica: rappresentano un tassello del rilancio turistico e ambientale dell’Alto Nera, una delle aree più duramente colpite dal sisma del 2016. La ricostruzione di Castelsantangelo è una priorità e ogni intervento, anche in alta quota, contribuisce a restituire sicurezza, servizi e opportunità di sviluppo sul lato turistico e occupazionale. L’impegno quotidiano, di concerto con l’USR Marche, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il sindaco Alfredo Riccioni, è accelerare i processi, semplificare le procedure e dare continuità ai cantieri. Dopo un lungo periodo di stallo, dal 2022 abbiamo registrato un cambio di passo anche qui, consapevoli che il percorso sarà complesso e impegnativo, al netto di una devastazione pressoché totale dopo le scosse del 2016 e la necessità di mettere in sicurezza il territorio anche dal punto di vista idrogeologico”.
Monte Prata: lavori anche per il rifugio “Nido delle Aquile” e la nuova seggiovia
Oltre al garage e al tunnel interrato, sul Monte Prata proseguono i lavori per il rifacimento del rifugio “Nido delle Aquile”, struttura simbolo della montagna maceratese, che dovrebbe essere completata entro un anno. Parallelamente, è in corso di verifica il progetto definitivo della nuova seggiovia biposto, destinata a sostituire il vecchio skilift “Monte Prata 2 Bis”, per un investimento di quasi 5 milioni di euro.
Questi interventi rientrano nel piano di rilancio turistico e sportivo dell’area montana, con l’obiettivo di rendere Monte Prata una meta fruibile tutto l’anno, sia per gli amanti della neve che per gli appassionati di trekking, mountain bike e turismo naturalistico.
Il sindaco Riccioni: “Puntiamo alla stagione invernale 2026/2027”
Il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Alfredo Riccioni, ha dichiarato:
“I lavori sono in corso e speriamo di accelerare con la prospettiva di essere pronti per la stagione invernale 2026/2027. Tutti questi interventi vanno nella direzione di rilanciare la nostra montagna e creare opportunità non solo d’estate, quando c’è un grande richiamo per la fioritura, ma anche nei restanti mesi dell’anno per dare prospettive e continuità alle nostre attività ricettive e commerciali”.
Le parole del primo cittadino confermano la visione di una montagna viva e accogliente in ogni stagione, capace di attrarre turismo e garantire occupazione stabile.
Il ritorno di Snoop Dogg ai Giochi Olimpici invernali di Milano Cortina
Uno dei protagonisti più inattesi e amati del mondo olimpico tornerà sotto i riflettori. Il rapper Snoop Dogg è stato ufficialmente annunciato come inviato speciale di NBC e Peacock per i Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026, in programma dal 6 febbraio 2026 nelle splendide località del Nord Italia.
Dopo il successo ottenuto alle Olimpiadi di Parigi 2024, dove aveva conquistato il pubblico con il suo stile ironico e autentico — arrivando persino a indossare la divisa da cavaliere durante un evento di equitazione e a portare la Fiamma Olimpica — l’artista californiano di Long Beach è pronto a vivere una nuova esperienza tra neve, cultura e spettacolo.
“Sono entusiasta di tornare con il mio amico Mike Tirico per i Giochi invernali 2026 a Milano Cortina”, ha dichiarato Snoop Dogg. “Il D O double G sarà presente e non vedo l’ora di festeggiare con gli atleti e le loro famiglie”.
Una nuova avventura tra Milano e le Dolomiti
NBCUniversal ha confermato che “la megastar mondiale esplorerà il nord Italia, dalle vivaci strade di Milano alle spettacolari Dolomiti, offrendo la sua prospettiva unica durante la copertura in prima serata delle Olimpiadi invernali”.
L’artista, icona della musica hip-hop e personaggio amato trasversalmente, non si limiterà a raccontare le gare e le competizioni. La sua missione sarà anche quella di narrare la cultura e l’atmosfera del Paese ospitante, mostrando al pubblico americano e internazionale un’Italia vibrante, moderna e accogliente.
Durante la sua partecipazione a Parigi 2024, Snoop Dogg aveva già dimostrato di saper trasformare la cronaca sportiva in una narrazione vivace e spontanea, capace di unire intrattenimento e autenticità. La sua presenza a Milano-Cortina promette dunque di regalare momenti memorabili anche fuori dalle piste, celebrando il legame tra musica, sport e cultura pop.
Stile, preparazione e ironia: un inviato fuori dal comune
Con il suo consueto carisma, Snoop Dogg ha svelato alcuni dettagli sulla sua preparazione per l’appuntamento olimpico italiano: “Porterò con me giacche imbottite, pantaloni da neve, occhiali, pattini. Sicuramente sarò tutto vestito di bianco”, ha dichiarato l’artista.
Un look in pieno stile Snoop, che conferma la sua capacità di coniugare moda e spettacolo anche nel contesto sportivo. “Le Olimpiadi sono il palcoscenico più grande del mondo e, come tutti sanno, io amo lo sport e riunire le persone divertendomi”, ha aggiunto.
La produttrice esecutiva di NBC Olympics, Molly Solomon, ha accolto con entusiasmo il suo ritorno: “Il nostro Ambasciatore della Felicità è tornato. Non vediamo l’ora di vedere come il ragazzo di Long Beach affronterà la neve e il ghiaccio dell’Italia alla sua prima Olimpiade invernale”.
Dal successo di Parigi al ritorno in Italia
La scelta di Snoop Dogg come inviato olimpico per NBC e Peacock non è casuale. Durante le Olimpiadi estive di Parigi 2024, il rapper californiano aveva conquistato pubblico e critica grazie a un approccio inedito alla cronaca sportiva. Le sue interviste ironiche, i momenti spontanei e il suo entusiasmo contagioso avevano reso virali numerosi segmenti televisivi e clip condivise sui social, rafforzando il legame tra la sua figura e lo spirito olimpico.
A Parigi 2024, Snoop Dogg aveva anche avuto modo di avvicinarsi alla cultura italiana, incontrando Al Bano e dimostrando un affetto sincero per il nostro Paese. Un’esperienza che, come lui stesso ha ammesso, ha contribuito a prepararlo per questa nuova avventura sulle nevi di Milano-Cortina 2026.
NBCUniversal ha sottolineato come la presenza del rapper aggiungerà energia, autenticità e un tocco di cultura pop alla copertura dei Giochi invernali, contribuendo a rendere l’esperienza televisiva più accessibile a un pubblico ampio e diversificato.
Snoop Dogg e le Olimpiadi invernali: un racconto oltre lo sport
Il coinvolgimento di Snoop Dogg alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 rappresenta una fusione tra sport, intrattenimento e cultura globale. Il suo ruolo va oltre la semplice cronaca: sarà un narratore capace di raccontare l’Italia attraverso lo sguardo di un artista internazionale, portando agli spettatori la magia dei luoghi e la passione degli atleti.
Grazie alla sua capacità di mescolare ironia, musica e spontaneità, Snoop offrirà una visione alternativa e contemporanea dell’evento, confermando come i Giochi Olimpici possano diventare anche un’occasione di dialogo culturale.
L’attesa per i Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026 cresce, e la presenza di Snoop Dogg come inviato speciale di NBC e Peacock promette di trasformare la narrazione sportiva in uno spettacolo unico nel suo genere. Con la sua energia contagiosa e il suo stile riconoscibile, il rapper californiano si prepara a offrire al pubblico una prospettiva originale sugli sport invernali, sulla bellezza del Nord Italia e sull’atmosfera che farà di Milano Cortina 2026 un evento da ricordare.
Zermatt conferma ancora una volta la sua posizione d’élite tra le località sciistiche più avanzate al mondo. Dopo anni di innovazioni e investimenti mirati, la rinomata destinazione ai piedi del Cervino si prepara a inaugurare una nuova seggiovia Gifthittli a 8 posti, destinata a sostituire l’attuale impianto a 6 posti in funzione dal 2003.
La scelta riflette la visione della Zermatt Bergbahnen AG, che da sempre punta a coniugare tecnologia, efficienza e sostenibilità ambientale, per offrire agli ospiti un’esperienza di sci e montagna senza paragoni nel Matterhorn Ski Paradise.
Dalla tradizione all’innovazione
Dopo 22 anni di servizio, la storica seggiovia Riffelberg–Gifthittli, situata nel settore del Gornergrat, è stata rimossa nel corso dell’estate. L’impianto, pur considerato moderno in molte località, non era più all’altezza degli standard richiesti da Zermatt in termini di capacità e comfort.
Il nuovo impianto, che ripercorrerà la stessa linea da Riffelberg (2580 m) a Gifthittli (2935 m), offrirà un collegamento strategico e più efficiente tra le aree sciistiche di Sunnegga-Rothorn e Gornergrat, migliorando al contempo la gestione dei flussi di sciatori e offrendo un’alternativa veloce al caratteristico trenino verso il Gornergrat.
Caratteristiche principali dell’impianto
La nuova seggiovia a 8 posti sarà prodotta dalla ditta LEITNER, leader mondiale nella mobilità sostenibile alpina. Tra le principali caratteristiche:
Capacità di trasporto: fino a 3.400 persone all’ora;
Tempo di percorrenza: appena 5 minuti da valle a monte;
Comfort premium: seggiole dotate di poggiapiedi individuali, cupole di protezione antivento e sedute ergonomiche;
Copertura automatica per garantire protezione dalle intemperie;
Ingresso diretto nella direzione di marcia, per ridurre i tempi di imbarco e aumentare la sicurezza.
Con queste innovazioni, la nuova seggiovia rappresenterà uno dei più moderni impianti di risalita della Svizzera, ridefinendo i parametri di efficienza, sicurezza e comfort sulle piste di Zermatt.
Tecnologia all’avanguardia: il sistema LEITNER DirectDrive
Dal punto di vista tecnologico, la nuova Gifthittli 8 posti sarà dotata del sistema LEITNER DirectDrive, una soluzione d’avanguardia che riduce drasticamente i consumi energetici e abbatte le emissioni acustiche, garantendo una marcia fluida e silenziosa.
A completare il quadro innovativo, il sistema di controllo LEITCONTROL assicura la massima precisione operativa e una gestione intelligente dei flussi di passeggeri. L’impianto sarà inoltre predisposto per un futuro funzionamento autonomo, senza la necessità di una stazione di montagna presidiata.
Sostenibilità: energia solare e riutilizzo delle strutture
Uno degli aspetti più significativi del progetto è la forte attenzione alla sostenibilità ambientale, in linea con la strategia “green” di Zermatt. Il nuovo impianto sarà dotato di pannelli solari per la produzione di energia pulita, contribuendo a ridurre la dipendenza da fonti non rinnovabili.
Inoltre, oltre la metà delle fondamenta dei piloni della vecchia seggiovia sarà riutilizzata, limitando al minimo le opere invasive e l’impatto sul paesaggio alpino. L’intero cantiere sarà monitorato sotto il profilo ecologico, garantendo il rispetto dell’ambiente circostante e preservando l’armonia del territorio.
Comfort di livello superiore per gli sciatori
Oltre alla tecnologia, Zermatt e Leitner hanno posto grande attenzione anche all’esperienza dell’utente. Le nuove seggiole EVO premium offriranno un comfort superiore, con sedute riscaldate, poggiapiedi individuali e cupole di protezione che consentono di affrontare qualsiasi condizione meteorologica in totale comodità.
Il risultato sarà un viaggio rapido, silenzioso e confortevole, perfettamente in linea con la reputazione di Zermatt come località d’eccellenza dell’arco alpino.
Un progetto simbolo di efficienza e visione
La costruzione della nuova seggiovia inizierà dopo la fine della stagione invernale, il 21 aprile 2025, con l’obiettivo di completare i lavori entro l’inizio della stagione 2025/26. Il vecchio impianto sarà smantellato e ricostruito in un altro comprensorio sciistico europeo, un esempio concreto di economia circolare applicata al settore alpino.
Con questo straordinario progetto, LEITNER ridefinisce nuovamente gli standard nel settore delle soluzioni di mobilità sostenibile, ponendo un modello di riferimento per le altre regioni alpine e un incentivo a puntare su tecnologie d’avanguardia nel rispetto dell’ambiente.
Un investimento per il futuro del turismo alpino
Il progetto arriva dopo un anno record per la Zermatt Bergbahnen AG, che ha superato per la prima volta i 100 milioni di Franchi Svizzeri di fatturato. Un risultato che conferma la forza e la visione a lungo termine di un’azienda capace di innovare, rispettando la tradizione e l’ambiente.
Anche quest’anno gli appassionati della neve devono “mettere in conto sensibili rialzi per le tariffe degli skipass, con tutti gli impianti delle più note zone italiane di montagna che hanno applicato ritocchi dei listini”. Secondo un’analisi di Assoutenti, negli ultimi quattro anni gli aumenti hanno raggiunto picchi fino al +38%, mettendo in seria difficoltà famiglie e sciatori abituali alla vigilia della nuova stagione invernale 2025/2026.
I rincari colpiscono sia gli abbonamenti stagionali che i biglietti giornalieri. Nel dettaglio, a Livigno il biglietto per un adulto in alta stagione sale del +8,3% rispetto allo scorso anno, mentre la crescita è del +4,8% al Sestriere e sugli impianti della Vialattea, +4,5% al Civetta, +3,6% al Dolomiti Superski e La Thuile, +3,3% a Cervinia e +3% a Courmayeur.
Un biglietto giornaliero oggi costa dai 58 euro di La Thuile ai 72 euro di Livigno, fino agli 86 euro del Dolomiti Superski, mentre gli abbonamenti stagionali variano dai 965 euro di Livigno ai 1.788 euro del pacchetto Valle d’Aosta + Zermatt.
Aumenti quadriennali fino al +40%: le località più colpite
Analizzando i dati tra la stagione 2021/2022 e la 2025/2026, Assoutenti evidenzia rincari fino a sfiorare il +40%. Ecco alcuni esempi emblematici:
Livigno: biglietto giornaliero da 52 a 72 euro (+38,5%)
Ski Civetta: +34,6%
Vialattea (Sestriere): +30,7%
Bormio: +30,4%
Valle d’Aosta (stagionale): +28,4%
Dolomiti Superski: +28%
Courmayeur: +23,2%
Alto Sangro (Roccaraso, Rivisondoli, Pescasseroli): da 47 a 58 euro per il giornaliero (+23,4%), stagionale da 580 a 755 euro (+30,1%)
Questi incrementi, sommati ai rincari di trasporti, alloggi e ristorazione, rendono sempre più proibitivo organizzare una settimana bianca in Italia.
Settimana bianca: rincari generalizzati su alloggi e ristoranti
Ma gli skipass non sono l’unico problema. “I rincari riguardano ogni aspetto della settimana bianca, a partire da strutture ricettive e ristoranti – avverte Assoutenti – analizzando i dati Istat, si scopre che i prezzi invernali di alberghi e alloggi vari hanno subito in 4 anni incrementi medi del +26% in Valle d’Aosta, +32,8% nelle località di montagna del Veneto, +36% in quelle dell’Alto Adige. I servizi legati alla ristorazione sono invece rincarati del +15,7% in Valle d’Aosta, +26% nelle province di Bolzano e Belluno.”
L’effetto combinato di questi aumenti fa lievitare il costo medio di una settimana bianca familiare ben oltre i 1.500-2.000 euro, escludendo l’attrezzatura da sci e i corsi per i più piccoli.
“Rincari ingiustificati e inaccettabili”: l’allarme di Assoutenti
“I nuovi rincari applicati dagli operatori turistici appaiono del tutto ingiustificati e inaccettabili, sia perché l’inflazione in Italia è sotto controllo, sia perché le tariffe energetiche che nel 2022 avevano aggravato i costi a carico dei gestori degli impianti sono tornate alla normalità”, afferma Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti.
Secondo l’associazione, molti gestori continuano ad applicare aumenti sproporzionati, con l’effetto di escludere progressivamente le famiglie dal turismo invernale, una volta considerato un simbolo della vacanza italiana.
Crisi della settimana bianca: milioni di italiani rinunciano alla neve
“Prezzi e tariffe sono aumentati al punto tale da spingere una consistente fetta di cittadini a rinunciare del tutto alla classica settimana bianca: non a caso i numeri ufficiali hanno registrato lo scorso anno una forte contrazione delle presenze in montagna, con circa 1 milione di italiani in meno sulla neve, che arrivano a -4 milioni rispetto al 2023”, conclude Melluso.
La crisi della settimana bianca rischia così di trasformarsi in un colpo durissimo per l’economia montana: meno presenze, meno lavoro stagionale, e un impatto diretto su ristoratori, albergatori e maestri di sci.
Se state pensando alla vostra prossima settimana bianca in Italia, preparatevi a includere un componente in più nella lista dell’attrezzatura: il casco. Con la nuova normativa infatti, l’obbligo di indossarlo sulle piste da sci non riguarderà più solo i minori, ma tutti gli sciatori e snowboarder, senza distinzione d’età.
Quali sono le novità principali
A partire dalla stagione invernale 2025/26 (dal 1° novembre o comunque dall’apertura degli impianti) in Italia sarà obbligatorio indossare il casco sulle piste da sci, per chiunque – adulti compresi.
L’obbligo riguarda non soltanto lo sci alpino, ma anche lo snowboard, il telemark, la slitta e lo slittino, quando praticati su piste tracciate nei comprensori sciistici italiani.
La norma è contenuta nel Decreto‑legge 30 giugno 2025, n. 96 (noto come “Decreto Sport”) che ha tra l’altro introdotto altre misure urgenti in materia di sport.
Le sanzioni per chi non rispetta l’obbligo includono una multa (fino a circa 150 euro) e – in caso di recidiva – il ritiro o la sospensione dello skipass da 1 a 3 giorni.
Perché questa modifica normativa
L’obbligo del casco per gli sciatori minorenni era già in vigore dal 1° gennaio 2022. Con la nuova legge viene esteso a tutti, senza distinzione di età. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la sicurezza sulle piste, ridurre i traumi derivanti da cadute o collisioni e promuovere una cultura della prevenzione nella pratica sportiva invernale.
Cosa prevede esattamente la legge
Ecco i punti fondamentali della normativa:
L’articolo introdotto nel Decreto Sport modifica la precedente disciplina che limitava l’obbligo del casco ai soggetti di età inferiore ai 18 anni.
Viene generalizzato l’obbligo di indossare un casco protettivo nell’esercizio della pratica dello sci alpino, dello snowboard, del telemark, della slitta e dello slittino su piste tracciate.
In caso di reiterazione della violazione dell’obbligo, oltre alla multa, è previsto il ritiro del titolo di accesso agli impianti (skipass) per un periodo da 1 a 3 giorni.
Altre misure correlate alla sicurezza sulle piste: obblighi per i comprensori sciistici riguardo a segnaletica, mezzi meccanici, soccorso e defibrillatori.
Quando entra in vigore e da quando vale
La stagione invernale 2025/26 sarà quella in cui il nuovo obbligo diventerà operativo: più precisamente, dal 1° novembre o comunque dal giorno di apertura degli impianti sciistici in Italia. È importante tenere presente che il decreto è già stato pubblicato (Gazzetta Ufficiale, 30 giugno 2025) e che gli emendamenti sono stati approvati dalla Commissione Cultura della Camera.
Quali sono le sanzioni e cosa rischiano gli utenti
Chi non indossa il casco sulle piste da sci, in base alla nuova legge:
rischia una multa (la precedente normativa indicava sanzioni tra 100 e 150 euro) per i trasgressori.
in caso di recidiva, può vedersi ritirato lo skipass per 1-3 giorni.
Quali implicazioni per chi prenota la settimana bianca
Per chi ha in mente una vacanza sulla neve, ecco cosa considerare:
Assicuratevi di avere un casco omologato e in buone condizioni. La nuova legge punta anche a qualificare la protezione: casco sì, ma che rispetti le norme.
Se noleggiate l’attrezzatura, verificate che includa il casco e che venga registrato correttamente il suo utilizzo.
Ricordate che l’obbligo vale anche per gli adulti, quindi non è sufficiente che solo i minori lo indossino.
In caso di mancato rispetto dell’obbligo, potreste incorrere non solo in una multa, ma anche nel ritiro dello skipass: un inconveniente serio durante una vacanza in montagna.
Questa misura si inserisce in un più ampio contesto di norme che migliorano la sicurezza delle piste: maggiore attenzione alla segnaletica, ai mezzi di soccorso, all’omologazione degli impianti.
“Inaugurata lo scorso 31 ottobre con le prime discese degli sci club la nuova pista da sci sintetica del Nevegal. Un’opportunità in più il colle, che si prepara così ad una stagione invernale cruciale.”
Il Nevegal, conosciuto anche come il colle dei bellunesi, è una rinomata località turistica situata a circa 12 chilometri da Belluno, nel cuore delle Prealpi Venete. È facilmente raggiungibile sia dal centro città che dall’autostrada A27, ed è considerato una delle porte d’ingresso più suggestive alle Dolomiti Bellunesi.
Da decenni il Nevegal rappresenta un punto di riferimento per gli amanti dello sci e della natura, ma negli ultimi anni aveva vissuto un periodo di rallentamento dovuto alle difficoltà legate alla scarsità di neve e ai costi di gestione degli impianti. Con l’inaugurazione della nuova pista da sci artificiale, la montagna punta ora a rinascere, offrendo un’esperienza di sci moderna, ecologica e disponibile tutto l’anno.
Una svolta storica: sci anche senza neve naturale
“Il Nevegal si prepara a una nuova era. Da venerdì 31 ottobre, la pista da sci sintetica del Colle bellunese è entrata ufficialmente in funzione, segnando una svolta storica per una montagna che vuole tornare a vivere tutto l’anno.”
La nuova pista da sci sintetica del Nevegal rappresenta un passo decisivo verso la destagionalizzazione del turismo. Si tratta di un tappeto artificiale lungo 300 metri, tra i più estesi d’Italia, che consente di sciare anche in assenza di neve naturale. Questo progetto nasce con l’obiettivo di valorizzare l’area montana e offrire nuove opportunità sportive, soprattutto ai giovani degli Sci Club locali.
La struttura, realizzata con materiali innovativi e drenanti, riproduce la sensazione di sciare sulla neve compatta, garantendo al contempo bassi costi di manutenzione e minimo impatto ambientale.
Una pista tecnologica da 300 metri: test e sicurezza prima dell’apertura al pubblico
“Dopo mesi di lavori e attese, il tappeto artificiale lungo 300 metri – tra i più estesi d’Italia – è pronto ad accogliere i primi iscritti agli Sci Club in una tre giorni di inaugurazione che è durata fino a domenica 2 novembre.”
La fase di apertura si è svolta con un weekend di test riservato agli Sci Club, dal 31 ottobre al 2 novembre, per verificare prestazioni e sicurezza. Durante queste giornate, atleti e istruttori hanno potuto provare in anteprima la pista e raccogliere le prime impressioni su aderenza, velocità e realismo del fondo sintetico.
“Si parte con una fase di test riservata agli Sci club, chiamati a sperimentare in anteprima la nuova struttura in una sorta di prova generale. L’obiettivo è verificare la sicurezza, la tenuta e la qualità della sciata prima di aprire la pista al grande pubblico. Un avviamento controllato, insomma, per garantire che tutto sia perfettamente funzionante.”
L’iniziativa rientra in una strategia di rilancio più ampia: rendere il Nevegal una montagna viva tutto l’anno, dove sport, turismo e natura convivono in equilibrio.
Un investimento per il futuro del turismo montano
La nuova pista sintetica non è solo un’infrastruttura sportiva: è anche un segnale di speranza e innovazione per il turismo bellunese. Grazie a questa tecnologia, sarà possibile organizzare corsi di sci, allenamenti e attività didattiche anche nei mesi più caldi, garantendo continuità alle scuole e alle associazioni sportive.
Inoltre, la struttura è perfetta per chi desidera avvicinarsi allo sci in sicurezza, senza dipendere dalle condizioni meteorologiche. Il progetto è visto come un modello sostenibile per altre località di media montagna, che cercano nuove soluzioni per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
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