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Quali sono le 15 piste da sci più pericolose del mondo?

Caratterizzate da tratti impervi, estensioni notevoli e l’esigenza di una mente lucida, passione per l’avventura e competenze avanzate, queste sono le discese sciistiche più sfidanti e complesse del globo. Sono tracce che, con la loro pendenza vertiginosa, catturano l’attenzione degli sciatori più audaci pronti a confrontarsi con esse. Scopriamo dove si localizzano.

Con scenari che lasciano senza fiato, alture, tratti e pendii che raggiungono l’incredibile 80% di inclinazione, queste piste sono a dir poco mozzafiato, straordinarie e piene di insidie, riservate ai pochissimi esperti pronti ad affrontarle con determinazione, maestria e un grande desiderio di avventura. Sono le discese più temute del mondo, presenti in nazioni come l’Austria, l’Italia, la Francia, la Svizzera, il Canada e gli USA, in attesa di ospitare gli sportivi più coraggiosi. Un’esperienza elettrizzante che solo i maestri del settore possono davvero godere, mentre i novellini potranno leggere di queste imprese sperando in un futuro tentativo.

  • Corbet’s Couloir, Jackson Hole, USA
    Questa pista, situata a Jackson Hole, Wyoming, sulle Montagne Rocciose, è forse una delle più temute d’America. Deve il suo nome a Barry Corbet, un rinomato alpinista e sciatore che l’ha identificata nel 1960. Il passaggio iniziale tra le rocce misura appena 3 metri, aprendosi poi a 6 metri man mano che si prosegue. La pendenza costringe gli sciatori a un audace salto di cinque o sei metri prima di entrare nel cunicolo.
  • La Chavanette, Portes du Soleil, Svizzera
    Posizionata al confine tra Svizzera e Francia, tra Champery e Avoriaz, questa pista è famosa come il “muro svizzero”, ed è nota per la sua discesa rapidissima. Un cartello avverte gli sciatori del suo grado di pericolosità: una caduta potrebbe avere esiti fatali. Spesso le condizioni climatiche sono avverse, e numerosi dossi di neve si presentano nei primi mille metri della discesa. Gli sciatori hanno l’opzione di superarli, rischiando di prendere troppo slancio, o di evitare, un’azione che richiede energia e tempo. Questa pista nera, conosciuta come il Muro Svizzero e situata nel comprensorio di Portes du Soleil ad Avoriaz, offre un panorama mozzafiato. Con un’inclinazione di oltre 50 gradi, il Pas de Chavanette è uno dei pendii più inclinati e rischiosi al mondo. Data la sua natura selvaggia, affrontarla diventa ancor più complesso. Si estende su un dislivello di 900 metri, partendo da un’altitudine di 2150 metri e raggiungendo una pendenza massima del 100%.
  • Grand Couloir, Courchevel, Francia
    In questa zona non troverai battipista, solo i coraggiosi che osano avventurarsi. Per raggiungere la pista del Grand Couloir in Francia, bisogna prendere una funivia e poi camminare per circa duecento metri. L’accesso ha una larghezza di solo alcuni metri. Le condizioni meteorologiche possono cambiare rapidamente da un segmento all’altro. È considerata la discesa più inclinata d’Europa. La pista nera del Grand Couloir a Courchevel non è per principianti. Una volta intrapresa, non c’è ritorno. I canalini adiacenti, il couloir Emilie Allais e Sous Pylons, sono ancor più ripidi e complessi rispetto alla pista principale. La sezione finale, con una pendenza del 85%, rappresenta la sfida maggiore.
    Dati tecnici
    Differenza altimetrica: 900 metri
    Punto di partenza: 2700 m s.l.m
    Pendenza massima: 85%
  • Delirium Dive, Banff, Canada
    Inclinata, rocciosa e angusta. Siamo di fronte a una delle piste sciistiche più insidiose del pianeta. È fondamentale, se non vitale, affrontarla in compagnia e con l’attrezzatura adeguata, inclusi dispositivi anti-valanga e strumenti per facilitare la localizzazione in caso di emergenza.
  • Kill The Banker, Revelstoke, Canada
    Situata a poche ore da Vancouver, la pista è accessibile tramite funivia, dopodiché gli sciatori possono lanciarsi direttamente sotto l’impianto. Questa pista offre tratti di neve con pendenze che permettono audaci salti ai più avventurosi.
  • Streif, Kitzbühel, Tirolo, Austria
    Ogni anno, a metà gennaio, è il punto di ritrovo per i migliori sciatori per la Coppa del Mondo. Questa pista è la più rispettata, apprezzata e spettacolare del mondo, caratterizzata da curve, dossi e repentini cambi di inclinazione perfetti per i salti. Tra i segmenti più temuti, ci sono la Mausefalle con una pendenza dell’85% e un salto di 80 metri e la Steilhang o Hausbergkante, con una curva doppia che sfiora le reti di sicurezza. Gli sciatori possono raggiungere velocità fino a 100 km/h.
  • Sarenne, Alpe d’Huez, Francia
    Riconosciuta come la discesa nera più estesa al mondo, vanta 18 km che iniziano dal ghiacciaio omonimo, accessibile tramite la teleferica del Pic Blanc (da 2700 a 3.330 m). La pista parte da 3330 metri e attraversa la zona chiamata Tunnel, puntando verso l’Alpe d’Huez e ritornando al punto iniziale della teleferica. Dalla vetta, si gode di una vista spettacolare sul Massiccio del Monte Bianco, il Parco nazionale des Écrins, il Monte Rosa e il Cervino.
  • Body Bag, Crested Butte, Usa
    Questa pista è affiancata da maestosi pini e abeti che sembrano scorrere lungo i pendii della montagna. È ritenuta la discesa più temibile del Colorado, con tratti talmente inclinati da far salire l’adrenalina, sfidando anche gli sciatori più competenti. La mancanza di manutenzione la rende una vera e propria corsa tra ostacoli, tra cui spiccano rocce nascoste dalla coltre di neve e alberi.
  • Harakiri, Austria
    Chiamata anche Pista 34, la pista da sci Harakiri a Mayhofen in Austria è situata vicino al confine italiano. Questa è la discesa più inclinata dell’Austria, con pendenze che in alcuni tratti toccano il 78%. Con pareti pressoché verticali e frequentemente ghiacciate, la sua sfida può ricordare l’intensità del suo nome: l’harakiri, un’antica pratica giapponese di suicidio. A Mayhofen, prima di cimentarsi nella sfida dell’Harakiri, è consigliato tentare la pista 17 Devil’s Run come preparazione.
    Dati tecnici
    Differenza altimetrica: 1200m
    Punto di partenza: 2068 m s.l.m.
    Pendenza massima: 78%.
  • Saslong, Val Gardena, Italia
    Tra le piste più insidiose del mondo, figura una gemma italiana: la Saslong, situata nel cuore della Val Gardena. Inaugurata nel 1970, è famosa per una serie di elevazioni chiamate “gobbe di cammello”, che offrono l’opportunità di audaci salti. Ogni dicembre, la pista ospita una tappa della Coppa del Mondo di discesa libera.
  • Spinale Direttissima, Madonna di Campiglio – Italia
    Iniziamo con un classico di Madonna di Campiglio, nel Trentino: la pista Spinale. La sua sezione finale è tra le discese più inclinate delle Alpi.
    Dati tecnici
    Lunghezza: 2.400 metri
    Dislivello: 585 metri
    Pendenza media: 25%
    Il tratto finale, noto come il muro, presenta una pendenza che raggiunge il 70%.
  • Pista n.3, La Thuile – Italia
    La celebre pista numero tre, conosciuta anche come Franco Berthod.
  • Le Tunnel, Alpe d’Huez, Francia
    L’area sciistica dell’Alpe d’Huez è rinomata per le sue impegnative piste nere. La Sarenne, con i suoi 13 km, detiene il record di pista nera più lunga d’Europa. Ma la pista Le Tunnel è quella che incute più timore. Si parte da un angusto tunnel, preparandosi a ciò che verrà.
    Dati tecnici
    Dislivello: 700 metri
    Altitudine di partenza: 3300 metri
    Pendenza massima: 65%
  • La face de Bellevarde, Val d’Isère, Francia
    Questa pista nera ha fatto da scenario alla discesa maschile durante i Giochi Olimpici Invernali del 1992 e al Super G nei Campionati del Mondo di Sci Alpino nel 2009. Caratterizzata da una tecnica e pendenza notevole, il percorso della Bellevarde offre una vista diretta sulla linea di arrivo fin dall’inizio.
    Dati tecnici
    Dislivello: 1000 metri
    Partenza da: 2827 m s.l.m.
    Pendenza massima: 70%.
  • Birds of Prey, Colorado – USA
    Concepita da Bernard Russi, questa pista è stata teatro di competizioni della Coppa del Mondo e dei Campionati mondiali di sci. Si trova nel Colorado, USA.
  • Gran Risa, La Villa – Alta Badia – Italia
    Esploriamo la Gran Risa, una delle piste da sci più celebri dell’Alta Badia, noto palcoscenico per lo slalom gigante della Coppa del Mondo di sci alpino e la più rinomata in Italia. Ubicazione della Gran Risa Situata nel comprensorio sciistico del Dolomiti Superski, la Gran Risa, anche conosciuta come Pista 17 Nera, è localizzata a La Villa, cuore dell’Alta Badia.
    È una delle piste nere più sfidanti per lo slalom gigante nel panorama della Coppa del Mondo di Sci. Oltre ad essere un punto di riferimento per le competizioni, dal 2005 ospita anche gli slalom speciali. Dettagli Ricoperta dall’ombra dei pini della Val Badia, la Gran Risa è simile a un muro di ghiaccio, su cui campioni come Alberto Tomba e Max Blardone hanno regalato performance memorabili.
    Il percorso inizia dal Col dai Cioi, situato a 1870 metri di altitudine e termina a La Villa. Tra i segmenti più significativi della pista, troviamo Col Frata, Curva Calalt e Plans.
    Dati tecnici
    Punto di partenza: Col dai Cioi, 1.871 m s.l.m.
    Punto di arrivo: 1.423 m s.l.m.
    Dislivello totale: 448 m
    Lunghezza complessiva: 1.255 m
    Pendenza massima della Gran Risa: 53%
    Pendenza media della Gran Risa: 36%

Incremento prezzi degli skipass stagionali in Valle d’Aosta del 6,5%

Il costo degli skipass stagionali in Valle d’Aosta subisce un aumento: si registra un incremento del 6,5%. Con la nuova tariffa, gli amanti degli sport invernali dovranno sborsare 1.370 euro per gli impianti della Valle d’Aosta, evidenziando un aumento di 84 euro rispetto alla stagione precedente. Se invece si decide di optare per lo skipass che copre anche l’area di Zermatt in Svizzera, il prezzo sale a 1.617 euro, ovvero 99 euro in più.

Questa percentuale del 6,5% rappresenta l’ultimo di una serie di aumenti, seguendo il trend dell’8,9% registrato nella scorsa stagione invernale. Anche allora, fattori come l’incremento del costo dell’energia avevano influito sul prezzo.

Per venire incontro a diverse categorie, l’Associazione valdostana impianti a fune (Avif) ha previsto delle tariffe agevolate per gli over 65, gli under 18, gli under 14 e per i bambini sotto gli otto anni.

Parco Nazionale dei Monti Sibillini: descrizione, leggende, curiosità e attività sportive

Descrizione Parco Nazionale dei Monti Sibillini

La catena montuosa dei Monti Sibillini si snoda lungo 40 chilometri nell’Appennino centrale, tra Marche e Umbria. Dominati da imponenti rocce calcaree, toccano il loro apice con il monte Vettore, che svetta a 2478 m e si affaccia sul lago Pilato, posto a 1949 m. Queste maestose vette sono al centro del Parco nazionale dei Monti Sibillini, creato nel 1993 per preservare la biodiversità locale di piante e animali. Ma non è solo natura: il parco è un tesoro di storia e arte, ospitando borghi medievali, antichi mulini e chiese in stile romanico.

Con una vastità di oltre 71.000 ettari, il terreno del parco è principalmente montagnoso. Il paesaggio dominante è rappresentato dalle formazioni calcaree degli Appennini, che in questo tratto collegano le dolci curve dell’Appennino settentrionale alle vette più imponenti dell’Abruzzo, mostrando anche profili aspri e ripidi.

Da questa dorsale montuosa si dipanano due versanti: uno a est e uno a ovest. L’orientale vanta una diversità di panorami e habitat naturali. I fondovalle dei corsi d’acqua si svelano in profonde gole, come le affascinanti Gole dell’Infernaccio, scolpite dalle forze della terra e dall’erosione. A quote superiori, fitte foreste, in particolare di faggi, contornano le valli con un andamento predominante da nord a sud. Il lato occidentale, invece, scende lievemente verso l’Umbria, rivelando le pittoresche depressioni montane conosciute come Piani di Castelluccio famosi per il bosco Italia e la fioritura.

Clima del Parco

Il parco offre un clima ricco di sfaccettature, talvolta anche tumultuoso, come menzionato in “Il Guerrin Meschino” di Andrea da Barberino. L’altitudine gioca un ruolo cruciale nel definire il clima, amplificando gli effetti dei venti e le variazioni climatiche. Cinque elementi principali caratterizzano il clima del parco: radiazione solare, temperatura, umidità, precipitazioni e venti.

La radiazione solare guida i cambiamenti dei fenomeni fisici. Nubi e barriere sul suolo, come edifici, rifrangono ed emettono raggi solari. Al contrario, la terra ne assorbe gran parte, rilasciando in seguito raggi infrarossi. L’effetto serra, fondamentale per conservare il calore terrestre, si è accentuato a causa dell’inquinamento, influenzando sia le precipitazioni, che diventano più intense e frequenti, sia i periodi di calura, che risultano più prolungati e secchi.

La temperatura è strettamente legata all’altitudine e alla posizione geografica. Al di sotto dei 1.000 metri, le temperature fluttuano tra i versanti tirrenico e adriatico. L’area occidentale presenta un clima più continentale, mentre quella orientale risente di correnti fredde. Le vallate tendono ad essere più calde rispetto ai picchi. Negli ultimi decenni, si è registrato un leggero aumento delle temperature in tutto il parco, con Norcia che ha mostrato la variazione più significativa.

L’umidità modula l’ambiente e gli esseri viventi, oscillando tra condensazione ed evaporazione. Durante l’estate, l’umidità tende a calare, mentre in inverno raggiunge livelli massimi al mattino e minimi al pomeriggio. Dicembre è il mese più umido, mentre luglio è il meno umido.

Le abbondanti precipitazioni sono vitali per corsi d’acqua e vegetazione. Le zone vicino all’Adriatico ricevono pioggia più copiosa, sebbene con meno intensità giornaliera rispetto al lato tirrenico. Secondo studi, le zone vicine al Tirreno presentano una maggiore probabilità di nevicate rispetto a quelle adriatiche.

Infine, i venti modulano vari aspetti climatici, dalla temperatura all’umidità. Pur non essendo studiati in profondità, mostrano tendenze legate alla morfologia del territorio, con maggiori intensità in direzione adriatica a causa della disposizione degli Appennini. Alcuni dati storici mostrano picchi di velocità notevoli, come i 228 km/h registrati sul Monte Bove nel 1985.

Le caratteristiche dei rilievi montuosi (orografia)

La vetta più elevata delle Marche è rappresentata dal Monte Vettore, che con la sua maestosità di 2476 m sovrasta Castelluccio. Molte altre vette raggiungono altitudini superiori ai 2000 metri, e tra queste troviamo:

  • Cima del Redentore 2448 m
  • Pizzo del Diavolo 2410 m
  • Monte Priora 2332 m
  • Pizzo Berro 2260 m
  • Monte Porche 2233 m
  • Monte Argentella 2201 m
  • Monte Sibilla 2173 m
  • Monte Bove 2169 m
  • Palazzo Borghese 2119 m
  • Pizzo Tre Vescovi 2092 m

Idrografia del Parco

Il territorio del parco è definito dai fiumi Chienti e Tronto che, posizionandosi ai margini dell’area, demarcano i confini settentrionali e meridionali. Le rocce calcaree presenti facilitano l’assorbimento delle precipitazioni dall’ambiente circostante, che in caso di ingenti piogge, può portare alla formazione di sorgenti a quote inferiori. Gli affluenti presenti sono solitamente brevi e contribuiscono a trasportare sedimenti calcarei verso valle, formando così le colline.

Fiumi

Quattro principali correnti fluviali hanno origine nel parco: Aso, Tenna, Fiastrone che confluiscono nell’Adriatico, e Nera che si dirige verso il bacino tirrenico. Questi sono ulteriormente supportati da:

  • Fiume Aso: con l’affluente fosso della Rota,
  • Fiume Chienti: con il fiume Fiastrone, fosso dell’Acquasanta, ruscello Rio Bagno e ruscello Rio Sacro,
  • Fiume Nera: comprende il fiume Sordo, torrente Campiano, torrente Ussita, fosso di Piedivalle e fosso Rapegna,
  • Fiume Tenna: con il torrente Ambro, torrente Lera e torrente Cossudro,
  • Fiume Tronto: incluse le correnti del torrente Fluvione, fosso Camartina, fosso Morricone, fosso della Pianella e fosso Rio.

Laghi

  • Lago di Fiastra
    Questo bacino idrico, costruito nel 1949, è stato creato per produrre energia elettrica tramite il corso del Fiastrone. Si estende su una superficie di 2 km² ed è ubicato nel Comune di Fiastra, da cui prende il nome. Vicino, si situano le caratteristiche formazioni delle Lame Rosse.
  • Lago di Pilato
    Unico nel suo genere, il lago di Pilato, situato tra le pareti scoscese ai piedi del Monte Vettore, rappresenta uno dei rari laghi glaciali appenninici e l’unico lago naturale marchigiano. La sua dimensione e il volume d’acqua variano in base alle condizioni meteorologiche e allo scioglimento della neve che, per gran parte dell’anno, lo ricopre fino all’arrivo dell’estate. Può presentarsi come un unico specchio d’acqua o dividersi in due parti, guadagnandosi l’appellativo di “lago con gli occhiali”. Al suo interno vive una specie endemica, il chirocefalo del Marchesoni, un minuscolo crostaceo rosso di 9-12 millimetri che nuota capovolto. Secondo una leggenda locale, il nome del lago deriverebbe dalla storia di Ponzio Pilato, il cui corpo sarebbe precipitato nelle sue acque dal crinale della Cima del Redentore.

Comuni del parco nazionale dei Monti Sibillini

Provincia Macerata

  • Macerata
  • Bolognola
  • Castelsantangelo sul Nera
  • Cessapalombo
  • Fiastra
  • Pieve Torina
  • San Ginesio
  • Ussita
  • Valfornace
  • Visso

Provincia Ascoli Piceno

  • Ascoli Piceno
  • Arquata del Tronto
  • Montegallo
  • Montemonaco

Provincia Fermo

  • Fermo
  • Amandola
  • Montefortino

Provincia Perugia

  • Norcia
  • Preci

Come accedere al parco

Ci sono 5 ingressi per il parco:

  • Amandola: accessibile prevalentemente dalle Marche, conduce al lato est delle montagne e alle valli dell’Ambro e del Tenna.
  • Arquata del Tronto: è l’ingresso principale per il Monte Vettore per chi arriva dalla SS 4.
  • Norcia: offre un percorso verso i Piani di Castelluccio.
  • Visso: punto di accesso per la Val Nerina e il Monte Bove.
  • Fiastra: ideale per raggiungere la parte nord del parco.

Flora e fauna del parco

Flora

  • Stella alpina (Leontopodium)
  • Anemone alpino
  • Orchidee (Orchidea)
  • Asfodelo montano (Asphodelus macrocarpus)
  • Castagno (Castanea sativa)
  • Faggio (Fagus)
  • Acero bianco

Fauna

  • Il cervo (Cervus elaphus) ha una presenza storica nelle montagne Sibillini, risalente al periodo preistorico. Questo è dimostrato dai fossili rinvenuti nel 1978 su Monte Argentella o vicino a Muccia. Le testimonianze indicano che la caccia al cervo nella regione potrebbe risalire al Neolitico. Nel 1057, un documento pontificio descriveva l’area come abbondante di cervi. La riduzione della popolazione cervina è attribuita alle attività umane, inclusa la trasformazione del terreno in coltivazioni e la caccia intensificata dai nobili locali. Si ritiene che il cervo sia scomparso dall’area del parco nel XIX secolo. Tuttavia, un’iniziativa del 2001 ha permesso la reintroduzione di questi maestosi animali nel parco. L’importanza culturale del cervo è evidente in molte opere d’arte, tra cui affreschi e manufatti artigianali nelle chiese della regione.
  • Il cinghiale (Sus scrofa) è uno degli animali più comuni nel parco, causando occasionalmente problemi socio-economici nella zona. Anche se ci sono predatori naturali, il loro numero crescente ha spinto le autorità a implementare misure protettive per le coltivazioni. Secondo alcune ricerche, i cinghiali erano presenti nel parco sin dal Mesolitico e, a seguito di interventi umani, la loro popolazione è aumentata significativamente negli anni ’70 e ’80.
  • Gli orsi bruni marsicani (Ursus arctos marsicanus) possono essere avvistati nel parco. Tali orsi non sono originari dell’area ma provengono dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Studi specifici hanno esaminato le abitudini e i movimenti di questi orsi tra il 2006 e il 2010.
  • Crostacei: Chirocefalo Marchigiano (Chirocephalus marchesonii).
  • Mammiferi: tra cui Camoscio, Capriolo, Lupo, Gatto selvatico, e molteplici altre specie.
  • Pesci: diverse specie incluse Barbo, Carassio dorato, Carpa, e altre.
  • Rettili: varie specie come Biscia dal collare, varie specie di vipere e altri.
  • Uccelli: numerose specie tra cui Aquila reale, Falco pellegrino, Gheppio e altri.

Monti Sibillini: un mondo di esperienze turistiche

I Sibillini non sono solo una meravigliosa catena montuosa, ma un vero e proprio scrigno di opportunità per chi ama viaggiare. Al centro di queste esperienze si colloca l’enogastronomia delle Marche, dove il tartufo nero regna sovrano, senza dimenticare le tradizioni secolari, un mix tra la cultura pastorale, l’arte norcina, tipica dell’Umbria, e i prodotti agricoli, come la famosa lenticchia di Castelluccio. Ma non finisce qui: affettati unici, formaggi prelibati derivati dalla transumanza, antiche varietà di mele come la rosa dei Sibillini, miele, funghi e dolci tradizionali, come il Mistrà e il vino cotto, arricchiscono l’offerta.

Ma i Monti Sibillini non sono solo cibo. I borghi medievali, spesso nascosti, fanno da cornice a queste montagne, offrendo un’immersione nella storia e nella cultura. Questi, insieme alle numerose chiese, eremi e monasteri, rendono il territorio un luogo ideale per un turismo culturale e religioso. E per gli amanti dello sport? Trekking, equitazione e sport invernali sono all’ordine del giorno.

E non dimentichiamo il benessere: le terme di Acquasanta e Sarnano offrono momenti di puro relax. Famiglie con bambini troveranno spazi sicuri e divertenti, mentre il segmento MICE può essere attratto da eventi e degustazioni.

Cosa trovare all’interno del Parco

All’interno del parco, diverse strutture d’accoglienza forniscono informazioni e approfondimenti. Dal Centro del Cervo a Castelsantangelo sul Nera, al Centro Visita del Camoscio a Fiastra, gli animali locali sono i veri protagonisti. Il Museo di Amandola invece racconta la storia dell’uomo e del suo rapporto con la natura in queste zone.

Le Case del Parco e i Centri Visita, disseminati in varie località, non solo offrono servizi informativi, ma sono anche luoghi di educazione ambientale. Qui, i visitatori possono acquistare guide e mappe e programmare le loro esplorazioni.

Grande Anello dei Sibillini

Infine, per gli avventurieri, c’è il Grande Anello dei Sibillini, un itinerario di 120 km che si snoda attraverso l’intero parco. Questo percorso, adatto sia a escursionisti che a ciclisti, si divide in nove tappe, con rifugi rinnovati lungo il cammino che offrono ristoro e ospitalità. E la cosa migliore? Puoi iniziare e finire dove vuoi, seguendo l’itinerario in qualsiasi direzione.

Leggende

Ecco un parco che guarda il mondo dalla parte delle radici, direbbe il Guerrin Meschino. L’ignaro condottiero s’avventurò nei recessi della montagna alla ricerca delle proprie origini finendo prigioniero della magica dimora della Sibilla, l’illustre profetessa che raro alti secreti altrui rivela.

Un’altra leggenda racconta del lago di Pilato, nelle cui acque sarebbe celato il corpo del celebre procuratore romano. Condannato a morte da Tiberio, al suo rientro dalla Palestina avrebbe chiesto come ultima grazia che il suo cadavere fosse deposto su un carro trascinato da buoi senza guida. Partiti da Roma, gli animali sarebbero giunti sulle sponde del lago depositando nelle acque il loro macabro carico.
Luoghi fatati e fatali, frequentati da maghi o negromanti (ai quali a un certo punto si giunse perfino a vietarne l’accesso), montagne spoglie battute dal vento con oltre cinquanta vette che superano i duemila metri, pareti di roccia, morene, doline e vastissimi pendii, rivestiti in primavera dello splendore della flora appenninica capace di attirare centinaia di specie di farfalle.

La più curiosa folleggia sulla montagna più alta, il Vettore, a quasi 2500 metri d’altezza: forse non a caso si fa chiamare “Erebia pluto belzebub”. L’antro della Sibilla. Sibillini, in quanto regno della Sibilla Alcyna. Qui si trovava il magico luogo delle delizie. Chi vi arrivava, dopo aver superato indicibili prove, poteva al massimo dimorarvi un anno, dopodiché era eternamente dannato. Si narra pure che la Sibilla e le sue ancelle per tre giorni alla settimana si trasformassero in serpi per poi riprendere nuovamente le loro ammalianti fattezze.
II fantastico Guerin Meschino, il prode Antoine De la Sale, diversi umanisti e lo stesso Wagner visitarono il luogo e furono ispirati dalla celebre leggenda. Nel 1953 una spedizione dell’Accademia Reale Belga vi rinvenne tracce di antiche presenze. Sui prati intorno alla grotta della Sibilla fiorisce un fiore dall’aspetto magico, la rarissima genziana dinarica, dai grandi petali blu.

Curiosità

Dalla notte dei tempi. L’unico lago naturale dei Monti Sibillini, il lago di Pilato , è famoso per un minuscolo quanto esclusivo abitante. Un crostaceo fillopode privo di guscio lungo una decina di millimetri che è stato battezzato chirocefalo del Marchesoni (Chirocephalus marchesonii).

I fillopodi sono animati antichissimi e, anche se questo è stato scoperto dagli studiosi solo nel 1953, è lecito pensare che da milioni di anni abitino il minuscolo lago glaciale, sopravvissuto a catastrofi e mutamenti ambientati che la nostra mente fatica anche solo a immaginare. Occhio alle spine.

Probabilmente furono i Romani a importarlo dall’Africa, per le sue carni considerate prelibate. Fatto sta che l’istrice (Hystrix cristata) nel nostro paese si ambientò benissimo, tanto che oggi l’Italia è l’unico sito europeo dove vive questo grosso roditore, caratterizzato dai lunghi e acuminati aculei.

Proprio gli aculei, che si staccano facilmente, sono il più sicuro indizio della sua presenza, dato che conduce una vita strettamente notturna. Un tempo perseguitato, l’istrice è di nuovo abbondante nelle aree protette dell’Italia centro-meridionale.

Cartina del Parco Nazionale dei Monti Sibillini:

Qui potrete trovare le cartine aggiornate dei sentieri e dei percorsi per mountain bike.

Riapertura della storica funivia Lana – Monte San Vigilio

Lo scorso 4 agosto ha segnato un importante ritorno: la funivia Lana – Monte San Vigilio ha ripreso servizio. Dopo una pausa di 9 mesi dovuta a essenziali lavori di manutenzione, l’impianto si presenta ora rinnovato e modernizzato, pronto a portare di nuovo i visitatori sull’iconico Monte San Vigilio. Lana non è solo una funivia qualsiasi: si vanta di essere la seconda funivia più antica del continente europeo, un capolavoro inizialmente progettato dall’ingegnere Luis Zuegg nel 1912.

Novità e miglioramenti per un’esperienza ottimale

I turisti che decidono di vivere l’esperienza della funivia potranno notare una serie di aggiornamenti. Le cabine, ora completamente rinnovate e accessibili senza barriere architettoniche, sono capaci di trasportare fino a 40 passeggeri. Questo viaggio, che inizia dai 320 metri di quota del fondovalle e raggiunge i 1480 metri, è ora più veloce: soli 6 minuti, ben due minuti in meno rispetto al passato, grazie a una velocità incrementata a 10 m/s.

Nonostante la modernizzazione, l’essenza storica della funivia è stata preservata: l’esterno della stazione di valle rimane invariato, mentre l’interno ha ricevuto un look più contemporaneo. La stazione a monte si è arricchita di una terrazza panoramica e di una confortevole sala d’attesa. Questa iconica funivia rende il Monte San Vigilio accessibile in tutte le stagioni. Una volta arrivati, i visitatori possono godere di passeggiate panoramiche, prendere una seggiovia che raggiunge i 1800 metri e, durante l’inverno, scivolare sulle piste di un pittoresco comprensorio sciistico.

Ovindoli Monte Magnola, partito il cantiere per i nuovi impianti sci

A Ovindoli Monte Magnola è iniziato un nuovo capitolo per gli amanti degli sport invernali: è stato infatti dato il via ai lavori di costruzione del primo lotto di nuovi impianti di risalita. Con l’obiettivo di completare i lavori entro la fine dell’anno in corso, questo è solo l’inizio di un progetto più ampio che vedrà la realizzazione di ben tre lotti complessivi entro il 2025.

Il taglio del nastro, avvenuto ieri mattina, ha segnato l’ufficialità dell’avvio delle opere, destinate a rinnovare e ampliare la stazione sciistica. Una volta terminati tutti gli interventi, saranno sette le nuove piste a disposizione degli appassionati.

La notizia ha suscitato particolare entusiasmo nella classe politica locale. Il Senatore Quintino Liris, esponente di Fratelli d’Italia, ha sottolineato l’importanza storica di quest’operazione. Per Liris, l’ampliamento degli impianti sciistici della Monte Magnola Impianti non rappresenta solo un vantaggio per il Comune di Ovindoli, ma avrà un impatto positivo su tutto l’altopiano delle Rocche.

La foto mostra il momento simbolico del taglio del nastro, l’inizio ufficiale dei lavori che, per quanto riguarda questo primo lotto, sono destinati a concludersi entro la fine del 2023.

Di seguito il post pubblicato sulla pagina Facebook del senatore Quintino Liris:

Ovindoli: parte il cantiere per nuovi impianti di risalita e piste da sci
Una giornata storica per Ovindoli e per l’Abruzzo, al via i lavori per la realizzazione di tre impianti di risalita, seggiovie quadriposto, e sette piste da sci che offriranno nuovi servizi agli appassionati di sci e della montagna.
Un traguardo di straordinaria importanza non solo per il Comune di Ovindoli ma per tutto il comprensorio, un ampliamento dell’offerta dei servizi che porterà un importante incremento di presenze in Abruzzo.
La Regione Abruzzo, il presidente Marco Marsilio, noi tutti, abbiamo fortemente sostenuto il progetto e combattuto al fianco del sindaco di Ovindoli Angelo Ciminelli, ricorrendo al Consiglio di Stato per ottenere l’annullamento della precedente sentenza del TAR, emessa a seguito di ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste che aveva bloccato il progetto.
Sviluppo sostenibile e tutela dell’ambiente, al primo posto nell’azione del governo nazionale e dell’Abruzzo.

Monti Sibillini

Il sistema montuoso dei Monti Sibillini si erge imponente tra le regioni di Marche e Umbria, inserendosi all’interno del contesto dell’Appennino umbro-marchigiano e più ampiamente dell’Appennino centrale. Le province che lo circondano sono Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Perugia.

Giacomo Leopardi e i Monti Sibillini

«…E l’anima era pervasa
da sogni dolci e pensieri senza confine
guardando quell’infinito mare, quei monti velati di azzurro,
che da qui intravedo, sperando un giorno
di attraversarli, immaginando misteriosi orizzonti, una felicità segreta per la mia esistenza!»

(Giacomo Leopardi così descrisse la sua emozione di fronte ai Monti Sibillini in “Le ricordanze”)

Caratteristiche geologiche dei Sibillini

Il cuore dei Monti Sibillini è composto principalmente da calcare, originato dai fondali dei mari antichi e caldi. Molti dei loro picchi superano i 2.000 metri d’altitudine. Tra questi spiccano il Monte Vettore, che con i suoi 2.476 metri s.l.m. è il più alto del gruppo, seguito dalla Cima del Redentore, Monte Priora, Monte Bove e Monte Sibilla.
Il panorama è plasmato dalle forze glaciali del quaternario, visibili nelle valli a forma di “U” e nei vasti anfiteatri glaciali ancora visibili. Anche i processi carsici hanno influenzato profondamente l’aspetto di questo complesso montuoso.

Suddivisione del sistema montuoso e le origini geologiche

Il sistema montuoso si articola in tre principali sottoaree:

  • la zona Settentrionale;
  • la zona Centro-Meridionale;
  • la zona Sud-Occidentale.

La zona Centro-Meridionale ospita le cime più elevate, con il Monte Vettore come suo punto culminante. È dominata da due creste principali, una che collega il Monte Porche al Monte Sibilla, e un’altra che si snoda dal Monte Palazzo Borghese al Monte Prata, toccando le vette più prominenti.

La zona Settentrionale è dominata dal Monte Bove, una formazione calcarea con pareti maestose, ed è delimitata dalla Val d’Ambro e dalle Gole del Fiastrone.

La zona Sud-Occidentale, sebbene non abbia montagne particolarmente famose, ospita alcune delle strutture geologiche più affascinanti dei Sibillini, come i Piani di Castelluccio (famoso per la fioritura).

Nati da formazioni di calcare e marmo del Mesozoico e Terziario inferiore, i Monti Sibillini sono geologicamente piuttosto giovani.
Tra 100 e 50 milioni di anni fa, la regione marina poco profonda che ora corrisponde ai Monti Sibillini fu teatro di movimenti geologici che portarono alla formazione di creste sottomarine. Successivamente, circa 20 milioni di anni fa, il piegamento e la compressione delle rocce portarono alla nascita delle prime montagne. Altri eventi geologici, avvenuti circa 10 e 2 milioni di anni fa, hanno dato forma alle attuali vette, modellandole con faglie e sovrascorrimenti.

Flora e Fauna nei Monti Sibillini

La biodiversità dell’area è sorprendente. Tra i mammiferi, ci sono gatti selvatici, istrici, lupi, caprioli e, recentemente reintrodotti, camosci d’Abruzzo e cervi. Si sono registrati avvistamenti di orsi bruni marsicani, ma si ritiene che provengano dagli Appennini abruzzesi.
Per quanto riguarda gli uccelli, sono presenti aquile reali, gufi reali, falchi pellegrini e la coturnice reintrodotta. Tra i rettili si possono trovare le vipere dell’Orsini e la vipera comune.
Nel territorio del Monte Vettore si possono osservare specie endemiche come il coleottero Duvalius ruffoi e il crostaceo chirocefalo del Marchesoni nel lago di Pilato.
La vegetazione varia con l’altitudine: foreste caducifoglie a quote inferiori, faggete nelle zone intermedie e pascoli alpini nelle aree più elevate. Tra le piante degne di nota, troviamo la viola di Eugenia, il genepì appenninico, la genziana lutea e il giglio martagone, tra gli altri.

Sport sui Monti Sibillini

Sui Monti Sibillini si possono praticare nelle località sciistiche di Piani di Ragnolo (Acquacanina), Pintura di Bolognola (Bolognola), Forca Canapine (Arquata del Tronto), Sassotetto e Santa Maria Maddalena (Sarnano), Monte Prata (Castelsantangelo sul Nera) e Frontignano a Ussita (Ussita) tutti gli sport invernali come ad esempio: fat bike, bob, sci di fondo, sci alpinismo, sci alpino, telemark e ciaspolate. Nella altre stagione è possibile praticare altre discipline come la mountain bike, equitazione, canoa, pesca, trail running e molto altro.

Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Istituito nel 1993, il Parco nazionale dei Monti Sibillini copre un’area di oltre 700 km² e ospita alcune delle vette più alte dell’Appennino centrale, tra cui il Monte Vettore, che si erge a 2.476 metri s.l.m.

Il paesaggio dei Sibillini è una sinfonia di valli glaciali, profondi canyon, pianure fiorite come i famosi Piani di Castelluccio e faggete secolari. La diversità geologica ha contribuito a creare un habitat ideale per una ricca biodiversità: lupi, aquile reali, camosci d’Abruzzo e molte altre specie chiamano questo luogo casa.

Ma il Parco non è solo natura. Le sue radici affondano in antiche leggende, come quella della Sibilla Appenninica, una creatura misteriosa che, secondo la mitologia, viveva in una grotta sul Monte Sibilla.

Ogni anno, migliaia di escursionisti e amanti della natura vengono attratti dalla bellezza selvaggia e incontaminata dei Monti Sibillini, rendendolo un luogo imperdibile per chi visita il cuore dell’Italia.

Valnerina, avanzano i lavori per il ponte tibetano che collegherà Sellano con Montesanto

Nel cuore verde dell’Umbria, la Valnerina è un gioiello di incantevole bellezza. Questa valle che che nasce ai piedi dei Monti Sibillini è ricca di fascino naturale, attraversata dal fiume Nera, è punteggiata da antichi borghi medievali e offre una vista mozzafiato sui suoi lussureggianti panorami verdi.

Dove si trova il ponte tibetano in costruzione

È in questo contesto che la costruzione del ponte tibetano che unirà Sellano a Montesanto, prosegue con passo deciso. L’impressionante passerella sospesa, che si estenderà per ben 540 metri a una quota di 140 metri, è prevista essere completata entro ottobre. Questo permetterà a turisti e curiosi di godere di una passeggiata panoramica indimenticabile sopra la spettacolare Valnerina.

Quanto costa?

Il progetto del ponte, sostenuto da un finanziamento di 1,5 milioni di euro dal Pnrr, sta avanzando rapidamente. I lavori, che includono l’assemblaggio di corde, tiranti e passerella, procedono a ritmo sostenuto.

Quando verrà inaugurato il ponte sospeso?

A seguito del completamento dell’opera entro ottobre, ci saranno una serie di test di collaudo e l’inaugurazione ufficiale in novembre.

Esperienza unica a 140 metri di altezza

Il ponte sospeso, che attraverserà la valle del fiume Vigi a 140 metri di altezza, offre un’esperienza di attraversamento unica.

Prezzo biglietto, misure di sicurezza e parcheggi

Per godere di questa esperienza, i visitatori dovranno pagare 25 euro per un singolo passaggio da Sellano a Montesanto (o viceversa), o 35 euro per un viaggio di andata e ritorno. L’accesso sarà possibile sia dal centro storico che dalla frazione, con spazi di sosta ogni 60 metri per ammirare il panorama e immortalare con foto la vista mozzafiato.

La sicurezza sarà di primaria importanza durante il percorso sul ponte, che richiederà l’uso di un casco, un’imbracatura collegata a due corde di sicurezza indipendenti e guanti. Ulteriori misure di sicurezza includeranno un sistema di monitoraggio e controllo degli accessi, la verifica continua della tensione delle corde, il controllo delle condizioni meteo in tempo reale e altoparlanti per comunicazioni agli utenti. L’apertura del ponte sarà programmata per un periodo di 8 ore giornaliere, con un massimo di 100 persone sulla passerella alla volta.

Infine, sono in corso lavori per gestire l’accesso a Sellano, inclusa la creazione di un’area di parcheggio e l’organizzazione di servizi navetta per facilitare l’arrivo al ponte.

Cima del Redentore: cosa vedere, come arrivare e quando andare

La Cima del Redentore visto dal Monte Vettore. Credit: Nicola_ds

Dove si trova la Cima del Redentore

La Cima del Redentore, elegante nella sua austera bellezza, è uno dei picchi più spettacolari dei Monti Sibillini, e rappresenta uno dei gioielli all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Situata sul filo di confine tra le province di Perugia e Ascoli Piceno, diventa un simbolo di unione tra le regioni dell’Umbria e delle Marche. All’interno del Parco, non lontano dalla cima, si trova il misterioso Lago di Pilato, l’unico lago naturale dell’Appennino centrale e noto per le sue leggende. La vicinanza tra la Cima del Redentore e il Lago di Pilato rende la zona particolarmente affascinante per chi è alla ricerca di paesaggi incontaminati e storie affascinanti.

Altezza Cima del Redentore

Con i suoi 2448 metri sul livello del mare, la Cima del Redentore non è solo una delle cime più alte dei Monti Sibillini, ma rappresenta anche il punto più elevato dell’intera regione Umbria. Un simbolo di superamento e conquista, una meta ambita per escursionisti e alpinisti che, all’interno del contesto del Parco Nazionale, sfidano la sua imponente altezza in cerca di panorami inediti e un’esperienza unica nel suo genere.

Quando fare l’escursione i consigli sul periodo ideale

Il fascino della Cima del Redentore può essere apprezzato in ogni stagione dell’anno. Tuttavia, è durante l’inverno che si rivela in tutta la sua maestosa bellezza. L’alta quota e le temperature rigide la trasformano in un paesaggio invernale da cartolina, ricoperto da un candido manto di neve. Gli scalatori più esperti non perdono l’opportunità di affrontare la sua ascesa, regalando a loro stessi un’esperienza unica ed emozionante.

Come raggiungere la vetta

Sono disponibili diversi sentieri per raggiungere la vetta della Cima del Redentore, ciascuno con le proprie caratteristiche e livelli di difficoltà, molti dei quali sono curati e promossi proprio dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un percorso popolare parte da Foce di Montemonaco, un altro da Castelluccio di Norcia. Per coloro che desiderano combinare la scalata con una visita al Lago di Pilato, esistono itinerari che permettono di passare sia dalla vetta che dal lago, arricchendo l’escursione con una varietà di panorami mozzafiato.

I rifugi più vicini

Lungo i sentieri che conducono alla Cima del Redentore, è possibile trovare diversi rifugi, luoghi di riposo e ristoro per gli escursionisti. Tra questi, il rifugio Zilioli e il rifugio Tito Zilioli offrono riparo e conforto ai visitatori, contribuendo a rendere l’escursione un’esperienza ancora più piacevole e rilassante.

Come si chiamano le valli visibili dalla cima?

Dalla cima del Redentore, il panorama che si svela è un vero e proprio spettacolo naturale. Tra le diverse valli visibili, spiccano la Valle dell’Infernaccio e la Valle dell’Ambro, ciascuna con le proprie caratteristiche uniche e distintive. Questo affaccio naturale offre uno scenario di rara bellezza, che incanta e sorprende ad ogni visita.

Cima del Redentore una volta era Vettore

Storicamente, la Cima del Redentore era nota come “Vettore”, un nome che rimanda alla sua visibilità rispetto al resto del gruppo dei Monti Sibillini. Infatti, nonostante il Monte Vettore, più alto di una ventina di metri, sia parte dello stesso gruppo, rimane nascosto dalla vista dai Piani di Castelluccio di Norcia, lasciando alla Cima del Redentore la prerogativa di spiccare nel panorama.

Il panorama mozzafiato sull’Umbria e le Marche

Uno degli aspetti più affascinanti della Cima del Redentore è senz’altro il panorama che si può ammirare una volta raggiunta la vetta. Da qui, la vista spazia a 360 gradi, abbracciando l’entroterra Umbro e Marchigiano, la valle di Pilato, il piano della Gardosa e, all’orizzonte, l’azzurro brillante del mare Adriatico. Un vero e proprio quadro naturale, dove il cielo e la terra sembrano fondersi in un abbraccio infinito, regalando a chi lo ammira un’esperienza di connessione profonda con la natura.

Cervinia pronta per la stagione record: sciate ininterrotte da ottobre a fine estate

Le pendici del comprensorio di Cervinia sono pronte a dare il via a una rivoluzione. Mentre in molte località si comincia a sciare con l’arrivo dell’inverno, Cervinia svela le sue carte per la stagione più lunga di sempre.

Le previsioni, grazie alle favorevoli condizioni climatiche, suggeriscono un inizio stagione a metà ottobre che continuerà a scorrere senza sosta fino al 5 maggio 2024.

Addio pausa primaverile grazie al Matterhorn Alpine Crossing

Il vero game changer per Cervinia è il nuovissimo collegamento internazionale, Matterhorn Alpine Crossing. Con questa introduzione, la Valtournenche elimina la classica pausa primaverile: l’appuntamento con lo sci estivo è fissato per il 6 maggio, anticipando la solita data di giugno.

Cosa ha annunciato la Cervino spa

Cervino spa, la principale autorità per gli impianti di risalita sul lato italiano del monte, esprime grande entusiasmo. Questo sviluppo senza precedenti offrirà agli sciatori la possibilità di godersi le piste senza interruzioni, beneficiando del prestigioso skipass internazionale Breuil-Cervinia/Zermatt. E non è tutto: le piste glaciali saranno operative tutti i giorni, con condizioni migliorate dalle recenti nevicate.

Nuovi impianti a Cervinia

L’inaugurazione, avvenuta il 30 giugno, della moderna funivia trifune elvetica tra Plateau Rosa/Testa Grigia e il Piccolo Cervino ha segnato un passo avanti significativo. Tuttavia, l’attenzione non si ferma qui. Cervino spa ha rivelato che sono già in corso i piani per la progettazione delle nuove funivie 3s, mirate a modernizzare ulteriormente il collegamento tra Italia e Svizzera, essenziale per molte delle piste del comprensorio. La rinnovata seggiovia triposto Goillet è un altro punto saliente del piano di rinnovamento.

Milano Cortina 2026, l’asta per la pista di bob è andata deserta

Deserta l’asta per la riqualificazione della pista di bob Eugenio Monti

“Si è conclusa oggi (ieri ndr) la prima parte della procedura di gara prevista per l’affidamento dei lavori relativi all’intervento Cortina Sliding Centre Lotto 2 – Riqualificazione Pista Eugenio Monti, opera connessa alle Olimpiadi e Paralimpiadi, e al termine di questa fase non risultano pervenute offerte”, ha segnalato l’agenzia ANSA, citando la nota di SIMICO.

Situazione allarmante a causa di costi crescenti

L’impianto per le gare di Bob, Skeleton e Slittino delle Olimpiadi Invernali prossime continua a essere al centro dell’attenzione. Con recenti stime che riportano costi saliti a 93 milioni di euro, e ulteriormente superati dai 120 milioni menzionati dal governatore del Veneto, Luca Zaia, la situazione si fa critica. La necessità di avere la pista pronta entro novembre 2024 – in vista della apertura dei Giochi tra 920 giorni – per i collaudi delle commissioni tecniche delle Federazioni, mette in luce la sfida di completare lavori previsti per 40 mesi in soli 15 mesi.

Rischio di ritardi: SIMICO intraprende nuove misure

Le preoccupazioni per possibili ritardi e le potenziali sanzioni per le imprese appaltatrici potrebbero aver influenzato la mancanza di offerte. A tal proposito, SIMICO ha rivelato: “è già stata avviata la procedura negoziata che, in base al nuovo Codice degli Appalti, prevede anche per opere di queste dimensioni la possibilità di un affidamento diretto tra offerenti scelti dal committente senza ricorrere a procedure codificate di gara.”

CONI e Governo rimangono in silenzio

Attualmente, né il CONI né il Governo sembrano prendere posizione in modo attivo. Infatti, durante l’ultimo incontro della cabina di regia, solo il ministro dello Sport, Abodi, era presente per rappresentare l’Esecutivo.

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