Partiti lo scorso 22 agosto i lavori per la realizzazione del nuovo parcheggio vicino alle piste da sci di Pintura di Bolognola (skiarea Bolognola ski) sono quasi terminati e verrà inaugurato a metà novembre. Ricordiamo che il comune di Bolognola è stato il primo comune a procedere con i progetti finanziati dal fondo PNRR dedicato alle aree colpite dal terremoto. Il parcheggio costato 200.000 euro oltre a 28.500 euro finanziati tramite contributo regionale, consentirà di decongestionare le strade ed il piazzale attuale nelle giornate di grande affluenza turistica grazie alla generosa capienza: circa 120 auto ed oltre 8 posti per camper.
Sci notturno a Bolognola, in partenza il progetto illuminazione pista da sci
Il sindaco Cristina Gentili ha dichiarato al Resto del Carlino che il 24 ottobre partiranno i lavori per un nuovo progetto di sci notturno volto a riqualificare ancor di più la stazione sciistica, si tratta dell’impianto di illuminazione della pista da sci così da poter offrire agli appassionati di sci e snowboard anche la possibilità di sciare in notturna. Bolognola così entra a far parte delle stazioni sciistiche dove praticare lo sci notturno nelle marche.
Oggi vi raccontiamo una storia davvero speciale, quella di Patrick Conley e di un’orsa bella e, come scopriremo, molto tenera. Questa storia parte un po’ di tempo fa, e vede poi la sua conclusione in un momento ben preciso. L’orsa infatti, un bel giorno, si è presentata a casa dell’uomo con uno scopo ben preciso. E se per ognuno di noi ritrovarsi di fronte un animale del genere può generare molta paura, per Patrick invece non è stato così, e anzi è stato il modo per ricordare e sugellare una sincera amicizia.
Per capire come mai l’orsa e l’uomo siano così legati bisogna tornare indietro negli anni, al 2017. Siamo ad Asheville, in California del Nord. Nella casa di Patrick un giorno ecco comparire l’animale con i suoi cuccioli, con l’obiettivo di farli conoscere proprio all’uomo, considerato suo amico. Non è insolito infatti che gli animali ricordino bene l’affetto che li lega verso gli uomini, e anche alcuni episodi specifici.
Una scena davvero particolare quella dell’orsa con i suoi piccoli, e così Patrick decise subito di girare un bel video che immortalasse la scena. Immagini che nel web divennero subito virali, vista la tenerezza nel vedere un animale considerato solitamente feroce e selvatico, avvicinarsi così tanto all’uomo e mostrare tanta tenerezza. Un legame che nacque pochi anni prima, quando Patrick e l’orsa strinsero un sincero rapporto di amicizia, molto curioso. Un rapporto forte che porterà addirittura Patrick a dare un nome all’orsa, chiamata Simona.
Orsa e uomo si conobbero infatti nel corso di un’estate. Questa è infatti la stagione nella quale gli orsi sono maggiormente in giro, vagano per il territorio ed esplorano ogni angolo nascosto. Una volta conosciuti i due non si lasciarono, ed anzi iniziarono a frequentarsi, per così dire, per molto tempo. Così Patrick ha iniziato a lasciare fuori dalla sua casa del cibo per l’orsa, in maniera tale da farle capire che era la benvenuta.
Poi l’orsa divenne madre, e così in quel momento invece di dimenticarsi del suo amico si ricordò di lui. Proprio partendo da quel ricordo decise di andare a fargli visita e di fargli conoscere i suoi cuccioli, quasi per voler far parte della famiglia che ora si era allargata. Patrick rimase molto sorpreso dalla visita dell’animale, ma dopo un primo momento di stupore la accolse con gioia
Come detto, il legame tra gli animali e gli uomini è ormai cosa certa, ed una volta che questo rapporto si è stabilito è difficile da interrompere. Gli animali infatti non si dimenticano affatto del bene che hanno ricevuto dagli uomini. Una dinamica che, anche se può sembrare molto strano, vale anche per gli orsi e per gli animali selvatici, soprattutto se hanno ricevuto aiuto, cibo o riparo. Un sentimento di affetto che può essere coltivato senza problemi quindi tra animali e uomini. Proprio quello che accadde quel giorno ad Asheville e che è stato immortalato in questo video diventato virale.
Ora staremo a vedere se col passare del tempo, Patrick e Simona si rivedranno per condividere ancora dei momenti insieme.
Il presidente della Fisi Flavio Roda ha dichiarato all’Ansa che nonostante il caro energia preoccupa molto il mondo dello sci ma non ci sarà uno stop delle gare di Coppa del Mondo.
“Non c’è rischio che saltino, abbiamo sollecitato tutti – afferma il presidente della Fisi Flavio Roda – a non lucrare sulle gare della Coppa del Mondo, che sono un veicolo di promozione e tutti si sono impegnati a non aumentare i prezzi. Le stazioni soffriranno, guadagneranno un po’ meno ma andranno avanti. Le gare non sono a rischio”.
Il costo dell’energia, però, “sta mettendo in crisi gli impianti soprattutto per la produzione di neve, la parte del pompaggio è costosissima, e oggi è difficile che ci sia una stazione senza innevamento programmato. Il caro energia è una preoccupazione di tutti ma tutti hanno riconosciuto di non poter aumentare i prezzi, speriamo quindi in un supporto da parte del Governo”.
Dopo l’apertura avvenuta lo scorso 16 settembre con i tracciati di Grawand, grazie al meteo favorevole, sul ghiacciaio in Val Senales sono state aperte nuove piste da sci.
Dal 4 ottobre sono operative le piste dedicate allo sci di fondo e la pista Leo Gurschler che risulta molto divertente con il suo muro ripido.
Dal 8 ottobre invece sono state aperte altre piste della skiarea Grawand e del Gletscherseer indicate per sciatori inesperti.
“Siamo molto contenti che la richiesta da parte di squadre, associazione e sci club nazionali ed esteri sia in aumento da anni – ha dichiarato Stefan Hütter, responsabile marketing dell’Alpin Arena Senales – Questo ci conferma nel nostro lavoro e nell’impegno professionale del nostro staff, sia per lo sci alpino che per lo sci di fondo.”
Orario impianti di risalita ghiacciaio Val Senales
Gli impianti che servono le piste del ghiacciaio saranno aperti fino alle ore 16 ad eccezione della funivia che da Maso Corto collega il ghiacciaio che chiuderà alle ore 16:30.
Tra pochissimi giorni arriveranno sul ghiacciaio in Val Senales per allenarsi, gli atleti slalomisti della nazionale italiana e quelli di alcune squadre internazionali come ad esempio quelle di Germania, Svizzera, Croazia, Svezia, Norvegia, Canada e Usa.
Panarotta ha deciso di non aprire gli impianti e le piste da sci per la prossima stagione invernale 2022/2023.
La situazione attuale con il continuo aumento delle tariffe dell’energia elettrica sta facendo tremare anche le località sciistiche del Trentino. La prima a decidere di non aprire è Panarotta, quindi gli appassionati di sci e snowboard non potranno godersi le oltre dieci piste servite da 4 impianti di risalita (3 seggiovie e 2 tapis roulant).
Questa chiusura comunque non fermerà il piano di sviluppo di Panarotta che è situata a pochi chilometri da due comuni Pergine Valsugana e Levico Terme. Recentemente il primo cittadino del comune di Pergine Valsugana ha comunicato nel recente consiglio comunale l’arrivo del finanziamento di 1,4 milioni di euro della Provincia di Trento per realizzare un bacino di accumulo per ampliare l’impianto di innevamento programmato. La partenza dei lavori è stata fissata nella primavera 2023.
Turoa la stazione sciistica neozelandese si arrende e chiude gli impianti a causa della mancanza di neve.
Il comprensorio sciistico di Turoa per chi non lo sapesse ha le piste più alte di tutta la Nuova Zelanda.
Normalmente in ottobre le piste sono coperte da un generoso manto di neve ma oggi a causa del cambiamento climatico in atto sono scoperte complici anche le ultime piogge cadute nella località.
Per la Nuova Zelanda è il terzo inverno consecutivo più caldo della storia.
Dopo un Consiglio comunale molto importante, il Comune di Bolognola ha chiesto di uscire dal Parco nazionale dei Monti Sibillini. Dalla votazione sono usciti sette voti a favore e tre contrari. Ora l’iter passerà nelle mani degli enti competenti. Se ci sarà il via libera all’interno del Parco resteranno solamente le zone urbane, l’area naturale vicina a Sarnano e la zona dei Piani.
Bolognola vuole uscire dal Parco dei Sibillini
Insomma, il Comune di Bolognola ha lamentato serie difficoltà nei rapporti con il Parco dei Sibillini, e così chiede di far uscire buona parte del territorio comunale dalla zona protetta. Una decisione sofferta che arriva però dopo molte difficoltà nell’ottenere autorizzazioni e nullaosta per presentare progetti di rilancio socio-economico del PNRR.
Tra gli enti competenti che devono vagliare la richiesta c’è anche il Ministero dell’Ambiente. Nella delibera del Consiglio Comunale di Bolognola si legge: «Questi investimenti impongono dei tempi di progettazione e reperimento di autorizzazioni e nullaosta estremamente ristretti, tutti i soggetti sono chiamati ad adoperarsi in tal senso senza indugi e rallentamenti. Il Comune ha presentato diversi progetti per il rilancio sociale, creazione di economia, di lavoro e della sopravvivenza della propria comunità, i quali in assenza di deroghe necessitano di molteplici autorizzazioni tra cui quelle del genio civile per il vincolo idrogeologico, della Soprintendenza per il vincolo paesaggistico e del parco nazionale dei Monti Sibillini per rilascio del nullaosta in riferimento alla legge 394 del 91 sulle aree protette. Inoltre all’interno di quest’area protetta il riferimento alle zone di protezione speciale e siti di interesse comunitario».
Ma nella delibera che ha fatto seguito al Consiglio Comunale di Bolognola si leggono motivazioni più precise, si entra più nel dettaglio in merito alle difficoltà nei rapporti con il Parco dei Sibillini: «Il Comune ha riscontrato tristemente una estrema difficoltà nel reperire i pareri e il nullaosta per quanto di competenza del parco nazionale dei Monti Sibillini. Sebbene i funzionari ed i dirigenti del parco si pronunciassero a voce in favore di una totale disponibilità verso il comune, in tutte le istruttorie venivano chieste delle considerevoli quantità di integrazioni, alle quali talvolta si aggiungevano delle molteplici richieste di chiarimenti per le vie brevi e a mezzo di posta ordinaria, tali da creare sistematicamente un notevole rallentamento dei procedimenti amministrativi, tale da mettere al cielo rischio non solo l’esito dei procedimenti ma tutta la funzionalità dell’amministrazione locale».
Il Comune ha poi spiegato che questa decisione, che ricordiamo deve ancora essere accolta dagli enti preposti, è stata comunicata e spiegata nel merito sia all’ente Parco, sia alla popolazione delle zone interessate, sia a tutta la minoranza: «L’amministrazione comunale trovandosi in estrema difficoltà nel rapportarsi con il parco, per le attività e gli interventi svolti su gran parte del suo territorio si trova costretta a provvedere, per continuare a far parte del parco nazionale dei Monti Sibillini ma per non compromettere irrimediabilmente la struttura sociale storica ed economica del suo territorio, si vuole adoperare per una riperimetrazione dell’area inserita all’interno del parco, escludendone alcune zone».
Una decisione sicuramente sofferta, ma che lascia ancora una volta l’amaro in bocca per le questioni burocratiche che rallentano il funzionamento della “macchina” operativa del nostro Paese e delle aree interne, che dovrebbero invece essere sostenute in questo periodo così duro tra terremoto, Covid e guerra.
Nel 1962, Ernst Prinoth fu il pioniere nello sviluppo del primo veicolo per la manutenzione delle piste da sci, comunemente chiamato “gatto delle nevi”. Questo video celebra sei decenni di traguardi raggiunti dalla compagnia originaria dell’Alto Adige, la quale ha trasformato radicalmente l’industria sciistica. Grazie a quest’innovazione, è stato possibile preparare rapidamente le piste, aumentarne la sicurezza, migliorare la gestione della neve e prolungarne la durata. Attualmente, Prinoth fa parte del conglomerato HTI, insieme ad altri due marchi essenziali nel settore sciistico: Leitner, specializzato nella produzione di impianti a fune, e Demaclenko, noto per i suoi sistemi di innevamento artificiale programmato.
Federico Rossi è un ventottenne paralimpico che viene da Schio, e che nei giorni scorsi ha compiuto un’impresa straordinaria, quella di scalare con la sedia a rotelle il Passo dello Stelvio percorrendo ben 25 km in carrozzina con un dislivello di 1800 metri. In quasi 8 ore di salita è arrivato in cima, con due ore di anticipo sulla tabella di marcia.
Passo dello Stelvio in carrozzina, il record è di Federico Rossi
Ci sono volute 7 ore, 57 minuti e 56 secondi per raggiungere la Cima Coppi a quota 2758 metri di altitudine (Passo dello Stelvio). Federico Rossi con la sua carrozzina ha battuto anche il maltempo e grazie alla forza delle sue braccia ha compiuto un’impresa. Così il 28enne proveniente da Schio (Vicenza) ha percorso 25 km ad un dislivello di 1800 metri, sfidando la pioggia e 48 tornanti, la neve e la fatica.
La vetta ciclabile più alta d’Italia è stata quindi raggiunta con un’impresa storica, per la quale ci sono voluti due anni di grande preparazione. All’arrivo l’atleta ha dichiarato: “Lo scopo era di portare fin lassù, idealmente, tutti coloro che soffrono di disabilità molto più gravi della mia e che non possono praticare alcuno sport”.
Federico Rossi ha poi proseguito: “Avevo messo in conto nove ore, pause comprese, invece sono andato più spedito del previsto”. E’ stata utilizzata una sedia a rotelle realizzata dall’azienda vicentina Aria Wheels, con telaio superleggero in magnesio abbinato a un prototipo di ruote della francese Corima.
L’atleta poi descrive così la sua impresa: “La parte più difficile è arrivata quasi subito, quando l’asfalto attraversa i boschi e la salita si fa ripida. Però non ho mai avuto la tentazione di mollare, neppure quando ha iniziato a nevicare e mi sono ritrovato costretto a cambiare i guanti e a fermarmi per spalmare altra crema che serve per impedire ai muscoli di raffreddarsi troppo”.
Ma c’è anche spazio per qualche riflessione più generale, sulla sua condizione fisica: “Io me lo ricordo com’era camminare: era bello andare sul Pasubio a fare trekking con mamma e papà. Allora ci sono delle volte in cui vorrei prendere la sedia a rotelle e scagliarla contro un muro, e se non lo faccio è solo perché altrimenti dovrei rimanere bloccato sul divano finché non la riparano. Ma dopo tutta questa fatica fatta insieme, un po’ ci ho fatto la pace, con lei. L’ho guardata, e le ho detto ‘grazie'”.
Ricordiamo che Federico Rossi è in carrozzina da quando aveva 14 anni, ma non ha mai smesso di credre e di vivere: “La cosa stupenda della vita è che ti darà sempre l’opportunità di metterti alla prova, ogni circostanza nella quale ti trovi può diventare opportunità di confronto e lavoro su te stesso”. Ad accompagnarlo in questa avventura c’è stata la fidanzata Giada e poi tutta la famiglia, che in questi anni non lo hanno mai lasciato solo.
Video dell’arrivo di Federico Rossi sul Passo dello Stelvio
Nel video girato dal drone vengono mostrati i danni vicino agli impianti di risalita del Monte Catria, causati dall’alluvione che ha colpito nei giorni scorsi la regione Marche.
Il luogo ripreso nel filmato si chiama Caprile ed è una frazione del comune di Frontone (PU) che si trova proprio alla base del Monte Catria. Il fango ed i detriti hanno distrutto le strade che conducono agli impianti.
Da questa vetta di oltre 1700 metri di altezza tutto è iniziato divenendo in poche ore
lo sbarramento orografico del temporale autorigenerante che non è altro che un temporale che ogni volta che perde potenza si autoalimenta e riprende vigore grazie all’umidità prodotta dal mare.
Il temporale autorigenerante che ha colpito le Marche, ha scaricato a terra oltre 400 mm di acqua nel giro di pochissime ore creando un’alluvione tra le due province di Ancona e Pesaro e Urbino.
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