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Bolognola campeggio 1070 Base Camp

Il campeggio 1070 Base Camp si trova nel comune di Bolognola che è il più alto della regione Marche ben 1070 metri sul livello del mare. Il Bolognola Base Camp dista solo 200 metri dal centro del paese ed a pochi chilometri dalla stazione sciistica di Bolognola ski.
La posizione è spettacolare il campeggio è incastonato come una pietra preziosa nella valle del Fargno dove scorre il fiume Fiastrone.

Servizi dell’area Camping 1070 Base Camp

  • Bar
  • Ristorante
  • Area tende
  • Area relax
  • Area Camper
  • Campo da calcio
  • Campo da tennis

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Noleggio e-bike e mountain bike a Civitanova Marche

Credits: Comune Civitanova Marche - Vittorio Brumotti

Dove noleggiare e-bike, mountain bike a Civitanova Marche (MC)

Negozio: Boardroom
Indirizzo: Viale Matteotti 228 – 62012 Civitanova Marche (MC)
Telefono: 3385331823
Orario e giorni di apertura:
Lunedì: 16:00 – 20:00
Martedì: 9:30 – 13:00, 16:00 – 20:00
Mercoledì: 9:30 – 13:00, 16:00 – 20:00
Giovedì: 9:30 – 13:00, 16:00 – 20:00
Venerdì: 9:30 – 13:00, 16:00 – 20:00
Sabato: 9:30 – 13:00, 16:00 – 20:00
Domenica: 17.00 – 20.00
Noleggio e-bike (bici elettriche): si
Noleggio mountain bike: si
Noleggio bicicletta da passeggio: no
Noleggio risciò: no

Negozio: Freeride
Indirizzo: Lungomare Sergio Piermanni, 29 – 62012 Civitanova Marche (MC)
Telefono: +39 3333745922
Orario e giorni di apertura: aperti su 7 giorni su 7
Noleggio e-bike (bici elettriche): si
Noleggio mountain bike: si
Noleggio bicicletta da passeggio: no
Noleggio risciò: no

Negozio: Simple Bike
Indirizzo: 62012 Civitanova Marche (MC)
Telefono:
Orario e giorni di apertura: aperti su 7 giorni su 7
Noleggio monopattini: si
Noleggio e-bike (bici elettriche): no
Noleggio bicicletta da passeggio: si
Noleggio risciò: si

Negozio: Tecnomoto
Indirizzo: 62012 Civitanova Marche (MC)
Telefono:
Orario e giorni di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30
Noleggio mountain bike: no
Noleggio e-bike (bici elettriche): no
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Tignes sci estivo, aprono le piste sul ghiacciaio della Grande Motte dal 19 giugno al 1 agosto

C’è grande fermento a Tignes per lo sci estivo, infatti presto sul ghiacciaio della Grande Motte apriranno le piste da sci e gli impianti per la gioia di tutti gli appassionati dello sci in estate.

Precisamente la stagione sciistica di Tignes partirà il 19 giugno per concludersi il 1 agosto sempre che l’altezza della neve sia sufficiente per garantire la sicurezza ed il divertimento degli sportivi.

Il divertimento sulle piste, che ricordiamo arrivano a quota 3456 metri, è assicurato da un dislivello di 700 metri. Gli sciatori oltre a poter godere del sole e mangiare all’aperto negli splendidi chalet di montagna troveranno anche una pista nera molto divertente ed un tracciato per lo sci di fondo.

Come raggiungere le piste di Tignes

Gli impianti di risalita aperti saranno i seguenti: funicolare della Grande Motte, funivia Grande Motte, le seggiovie Vanoise e Panoramique, gli ski-lift Terimignon, Corniche 1 e 2 (a servizio del campo scuola).

Prezzi skipass

Il costo dello skipass per adulti è di 38 euro mentre per i bambini è di 30 euro.

Covid 19

E’ obbligatorio rispettare le norme anticovid: indossare la mascherina sugli impianti e quando si è in coda.

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Sci estivo, impianti di risalita riaprono dal 22 maggio

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Ora è ufficiale: gli impianti di risalita riaprono dal prossimo 22 maggio. Questa la notizia data ieri sera dopo l’approvazione del nuovo Decreto Draghi, che ha rappresentato una vera svolta per tutti gli appassionati di sci e di montagna e per tutti gli sportivi.

Insomma si potrà organizzare l’estate con un po’ più di tranquillità grazie all’apertura degli impianti da sci. certo le località che potranno usufruire delle aperture non sono tanti, e sono già state programmate (lo Stelvio il 29 maggio e Cervinia il 12 giugno).

Importante comunque è la notizia che si potrà tornare ad essere operativi nel mondo degli impianti da sci, e che il periodo delle chiusure sembra essere passato, dopo un inverno durissimo dal punto di vista lavorativo, che ha messo davvero in ginocchio il settore del turismo di montagna, che rappresenta moltissimo per tutto il turismo nazionale. Il settore montagna infatti non vuol dire solo impianti da sci, ma conta anche maestri, rifugi, noleggi ed alberghi.

Anche lo scorso anno maggio era stato il mese delle riaperture, ma a differenza di 12 mesi fa ora i vaccini dovrebbero garantire una netta decrescita dei contagi ed una convivenza col virus che permetterebbe anche agli impianti da sci di tornare alla normalità nel breve e medio periodo. La campagna vaccinale sta dando buone indicazioni, con quasi 500.000 dosi giornaliere e l’immunità di gregge che dovrebbe essere raggiunta verso metà settembre

Data che permetterebbe di pianificare al meglio l’attività turistica invernale, per uno sport che nella sua applicazione riesce sempre a mantenere un certo distanziamento. Per quanto riguarda invece le situazioni più pericolose, c’è in vigore un protocollo che abbiamo già in parte iniziato a conoscere: skipass e biglietti online, mascherina e distanziamento. Il numero massimo di biglietti vendibili avrà un massimo calcolato sulle dimensioni delle località, e negli impianti chiusi gli ingressi saranno contingentati. Proprio su questo punto si sta ragionando in vista del prossimo inverno.

Se in estate la portata degli impianti non dà riferimenti precisi, in inverno i dati e le presenze crescono notevolmente. Un altri aiuto sostanziale sarà il Green Pass di cui anche a livello europeo si sta discutendo e che da metà giugno dovrebbe avere maggior vita. Una sorta di passaporto vaccinale con il quale si può certificare di aver completato il percorso di vaccinazione o di aver effettuato un tampone (negativo) nelle ultime 48 ore.

Monti Sibillini, il gatto selvatico europeo Felis Silvestris Silvestris

Qualcuno di voi, magari particolarmente amante della montagna, avrà magari visto il gatto selvatico europeo nel corso di qualche passeggiata sull’Appennino centrale. Il gatto selvatico infatti è presente nel territorio italiano con due sottospecie: Felis silvestris silvestris (quella degli Appennini appunto) e Felis silvestris lybica (in Sardegna).

Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini è sicuramente presente, ma se non lo avete mai visto tranquilli, non siete gli unici, perché il gatto selvatico è per natura schivo.

Si presenta come un grosso gatto le cui dimensioni sono molto diverse tra maschio e femmina. Il maschio è più grande, con un peso tra i 3,5 e i 5,5 kg ed ha una lunghezza che va dai 45 ai 70 cm (con la coda arriva a 100 o 120 cm). Il gatto selvatico assomiglia molto al gatto domestico, anche se ha alcune caratteristiche che lo contraddistinguono.

Gli arti sono più slanciati, il tronco più allungato, il colore del mantello non è variabile come quella del gatto domestico. Ha il pelo folto, lungo (specialmente nel periodo estivo), la coda è grande e folta e negli adulti non è lunga. Il mantello ha una colorazione di base grigio giallastra o grigio argentea, ma ciò che lo caratterizza sono le striature.

Queste, di colore più scuro, sono posizionate sulla testa in maniera verticale. Una banda nera attraversa tutto il copro dalla base del collo fino alla coda, la quale ha la classica punta nera ed è ornata da anelli (da 2 a 4) dello stesso colore.

Come detto nel centro Italia vive sui Monti Sibillini, specialmente nelle aree collinari e nei boschi o nelle faggete di montagna, Ama stare nelle zone impervie ed irte e meno frequentate dagli umani. Qui si ciba di carne, cacciando prede piccole come roditori, lepri, rettili e uccelli. La caccia avviene specialmente di notte.

Dopo circa 10 mesi è sessualmente maturo, ed il suo periodo riproduttivo va da gennaio a marzo. Nella stagione degli amori emette forti richiami vocali, e questo è anche il modo migliore per accorgersi della sua presenza. La gestazione dura dai 63 ai 68 giorni, ed ogni femmina può dare alla luce da 2 a 4 cuccioli, il cui svezzamento dura 90 giorni. I piccoli diventano pienamente autonomi dopo il sesto mese, e dopo essere quindi stati allevati solo dalla madre iniziano la loro vita solitaria.

Il gatto selvatico è un animale solitario, che come detto è attivo per la caccia nelle ore notturne. Molto agile e grande arrampicatore, caccia però anche al suolo, anzi soprattutto al suolo, su un territorio ben delimitato che il gatto maschio circoscrive con feci e urine. Molto spesso segnalano la loro presenza agli altri animali anche lasciando dei segni sugli alberi con i loro artigli. Nel proprio territorio è abitudine del gatto creare più rifugi, che sono spesso tane di altri animali abbandonate e posti molto scomodi da raggiungere.

Tra gli animali che hanno le caratteristiche simili, quindi che possiamo definire come suo competitor c’è la volpe, anch’essa molto presente in Appennino, mentre un predatore da cui il gatto selvatico si tiene alla larga è certamente il lupo.

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Pista Streif – Kitzbuehel Austria

La pista Streif è un tracciato mitico che si trova a Kitzbühel in Austria, precisamente nella zona del Tirolo. Certamente la più difficile pista a livello tecnico tra quelle di discesa libera di Coppa del Mondo. La pista Streif compone, insieme alla Ganslem, la combinata dell’Hahnenkamm.

La leggenda narra che proprio in queste zone sia nato lo sci moderno, e questa pista rappresenta certamente un tempio per gli amanti dello sci, un vero e proprio tracciato iconico per tutti gli sportivi della montagna. Alcuni sostengono addirittura che la discesa libera sia nata proprio sulla pista Streif.

Un tracciato molto difficile a livello tecnico, come abbiamo detto: ecco perché consigliamo a tutti una buona preparazione prima di iniziare la discesa. La pista è aperta per tutto il tracciato, fatta eccezione per alcuni passaggi, anche agli sciatori non agonisti. La partenza è posta a 1660 metri circa, sulla Cresta di Gallo raggiungibile con l’ovovia.

Si inizia con un salto di 80 metri, la “Mausefalle” (che significa trappola per topi) che arriva ad una pendenza dell’85%, che è il massimo della pista. Questo tratto è spesso ghiacciato e può indurre in errore. Poi ecco il pendio ripido Steilhang con una doppia curva, anch’essa spesso ricoperta di ghiaccio. Proseguendo ci troviamo su un lungo percorso, il Brückenschuss, dove è possibile scivolare velocemente. A questo punto una difficoltà massima con la Hausbergkante, una grande curva a destra che precipita verso una S secca ghiacciata con pendenza ripidissima. Eccoci all’ultimo tratto che porta agli 805 metri. Nella parte finale i campioni raggiungono anche la velocità di 145 km/h.

Vediamo alcuni dettagli tecnici della pista:

  • Partenza 1.665 m s.l.m
  • Arrivo 805 m s.l.m
  • Dislivello 860 m
  • Lunghezza 3.312 m
  • Pendenza max 85 %
  • Pendenza media 27 %
  • Pendenza min 2 m

La squadra di sci azzurra qui ha avuto molte soddisfazioni, ed alcuni sono saliti sul podio dopo la discesa della pista Streif: Dominik Paris nel 2019, 2017 e 2013, Peter Fill nel 2016 e secondo nel 2015, Werner Heel terzo nel 2010, Kristian Ghedina il 24 gennaio 1998 è stato il primo italiano a vincere qui e nel 2004 effettuò qui una spaccata in salto che lo rese famosissimo. Poi ancora Alessandro Fattori secondo nel 2002 e Peter Runggaldier secondo nel 1995, e Gustav Thöni nel 75 e 76 vinse la combinata.

In questa pista oltre alla discesa libera si corre anche il supergigante, con partenza da 1381 metri ed arrivo a 805 metri a valle, con lunghezza di 2260 metri e pendenza del 69%.

Per chi ama anche lo snowboarder esiste poi la Streif familiare, una pista rossa che passa intorno ai passaggi più difficili. Pensate che qui, recentemente, è stato anche girato un film: Streif, one Hell of a ride (un percorso da inferno).

Da ricordare anche che la pista Streif è anche scenario dell’Hahnenkamm Race, una discesa a cui partecipano circa settanta sciatori spericolati che scendono per gli 860 metri di dislivello davanti ad oltre 50.000 spettatori.

Insomma questo tracciato è entrato nella leggenda perché è spettacolo puro oltre che tecnica, e per affrontarla servono equilibrio e bilanciamento. Doti che solo i grandi sciatori possono avere.

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Pista Deborah Compagnoni – Santa Caterina Valfurva

La grande campionessa di sci Deborah Compagnoni ha una pista dedicata. Un bellissimo tracciato dedicato alla discesa libera che si trova a Santa Caterina Valfurva in Alta Valtellina.

Dedicata quindi alla grande campionessa di sci italiana e campionessa Olimpica, che è nata proprio a Santa Caterina, la pista Deborah Compagnoni è considerata oggi una delle migliori della Valtellina, in compagnia, in questa speciale classifica, della pista Stelvio a Bormio, che per anni ha anche ospitato le gare della discesa libera maschile.

Vediamo ora come arrivare a questa pista. Arrivati a Santa Caterina dovete prendere la telecabina Santa Caterina – Plaghera e poi il secondo tronco Plaghera – Sobretta. Scendete alla fermata intermedia del secondo impianto senza proseguire per Vallalpe. Nella stazione intermedia, a sinistra, noterete un grande masso. Tenetevi sulla sinistra seguendo la linea della telecabina che sale dal Plaghera.

Come detto, la pista Deborah Compagnoni è dedicata alla grande campionessa italiana di sci, ed è una delle più varie ed emozionanti delle Alpi. Creata appositamente per le gare femminili dei Campionati Mondiali di sci alpino del 2005, il tracciato è stato poi modificato per la discesa maschile di Coppa del Mondo di sci alpino del 2014, per adattarlo alle esigenze degli atleti.

La partenza è pista a quota 2750 metri, ben 250 metri più in alto rispetto alla partenza della discesa femminile dei Mondiali del 2005. Il tracciato è lungo 3300 metri e termina a quota 1745 metri dopo una pendenza massima del 76%.

All’inizio troverete uno stretto sentiero che si insinua tra le rocce in quota del monte Sobretta, e poi si immerge nel bosco fino al paese a quota 1730 metri. Durante il percorso supererete muri, salti e curvoni. Inizialmente quindi la pista Deborah Compagnoni si presenta come una strada stretta ma non molto ripida, ma dopo un paio di tornanti ecco che si vira a sinistra e si comincia una parte impegnativa, con muri in serie molto divertenti.

Alla destra troverete poi una serie di varianti. Mantenete sempre la sinistra fino a trovarvi di fronte lo skilit Plaghera, prima di un tratto meno ripido in cui vi potete riposare leggermente ed apprezzare il panorama. Il bosco si fa fitto e i muri molto più impegnativi. Questa è la parte bassa, dove si scia anche in notturna. La pista qui è molto larga e la neve un po’dura grazie all’esposizione a nord del tracciato.

La pista è lunga complessivamente 4 km con un dislivello complessivo di oltre 1000 metri. Parte da quota 2775 metri del Sobretta e scende fino a quota 1730 metri del paese. Nella parte iniziale la pista è classificata come nera, per poi diventare rossa (molto veloce e illuminata nella parte del bosco).

La pista Deborah Compagnoni è omologata come pista per le gare di discesa libera a livello di Coppa del Mondo, e spesso ha sostituito la discesa di fine anno di Bormio per le gare maschili.

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Pista Direttissima – Monte Pratello Rivisondoli

Oggi vi portiamo in Abruzzo, alla scoperta della pista Direttissima, una delle piste più belle di tutto l’Appennino, un tracciato che a livello tecnico è forse più difficile ed impegnativa di tante piste che si trovano nelle Alpi. Pensate che molto spesso questa pista viene considerata tra le prime dieci piste italiane per difficoltà.

La pista Direttissima è certamente la più bella del comprensorio di Roccaraso Alto Sangro, che si compone di oltre 100 km di piste da discesa. La pista Direttissima di Monte Pratello è anche chiamata “cucchiaio”.

Un circuito molto tecnico, specie nella parte iniziale, mentre nel finale il tracciato si ammorbidisce, diventando una pista rossa ma meno impegnativa.

L’inizio degli impianti dista solamente 5 km da Rivisondoli, e dal parcheggio parte direttamente la seggiovia quadriposto Vallone, che arriva fino a 1407 metri. Alla sinistra della stazione d’arrivo c’è la partenza della cabinovia esaposto Monte Pratello che porta fino a quota 2031 metri, proprio alla partenza della pista Direttissima.

La pista si è classificata ultimamente seconda tra le migliori italiane, secondo un sondaggio che è stato proposto dalla rivista Sci. Un tracciato che è un vero e proprio gioiellino al centro di quello che è il comprensorio più grande del centro Italia, quello di Roccaraso-Rivisondoli. Qui sono state ospitate molte gare dei mondiali Juniores, e proprio in occasione di quegli eventi questa pista abruzzese è stata leggermente modificata per addolcirla un po’, rendendo meno bruschi i cambi di pendenza.

L’inizio è posto a quota 2031 metri sul Monte Pratello, proprio vicino all’arrivo della cabinovia omonima. Da qui potete guardare il panorama del Monte Pratello fino ai 2056 metri, e vedere molto bene tutte le piste che si trovano sul monte, oltre che ammirare Pizzalto e il Piano dell’Aremogna. Alle vostre spalle avete le Toppe del Tesoro con la cima che arriva a quota 2142 metri. Insomma vi consigliamo di prendervi una pausa dallo sci per qualche minuto e godervi il panorama.

Alla partenza c’è subito un primo muro seguito da una serie di cambi di pendenza, che rendono tutta la pista molto emozionante. Pendenze notevoli con un dislivello di 631 metri, caratteristica essenziale di questo tracciato appenninico.

La pista Direttissima è una pista nera, molto tecnica nella prima parte per poi diventare pista rossa e più accessibile nella seconda parte, dove si può sciare anche in velocità, specialmente nell’ultimo tratto. Dopo 2031 metri si unisce alla pista nera Del Bosco, che arriva da destra. Percorrendo le piste blu M1 Azzurra e P1 Fontanile si arriva poi a valle.

Unico difetto è che non è sempre aperta, visto che si trova in un punto in cui i venti sono fortissimi (tutti gli Appennini sono montagne molto ventose) e quindi rendono il mando instabile.

Oltre alla rivista Sci, anche Levissima ha incoronato la pista Direttissima tra le migliori d’Italia, dando il compito a Paolo Pirovano, maestro di sci e guida alpina, di individuare le sette piste più belle ed emozionanti dei comprensori italiani. Insieme alla Direttissima sono state segnalate: l’Olympia delle Tofane di Cortina, la Gran Risa in Alta Badia, la Kandahar Banchetta al Sestriere, la Ventina di Cervinia, la pista Colò 3 dell’Abetone e la Saslong in Val Gardena.

Ecco ciò che ha scritto Pirovano sulla pista Direttissima: “è sicuramente una delle più belle piste dell’Appennino e non teme il confronto con le altre blasonate alpine. Si tratta di una pista molto tecnica, specialmente nella parte iniziale dove è nera mentre si “addolcisce” nel finale diventando una divertente pista rossa ma sempre impegnativa. La parte alta oltre ad essere la più impegnativa è anche la più panoramica, quindi potete permettervi qualche sosta giustificata ad ammirare le montagne anche qui per riposarvi”.

Questo tracciato ha ospitato anche molte competizioni agonistiche internazionali come detto in precedenza: finali della Coppa Europa nel 2005 e dei Campionati del Mondo Juniores e dei Campionati Italiani Assoluti nel 2012.

Ecco le caratteristiche tecniche:

  • Quota di Partenza: 2031 metri
  • Quota di Arrivo: 1400 metri
  • Dislivello complessivo: oltre 630 metri
  • Lunghezza Totale: 2 chilometri e cento metri
  • Classificazione: Pista Nera

Se volete scoprire al meglio questa bellissima zona dell’Abruzzo, eccovi qualche indicazione sui rifugi presenti:

  • Rifugio Baita Paradiso
  • Rifugio Valle Verde
  • Rifugio Il Prato Monte Pratello a Rivisondoli
  • Rifugio Lago D’Avoli a Roccaraso
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Pista Gran Risa – Alta Badia

La pista da sci Gran Risa è uno dei tracciati più famosi d’Italia e forse anche d’Europa. Si trova nel comprensorio sciistico dell’Alta Badia, ed è ormai diventato il punto di riferimento per tutti gli sciatori che scelgono le Dolomiti per questo sport. Vogliamo quindi approfondire la conoscenza di questo tracciato, fornendovi alcune informazioni che possono esservi utili nel caso decidiate di recarvi qui in vacanza.

Dal 1985 è anche tappa importante della Coppa del Mondo di sci alpino, ed ogni anno quindi qui si sfidano i grandi campioni dello sci mondiale, regalando a tutti i turisti e a tutti gli appassionati uno spettacolo unico. In queste zone e in questa pista molte sono state le vittorie del grande Alberto Tomba, ma qui hanno vinto anche molti altri campioni: Ingemar Stenmark, Ted Ligety, Mark Girardelli, Michael von Grünigen, Bode Miller e Marcel Hirscher.

La Gran Risa è considerata da tutti una delle piste più belle grazie alle sue particolarità tecniche. Una vera e propria sfida anche per i campioni più acclamati, che trovano delle difficoltà nel superare le curve e le pendenze.

Il tracciato si snoda lungo il bosco, ed ha inizio alla biforcazione delle piste nera e rossa del Piz La Ila. Prosegue poi nel bosco proprio a ridosso di La Villa. Questo suo tuffarsi nel bosco, unito al posizionamento al nord, rende la Gran Risa una pista in ombra per tutto il giorno. Ecco perché il fondo è duro e spesso ghiacciato.

Si inizia a quota 2077 metri con un pendio molto ripido, poi c’è una forte curva che conduce su un ripido e stretto canale. Prima del traguardo c’è poi un altro cambio di direzione. L’ultimo tratto è un falsopiano nel quale passerete anche sopra un fiume grazie ad un ponticello. Il dislivello è di 650 metri con una pendenza massima di 53 gradi.

Vediamo i dati tecnici della pista Gran Risa nello specifico:

  • Partenza: 1.868 m
  • Traguardo: 1.420 m
  • Dislivello: 448 m
  • Lunghezza: 1.255 m
  • Pendenza massima: 69%
  • Pendenza media: 36%

La neve è sempre garantita grazie ad un impianto di innevamento programmato e nei punti in cui il tracciato si fa più pericoloso sono state inserite delle reti di protezione. Alla fine del percorso un ascensore inclinato vi riporterà alla telecabina.

Raggiungere la pista Gran Risa non è difficile. Potete farlo grazie alla telecabina ad 8 posti La Ila, proprio da La Villa. Arrivati in quota si deve scendere e la pista si trova sotto la telecabina. Svoltate a sinistra ed iniziate a scendere.

Nel corso delle competizioni della Coppa del Mondo il tracciato viene modificato, con la partenza che è posta più in basso, a quota 1870 metri, cioè nel punto di maggior pendenza. Durante l’inverno invece il tracciato è quello che vi abbiamo spiegato prima.

Senza dubbio quindi una pista da provare, che in un certo senso ha fatto anche storia nell’universo dello sci. Certamente non una pista per tutti gli sciatori, ma per coloro che hanno già un ottimo livello di preparazione tecnica ed atletica. Per loro il divertimento è assicurato!

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Passo dello Stelvio sci estivo impianti aperti dal 29 maggio

Quello appena trascorso è stato certamente il peggior inverno di sempre per gli operatori sciistici. Il passo dello Stelvio prova a guardare avanti, e se la pandemia dovesse evolvere in maniera positiva il comprensorio ha già fissato una data per la riapertura della zona nel corso dei mesi estivi.

In generale possiamo dire che la stagione estiva non è ancora vista con entusiasmo dagli operatori e dagli appassionati di sci, dopo che l’inverno è stato trascorso a vedere cadere la tantissima neve sulle montagne senza poterne usufruire. Ma in questo senso i ghiacciai possono dare una speranza per il periodo estivo, con la possibilità di recuperare qualche sciatore.

Le piste sul ghiacciaio del Passo dello Stelvio dovrebbero riaprire (salvo evoluzioni negative della pandemia), il prossimo 29 maggio. La comunicazione è arrivata dalla Sifas, ente guidato da Umberto Capitani.

In Val Senales invece la data per la riapertura dello sci estivo è il 17 settembre. Nella scorsa stagione Passo dello Stelvio aveva aperto le piste al pubblico di professionisti ed appassionati a metà giugno, ed aveva in precedenza ospitato la squadra italiana di sci nell'Hotel Livrio, in una sorta di bolla.

La stagione estiva dello sci era poi proseguita senza problemi fino alla penultima settimana di ottobre, quando poi tutte le piste erano rimaste chiuse con una settimana di anticipo a cause delle nuove misure più stringenti per cercare di fronteggiare l’inizio della seconda ondata della pandemia di Covid-19.

La stagione estiva quindi è pronta per partire, sempre se i dati lo confermeranno e se i vaccinati aumenteranno come numero. Certo, i ghiacciai permettono di sciare solo nei mesi più caldi, e di certo non sono più così presenti come una volta: due in Italia, poi Francia, Austria e Svizzera.

Tra queste Passo dello Stelvio apre quindi il 29 maggio, ed è l’unica località che permette di sciare, da sempre, ben 5 mesi l’anno. Le normative stringenti per il Covid stanno rendendo più complesse del solito le operazioni di preparazione della stazione valtellinese, ma da queste parti si guarda con grande ottimismo e fiducia alla stagione estiva, che si inoltrerà fino al 1 novembre. Si attendono ora solo le modalità di accesso alle piste e agli impianti, per poter programmare il tutto al meglio secondo le linee guida.

Lo scorso anno la capienza era stata limitata al 70% sulle cabinovie, e forse questa percentuale potrebbe essere riproposta quest’anno proprio per non creare assembramenti. Per gli skilift si viaggerà a pieno regime. Dalla Sifas commentano: «Se i vaccini e le norme preventive lo permettessero sarebbe splendido poter lavorare a pieno regime, però, come dice il detto: meglio feriti che morti».

Gli amanti dello sci sanno bene che per raggiungere il Passo dello Stelvio ci sono una funivia e un funifor che portano da quota 2700 metri a quota 3450 metri di Punta degli Spiriti. Qui ci sono 6 impianti di risalita e 20 km circa di piste con tracciati adatti a tutti e soprattutto a chi vuole fare i primi passi sulla neve. Presenti poi due piste per sci di fondo.

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