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Pista da sci a Macerata come a Copenaghen

Per Macerata arriva un progetto tutto nuovo: piste da sci come quelle realizzate a Copenaghen. Questa è l’idea del consigliere comunale del Pd Andrea Perticarari, che ha illustrato il progetto già presentato al Sindaco Sandro Parcaroli. Secondo Perticarari «Il costo dell’impianto non dovrebbe essere molto elevato e così si creano posti di lavoro.»

Nel progetto presentato dal consigliere del Pd Andrea Perticarari, c’è quindi l’idea di creare a Macerata una pista da sci su manto sintetico e all’aperto, proprio come è stato fatto a Copenaghen.

Un progetto certamente innovativo, che rappresenterebbe una vera e propria novità per la città di Macerata, sia per l’aspetto tecnico che per lo sport al quale si rivolge. Un’apertura quindi non solo agli sciatori agonisti e professionisti, ma a tutti gli amanti, gli appassionati e agli amatoriali. L’obiettivo è far sì che tutti, quindi, possano avvicinarsi allo sci, e di destagionalizzare l’offerta turistica e la possibilità di fruizione, che sarebbe così indipendente dalle precipitazioni nevose e dalla stagione.

Insomma, Macerata come nuova capitale dello sci (anche se sintetico) per 365 giorni all’anno, senza bisogno per i residenti di fare km per raggiungere le località più rinomate. Per il consigliere Dem, il progetto rappresenterebbe un vero e proprio polo attrattivo anche nei mesi d’estate, quando gli atleti e gli appassionati di montagna raggiungono la neve e i ghiacciai anche molto lontano.

Ma Andrea Perticarari sposta anche l’attenzione su quello che potrebbe essere un ritorno dal punto di vista turistico, e nel corso di una conferenza stampa online ha dichiarato: “Si creano posti di lavoro indotti dalla presenza della struttura: dal negozio di articoli tecnici al ristorante fino all’albergo. Il costo dell’impianto non dovrebbe essere molto elevato. La condizione di partenza è che la struttura venga realizzata con finanziamenti pubblici. Ci sono già piste di questo tipo in giro per l’Europa, ma sono ancora poche e dotarsi di un impianto del genere potrebbe consentire a Macerata di fare un balzo in avanti anche sul fronte dell’attrattività turistica”.

Perticarari ha anche voluto dare delle specifiche tecniche: “Le piste sono realizzate con un materiale brevettato da un’azienda di Bergamo, la Neveplast, alcuni impianti sono stati realizzati a Copenaghen, sopra un impianto di trattamento dei rifiuti, a Dubai ed in Italia a Viagrande e a Pescocostanzo. Il sindaco di Pescocostanzo mi ha detto che la struttura si è rivelata utile, sia per gli atleti agonisti che per quanti si avvicinano per la prima volta allo sci e allo snowboard. Peraltro si tratta di una pista di facile realizzazione, che dura più di 15 anni ed ha costi di manutenzione molto bassi”.

Il progetto di Copenaghen al quale si riferisce il consigliere è quello realizzato da Bjarke Ingels Group: una costruzione nel bel mezzo di una zona verde dedicata allo sport invernale, con parete per l’arrampicata, pista da sci e impianto di risalita. Il tutto proprio sopra un termovalorizzatore. Queste le caratteristiche tecniche della struttura in Danimarca:

  • lunghezza 200 metri
  • larghezza 60 metri
  • altezza 90 metri
  • una pista da sci
  • un impianto di risalita
  • barriere di protezione
  • impianto di innevamamento programmato
  • lunghezza parete da scalata 86 metri
  • portata impianto di risalita 200 sciatori/ora
  • costo skipass/ora circa 10 euro

Come ricordato da Perticarari, investimento iniziale a parte, non sembrano esserci costi proibitivi per realizzare la struttura, considerando che si potrà poi decidere di quante piste e impianti dotarla.

Il consigliere ha già esposto l’idea al Sindaco Sandro Parcaroli e all’assessore allo sport Riccardo Sacchi, che hanno dato un consenso di massima ma si sono riservati di valutare il progetto nei dettagli, soprattutto per capire la possibilità di accedere a finanziamenti dedicati.

Il progetto è stato inserito all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale. Prosegue Perticarari: “Un impianto del genere, oltre ad offrire alla cittadinanza la possibilità di poter praticare uno sport altrimenti impossibile da svolgere, farebbe diventare la città di Macerata polo di riferimento per gli allenamenti di tutte le associazioni sportive sciistiche del centro e sud Italia in periodi dell’anno in cui tale pratica è impossibile da svolgere in assenza di precipitazioni nevose”.

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Le cabine sci si trasformano in sale da pranzo private come protezione dal Covid

Quante possono essere le funzioni delle cabinovie da sci? Poche starete pensando, e invece no! Perché c’è un posto in cui le cabine degli impianti di risalite sono state utilizzate addirittura per far accomodare i clienti.

Stiamo parlando di una birreria che si trova sulle montagne di Steamboat Springs, e che ha pensato di utilizzare le cabinovie dismesse negli anni per accogliere i propri clienti, rispettando rigorosamente le normative sulla sicurezza e sul distanziamento sociale. La proprietaria del locale è stata talmente soddisfatta della scelta che ha dichiarato: “Ci hanno salvato l’inverno”.

Come tutti sanno, sia le piste che gli impianti di risalita sono ormai fermi da mesi un po’ in tutto il mondo, e così ecco che in questa zona si è creata una soluzione davvero nuova e creativa per ridare letteralmente vita a funivie, cabinovie e ovovie. Steamboat Springs, in Colorado, è quindi riuscita a farsi spazio sulle pagine dei giornali grazie alla decisione di una birreria artigianale del posto, che per ovviare al problema del distanziamento ha deciso di riutilizzare le cabinovie in disuso per far sistemare i propri clienti.

Le cabinovie sono state sistemate a dovere e riposte nel dehors, e ora creano una sorta di bolle all’interno delle quali i clienti si possono accomodare tranquillamente. Così evitano di restare al freddo all’aperto (vista l’impossibilità di entrare nel locale per il distanziamento), pranzare o consumare in sicurezza rispettando le normative anti Covid.

Le cabinovie qui si chiamano gondolas, e da quando questa birreria ha avuto quest’idea originale sono diventate la vera attrazione della zona in questo locale chiamato Mountain Tap Brewery. Per ogni cabinovia possono sedersi dalle 4 alle 6 persone adulte (naturalmente solo se appartenenti allo stesso nucleo familiare). All’interno ci sono delle luci, il riscaldamento (qui le temperature sono molto rigide) e addirittura il Bluetooth.

Dopo ogni ordine e ogni turno di consumazione, le cabinovie vengono sanificate a dovere (circa ogni 30 minuti), e come dicevamo prima la proprietaria del locale, Wendy Tucciarone, ha dichiarato alla rivista Food and Wine: “Ci hanno salvato questo inverno”. Probabilmente senza questa soluzione creativa la birreria non sarebbe stata in grado di lavorare e di ricevere clienti.

Le cabine dismesse sono fornite alla birreria da una società che ha la propria sede nel Colorado, e che si chiama The Gondola Shop. Questa società si occupa per di più di riparare le funivie e gli impianti di risalita, ma proprio per questo nel corso dei lunghi anni di lavoro ha accumulato moltissime vecchie strutture di questo tipo, ormai non più utilizzabili.

Il lavoro regolare di manutenzione degli impianti di risalita è stato fermato dalla pandemia proprio come le attività delle piste e dei comprensori. Da qui l’idea e l’occasione di dare vita nuova a queste strutture, che sono ovovie, cabinovie e funivie dismesse.

La birreria Mountain Tap Brewery non è il solo locale che si rifornisce da questa società, ma anche altri locali stanno ormai utilizzando questo novo sistema per accogliere i clienti nel periodo della pandemia da Coronavirus. Solo uno dei tanti modi che si stanno utilizzando in tutto il mondo per proseguire a lavorare in sicurezza e con una certa regolarità. Il noleggio di una di queste cabinovie particolari, che sono completamente risistemate ed adatte ad accogliere clienti per pranzi, cene ed aperitivi, ha un costo mensile di circa 500 dollari al mese.

Potrebbe essere una buona idea anche nelle zone montane italiane, che tanto stanno patendo la crisi economica derivante dalle chiusure a causa del Covid.

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Dolomiti Superski non riapre più

Dolomiti Superski si arrende all’emergenza Covid, e decide di non riaprire più per la stagione invernale 2020/2021. L’annuncio arriva direttamente da uno dei comprensori sciistici più importanti al mondo: «Non riapriamo più, la stagione invernale quest’anno è persa».

La decisione di Dolomiti Superski è stata presa in seguito al nuovo Dpcm in vigore con il Governo Draghi, che ha prolungato la chiusura degli impianti sciistici e dello sci amatoriale fino al prossimo 6 aprile. Pensate che la decisione del Dolomiti Superski vuol dire la chiusura di ben 1200 km di piste e 450 impianti di risalita.

Insomma, la stagione invernale 2020/2021 per lo sci è davvero maledetta, e dopo l’impossibilità di sfruttare l’Immacolata, il Natale, il Capodanno e il Carnevale, ora anche la Pasqua è saltata per la decisione del Governo di posticipare la chiusura degli impianti fino al 6 aprile.

Un colpo durissimo per questo sport, che fino all’ultimo sperava davvero di poter godere almeno dell’ultima parte di stagione. Dolomiti Superski ha quindi deciso di restare chiuso al pubblico fino al termine della stagione: l’anno prossimo verranno garantiti i rimborsi degli skipass regionali 2019-2020. Una chiusura che vuol dire lo stop per 450 impianti di risalita tra cabinovie, funivie e seggiovie, per una portata oraria di 630.000 persone e oltre 1200 km di piste per quello che è uno dei più grandi comprensori sciistici del mondo.

Dolomiti Superski ogni anno è la meta preferita di moltissimi amanti dello sci e della montagna, che qui possono trovare piste adatte ad ogni livello di difficoltà nella zona tra Trentino, Alto Adige e Veneto. Va sottolineato che le singole società consorziate possono ancora decidere di restare aperte individualmente dopo la data di fine decreto, sempre se ci saranno tutti i presupposti.

Andy Varallo, Presidente di Dolomiti Superski, ha dichiarato: «Ci dispiace veramente tanto per i nostri consorziati, i collaboratori e per tutti coloro che fanno parte della filiera del turismo invernale di montagna. Soprattutto per i milioni di clienti affezionati alle Dolomiti. Con la proroga del divieto di sciare a dopo Pasqua, non sussistono più di fatto le condizioni per poter pianificare l’ennesima apertura ed offrire un servizio all’altezza a tutti i nostri utenti. Non possiamo fare altro che archiviare la stagione invernale 2020-21 senza mai averla potuta iniziare». Il pensiero del Presidente di uno dei più grandi comprensori sciistici d’Europa (il circuito comprende 12 delle principali zone sciistiche delle Dolomiti, da Cortina alla Val Gardena fino alla Badia , il Civetta e la Marmolada) va poi naturalmente agli sforzi e all’impegno degli impiantisti in questo anno di apri e chiudi all’insegna della sicurezza. «Premesso che la salute e la sicurezza collettiva vengono al primo posto, gli impiantisti si sono impegnati al massimo, fin dall’estate 2020. In collaborazione con le Regioni e seguendo strettamente le indicazioni del Cts, sono state messe a punto tutte le procedure per garantire l’utilizzo degli impianti di risalita in condizioni di assoluta sicurezza investendo ingenti risorse economiche in sistemi di sanificazione degli impianti, strumenti digitali per garantire il distanziamento sociale e per evitare assembramenti alle casse».

Incredibile ma vero, subito dopo lo stop decretato ecco che le cime delle montagne quest’anno si sono riempite di neve in maniera straordinaria. Neve di cui però nessuno potrà godere. Con le chiusure gli impianti si erano anche organizzati per la vendita di biglietti e skipass completamente online, per meglio gestire il flusso di ingressi degli utenti. Dopo la scelta del Dolomiti Superski è facile pensare che ora la stagione sia conclusa anche per i comprensori di Lombardia, Valle d’Aosta e Piemonte

«Tutti gli sforzi di impiantisti, albergatori, ristoratori, commercianti, maestri di sci e del resto degli attori nella filiera, sono però stati vani — continua Andy Varallo —. Con amarezza dobbiamo anche constatare che questo importante sacrificio purtroppo non ha evitato la seconda ondata e non ha impedito al virus di diffondersi ugualmente. Siamo vicini a tutti coloro che sono stati particolarmente colpiti dalla pandemia, ora però non vediamo l’ora di poter ripartire».

Ora Dolomiti Superski, le sue società affiliate e quelle a livello nazionale ed internazionale (in accordo), chiedono di ridiscutere i termini dei ristori, in modo che si possa garantire il futuro dell’universo sci e di tutto questo sistema economico, che quest’anno no ha avuto possibilità di lavorare.

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Bolognola è Covid free: il piccolo paese dei Sibillini stabilisce un record

Credits: pagina Facebook Bolognola ski

Esiste un luogo che da quando è iniziata la pandemia, nel 2020, ha il vanto ed il privilegio di essere Covid Free. Questo luogo è Bolognola, piccolo paesino dell’entroterra marchigiano, incastonato tra i Monti Sibillini, all’interno del Parco Nazionale.

Bolognola quindi non ha registrato, nel corso della pandemia, nemmeno un contagio da Covid-19, segnando quindi un piccolo record nazionale oltre che regionale. La situazione epidemiologica nella Regione Marche non è infatti delle migliori, e dopo il lockdown dello scorso anno, da settembre ad oggi il territorio è spesso passato da zona gialla a zona arancione, ed in questi giorni soprattutto la Provincia di Ancona è alle prese con la variante inglese.

Bolognola è un paesino molto piccolo, con pochi abitanti, e forse anche questo ha reso possibile un buon tracciamento ed un buon controllo del virus. Il piccolo paesino è un piccolo gioiello di tranquillità e di ruralità, incastonato tra le montagne, immerso nella natura dell’entroterra della Provincia di Macerata.

Pensate che gli abitanti risultano essere poco più di 150, ma Bolognola nel corso dell’anno è molto frequentato sia da turisti che da appassionati di natura e di montagna che vivono anche a pochi km di distanza. D’estate i suoi prati sono letteralmente presi d’assalto da coloro che amano fare lunghe passeggiate, godere dei tanti sentieri che si inerpicano per i monti e per i boschi, fare magari attività fisica o passare splendide giornate in mountain bike.

Attorno a Bolognola ci sono poi moltissimi ristoranti dove è possibile assaggiare le tante specialità della tradizione maceratese, ed i turisti uniscono ben volentieri l’attività all’aria aperta con del buon cibo. Aziende agricole, coltivatori ed allevatori, produttori di specialità enogastronomiche e piccole botteghe artigiane: ecco il mix vincente di Bolognola.

Nella stagione invernale invece, Bolognola è famosa in tutta la regione per i suoi impianti di risalita e per le sue piste da sci, che insieme a quelle di Frontignano e di Sassotetto rappresentano una vera eccellenza per lo sport invernale marchigiano. Gli amanti dello sci possono quindi trascorrere a Bolognola belle giornate sulla neve e poi rifocillarsi negli alberghi, nelle baite e nei ristoranti della zona, che è molto ben fornita anche di alberghi.

Cosa abbia determinato il record degli zero contagi in questa piccola località dei Sibillini è davvero un mistero. resta il fatto che ad oggi Bolognola non ha registrato nemmeno un contagio da Covid-19. Il sindaco Cristiana Gentili ha ammesso che c’è stata una grande collaborazione tra tutti: amministrazione, ristoratori, strutture ricettive, cittadini. Ognuno insomma ha fatto la sua parte rispettando le regole, e poi affidandosi a tanta fortuna.

E pensare che da queste parti gli abitanti erano stati costretti già nel 2016 a subire danni e disguidi a causa del terremoto, che ha causato non pochi problemi non solo alle strutture, ma a tutto il comparto turistico della montagna. Questa notizia quindi rende tutti orgogliosi e permette di guardare al futuro con speranza e fiducia.

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Campo Felice, la foto scattata da Stefano Sponta

Campo Felice - Credits Stefano Sponta

La foto spettacolare scattata dal drone di Stefano Sponta vicino la nota stazione sciistica di Campo Felice in Abruzzo.

I droni più venduti del momento

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Cortina, con gli sci fuori dal finestrino….si va a comandare

Avvistato a Cortina d’Ampezzo nelle vicinanze del Vip Club uno sciatore “ingegnoso” che ha trovato un nuovo modo di trasportare gli sci.

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Il video virale del fiume di neve che scende dal Monte Baldo

In pochissime ore è diventato il video più visto nei social. Stiamo parlando del filmato dove viene ripreso un fiume di neve scendere dai uno dei canaloni del Monte Baldo a causa dell’innalzamento delle temperature avvenuto in questi giorni. Esattamente le immagini sono state girate tra il Canalone Osanna e la Cima Pettorina (credits: Facebook Amici del Baldo).

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Lo sapevi che Juha Kankkunen detiene il record mondiale di velocità per trattori su neve?

Il record mondiale di velocità è stato stabilito dal famoso pilota Juha Kankkunen il 19 febbraio 2015 lungo un tracciato preparato appositamente sul campo di volo di emergenza di Vuojärvi in Finlandia a pochi chilometri dalla città di Babbo Natale (Rovaniemi). Il circuito totalmente innevato era lungo 2.300 metri.
In questa sfida ad affiancare Juha Kankkunen c’erano due aziende la Nokian che ha fornito i particolari pneumatici invernali ed il produttore dei trattori Valtra. La velocità raggiunta è stata di 130,165 km/h (80.88 mph).

Guarda il video del record mondiale di velocità su trattore

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Maxence Muzaton, la sua acrobazia a Cortina lascia senza parole

E’ successo sulla pista Vertigine di Cortina, durante la discesa lo sciatore francesce Maxence Muzaton a causa di una spigolata cade sulla pista da sci e rimbalza, l’urto lo fa girare a 360 gradi e si trova con le spalle a valle ma riesce a girarsi di nuovo e continuare la discesa come se non fosse successo nulla.

Guarda il video dell’acrobazia di Maxence Muzaton a Cortina 2021

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