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Frontignano, arriva la neve e riaprono gli impianti e rifugio

Buone notizie da Frontignano, con gli impianti sciistici che sono pronti alla riapertura. Lo afferma il gestore, Francesco Cangiotti, che in una nota ufficiale spiega che il 24 febbraio arriveranno i tecnici del Ministero per effettuare il collaudo degli impianti di risalita. Se sarà positivo, dopo due giorni si potrà tornare a sciare a Frontignano.

Quando ci sarà l’apertura degli impianti di Frontignano di Ussita?

La data per la riapertura degli impianti di Frontignano è dunque quella del 26 febbraio, dopo che i tecnici avranno effettuato il collaudo obbligatorio degli impianti di risalita della zona. La società titolare dell’impresa che gestisce la zona (Bolognola Ski) è Francesco Cangiotti. Proprio questa società si è aggiudicata la gestione degli impianti di Frontignano di Ussita, dopo che il Comune aveva proposto il bando per l’affidamento.

Cangiotti in questi giorni è molto attivo sui social, dove posta le foto degli ultimi preparativi sia delle piste sia del vecchio rifugio Saliere, che riaprirà anch’esso con il nome di Saliere Sibillini Mountain Lounge. Il collaudo della seggiovia è stato, per fortuna, anticipato dall’arrivo della neve come si è potuto vedere dalla webcam.

Così Cangiotti, nella sua pagina Facebook, ha scritto: «Con questa nevicata finalmente possiamo comunicarvi che giovedì 24 febbraio il ministero sarà presente in stazione per eseguire i collaudi delle due seggiovie! Se l’esito delle prove andrà a buon fine gli impianti apriranno al pubblico da sabato 26 febbraio».

Sempre sulla sua pagina Facebook, il gestore ha mostrato come nella serata di ieri stesse ancora nevicando a Frontignano. Così gli sciatori, gli appassionati e gli sportivi sperano di arrivare ad Ussita e trovare il bellissimo panorama con la neve che tutti ricordiamo sulle piste. Dopo una stagione sciistica 2021/2022 non proprio abbondante di neve, questi fiocchi sarebbero la ciliegina sulla torta per la zona che tanto ha bisogno di turisti e di movimento, anche e soprattutto attorno alle sue piste da sci.

A cinque anni dal terremoto la ripartenza sulla neve ha un sapore davvero speciale, con la ricostruzione ancora lontana dall’essere conclusa. Pensate che prima del sisma la stazione sciistica di Frontignano era la più grande delle Marche e contava oltre 15 km di piste e la zona copriva un’area che andava dai 1350 metri fino a quasi duemila metri nella parte più alta. C’erano 5 seggiovie, due sciovie ed un tapis roulant.

Quali impianti riapriranno?

Per la riapertura del 26 febbraio le seggiovie utilizzabili saranno solo due, quelle cioè rimesse in funzione più di un anno fa con il lavori post-sisma: Lo Schiancio-Le Saliere (che sale da 1336 fino a 1551 metri) e quella Pian Dell’Arco-Belvedere che arriva fino a 1650 metri. Entrambe seggiovie quadriposto. Per il resto degli impianti, che sono ancora inagibili, ci sarà da aspettare prima la concessione dell’appalto e poi la fine dei lavori del terremoto, con una cifra stanziata che di oltre otto milioni di €.

Video della nevicata di ieri girato nella stazione di arrivo della seggiovia Lo Schiancio-Le Saliere

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Bolognola, carnival party 2022 al rifugio Zchalet

Ritorna l’appuntamento dell’apres ski con dj set allo Zchalet, il rifugio situato sulle piste da sci di Bolognola. Lo staff dello Z Chalet in occasione del Carnevale 2022 ci catapulterà nei mitici anni ’50.

Il carnevale più rockabilly dei Monti Sibillini

Domenica 20 febbraio si potrà festeggiare il carnevale dalle ore 13:00 alle ore 15:00 con il dj set house music del dj resident Frenky J in diretta su Multiradio. A seguire per tutto il pomeriggio fino all’aperitivo si suoneranno musiche anni ’50 con Steven and the Sunrise.

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Lenti a contatto: tutti i consigli per freddo, neve e montagna

Quanti di voi indossano le lenti a contatto quando vanno in montagna o quando praticano sport sulla neve?

Le lenti a contatto sono una preoccupazione giornaliera e costante per chi le indossa, e spesso possono creare problemi quando fa troppo freddo o quando si è in alta quota, ma anche quando si è in presenza di meno ossigeno o si è più esposti ai raggi ultravioletti.

Fabrizio Zeri, contattologo, dottore in Psicologia Sperimentale e in Neuroscienze Cognitive, professore a contratto presso il corso di laurea in Ottica e Optometria della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università Roma TRE, ha voluto dare qualche consiglio sul web a tutti coloro che hanno questi problemi.

Secondo quanto dice il professore, oggi si è in grado di garantire il massimo della sicurezza in fatto di lenti a contatto a chi pratica sport invernali. Anzi le lenti possono essere un’ottima protezione in più per gli occhi se c’è vento o ghiaccio ed evitano il fastidioso appannamento degli occhiali.

Non ci sono grandi differenze tra marchi e modelli di lenti a contatto per andare sulla neve, anche se per gli sportivi alcuni modelli possono andar meglio di altri. In commercio oggi si possono trovare lenti a ricambio frequente e con blocco dei raggi ultravioletti ma anche prodotti in silicone-idrogel per far passare più ossigeno. Il contattologo di fiducia darà sempre il consiglio migliore comunque.

Lenti a contatto con maschere da sci e snowboard

Chi va in montagna deve sapere che l’utilizzo delle lenti è compatibile con maschere da sci e snowboard, e indossarle migliora la correzione del difetto insieme agli occhiali. Ciò di cui dobbiamo tener conto è l’altitudine che modifica la pressione parziale d’ossigeno. Con l’altezza decresce l’umidità e aumentano la radiazione ultravioletta e l’escursione termica. Alcune lenti oggi sono in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici senza creare fastidi. Pensate che già nel 1975 gli alpinisti con lenti a contatto hanno potuto raggiungere gli 8.848 metri sull’Everest.

Problemi lenti a contatto: riflessione sulla neve o sul ghiaccio

Se vi state chiedendo se ci possono essere problemi di riflessione sulla neve o sul ghiaccio, la risposta è sì, ma è identica tra tutti gli sportivi che usano lenti o occhiali. I raggi riflessivi creano infatti problemi di abbagliamento ed è quindi fondamentale una protezione specifica. In commercio ci sono lenti con protezione UV che se indossate con gli occhiali da sole assicurano prestazioni ottimali e protezione dai raggi solari.

Nella manutenzione non c’è poi alcun aspetto diverso dal normale. Fate quindi attenzione anche in montagna. Una manutenzione costante e quotidiana. Se fate trekking mi raccomando, portate con voi un liquido per la lubrificazione per sciacquare l’occhio e lenti a contatto di scorta. mai toccare gli occhi con le mani sporche.

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Pechino 2022, le prime Olimpiadi invernali svolte su neve artificiale

In questi giorni si stanno svolgendo le gare delle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. Ma la particolarità è che sono le prime a svolgersi interamente su neve artificiale. Una scelta precisa che però non è stata di sicuro ecologica e sostenibile.

I Giochi Olimpici Invernali di Pechino del 2022 hanno avuto inizio lo scorso 4 febbraio. Competizione che passerà certamente alla storia perché Pechino è la prima città che ospita sia le Olimpiadi Invernali che quelle estive. Ma l’altro primato di questi giochi non è così positivo, visto che queste sono le prime Olimpiadi a svolgersi quasi interamente su neve artificiale.

Una notizia che già dal momento in cui è uscita ha creato non poche polemiche soprattutto tra gli ambientalisti. Vero è che queste Olimpiadi sfruttano energia da fonti rinnovabili e che molte sono le iniziative a tema ambientale, ma la scelta della neve artificiale ha reso tutto un po’ meno green.

Il rapporto “Slippery Slopes: How Climate Change is Threatening The Winter Olympics” pubblicato da scienziati dell’Università Loughborough di Londra ha sottolineato come per coprire ben 800 mila metri quadrati di superficie destinate a gare olimpiche a Pechino ci sono voluti oltre 180 milioni di litri d’acqua e un costo di 80 milioni di €.

Pensate che tutto ciò avviene a Pechino, che è una delle capitali più assetate del pianeta con meno di 190 metri cubi d’acqua all’anno per ognuno dei 24 milioni di abitanti. Una quantità che è inferiore del 20% rispetto alla soglia di sicurezza che ha stabilito l’Onu. Da Pechino fanno sapere che l’acqua sprecata è solo il 2% di quella del fabbisogno.

Al centro sciistico di Yanqing cadono ogni anno solo 21 cm di neve in media, ma per le gare ci sono voluti 1,2 milioni di metri cubi di neve artificiale. Per coprire di ghiaccio e neve tutti gli impianti ci sono voluti dispositivi lungo i percorsi, molto dispendiosi energicamente, tra cui torri di raffreddamento dell’acqua, generatori di neve e cannoni.

Ma anche in termini tecnici la neve artificiale non è poi così azzeccata come scelta, perché è più ghiacciata e scivolosa di quella naturale. Per andare incontro agli ambientalisti il governo ha deciso di sfruttare le infrastrutture già presenti dai Giochi Olimpici estivi del 2008, anche se si è dovuto comunque crearne di nuovi. Tra i nuovi impianti alcuni hanno molto impatto ambientale, come quelli di Yanqing e Zhangjiakou al centro della riserva di Songshan.

Un quarto della riserva è stato distrutto per la costruzione di strade, edifici e parcheggi. Piante e sottosuolo non sono stati distrutti ma sono stati spostati in altre zone della montagna. La professoressa Carmen de Jong, docente di Idrologia presso l’Università di Strasburgo, ha dichiarato alla BBc: “La riserva naturale ha perso circa il 25 percento della sua superficie, che ha un’altissima biodiversità e specie protette come l’aquila reale”.

Ma gli scienziati fanno anche sapere che l’eliminazione del terriccio potrebbe aumentare il rischio di smottamenti e di erosione inquinando le acque e creando danni agli habitat. Insomma, non proprio le Olimpiadi più green della storia.

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Idee e cose da fare a San Valentino in montagna

Tutte le idee e cose da fare a San Valentino in montagna, 14 febbraio 2022

Molti innamorati stanno pensando di passare il giorno di San Valentino in montagna, tra la neve, le montagne, il ghiaccio e il fascino sempre molto particolare di questo ambiente. Tra le tante cose da fare in questo giorno speciale in montagna non passano mai di moda le cene romantiche, le notti passate nei rifugi, le slitte e le ciaspolate, magari in notturna.

Ma ci sono anche le spa e l’idromassaggio. Oggi vogliamo darvi qualche altro consiglio per passare il giorno di San Valentino in montagna facendo qualcosa di non banale e di nuovo. Seguiteci in questo percorso.

– Se vi piace la montagna non potrete non passare la notte ammirando l’Enrosadira Dolomitica. A Col Gallina infatti, a Cortina d’Ampezzo, si può godere di questo spettacolo all’interno della Starlight Room Dolomites 360°, una camera mobile di legno e vetro che ruota di ben 360 gradi per farvi godere una vista splendida su Lagazuoi, la Tofana di Rozes e il Sass de Stria.

– Una classica giornata sugli sci e tra la neve è quello che ci vuole per San Valentino. Nelle Dolomiti c’è il più grande comprensorio sciistico del mondo, il Dolomiti Superski, con oltre 1.200 km di piste che potete godervi fino ad aprile e con unico skipass. Vi consigliamo questo posto se volete rimanere sul classico.

– In Val di Fassa potete invece passare una giornata presso Alloch, unica sorgente solforosa del Trentino. Potete rilassarvi nell’acqua usata per alimentare le pantane indoor, le piscine e le vasche. L’acqua ha poteri terapeutici e curativi e potete rilassarvi e curarvi al tempo stesso.

– Sempre rimanendo nelle scelte classiche potete cenare nel rifugio Burz di Arabba dopo aver fatto una romantica gita in carrozza tra i pascoli.

– Cosa molto più particolare è invece passare una notte in un igloo in Val Senales a 3000 metri di quota oppure anche nelle Valli di Tures e Aurina nell’area sciistica dello Speikboden/Monte Spicco. La temperatura interna non è un problema, ma portatevi coperte morbide e candele.

– E poi c’è Cortina, dove nel Rifugio Averau la notte di San Valentino si festeggia con una cena sulla terrazza panoramica e con piatti della cucina alpina. Nel vicino Rifugio Scoiattoli si può cenare e si può fare un bagno nella vasca a botte in legno d’abete, all’esterno. Sempre a Cortina potete godervi la giornata più romantica dell’anno nel Rifugio Lagazuoi con la sauna più alta delle Dolomiti, con durata di 45 minuti e poi doccia rigenerante.

– In Val Gardena la settimana di San Valentino è in puro relax con i piatti della tradizione nelle bellissime strutture alberghiere della zona e per i più innamorati ecco la Special Night al Rifugio Comici (2154 metri) e la cena tipica al ristorante Tubladel di Ortisei all’interno di un ex fienile montano. Sempre in Val Gardena vi consigliamo la baita Juac a cui si arriva con passeggiata di poco più di un’ora con le ciaspole. Un’esperienza bellissima in un luogo romantico.

– Fra le mete preferite per San Valentino c’è poi Bormio. Potet scegliere tra ciaspolate al tramonto, escursioni nel Parco o una gita a Livigno. Ma poi ci sono anche i Bagni di Bormio con i servizi termali e le terme sotto le stelle.

– Una delle esperienze più incredibili che potete fare a San Valentino è cenare all’interno di un igloo. Potete farlo a Kühtai, una nota località austriaca a pochi km da Innsbruck. Qui c’è l’Iglù Village con ben 14 igloo e tante attività: escursioni, curling, slitta.

– Un volo in mongolfiera è un’altra di quelle esperienze imperdibili per San Valentino. Si può provare questa esperienza ad Aosta. A 3000 metri potete godere delle cime più alte della zona.

– Al Buffaure di Pozza di Fassa si scia all’alba all’interno del programma del Trentino Ski Sunrise. Ora di inizio le 6.45 con partenza dalla cabinovia Buffaure che vi porterà (prendendo anche una seggiovia) a Col de Valvacin. Dopo aver visto l’alba si scia fino al Rifugio Baita Cuz dove poi si fa colazione.

– Anche Livigno offre molte attività tra cui quella di dormire in baite interamente realizzate in neve. Al risveglio vi sarà servita una buonissima colazione presso l’Hotel Lac Salin SPA & Mountain Resort.

– In Trentino, al passo San Pellegrino, c’è una Pista degli Innamorati che ha un cuore disegnato con un battipista. Un tracciato di 12 km tra i boschi sulle Dolomiti. Ben 1400 metri di dislivello e un percorso adatto a tutti.

– Per chi ama le terme il consiglio è quello di regalarvi qualche giorno a Rogla, in Slovenia. Il centro termale qui offre l’esperienza della Tree Top Walk, una passeggiata su una passerella lunga 522 metri a 37 metri di altezza inaugurata nel 2019. Passerete sopra i boschi guardando i monti.

– All’Alpe di Siusi, località in cui anche Fedez e Chiara Ferragni hanno deciso di passare la settimana bianca, per San Valentino si passeggia in slitta trainata da cavalli alla scoperta delle vette dolomitiche. Nel percorso anche una pausa golosa sulla baita in quota.

– Gli alberghi Romantik Hotel Muottas Muragl e Berghaus Diavolezza mettono a disposizione il servizio in notturna della pista da slittino. Luna piena ad illuminare il percorso e tanto amore qui in Engadina.

– Un’esperienza che unisce amore e gusto è quella delle Tre Cime Dolomiti. Potete prenotare un intero veicolo della nuova cabinovia Helmjet e ammirare le vette dolomtiche mentre assaggiate bollicine e spuntini con materie prime tipiche.

– In Val di Non, in Trentino, San Valentino coincide con i giorni della rassegna “Tortèl & Gropel”.Passeggiate al tramonto mentre si assaggiano i piatti tipici e i vini.

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Orsi polari invadono una stazione meteorologica in Russia, video

La Russia è una terra selvaggia in alcune sue zone, ma quello che è stato documentato da questa foto ci proietta davvero in un ambiente incontaminato. Nel web stanno infatti spopolando le immagini del fotografo russo Dmitry Kokh, che ha deciso di organizzare una spedizione nel Polo Nord per immortalare gli animali che lo popolano immersi nella natura più selvaggia.

Giunto nei pressi di una vecchia stazione meteorologica che era stata abbandonata negli anni ’90, dopo aver attraversato un’isola deserta, il fotografo ha però sentito dei rumori che provenivano dall’interno. Era un branco di orsi polari che aveva occupato la struttura.

Il servizio fotografico racconta quindi da un lato il modo in cui gli animali si sono adattati, e dall’altro lo scempio che l’uomo ha realizzato nei confronti della natura. Una delle poche volte, questa, che orsi polari vengono fotografati all’interno di edifici.

Il luogo in cui sono stati fotografati (Chukotka e le isole Wrangel) è un territorio al confine tra la Russia e l’Alaska, nel Polo Nord appunto. I suoi scatti sono già diventati virali nel web, unici davvero e che rappresentano bene i tempi che stiamo vivendo. Il fotografo ha raccontato l’esperienza in prima persona:

«Essendo la parte più lontana e orientale dell’artico russo questo posto è molto difficile da raggiungere, ma anche difficile da dimenticare. Abbiamo viaggiato in barca a vela lungo la costa e percorso più di 1200 miglia di paesaggi incontaminati, villaggi persi nel tempo, luoghi con fauna varia e mari pieni di vita.

Ho sempre voluto scattare belle foto di orsi polari – aggiunge Kokh – ed era quello l’obiettivo principale della nostra spedizione. Ci aspettavamo di incontrarli principalmente sull’isola di Wrangel, famosa in tutto il mondo per essere la casa di molti orsi. Non quest’anno, come abbiamo scoperto in seguito, forse a causa dell’estate molto fredda. Ma la natura ti manda sempre qualcosa quando meno te lo aspetti». La spedizione, arrivata sull’isola di Kolvuchin, si è trovata di fronte ad una stazione meteorologica abbandonata. Dall’interno provenivano dei rumori. Avvicinandosi, il fotografo ha realizzato che si trattava di orsi polari. Mai prima d’ora si erano visti orsi polari all’interno di edifici. Fotografarli è stata, quindi, un’occasione unica».

La stazione metereologica in questione è stata costruita nel 1934 ed era in funzione per gli scienziati russi che operavano nel Mar del Nord. Nel ’92 è stata dismessa e l’isola è stata abbandonata. Ecco perché lo scenario immortalato dal fotografo è davvero incredibile, quasi irreale, che ci porta verso una cornice post apocalittica. da un lato possiamo assistere alla bellezza della natura, e dall’altro a ciò che l’uomo è stato capace di fare anche in bellissimi territori come questi.

Gli orsi polari sembrano a loro agio nell’edificio un tempo occupato dall’uomo, mentre tutto intorno c’è un deserto di neve e ghiaccio. Kokh ha poi concluso: «La Russia artica è un meraviglioso mondo parallelo ma allo stesso tempo è piena di spazzatura. Ci sono ad esempio circa 12 milioni di barili vuoti disseminati lungo le coste. Un problema noto da tempo. Il governo sta cercando di avviare un programma di bonifica, spero che si trovi al più presto una soluzione».

Uno degli scatti in questione, quello che ritrae un orso affacciato dalla finestra della stazione, nel 2021 ha vinto il premio come miglior foto nella categoria “Animali selvatici in un ambiente antropico” nel concorso della National Geographic.

Alcune foto degli orsi polari scattati dal fotografo Dmitry Kokh

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Guarda il video degli orsi polari che hanno invaso una stazione metereologica in Russia

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Olimpiadi invernali Pechino 2022 social impazziti per il vip del curling Matt Hamilton, ma chi è?

Negli ultimi giorni sta spopolando sui social Matt Hamilton, un atleta di curling che sta partecipando alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. Di nazionalità americana, campione olimpico a PyeongChang, tutti lo hanno preso in simpatia per lo stile stravagante con il quale gareggia. Hamilton però è anche molto impegnato nel sociale, visto che è un gran sostenitore del movimento Black Lives Matters.

Matt Hamilton: il Super Mario del Curling

Matt Hamilton ha un’immagine difficile da dimenticare, oltre che uno stile tutto suo. Capelli lunghi e baffi grandi, un po’ come il Super Mario dei videogiochi. Poi ha tanti tatuaggi colorati sul braccio sinistro e gareggia con un buffo cappellino da baseball. Il suo fisico non è proprio quello classico di un atleta.

L’apparenza però, come si sa, a volte inganna e a volte no. Nel senso che Matt Hamilton proprio per la sua immagine è diventato un idolo tra i tanti sportivi ed appassionati che in questi giorni stanno seguendo le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. Così il ragazzo di 32 anni del Wisconsin, e già campione olimpico di curling alle Olimpiadi di PyeongChang con la squadra maschile americana, sta spopolando sui social mentre sta gareggiando per difendere il titolo proprio a Pechino. Le prime prestazioni però non sono state ottime, visto che gli USA sono stati sconfitti 4-7 dalla Svezia.

Ben cinque volte Campione del Mondo di curling, Matt Hamilton è un vero fuoriclasse di questo sport, un po’ come se stessimo parlando dell’Hamilton della F1 o del Messi del calcio. Fuori dal campo di gara fatto di ghiaccio però è anche un ragazzo molto impegnato politicamente e socialmente, visto che è un grande sostenitore del movimento Black Lives Matters contro il razzismo e la discriminazione degli uomini e delle donne di colore. Inoltre è attivissimo nell’universo della beneficenza. Proprio poche settimane fa, prima di partire per Pechino, ha annunciato pubblicamente che al suo rientro negli States taglierà i suoi lunghi capelli e metterà all’asta la sua chioma per una causa molto nobile. Queste le sue parole a riguardo:

“Come tutti sanno, i miei capelli, oltre ad essere fantastici, saranno tagliati per beneficenza. Spero di raccogliere dei soldi per StacheStrong. Hanno appena raggiunto un milione di dollari in donazioni per la ricerca sul cancro al cervello!”.

Tutto questo ha contribuito a renderlo un vero idolo dei social nel corso di queste Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 e lo fa anche essere uno dei più ricercati dagli sponsor tecnici. Le sue scarpe infatti sono sempre customizzate (le ultime si chiamano What the Paul Nike SB Dunks) per ogni occasione. Hamilton ha anche una sorella, Rebecca, che è impegnata anch’essa nel torneo femminile di curling e con la quale ha vinto molti titoli.

La gente impazzisce letteralmente per Matt Hamilton, anche per il suo stile di gara molto particolare, con le gambe incrociate mentre si proietta verso la stones. Qualcuno lo ha eletto come “nuovo spirito guida” e si alza tutte le notti per guardare le sue gare in tv.

Video di Matt Hamilton in azione sulla pista di Curling

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Tutto sulle stones del curling: cosa sono, dove si producono e la leggenda del’isola Aisla Craig

Il curling è uno sport invernale che di colpo è balzato agli onori della cronaca grazie alle imprese della squadra di doppio misto azzurra che ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022, che si stanno svolgendo in questi giorni. Mosaner-Constantini sono così i più grandi rappresentanti di quello sport che ha come protagoniste le stones, grandi blocchi di pietra con il manico che vengono lanciati dagli atleti sul ghiaccio e che devono avvicinarsi il più possibile alla House, obiettivo alla fine della pista.

La storia degli stones è lunga e nasce da un’azienda scozzese che ha ben 170 anni di attività, Kays Curling di Mauchline (che conta circa 16 persone ad oggi), fornitore ufficiale fin dalle Olimpiadi da Chamonix 1924. La storia nasce nell’isola di Alisa Craig, piccolo luogo che si trova al largo della costa scozzese dell’Ayrshire, dove da ben 200 anni sono estratte le pietre che poi, dopo essere lavorate, diventano quei blocchi che vediamo in tv. L’isola è di proprietà privata dei marchesi Kennedy ma è stata data in affitto fino al 2050 alla Reale società per la protezione degli uccelli.

Dove si trova l’isola di Ailsa Craig nota per il granito delle stones del curling

Quando è iniziato lo sport del curling?

Qui in Scozia si gioca a curling sin dal medioevo, quando si facevano rotolare queste pietre sui laghi ghiacciati. Il primo referto storico e documento che si trova a disposizione su questo sport proviene dai registri dell’Abbazia di Paisley, nel Renfrewshire, databile febbraio 1541.

Le stones nascono dall’unione di 2 tipi di granito (“Blue Hone” e “Common Green”). L’unione conferisce resistenza agli urti e facilità di resistere al ghiaccio. Chi ci lavora è in grado di produrre una pietra all’ora per un totale di 38 pietre a settimana. Ogni blocco viene controllato in forma ed equilibrio così da rispettare tutti gli standard delle olimpiadi.

Video di come nascono e si producono le stones per il curling

Caratteristiche tecniche delle stones

Nel dettaglio, le stones hanno un peso compreso tra 38 e 44 libbre (tra 17,2 e 19,9 kg circa) e nella parte superiore viene fissata una maniglia. La circonferenza massima è di 91,4 cm e l’altezza è di circa 11,4 cm. La parte a contatto col ghiaccio si chiama corona, un anello spesso tra 6 e 12 millimetri e con diametro di 12,7 cm. I lati convergono verso il basso e la parte interna è concava e vuota così da eliminare il ghiaccio. La parte a contatto con le altre pietre nel gioco è detta strikeband.

Gli attrezzi più moderni sono ben formati e molto performanti nei tipi di granito e sono composti da vari pezzi. Hanno un cilindro interno che comprende le due corone e che è fatto di Blue Hone. Il resto dello stone invece è dell’altro granito.

Una stone utilizzata nel curling
Una stone utilizzata nel curling

La leggenda della pietra dell’isola Aisla Craig

Su queste pietre aleggia una vecchia leggenda, secondo la quale una volta che la pietra di Aisla Craig sarà esaurita il mondo finirà perché non si potrà più giocare a curling. Ad oggi ogni stone è in grado di resistere per 50 anni prima di essere sostituita.

L’ultima raccolta di granito sull’isola risale al 2002 e sono state prese 1500 tonnellate di Common Green e 270 tonnellate di Blue Hone. Quantità sufficiente per coprire Giochi olimpici ed ordini vari. Il curling è una disciplina olimpica apparsa ai giochi di Nagano, nel 1998, dopo che in precedenza era solo dimostrativa. Scozia, Usa e Canada sono da sempre le squadre più forti, oltre a Svizzera e Norvegia.

L’isola di Ailsa Craig

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Pechino 2022, la rampa di Big Air Shougang alle Olimpiadi e le polemiche sui social

La rampa del Big Air Shougang costruita per le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 si trova di fianco ad un'acciaieria
La rampa del Big Air Shougang costruita per le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 si trova di fianco ad un'acciaieria

Si stanno svolgendo in Cina, a Pechino, le Olimpiadi Invernali 2022. Un grande successo di pubblico e di spettatori, ed anche tante medaglie azzurre che stanno arrivando per l’enorme soddisfazione di sportivi ed appassionati.

Oggi però parliamo della pista di Big Air per il freeski maschile e femminile, che si caratterizza per essere una gigantesca rampa di lancio usata dagli sciatori e che è posta proprio al centro di sito industriale non troppo bello a vedersi. La cosa è subito balzata agli occhi degli spettatori, e quindi cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.

Perchè fa discutere la sede dell’Big Air Shougang?

Il Big Air Shougang è una delle sedi per le gare delle Olimpiadi Invernali 2022 di Pechino, e sta facendo molto discutere in questi giorni sui social network perché gli organizzatori hanno deciso di posizionarla in un’area industriale, vicino ad un’acciaieria. Sono arrivati tanti commenti sul tema: “Sembra piuttosto distopico avere una sorta di impianto nucleare come sfondo per l’evento sciistico Big Air”.

La grande rampa del Big Air utilizzata per le gare di freeski sia maschile che femminile in effetti non è un gran bello spettacolo, e sorge proprio al centro di questa grande area industriale, che viene definito comunque parco industriale. Una zona che fa molto discutere in effetti, e per un motivo ben preciso.

Dove si trova la rampa Big Air Shougang?

Big Air Shougang è una sede olimpica che si caratterizza per essere una delle poche costruzioni realizzate in occasione delle Olimpiadi di Pechino 2022, visto che gli organizzatori hanno deciso di utilizzare gli impianti già utilizzati per le Olimpiadi di Pechino del 2008. Il freestyle solitamente è una disciplina che viene praticata sulle cime delle montagne, in mezzo alla neve, e quindi già questo ha destato non poca sorpresa ed interesse. Una rampa strana è sorta, posizionata proprio di fianco alle torri di raffreddamento dell’acciaieria nell’area industriale di Pechino.

Il parco industriale dove gli organizzatori hanno deciso di costruire e posizionare la Big Air, la gigantesca rampa olimpica, è un sito industriale riconvertito, che fa parte di un grandissimo progetto di riqualificazione di tutta l’area delle ex acciaierie, che sono state messe a nuovo proprio in occasione delle Olimpiadi di Pechino.

Ecco spiegato quindi il motivo di tanto clamore. Un bel progetto di riqualificazione che forse non è stato ancora completato e che all’occhio non fornisce di certo un bello spettacolo.

 

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Pechino 2022, oro per l’Italia del curling grazie a Costantini e Mosaner

Grandi e importanti notizie arrivano in questi giorni da Pechino, dove si stanno svolgendo le Olimpiadi Invernali 2022. L’Italia sta dando dimostrazione di grande forza e tecnica e sta facendo emozionare i tanti sportivi ed appassionati che stanno seguendo le gare in diretta tv e streaming.

Nel curling andiamo fortissimi, e la coppia formata da Amos Mosaner e Stefania Constantini ha conquistato la medaglia d’oro nella categoria doppio misto. Siamo quindi campioni olimpici nel curling, disciplina che prima di quest’anno non ci aveva mai regalato grandi soddisfazioni nel corso della manifestazione a cinque cerchi.

Prima dell’edizione 2022, nel curling avevamo partecipato con la nostra nazionale anche all’edizione di Torino del 2006 (con la squadra maschile e quella femminile) e a quella di PyeongChang nel 2018 con il quartetto maschile. In tutte le occasioni non eravamo riusciti a qualificarci nemmeno per le fasi ad eliminazione diretta.

Chi sono i vincitori della medaglia d’oro di curling?

Amos Mosaner e Stefania Constantini sono stati grandissimi ed hanno rappresentato l’Italia in maniera perfetta, unendo tutti gli appassionati davanti allo schermo che sono rimasti estasiati e sorpresi dalla bravura della coppia. Ventisei anni per lui, di Val di Cembro e 22 anni per lei, di Cortina d’Ampezzo. L’Italia nel curling ha interpretato un torneo perfetto che si è manifestato con un percorso netto sul ghiaccio del National Aquatics Centre di Pechino.

Pensate che le vittorie sono state ben 9 su 9 nel round robin, e poi abbiamo sconfitto di gran lunga la Svizzera in semifinale e la Norvegia in finale, domata con relativa facilità. Per questi due ragazzi già si parla della “coppia più bella del mondo”, che è entrata inevitabilmente nel cuore di ogni italiano che segue gli sport invernali ed in particolare le Olimpiadi.

Questo percorso rimarrà nella storia e negli annali dello sport nazionale ed internazionale, oltre la medaglia insomma resterà un ricordo indelebile. Cinque giorni perfetti fatti di bocciate, stone, lacrime di gioia e sorrisi. Ora si prosegue con le altre gare, sperando che i successi siano ancora tanti!

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