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Pista Deborah Compagnoni – Santa Caterina Valfurva

La grande campionessa di sci Deborah Compagnoni ha una pista dedicata. Un bellissimo tracciato dedicato alla discesa libera che si trova a Santa Caterina Valfurva in Alta Valtellina.

Dedicata quindi alla grande campionessa di sci italiana e campionessa Olimpica, che è nata proprio a Santa Caterina, la pista Deborah Compagnoni è considerata oggi una delle migliori della Valtellina, in compagnia, in questa speciale classifica, della pista Stelvio a Bormio, che per anni ha anche ospitato le gare della discesa libera maschile.

Vediamo ora come arrivare a questa pista. Arrivati a Santa Caterina dovete prendere la telecabina Santa Caterina – Plaghera e poi il secondo tronco Plaghera – Sobretta. Scendete alla fermata intermedia del secondo impianto senza proseguire per Vallalpe. Nella stazione intermedia, a sinistra, noterete un grande masso. Tenetevi sulla sinistra seguendo la linea della telecabina che sale dal Plaghera.

Come detto, la pista Deborah Compagnoni è dedicata alla grande campionessa italiana di sci, ed è una delle più varie ed emozionanti delle Alpi. Creata appositamente per le gare femminili dei Campionati Mondiali di sci alpino del 2005, il tracciato è stato poi modificato per la discesa maschile di Coppa del Mondo di sci alpino del 2014, per adattarlo alle esigenze degli atleti.

La partenza è pista a quota 2750 metri, ben 250 metri più in alto rispetto alla partenza della discesa femminile dei Mondiali del 2005. Il tracciato è lungo 3300 metri e termina a quota 1745 metri dopo una pendenza massima del 76%.

All’inizio troverete uno stretto sentiero che si insinua tra le rocce in quota del monte Sobretta, e poi si immerge nel bosco fino al paese a quota 1730 metri. Durante il percorso supererete muri, salti e curvoni. Inizialmente quindi la pista Deborah Compagnoni si presenta come una strada stretta ma non molto ripida, ma dopo un paio di tornanti ecco che si vira a sinistra e si comincia una parte impegnativa, con muri in serie molto divertenti.

Alla destra troverete poi una serie di varianti. Mantenete sempre la sinistra fino a trovarvi di fronte lo skilit Plaghera, prima di un tratto meno ripido in cui vi potete riposare leggermente ed apprezzare il panorama. Il bosco si fa fitto e i muri molto più impegnativi. Questa è la parte bassa, dove si scia anche in notturna. La pista qui è molto larga e la neve un po’dura grazie all’esposizione a nord del tracciato.

La pista è lunga complessivamente 4 km con un dislivello complessivo di oltre 1000 metri. Parte da quota 2775 metri del Sobretta e scende fino a quota 1730 metri del paese. Nella parte iniziale la pista è classificata come nera, per poi diventare rossa (molto veloce e illuminata nella parte del bosco).

La pista Deborah Compagnoni è omologata come pista per le gare di discesa libera a livello di Coppa del Mondo, e spesso ha sostituito la discesa di fine anno di Bormio per le gare maschili.

Pista Direttissima – Monte Pratello Rivisondoli

Oggi vi portiamo in Abruzzo, alla scoperta della pista Direttissima, una delle piste più belle di tutto l’Appennino, un tracciato che a livello tecnico è forse più difficile ed impegnativa di tante piste che si trovano nelle Alpi. Pensate che molto spesso questa pista viene considerata tra le prime dieci piste italiane per difficoltà.

La pista Direttissima è certamente la più bella del comprensorio di Roccaraso Alto Sangro, che si compone di oltre 100 km di piste da discesa. La pista Direttissima di Monte Pratello è anche chiamata “cucchiaio”.

Un circuito molto tecnico, specie nella parte iniziale, mentre nel finale il tracciato si ammorbidisce, diventando una pista rossa ma meno impegnativa.

L’inizio degli impianti dista solamente 5 km da Rivisondoli, e dal parcheggio parte direttamente la seggiovia quadriposto Vallone, che arriva fino a 1407 metri. Alla sinistra della stazione d’arrivo c’è la partenza della cabinovia esaposto Monte Pratello che porta fino a quota 2031 metri, proprio alla partenza della pista Direttissima.

La pista si è classificata ultimamente seconda tra le migliori italiane, secondo un sondaggio che è stato proposto dalla rivista Sci. Un tracciato che è un vero e proprio gioiellino al centro di quello che è il comprensorio più grande del centro Italia, quello di Roccaraso-Rivisondoli. Qui sono state ospitate molte gare dei mondiali Juniores, e proprio in occasione di quegli eventi questa pista abruzzese è stata leggermente modificata per addolcirla un po’, rendendo meno bruschi i cambi di pendenza.

L’inizio è posto a quota 2031 metri sul Monte Pratello, proprio vicino all’arrivo della cabinovia omonima. Da qui potete guardare il panorama del Monte Pratello fino ai 2056 metri, e vedere molto bene tutte le piste che si trovano sul monte, oltre che ammirare Pizzalto e il Piano dell’Aremogna. Alle vostre spalle avete le Toppe del Tesoro con la cima che arriva a quota 2142 metri. Insomma vi consigliamo di prendervi una pausa dallo sci per qualche minuto e godervi il panorama.

Alla partenza c’è subito un primo muro seguito da una serie di cambi di pendenza, che rendono tutta la pista molto emozionante. Pendenze notevoli con un dislivello di 631 metri, caratteristica essenziale di questo tracciato appenninico.

La pista Direttissima è una pista nera, molto tecnica nella prima parte per poi diventare pista rossa e più accessibile nella seconda parte, dove si può sciare anche in velocità, specialmente nell’ultimo tratto. Dopo 2031 metri si unisce alla pista nera Del Bosco, che arriva da destra. Percorrendo le piste blu M1 Azzurra e P1 Fontanile si arriva poi a valle.

Unico difetto è che non è sempre aperta, visto che si trova in un punto in cui i venti sono fortissimi (tutti gli Appennini sono montagne molto ventose) e quindi rendono il mando instabile.

Oltre alla rivista Sci, anche Levissima ha incoronato la pista Direttissima tra le migliori d’Italia, dando il compito a Paolo Pirovano, maestro di sci e guida alpina, di individuare le sette piste più belle ed emozionanti dei comprensori italiani. Insieme alla Direttissima sono state segnalate: l’Olympia delle Tofane di Cortina, la Gran Risa in Alta Badia, la Kandahar Banchetta al Sestriere, la Ventina di Cervinia, la pista Colò 3 dell’Abetone e la Saslong in Val Gardena.

Ecco ciò che ha scritto Pirovano sulla pista Direttissima: “è sicuramente una delle più belle piste dell’Appennino e non teme il confronto con le altre blasonate alpine. Si tratta di una pista molto tecnica, specialmente nella parte iniziale dove è nera mentre si “addolcisce” nel finale diventando una divertente pista rossa ma sempre impegnativa. La parte alta oltre ad essere la più impegnativa è anche la più panoramica, quindi potete permettervi qualche sosta giustificata ad ammirare le montagne anche qui per riposarvi”.

Questo tracciato ha ospitato anche molte competizioni agonistiche internazionali come detto in precedenza: finali della Coppa Europa nel 2005 e dei Campionati del Mondo Juniores e dei Campionati Italiani Assoluti nel 2012.

Ecco le caratteristiche tecniche:

  • Quota di Partenza: 2031 metri
  • Quota di Arrivo: 1400 metri
  • Dislivello complessivo: oltre 630 metri
  • Lunghezza Totale: 2 chilometri e cento metri
  • Classificazione: Pista Nera

Se volete scoprire al meglio questa bellissima zona dell’Abruzzo, eccovi qualche indicazione sui rifugi presenti:

  • Rifugio Baita Paradiso
  • Rifugio Valle Verde
  • Rifugio Il Prato Monte Pratello a Rivisondoli
  • Rifugio Lago D’Avoli a Roccaraso

Pista Gran Risa – Alta Badia

La pista da sci Gran Risa è uno dei tracciati più famosi d’Italia e forse anche d’Europa. Si trova nel comprensorio sciistico dell’Alta Badia, ed è ormai diventato il punto di riferimento per tutti gli sciatori che scelgono le Dolomiti per questo sport. Vogliamo quindi approfondire la conoscenza di questo tracciato, fornendovi alcune informazioni che possono esservi utili nel caso decidiate di recarvi qui in vacanza.

Dal 1985 è anche tappa importante della Coppa del Mondo di sci alpino, ed ogni anno quindi qui si sfidano i grandi campioni dello sci mondiale, regalando a tutti i turisti e a tutti gli appassionati uno spettacolo unico. In queste zone e in questa pista molte sono state le vittorie del grande Alberto Tomba, ma qui hanno vinto anche molti altri campioni: Ingemar Stenmark, Ted Ligety, Mark Girardelli, Michael von Grünigen, Bode Miller e Marcel Hirscher.

La Gran Risa è considerata da tutti una delle piste più belle grazie alle sue particolarità tecniche. Una vera e propria sfida anche per i campioni più acclamati, che trovano delle difficoltà nel superare le curve e le pendenze.

Il tracciato si snoda lungo il bosco, ed ha inizio alla biforcazione delle piste nera e rossa del Piz La Ila. Prosegue poi nel bosco proprio a ridosso di La Villa. Questo suo tuffarsi nel bosco, unito al posizionamento al nord, rende la Gran Risa una pista in ombra per tutto il giorno. Ecco perché il fondo è duro e spesso ghiacciato.

Si inizia a quota 2077 metri con un pendio molto ripido, poi c’è una forte curva che conduce su un ripido e stretto canale. Prima del traguardo c’è poi un altro cambio di direzione. L’ultimo tratto è un falsopiano nel quale passerete anche sopra un fiume grazie ad un ponticello. Il dislivello è di 650 metri con una pendenza massima di 53 gradi.

Vediamo i dati tecnici della pista Gran Risa nello specifico:

  • Partenza: 1.868 m
  • Traguardo: 1.420 m
  • Dislivello: 448 m
  • Lunghezza: 1.255 m
  • Pendenza massima: 69%
  • Pendenza media: 36%

La neve è sempre garantita grazie ad un impianto di innevamento programmato e nei punti in cui il tracciato si fa più pericoloso sono state inserite delle reti di protezione. Alla fine del percorso un ascensore inclinato vi riporterà alla telecabina.

Raggiungere la pista Gran Risa non è difficile. Potete farlo grazie alla telecabina ad 8 posti La Ila, proprio da La Villa. Arrivati in quota si deve scendere e la pista si trova sotto la telecabina. Svoltate a sinistra ed iniziate a scendere.

Nel corso delle competizioni della Coppa del Mondo il tracciato viene modificato, con la partenza che è posta più in basso, a quota 1870 metri, cioè nel punto di maggior pendenza. Durante l’inverno invece il tracciato è quello che vi abbiamo spiegato prima.

Senza dubbio quindi una pista da provare, che in un certo senso ha fatto anche storia nell’universo dello sci. Certamente non una pista per tutti gli sciatori, ma per coloro che hanno già un ottimo livello di preparazione tecnica ed atletica. Per loro il divertimento è assicurato!

Passo dello Stelvio sci estivo impianti aperti dal 29 maggio

Quello appena trascorso è stato certamente il peggior inverno di sempre per gli operatori sciistici. Il passo dello Stelvio prova a guardare avanti, e se la pandemia dovesse evolvere in maniera positiva il comprensorio ha già fissato una data per la riapertura della zona nel corso dei mesi estivi.

In generale possiamo dire che la stagione estiva non è ancora vista con entusiasmo dagli operatori e dagli appassionati di sci, dopo che l’inverno è stato trascorso a vedere cadere la tantissima neve sulle montagne senza poterne usufruire. Ma in questo senso i ghiacciai possono dare una speranza per il periodo estivo, con la possibilità di recuperare qualche sciatore.

Le piste sul ghiacciaio del Passo dello Stelvio dovrebbero riaprire (salvo evoluzioni negative della pandemia), il prossimo 29 maggio. La comunicazione è arrivata dalla Sifas, ente guidato da Umberto Capitani.

In Val Senales invece la data per la riapertura dello sci estivo è il 17 settembre. Nella scorsa stagione Passo dello Stelvio aveva aperto le piste al pubblico di professionisti ed appassionati a metà giugno, ed aveva in precedenza ospitato la squadra italiana di sci nell'Hotel Livrio, in una sorta di bolla.

La stagione estiva dello sci era poi proseguita senza problemi fino alla penultima settimana di ottobre, quando poi tutte le piste erano rimaste chiuse con una settimana di anticipo a cause delle nuove misure più stringenti per cercare di fronteggiare l’inizio della seconda ondata della pandemia di Covid-19.

La stagione estiva quindi è pronta per partire, sempre se i dati lo confermeranno e se i vaccinati aumenteranno come numero. Certo, i ghiacciai permettono di sciare solo nei mesi più caldi, e di certo non sono più così presenti come una volta: due in Italia, poi Francia, Austria e Svizzera.

Tra queste Passo dello Stelvio apre quindi il 29 maggio, ed è l’unica località che permette di sciare, da sempre, ben 5 mesi l’anno. Le normative stringenti per il Covid stanno rendendo più complesse del solito le operazioni di preparazione della stazione valtellinese, ma da queste parti si guarda con grande ottimismo e fiducia alla stagione estiva, che si inoltrerà fino al 1 novembre. Si attendono ora solo le modalità di accesso alle piste e agli impianti, per poter programmare il tutto al meglio secondo le linee guida.

Lo scorso anno la capienza era stata limitata al 70% sulle cabinovie, e forse questa percentuale potrebbe essere riproposta quest’anno proprio per non creare assembramenti. Per gli skilift si viaggerà a pieno regime. Dalla Sifas commentano: «Se i vaccini e le norme preventive lo permettessero sarebbe splendido poter lavorare a pieno regime, però, come dice il detto: meglio feriti che morti».

Gli amanti dello sci sanno bene che per raggiungere il Passo dello Stelvio ci sono una funivia e un funifor che portano da quota 2700 metri a quota 3450 metri di Punta degli Spiriti. Qui ci sono 6 impianti di risalita e 20 km circa di piste con tracciati adatti a tutti e soprattutto a chi vuole fare i primi passi sulla neve. Presenti poi due piste per sci di fondo.

Cervinia sci estivo impianti aperti dal 12 giugno

Buone notizie per tutti gli appassionati di sci che fin’ora hanno dovuto fare i conti con le stringenti misure di contenimento del contagio da Covid e che finalmente potranno tornare a respirare la fresca aria di Cervinia.


Infatti, dopo le prolungate chiusure degli impianti sciistici che di fatto non hanno visto mai l’inizio della stagione invernale, Cervinia darà di nuovo il via allo sci estivo a partire dal 12 giugno.
Seppur ancora in attesa delle disposizioni operative da parte del Governo, la Cervino S.p.A. ha già pianificato una lunga estate piena di eventi e appuntamenti per gli appassionati, che si protrarrà fino al 12 settembre.
A Cervinia, piccolo agglomerato di case e alberghi moderni e spesso con SPA e area wellness, tutto è facilmente raggiungibile a piedi, compresi i suoi impianti. E come noto, Breuil-Cervinia è la capitale indiscussa dello sci con i suoi impianti moderni e veloci che consentono di raggiungere addirittura il ghiacciaio di Plateau Rosà in Svizzera.


Una volta saliti alla terrazza d’arrivo di Plateau Rosà la vista vi lascerà senza fiato. Potrete infatti ammirare dallo strapiombo sulle rocce i grandi quattromila, dal Cervino al Monte Bianco, dal Gran Paradiso al Monte Rosa a tutte le cime svizzere fino a godere dell’inconfondibile sagoma a punta del nostro Monviso.
Ai 3.500 metri di Plateau Rosà (raggiungibile in funivia da Cervinia in poco più di mezz’ora) la quota elevata del ghiacciaio garantisce neve compatta per tutta la stagione, con piste di ogni livello e la possibilità inoltre di incontrare i grandi campioni dello sci alpino e dello snowboard che qui si allenano in vista delle gare internazionali .
Se le tariffe non cambieranno rispetto la scorsa stagione, tra le novità ci sarà invece il prolungamento degli orari di apertura che permetterà di godersi a pieno la giornata con una più lunga permanenza a piedi del Cervino. “Con una stagione estiva più lunga si spera di consentire a tutti gli appassionati di fruire di qualche giornata di sci ai piedi del Cervino – sottolinea la società degli impianti a fune – e qualora ci fossero richieste, la società valuterà di prorogare l’apertura fino al 19”.


Sono moltissime le attività, non solo per gli amanti dello sci che nel comprensorio sciistico di Plateau Rosà (m. 3.500), tra i più belli delle Alpi, hanno già il divertimento assicurato, ma anche per alpinisti, escursionisti, bikers e appassionati di snowboard a disposizione dei quali ci sarà anche il “Gravity Park“, una struttura dotata di Half Pipe, Big Air, oltre a diversi rail e kicker.
Tra gli appuntamenti da non perdere, dal 12 al 18 luglio La Settimana del Cervino ricca di manifestazioni che celebrano l’icona di tutte le montagne del mondo per far riscoprire l’estate ad alta quota: street food, visite guidate, tornei, spettacoli per bambini e mercatini sono solo alcune delle attività in programma.
Insomma Cervinia offre un’estate da non perdere con occasioni di svago e sport a tutti i livelli, dallo sci al trekking (con più di 200 chilometri di sentieri e una rete di passeggiate sia per famiglie che per i più esperti), dai percorsi per mountain bike (Bike Park del Cervino praticabile anche in e-bike), al relax delle baite e l’immenso Cervino che si specchia nel celebre lago blu, fino allo shopping nella centrale via Carrel in cui degustare le tipicità valdostane.

Ecco gli altri appuntamenti con le aperture degli impianti del Cervino Ski Paradise:

• nel week-end del 19/20 giugno e dal 26 giugno al 5 settembre apriranno a Valtournenche la telecabina “Salette” ed il baby park “Buffalo”

• week end del 31 luglio/01 agosto e del 07/08 agosto sarà fruibile la seggiovia Chantorné-Collet, aperta in seguito tutti i giorni dall’11 agosto al 22 agosto

• nel week end del 28/29 agosto, a Chamois, sarà in funzione la seggiovia Corgnolaz (collegamento indispensabile per raggiungere il bellissimo lago di Lod durante i week end del 5/6-12/13-19/20 giugno e tutti i giorni dal 26 giugno al 12 settembre.

• dal 17 luglio al 29 agosto saranno in funzione, tutti i giorni, le altre seggiovie “Teppa” e “Falinère”

Norvegia, fa 40 km sugli sci per scappare dalla quarantena Covid

Lieto fine per un norvegese che era in fuga dalla quarantena anti-Covid. L’uomo, un cinquantenne aveva preso la decisione di percorrere oltre 40 chilometri sugli sci per raggiungere il confine con la Svezia ma il maltempo l’ha colto solo dopo 25 km. Fortunatamente il fuggitivo è stato dapprima soccorso da due pescatori ed un allevatore di renne a pochi chilometri dal
lago Essandsj, poi è stato recuperato dalle squadre dei soccorsi che lo hanno consegnato a loro volta alla polizia locale per il reato commesso (violazioni delle norme anti covid).

Milano Cortina 2026, “Futura” è il logo delle Olimpiadi invernali italiane

Scelto ufficialmente il logo per le Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026. Sarà Futura, che ha ricevuto il 75% dei consensi in più rispetto a Dado. Futura rappresenta un dito stilizzato che scrive sulla neve, ed è un richiamo al tema dell’inclusione.

Futura sarà quindi il simbolo dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026, ed è stato ufficialmente presentato alla Sala del Coni e alla Torre Isozaki di Milano, sede della Fondazione Milano-Cortina 2026.

Prima volta nella storia dei Giochi che un logo viene scelto da persone comuni ed appassionati di sport attraverso una votazione popolare online. Una scelta confermata da 871.566 votanti provenienti dall’Italia e da altre 168 nazioni.

Nel video di presentazione del logo, con la voce del direttore della comunicazione della Fondazione Milano Cortina, Andrea Monti, il futuro è il tema principale, e se ne parla come silenzio e musica, “un segno lieve sulla neve che il vento può cancellare, una carezza al pianeta e abbraccio alle generazioni che verranno a seguire. Un futuro trasparente”. Monti dice ancora: “L’idea di coinvolgere gli italiani nel processo decisionale è stata una grande possibilità, saremo il meno invasivi impossibili, perché la sostenibilità di cui tutti parlano è prima di tutto un modo di vivere: il nostro progetto, che coinvolgerà Milano, Cortina, Valtellina, val di Fiemme e Anterselva, sarà un progetto di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Ora inizia un percorso di coinvolgimento della comunità nazionale con molte importanti novità”.

Futura si manifesta come una scia lasciata da un dito sulla neve, a voler simboleggiare l’impatto leggero che avranno i giochi sull’ambiente. Proprio per questo la scelta del dito e non dell’inchiostro. Nel bianco c’è anche il messaggio dell’inclusione e della parità, intrinseco nelle Olimpiadi.

Lo scorso 6 marzo, sul palco di Sanremo, Dado e Futura erano stati presentato da Federica Pellegrini ed Alberto Tomba, e per votarli c’è stato tempo fino alla mezzanotte del 25 marzo. Nell’evento di presentazione, a cui ha preso parte la nuova Sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali, sono stati appunto collegati dalla sede milanese della Fondazione Milano-Cortina 2026 e dal Salone d’Onore del Coni di Roma, Giovanni Malagò e Vincenzo Novari, rispettivamente presidente del Comitato olimpico nazionale e della Fondazione Milano-Cortina 2026 e l’amministratore delegato della Fondazione, Vincenzo Novari.

Entusiasti i commenti di Valentina Vezzali, che ha dichiarato:”Ogni logo porta con se’ emozione, medaglie, storie di atleti, dirigenti e tifosi. Ogni olimpiade è contraddistinta da un logo, e rappresentano più di un simbolo. Questo è un momento storico: ciò che ieri non c’era, oggi è una realtà. Un riconoscimento per un’olimpiade che sarà memorabile, un’olimpiade italiana. Una delle sfide che Milano-Cortina porta con se’ e saprà vincere. Questi saranno Giochi olimpici di tutta l’Italia che attraverso lo sport faranno rialzare il Paese. Lo sport è una leva”.

Anche Giovanni Malagò ha voluto esprimere tutto il suo apprezzamento per il logo, che tanto vuol dire in questo momento di crisi mondiale che stiamo vivendo: “Il logo di Milano-Cortina 2026 sarà “qualcosa non solo da sostenere, ma anche da indossare e può fare anche da apripista come formato grafico in futuro. Sarà il simbolo della tenacia di chi ha voluto fortemente queste olimpiadi, le olimpiadi del Paese”.

Futura sarà anche il logo delle Paralimpiadi di Milano Cortina 2026, con una sorta di evoluzione tricolore. I numeri 2 e 6 saranno sfumati nei colori rosso, azzurro e verde del Comitato Italiano Paralimpico, ed ispirati all’aurora boreale del 2003 a Cortina e alla voglia di trasmettere inclusione, proprio come spiegato da Luca Pancalli, numero uno del Cip: “Saranno le più belle olimpiadi della storia e nelle quali ci identificheremo tutti. Non parliamo della diversità di un logo ma la variazione – ha detto Pancalli alla presentazione. “E’ bella la chiave narrativa, non essendo percepibile il bianco dagli atleti ipovedenti si è voluta rispettare la possibilità anche per loro di riconoscersi in un logo che li accompagnerà nella loro memoria”.

L’amministratore delegato del Comitato organizzatore di Milano-Cortina 2026 Vincenzo Novari ha poi lanciato un appello in occasione della presentazione del logo Futura: “Valentina Vezzali avrà un compito estremamente importante per le infrastrutture. Siamo ancora in attesa per l’agenzia delle infrastrutture che avrà in carico questo gravoso compito e i tempi sono abbastanza stretti. Dobbiamo correre per fare tutto quello che ci aspetta in questi prossimi anni”.

Ha parlato anche il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana: “Pensiamo che quella del 2026 sarà una tappa fondamentale per la nostra Regione e il nostro Paese, sarà una tappa in cui presenteremo la faccia rinnovata della Lombardia, del Veneto e di tutta l’Italia dopo questa situazione difficile. La candidatura è stata una esperienza esaltante, siamo partiti con un po’ di preoccupazione e dubbi ma gradualmente siamo stati rassicurati. Non vi nascondo che il giorno in cui venne detto il nome Milano-Cortina è stata una delle emozioni più belle degli ultimi anni. Stiamo lavorando, ci stiamo attrezzando per creare infrastrutture necessarie a rendere più agevoli e attrattivi i nostri territori”.

Infine il sindaco di Cortina, Gian Pietro Ghedina, ha così commentato: “Oggi inauguriamo un nuovo percorso con il nuovo logo verso il 2026. Cortina e il territorio del Veneto si stanno preparando alla grande, con un grande lavoro di sinergia e di squadra come quello che ha consentito di vincere la corsa per l’assegnazione dei Giochi. Le Olimpiadi tornano a Cortina dopo 70 anni e avremo di nuovo l’onore di ospitarle nel nostro territorio. I Giochi saranno occasione di rilancio non solo del Veneto, ma del sistema montagna e di tutto il Paese. Oggi è tempo di guardare al futuro con fiducia e con le Olimpiadi onoreremo al meglio il nostro Paese”.

I Paperon de paperoni dello sci, gli sciatori che hanno guadagnato di più nella stagione 2020/2021

Sono passate solo 24 ore dalla fine ufficiale della stagione di Coppa del Mondo di sci 2020/2021, e già gli addetti ai lavori, gli appassionati ed i professionisti iniziano a tirare le somme di questi mesi intensi e molto particolari a causa del Covid.

Per iniziare con un po’ di numeri, diciamo subito che nel circuito femminile si sono disputate 31 gare, mentre quelle nel circuito maschile sono state 35.

Ma le curiosità sono soprattutto quelle che riguardano i montepremi che gli sciatori più importanti e famosi hanno guadagnato dopo aver vinto le varie gare stagionali. Sì perché chiaramente oltre alla gloria c’è anche un riconoscimento in denaro per gli atleti, che arriva da organizzazione e sponsor vari.

Dai primi dati emerge che i vincitori della classifica generale della Coppa del Mondo di sci alpino non sono necessariamente i più ricchi del carosello sciistico, almeno stando solo alla parte economica. Per fare un esempio, nelle gare maschili dell’Hahnenkamm Trophy a Kitzbühel o nello slalom femminile di Flachau si guadagna molto di più rispetto al montepremi standard delle altre gare.

Chi sono gli sciatori che hanno guadagnato di più?

Tra gli uomini, la stagione 2020/2021 ha visto trionfare nella classifica dei più ricchi il vincitore della Coppa generale, Alexis Pinturault, che guadagnato 342.549 euro. Un po’ più dello scorso anno, quando si era portato a casa 355.000 CHF. Guadagni resi possibili dalle vittorie a Lech, Alta Badia, Adelboden e Lenzerheide, ciascuna con 45.000 CHF. Nella classifica femminile invece, la prima è Lara Gut-Behrami con 438.362 euro, anche grazie ai 114.000 CHF conquistati con i due ori e il bronzo di Cortina 2021.

Il secondo posto tra gli uomini è occupato dall’austriaco Vincent Kriechmayr con 302.810 euro. Per lui valgono le vittorie di Garmisch, Saalbach e i due ori di Cortina (48k per le gare mondiali). A seguire l’astro nascente svizzero Marco Odermatt (285.920), e ancora l’austriaco Marco Schwarz al quarto posto con 238.370 euro.

Per quanto riguarda l’universo femminile, la slovacca Petra Vlhova, vincitrice della Coppa del Mondo si piazza solo al secondo posto di questa speciale classifica delle sciatrici più ricche, con 401.682 euro, molto meno della Gut-Behrami. Al terzo posto troviamo Mikaela Shiffrin, che ha disputato un numero inferiore di gare ma che si porta lo stesso a casa ben 410.978 franchi svizzeri. Katharina Liensberger, austriaca, si è piazzata quarta con 301.039 euro. Tra le donne va segnalato che il montepremi è suddiviso tra meno atlete rispetto agli uomini.

Marta Bassino è la prima italiana in questa classifica dei guadagni, ed è quinta con 288.606 CHF, grazie soprattutto alle 4 vittorie in Coppa del Mondo e all’oro mondiale conquistato nel parallelo. Sofia Goggia è settima in classifica con 224.804 CHF, grazie alle 4 vittorie di Val d’Isere, St.Anton e Crans Montana (2). Federica Brignone è nona con 157.809 CHF.

Il primo azzurro tra gli uomini è, come lo scorso anno, Dominik Paris, che si è classificato sedicesimo con 108.815 CHF. Luca De Aliprandini, grazie anche all’argento mondiale, riesce a portare a casa 57.625 CHF.

Ecco la classifica guadagni Coppa del mondo di sci femminile (Franchi svizzeri)

  • Lara Gut-Behrami (SUI) 485.091 Franchi svizzeri
  • Petra Vlhova (SVK) 444.501
  • Mikaela Shiffrin (USA) 410.978
  • Katharina Liensberger (AUT) 333.129,52
  • Marta Bassino (ITA) 288.606

Ecco la classifica guadagni Coppa del mondo di sci maschile (Franchi svizzeri)

  • Alexis Pinturault (FRA) 379.064,88
  • Vincent Kriechmayr (AUT) 335.090
  • Marco Odermatt (SUI) 285.920
  • Marco Schwarz (AUT) 263.780,57
  • Beat Feuz (SUI) 226.440

In totale sono stati premiati ben 154 atleti uomini, contro i 164 dello scorso anno, e 127 atlete donne contro le 128 dell’anno scorso.

Avoriaz, il video pazzo di Valentin Delluc che fa speedriding

Valentin Delluc famoso da sempre per spingere il suoi limiti al massimo mixando lo sci freestyle e lo speedriding è ritornato con una nuova sfida sulla neve francese. Più precisamente le sue evoluzioni sono state filmate nella località sciiistica di Avoriaz (deserta) a 1800 metri di altitudine.
Scene spettacolari dove si può vedere Valentin Delluc toccare i cavi delle seggiovie, saltare sopra i tetti delle case, sfiorare ponti e muri.

Guarda il video

Sempre meno neve in montagna, pubblicato lo studio di Eurac Research

La notizia pubblicata dopo uno studio di Eurac Research non è delle migliori: in montagna c’è sempre meno neve. Questo almeno secondo i dati che sono pervenuti da 800 stazioni di rilevazione che hanno mostrato come negli ultimi 50 anni, in primavera ed in tutte le quote e regioni, c’è sempre meno neve.

In inverno questo dato è ancora più specifico sotto i 2000 metri. ormai, secondo i dati, la stagione della neve dura solo 22-34 giorni.

Pensate che in alcune zone delle Alpi c’è una bellissima tradizione secondo la quale si deve misurare la profondità della neve. Una tradizione in alcuni casi che risale alla fine del XIX secolo. Usanze antiche che spesso vengono utilizzate anche dalla scienza, per avere dati aggiornati e a lungo termine. Questo sistema però fino ad ora si limitava a poche stazioni, al massimo qualche centinaia.

Non c’era insomma un quadro completo della situazione nevosa nell’intera regione delle Alpi. Due ricercatori dell’Istituto per l’osservazione della Terra, Michael Matiu e Alice Crespi, hanno avuto l’idea di creare un sistema molto complesso di misurazioni: hanno così reclutato ben 30 scienziati provenienti da tutti i paesi delle Alpi ed hanno coordinato un lavoro con cui si sono raccolti tutti i dati ed analizzarli in maniera più uniforme possibile.

Lo studio dei ricercatori è stato così pubblicato sulla rivista The Cryosphere, e raccoglie i dati che sono stati individuati da 2000 stazioni di rilevazione che sono presenti in vari paesi: Italia, Austria, Slovenia, Germania, Svizzera e Francia. Grazie a questi dati si ha ora un quadro completo della distribuzione delle precipitazioni nevose sulle Alpi.

Di queste 2000 stazioni, ben 800 coprono l’arco temporale degli ultimi 50 anni, così da poter raccontare l’andamento della neve in questo periodo fino a quota 2000 metri. Sopra questa quota infatti, non ci sono stazioni sufficienti per poter avere dei dati affidabili. Ora quindi, sulla base di questi dati, è possibile “descrivere quantitativamente in modo preciso la copertura nevosa sulle Alpi, la sua distribuzione, capire cosa é cambiato negli ultimi 50 anni”, proprio come spiega Matiu.

Si è anche scoperto che la distribuzione della neve rispecchia precisamente le grandi zone climatiche alpine: a sud c’è il 20-30% in meno di neve rispetto al nord. Non solo la neve è distribuita in maniera poco omogenea, ma diminuisce anche in maniera diversa. Nelle zone meridionali con poca neve (Italia e Slovenia), l’altezza della neve diminuisce più nettamente sotto i 2000 metri nella maggior parte dei mesi dell’anno rispetto alle zone settentrionali.

Dallo studio si osserva poi che anche le tendenze regionali tendono a variare, ma nel lungo termine sono uniformi nella regione alpina: gli anni ’70 e ’80 sono stati nevosi, seguiti poi da una fase di basso innevamento all’inizio degli anni ’90. Da allora la neve è aumentata senza però mai raggiungere il livello degli anni ’70. In primavera, poi, c’è meno neve ovunque. Crespi sottolinea: “Mentre in inverno si nota un ampio ventaglio di variazioni a seconda del luogo e dell’altitudine, anche con isolati aumenti della neve soprattutto a quote più elevate, in primavera quasi tutte le stazioni hanno registrato diminuzioni”.

Sotto i 2000 metri la stagione nevosa dura solo dai 22 ai 34 giorni negli ultimi 50 anni, con la neve al suolo che si presenta più tardi in inverno e scompare prima in primavera. Una conseguenza diretta del cambiamento climatico, come spiega Matiu: “In questo studio non abbiamo esaminato esplicitamente le correlazioni, ma è chiaro che la neve si scioglie prima e più velocemente a causa delle temperature più alte e che le precipitazioni si manifestano sotto forma di pioggia anziché di neve”.

Una ricerca utile e preziosa, a disposizione ora dell’intera comunità scientifica mondiale per essere arricchita in futuro da altri studi.

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