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Ciaspolando sulle Alpi: escursioni e consigli sulle ciaspole

Se avete deciso di leggere questo articolo è perché, molto probabilmente, avete sentito
qualche appassionato di montagna parlare di ciaspolate sulla neve, magari addirittura al
chiaro di luna. Del resto una vacanza invernale in montagna non può dirsi completa senza la mitica ciaspolata! O forse avete visto da qualche parte una magnifica foto con escursionisti armati di racchette da neve sullo sfondo di un paesaggio imbiancato mozzafiato. Se anche voi sentite il richiamo della natura e avete una gran voglia di passeggiare sulla neve ma non sapete come o dove farlo, non preoccupatevi: usare le ciaspole non è per niente complicato, anzi!

Ma cosa sono esattamente le ciaspole o racchette da neve?

Semplicemente sono degli accessori da agganciare a scarpe e scarponi per poter camminare agevolmente sulla neve, questo perché forniscono una superficie calpestata maggiore e una migliore ridistribuzione del peso, permettendo di galleggiare sulla neve senza affondare o scivolare
pericolosamente. Le ciaspole classiche erano fatte in legno e corda (e in alcune zone
montane sono ancora in uso), mentre quello moderne e sportive sono fatte in plastica e
alluminio e in genere sono dotate di agganci automatici e di ramponi per una performance
più efficace. Sono facilissime da indossare: basta infilare punta e tacco negli appositi spazi, per poi far scattare gli agganci o fissare il tutto con cinghie e lacci.
Camminare con le racchette da neve è diventata negli anni una vera e propria disciplina,
detta “snowshoeing” (letteralmente: camminare nella neve). Usare la ciaspole non è affatto difficile, di solito bastano un paio di lezione per padroneggiare la tecnica base, che viene poi affinata con del semplice esercizio.

Lo snowshoeing è adatto a tutti, anche alle famiglie

Lo snowshoeing è anche un esercizio perfetto per le famiglie e per chi vuole godersi la montagna in modo rilassante: è una disciplina a basso impatto e ognuno può gestire sentieri ed escursioni secondo i propri tempi e la propria forma fisica.

Alcune escursioni con le ciaspole consigliate sulle Alpi

Per quanto riguarda l’Italia, la patria delle ciaspole è sicuramente il Trentino (il nome deriva proprio dal dialetto locale, il ladino, che in realtà è una vera e propria lingua). Le Dolomiti e le valli sottostanti sono lo scenario perfetto per una camminata rinvigorente!

In Val di Non ad esempio è possibile godersi una lunga passeggiata presso il panoramico
Corno di Tres: ci si arriva in circa tre ore, passando per boschi e sentieri poco ripidi e ben
battuti. Alla fine del percorso si trova un’accogliente malga aperta tutto l’anno e un punto
panoramico mozzafiato. Sempre in Val di Non si trova il sentiero del Monte Luchet, ideale
per chi indossa le ciaspole da poco o vuole fare una passeggiata in tutta calma tra boschi e pascoli con poco dislivello.


La Val de Vajolet invece si trova nell’area del Catinaccio, uno dei gruppi più scenografici
della Dolomiti: qui ci aspetta il percorso che va da Soial alle baite di Gardeccia. È
un’escursione breve che prevede poco meno di tre ore di cammino tra andata e ritorno. Non presenta dislivelli significativi ma offre scorci di grande bellezza tra boschi e roccia (questa zona è veramente molto bella).


Quando si parla di Trentino è impossibile non citare la Val di Fassa, forse una delle valli più particolari e ricche di angoli fiabeschi. Uno di questi lo potrete scoprire ciaspolando sui
pascoli del Latemar, percorrendo il passo di Costalunga. Questo sentiero è perfetto per le famiglie dato che ha un tempo di percorrenza di sole due ore e un dislivello minimo di 200
metri circa (resti tra noi: è anche uno dei miei preferiti!).


Le ciaspole tuttavia si possono usare per esplorare anche le Alpi lombarde: in Val di Scalve è possibile ripercorrere quelli che un tempo erano i sentieri di minatori, oggi immersi tra boschi di pini e pascoli verdi. Il sentiero parte da Teveno per concludersi alla Malga Bassa di Barbarossa dopo circa due ore di cammino. Questo percorso non presenta particolari difficoltà e ha un’atmosfera davvero particolare!


Non poteva poi mancare uno spazio dedicato ad uno dei monti più famosi d’Italia: il Monte Rosa. È possibile “ciaspolare” alle sue pendici percorrendo il sentiero che parte da
Macugnaga (qui potrete ammirare la parete rocciosa di nord-est, davvero selvaggia) e
raggiunge il Belvedere in circa un’ora (da qui iniziano altri percorsi, alcuni dei quali consigliati però ai più esperti).

Sempre in Piemonte potrete passare a salutare il Re della pietra: il Monviso! Il percorso parte da Pian Regina e finisce sul colle Sea delle Tempe, dove potrete ammirare il luogo di nascita del fiume Po! Attenzione però: questo sentiero tocca altitudini piuttosto elevate (2299 mslm) e non è indicato per chi non è bene allenato o soffre di sbalzi di pressione.

Dove acquistare le ciaspole

Adesso sapete quasi tutto quello che c’è da sapere sulle ciaspole! Lo snowshoeing è uno
sport divertente, adatto a tutti ed economico, visitando siti di attrezzatura sportiva come
Addnature potete facilmente farvi un’idea. Senza contare che viene praticato in alcuni dei
luoghi più belli del mondo!

The Tree Top Walk: in slovenia la passeggiata nel bosco a 40 metri di altezza

Si inaugura ufficialmente il prossimo 20 settembre The Tree Top Walk, l’emozionante passeggiata nel bosco in Slovenia ad un’altezza di 40 metri, proprio nel cuore della catena montuosa Pohorje, nel nord-est della nazione.

Il The Tree Top Walk è circondato da monti e foreste, con cime che arrivano a 1517 metri, come la montagna Rogla. Una passeggiata unica nel suo genere, che darà l’occasione di far conoscere ai turisti queste montagne con le loro particolarità. Nel percorso si potranno così ammirare le foreste slovene, con possibilità di ammirare gli alberi maestosi dalle radici fino alla cima.

Lunghezza passeggiata nel bosco

Una vista mozzafiato insomma quella che regalerà il The Tree Top Walk, grazie al quale si entrerà all’interno della foresta, nel vero senso della parola, ammirando animali e piante mai visti così da vicino. La passeggiata sarà lunga 1000 metri, con un percorso all’interno della foresta per scoprirla da vicino, e per capire come proteggere un ambiente così prezioso.

Prezzo del biglietto

L’area su cui si sviluppa il The Tree Top Walk non ha barriere architettoniche ed è quindi fruibile da tutti. Il biglietto di ingresso ha un costo di 10 euro ma sono previste riduzioni per minori e gruppi. I bambini fino a 3 anni non pagano. La zona è servita da un grande parcheggio, e c’è possibilità di portare anche gli animali.

Vediamo ora più da vicino le caratteristiche tecniche del The Tree Top Walk:

  • Lunghezza totale della passerella: 1043 metri
  • Lunghezza della passerella: 522 metri
  • Lunghezza della passerella della torre: 521 metri
  • Altezza della torre di osservazione: 37 metri
  • Altezza del passaggio pedonale: Fino a 20 metri
  • Numero di poli: 18
  • Salita sulla passerella: Max 6% compresa la torre
  • Entrata della torre: A 14 metri
  • Diametro della torre: 22 metri
  • Larghezza del passaggio pedonale: 1,94 metri
  • Altezza della passerella sul livello del mare: 1517 metri
  • La torre è composta da: 9 poli

Orari di apertura

  • Gennaio: 10:00-16:00
  • Febbraio: 10:00-16:00
  • Marzo: 10:00-18:00
  • Aprile: 10:00-18:00
  • Maggio: 10:00-18:00
  • Giugno: 9:30–19:00
  • Luglio: 9:30–19:00
  • Agosto: 9:30–19:00
  • Settembre: 9:30–19:00
  • Ottobre: 10:00-18:00
  • Novembre: 10:00-16:00
  • Dicembre: 10:00-16:00

Ruspe in azione sul ghiacciaio Pitztal in Austria, il wwf contraria ai lavori

Il ghiacciaio Pitztal, in Austria, è in questi giorni sotto gli occhi di tutti per le immagini pubblicate dal WWF Austria che immortalano escavatori all’opera mentre scavano e distruggono proprio il ghiacciaio. I due mezzi stanno intaccando la superficie ghiacciata a 3000 metri di quota, e a 3440 metri si sta lavorando per ampliare le piste che partono proprio da quella zona e sono servite dalla cabinovia Wildspitzbahn.

Le ruspe scavano il ghiacciaio per ampliare le piste da sci e scattano le proteste

Tutte le associazioni ambientaliste si sono mosse in difesa del ghiacciaio Pitztal, e definiscono queste azioni come uno scempio in un territorio che solo per il 7% vede uno stato naturale ed incontaminato. Le stesse associazioni si definiscono poi contrarie al progetto di collegamento tra la ski area di Pitztal e Oetztal, che andrebbe appunto a rovinare ghiacciai incontaminati ed ambienti intatti.

Anche il famoso scalatore tedesco Thomas Huber ha voluto riportare la vicende del ghiacciaio Pitztal sul suo profilo Instagram con una foto particolare e con un messaggio inequivocabile:

“Questa immagine con l’aquila ha una storia importante…
Sì, è stata un’estate insolitamente calda nel Karakorum e guardando indietro alla nostra spedizione, la decisione di ritirarsi è stata quella giusta. Ci sono certamente molte ragioni per l’aumento estremo della temperatura. Alcuni diranno che è un umore della natura. Molti diranno che ci sono già i segni evidenti del riscaldamento globale! Posso riferire dall’esperienza diretta come alpinista: il tempo sta diventando sempre più imprevedibile in montagna, lo zero termico si alza di anno in anno, ci sono enormi frane causate dal dissolvimento del permafrost e i ghiacciai si ritirano drammaticamente! Dopo tutto quello che ho vissuto, è stato terribile vedere queste immagini di scavatori sui nostri ghiacciai alpini che prelevavano il ghiaccio per migliorare e ottimizzare una stazione sciistica. Ero disperato: sembra che ci siamo persi! Ma Nomi Baumgartl dice che c’è una possibilità se cambiamo! “Il legame tra terra e umanità è indissolubile. Lo stato attuale del nostro pianeta riflette solo il pensiero di tutta l’umanità. Ma se cambiamo internamente, anche il mondo e il nostro pianeta cambieranno.”

Lei è il cuore di “EagleWings, proteggere le Alpi”, fotografa e per me l’angelo custode del nostro mondo … Non sta facendo la morale con le sue risposte, ma mostra con le sue immagini la bellezza del nostro mondo. Il simbolo di “EagleWings” è la regina dell’aria! L’aquila è il legame tra uomo e natura! Se proteggiamo tutti l’habitat dell’aquila, miglioreremo contemporaneamente il nostro habitat! È tempo di… #change

Va ricordato che l’Austria ha quasi 3000 funivie e impianti di risalita, ed è al secondo posto nel mondo come infrastrutture sciistiche, dietro solo agli USA. Mentre in tutto il mondo si parla di cambiamenti climatici e scioglimento dei ghiacci, in Austria si procede a tutto questo, con la distruzione di un’area di 64 ettari, per creare nuove piste da sci e nuovo turismo di massa.

Cosa dice il WWF?

Josef Schrank, esperto del WWF, ha dichiarato: “Nelle vicine aree sciistiche si può già vedere cosa minaccia la montagna incontaminata del ghiacciaio: un grande sito di costruzione, dove il turismo lavora contro la natura, invece che con essa. Oltre ad una politica climatica e ambientale coraggiosa, abbiamo bisogno di un’efficace protezione dei ghiacciai, che venga attuata senza eccezioni”.

Per il progetto sul ghiacciaio Pitztal sarà pavimentata una riserva, costruiti edifici e impianti, con la perdita degli habitat alpini; sarà perfino rimossa una cresta. Robert Renzler, segretario generale dell’Austrian Alpin Club ammette: “È incomprensibile perché venga accettata una tale distruzione. I ghiacciai si sciolgono sotto i nostri piedi. Allo stesso tempo, i corsi d’acqua incontaminati vengono utilizzati per innevare le aree sciistiche dei ghiacciai e sono stati costruiti dei bacini idrici”.

Dolomiti Superski, comunica investimenti per 100 milioni e le date di apertura degli impianti stagione invernale 2019/2020

Il grandissimo comprensorio sciistico Dolomiti Superski promette di essere, anche per la stagione invernale 2019/2020, il meglio dell’intero panorama delle skiarea nazionali. Sono infatti 100 i milioni stanziati per investimenti da fare nell’intero comprensorio per migliorare strutture e servizi, che sono comunque già all’avanguardia.

Apertura e chiusura impianti Dolomiti Superski stagione 2019/2020

Nelle 12 skiarea che compongono il Dolomiti Superski, le 130 società che vi operano hanno quindi deciso di apportare sostanziali modifiche in vista della stagione che inizierà il 30 novembre nei comprensori maggiori di Cortina d’Ampezzo, Plan de Corones, Carezza, Arabba/Marmolada, Val di Fiemme/Obereggen, San Martino di Castrozza/Passo Rolle, Alpe Lusia/San Pellegrino e Civetta, mentre in tutti gli altri l’inizio è previsto per la settimana successiva: Alta Badia, Val Gardena/Alpe di Siusi, Val di Fassa e Rio Pusteria-Bressanone. Ricordiamo anche che a seconda delle condizioni meteo del momento, i singoli impianti potrebbero anche decidere di anticipare l’apertura. La fine della stagione è invece previsto tra il 22 marzo e il 5 maggio 2020.

Dolomiti Olimpiche è lo slogan per la stagione sciistica 2019/2020

Va ricordato che la prossima stagione invernale sarà quella che avrà come slogan “Dolomiti Olimpiche“, vista l’assegnazione delle Olimpiadi Invernali del 2026 a Milano-Cortina, proprio quindi nel territorio delle Dolomiti. In questa stagione poi ci saranno anche le finali di Coppa del Mondo di sci a Cortina, e nel 2021 i Campionati del Mondo invernali, sempre a Cortina.

Come verranno spesi i 100 milioni di euro?

Dei 100 milioni di investimenti, 30 saranno destinati agli impianti di innevamento, per un’esperienza unica da vivere nel Dolomiti Superski. Molto invece verrà fatto per sostituire i vecchi impianti di risalita con strutture più nuove e moderne, alcune piste saranno rimodernate per garantire la sciabilità più a lungo. Già iniziati i lavori per i nuovi impianti a Cortina d’Ampezzo, Plan de Corones, Alta Badia, Val Gardena/Alpe di Siusi, Obereggen, 3 Cime Dolomiti e San Martino di Castrozza/Passo Rolle, mentre in tutte le 12 zone del Dolomiti Superski si interverrà negli impianti di innevamento programmato.

In generale possiamo dire che in tutte le 12 zone del Dolomiti Superski si interverrà per la sostituzione dei vecchi impianti (seggiovie e cabinovie), si amplieranno le piste e le si renderà più funzionali e si interverrà sugli impianti di innevamento.

Bruncuspina, la seggiovia è pronta ma non ci sono tutti gli altri servizi

Nel Comune di Fonni, in Sardegna, si trova la stazione sciistica di Bruncuspina, che ha visto lo scorso anno il completamento della seggiovia biposto. La struttura però non è mai entrata in funzione.

Oltre alla famosa seggiovia, la zona di Bruncuspina non ha però visto l’accelerazione di alcune opere di contorno fondamentali, come i parcheggi, il locale per il ristorante e il noleggio, la strada di accesso. L’unica cosa che al momento è in piedi nella zona è appunto la seggiovia.

Ora le amministrazioni iniziano a prevedere un utilizzo destagionalizzato delle strutture, visto anche che da queste parti la neve non cade in maniera copiosa nel corso dell’anno. Non è stato previsto alcun impianto di innevamento programmato, e per il momento la popolazione aspetta invano di tornare a sciare, senza dover spostarsi in altre regioni. Il sindaco di Fonni, Daniela Falconi, ha scritto un lungo post sui social a proposito della questione di Bruncuspina, che riportiamo integralmente:

“Se si cerca bene, ne sono sicura, ci sono tracce del famosissimo “piano neve” di Fonni anche nell’Eneide. O forse era l’Odissea. Boh, chissà.
Scherzi a parte, serviva la battuta per rendere l’idea di quanto si parli di questo argomento non solo dalla famosa notte dei tempi ma come, soprattutto adesso che siamo quasi arrivati “al dunque” ci sia attesa, curiosità, voglia che si faccia in fretta.
Da cittadina e appassionata viscerale di montagna comprendo benissimo infatti sia l’ansia da apertura ma anche un po’ di pessimismo (dopo tutti questi anni di attesa, è più che comprensibile). Da Amministratrice invece mi impongo non solo la calma, ma anche un fortissimo senso di responsabilità che mi porta a prendere tutto il tempo necessario per fare tutte le scelte giuste e che ci portino a concludere l’opera non solo in tempi ragionevolmente brevi ma soprattutto efficaci dal punto di vista della funzionalità. Anche perché il lavoro grande che è stato fatto dalle amministrazioni che ci hanno preceduto (due comunali e tre regionali più, ovviamente, le attuali) deve essere portato a termine nel migliore dei modi.
Ecco perché l’incontro di oggi ha un valore, soprattutto politico, enorme.
Tre assessori regionali, Turismo, Ambiente e Lavori Pubblici (non so se a Fonni era mai successo prima) hanno voluto non solo vedere e capire “il Bruncuspina” ma mettersi a disposizione per portare a termine il risultato. Per questo, non solo devo ringraziare la loro disponibilità, ma mi carico – insieme a tutti i compagni di viaggio – di un ulteriore senso di responsabilità per proseguire e rafforzare un percorso iniziato.

Al di là dei dettagli tecnici dei quali si è discusso e che verranno affrontati già dai prossimi giorni il fatto che fossero qui, che abbiano toccato e visto di persona i luoghi, che abbiano capito le enormi potenzialità del nostro territorio è un grande traguardo raggiunto.
La montagna non è solo dei fonnesi, la montagna è della Sardegna, è di ogni sardo. E per questo motivo la Regione non solo se ne deve fare carico ma deve costruirci intorno modelli di sviluppo. Quando nevica in montagna, a Fonni e a Desulo, succede qualcosa come se in estate dovessimo andare tutti insieme nella stessa spiaggia. Per questo motivo non solo dobbiamo essere pronti, ma dobbiamo migliorare al massimo infrastrutture, servizi, e forse anche qualche modo di fare. Dobbiamo, appunto, essere preparati e migliorare. Dobbiamo diventare professionisti. Tutti.
Non solo sport invernali, ma una serie di interventi che consentiranno che la nostra montagna venga vissuta tutto l’anno e da tutti gli appassionati. Sia sportivi ma anche da chi ha solo bisogno di godere si panorami mozzafiato, silenzio e aria frizzante.
Per questo motivo, oltre alla conclusione del rifugio e ad un primo importante intervento sulla strada (per cui c’è già un finanziamento di un Milione di euro) più una serie di interventi in corso su sentieristica e servizi oggi si sono poste delle basi serie per programmare interventi concreti materiali e immateriali. Sia sulla strada, sia su diverse infrastrutture in paese ma anche sulla programmazione di formazione adeguata degli operatori e sulla promozione territoriale.

Ora, vedere la seggiovia praticamente pronta all’uso (verrà collaudata entro settembre) e non poterla probabilmente utilizzare questa stagione o comunque da subito può essere complicato da capire. Ma davvero l’attesa varrà la pena. Questo lo voglio lasciare come messaggio di ottimismo e positività.
Si è lavorato, in questi anni, a costruire un piano di gestione (sono stati analizzati ad esempio decine e decine di casi simili al nostro) che possa dare a quell’area una prospettiva di sviluppo seria. Non ci possiamo permettere, e lo dico con fermezza, ne tentennamenti ne errori. Dobbiamo fare le cose bene.
Ma soprattutto, e questo dipende non solo dall’Amministrazione ma dall’animo che ogni cittadino fonnese ha sempre dimostrato di avere, si possono costruire davvero intorno alle infrastrutture modelli di sviluppo nuovi, migliori, e che diano opportunità di crescita ad un intero territorio”.

Parco Nazionale dei Monti Sibillini, lo spettro di Brocken fotografato da Monica Capretti

E’ tornato lo spettro di Brocken, fotografato da Monica Capretti sui Monti Sibillini con un’immagine nitida che da qualche giorno sta invadendo siti e giornali. Non stiamo però parlando di fenomeni paranormali come alcuni potrebbero pensare quando sentono la parola “spettro“, ma di un particolare effetto ottico che prende il nome di “gloria solare“.

Che cos’è lo spettro di Brocken anche conosciuto come gloria solare?

Lo spettro di Brocken (o gloria solare) è quindi un particolare fenomeno ottico visibile solo con particolari condizioni atmosferiche che si realizza solo a quote molto elevate, proprio come nel caso del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. La luce viene riflessa in direzione della sua fonte a causa di una piccola nuvola di goccioline d’acqua uniformi: si genera così un effetto ottico illusorio che allarga l’ombra della persona che lo sta osservando.

Un fenomeno, questo dello spettro di Brocken, che si genera quando il sole è basso sulle nuvole intorno alla montagna in cui ci si trova. Si crea un alone di luce in cui si vedono nitidamente una serie di anelli di tante dimensioni, che dipendono dalle condizioni atmosferiche, dall’umidità e dall’inclinazione.

Monica Capretti e una fotografa appassionata di montagna, e mentre ha scattato questa foto si trovava sulla cresta che dal Pizzo Tre Vescovi porta a Forcella Angagnola, sui Monti Sibillini. L’altitudine era di circa 1900 metri, ed il sole stava tramontando, visto che erano circa le 17.20.

Olimpiadi invernali Pechino 2022, presentate le mascotte Bing Dwen Dwen e Shuey Rhon Rhon

Mancano esattamente due anni all’apertura delle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022, e finalmente è stata presentata la mascotte ufficiale che sarà il simbolo che rappresenterà in tutto il mondo questo grande evento. Si chiama Bing Dwen Dwen ed è un panda.

Cosa rappresenta la nuova mascotte di Pechino 2022?

La nuova mascotte di Pechino 2022 rappresenta quindi il panda, animale simbolo della Cina, che il Comitato organizzatore cinese ha presentato nelle scorse ore in una cerimonia alla quale hanno partecipato il vicepremier Han Zheng e il presidente del CIO Thomas Bach.
Il panda Bing Dwen Dwen rappresenta i valori che da sempre ispirano le Olimpiadi e nello stesso tempo richiama l’attenzione sull’animale che è a rischio estinzione, e che ormai vive solo in Cina.

Il Sindaco di Pechino Chen Jining ha dichiarato: “Queste mascotte combinano elementi della cultura tradizionale cinese e uno stile moderno e internazionale. oltre a sottolineare le caratteristiche degli sport sul ghiaccio e sulla neve, e quelle della città ospitante. E mostrano chiaramente le aspettative del popolo cinese per i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Pechino e il caloroso benvenuto della Cina agli amici di tutto il mondo”.

Presentata anche la mascotte delle paralimpiadi, la lanterna rossa Shuey Rhon Rhon

A Pechino 2022 anche le Paralimpiadi, che avranno invece come simbolo una lanterna rossa, altro simbolo tipico cinese, e che si chiamerà Shuey Rhon Rhon. Le due mascotte sono risultate vincitrici in un concorso internazionale che ha coinvolto 35 paesi e 5800 proposte da tutto il mondo.

Roccaraso nel film di Alessandro Siani “Il giorno più bello del mondo”

Di nuovo la località di Roccaraso sarà protagonista al cinema, infatti l’attore napoletano Alessandro Siani l’ha citata in una delle battute più divertenti del film “Il giorno più bello del mondo“.

Quando uscirà nelle sale il film Il giorno più bello del mondo?

L’uscita in tutte le sale cinematografiche d’Italia è prevista per il prossimo 31 ottobre.

La storia del film

Il titolare di un piccolo e vecchio teatro destinato a chiudere per sempre, Arturo Meraviglia, riceve all’improvviso una eredità che potrebbe far decollare di nuovo il teatro ma con grande stupore non si tratta di denaro o di capitali ma bensì di due bambini Rebecca e Gioele.
Per caso Arturo Meraviglia scopre che il piccolo Gioele ha dei poteri magici e potrebbe con i suoi giochi di magia rimettere in sesto le casse del teatro e così cerca di evidenziare al pubblico il suo grande talento.
Non mancheranno momenti di azione in cui alcuni scienziati con fini speculativi vorranno a tutti i costi scoprire l’origine di questi poteri soprannaturali.

Il regista e gli attori della pellicola

Il regista del film è Stefania Spampinato mentre gli altri attori oltre ad Alessandro Siani sono Giovanni Esposito, Sara Ciocca e Leone Riva.

Biancaneve è di Roccaraso: la battuta che consacra ancora una volta la località

“C’era una volta Biancaneve….
Perchè si chiamava Biancaneve?
Perchè stava sempre sulla neve…. ehm… lei è di Roccaraso

Alessandro Siani e Roccaraso

Alessandro Siani come Checco Zalone amano la località sciistica di Roccaraso dove ogni anno si ritrovano con i loro amici sulle piste da sci del comprensorio sciistico dell’Alto Sangro.

Il trailer ufficiale del film Il giorno più bello del mondo

Marcel Hirscher ha confermato il suo ritiro

Dopo aver vinto 8 Coppe del Mondo di sci, 67 successi, 2 ori olimpici e 5 iridati, il grande sciatore Marcel Hirscher si ritira ufficialmente a 30 anni. Lo ha annunciato in una conferenza stampa a Salisburgo andata in diretta sul canale più importante austriaco, in cui le sue prime parole sono state: “La mia carriera finisce qui. Mi ritiro, felice di tutto quello che ho fatto e vissuto in questi anni”.

Marcel Hirscher stava pensando a questa scelta già da un po’ di tempo, soprattutto dopo essere diventato padre lo scorso autunno, ma aveva sempre rimandato l’annuncio. Ultimamente però, quando tutti gli altri sciatori avevano già iniziato la preparazione sulle piste ed in palestra, Hirscher era invece stato lontano dall’agonismo preferendo la sua altra passione, la moto.

Cosa ha vinto Marcel Hirscher durante la sua carriera?

Marcel Hirscher ha dichiarato di aver deciso di smettere circa due settimane fa, ed in conferenza stampa era davvero commosso: “sono state settimane molto turbolente. È un’intera vita che si interrompe da un giorno all’altro”. Troppo difficile continuare, rimanere motivati e rigenerarsi costantemente. Nella sua carriera lo sciatore austriaco ha vinto tutto quello che si poteva vincere, ed è forse il miglior sciatore della storia con 8 Coppe del Mondo consecutive.

Oltre alle Coppe del Mondo di sci Marcel Hirscher ha vinto anche due titoli olimpici nello slalom e nella combinata alpini (Pyeongchang 2018) e altri 5 titoli mondiali di cui 3 nello slalom, uno in gigante ed uno in combinata. Inoltre ha vinto sei coppe di slalom e 6 coppe di gigante. Ben 67 gare vinte in Coppa del Mondo, con il solo Ingemar Stenmark con 86 a far meglio. Ora Hirsher ha quindi deciso di smettere prima dei grandi impegni dei Mondiali nel 2021 e delle Olimpiadi nel 2022.

L’ex sciatrice Blanca Fernández Ochoa trovata morta in Spagna

E’ stata trovata morta l’ex sciatrice spagnola Blanca Fernández Ochoa, scomparsa lo scorso 23 agosto. Da allora una gran quantità di poliziotti, volontari e vigili del fuoco si erano dati da fare per ritrovarla, utilizzando anche cani e droni. Ora il tragico ritrovamento del corpo, anche se le cause della morte sono ancora da stabilire.

Blanca Fernández Ochoa fu la prima spagnola medaglia d’oro alle Olimpiadi Invernali

Blanca Fernández Ochoa aveva 56 anni ed era stata la prima spagnola a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi Invernali, nello slalom ad Albertville nel 1992. In totale ha vinto 4 gare nella Coppa del Mondo. Il corpo dell’ex campionessa è stato trovato da una guardia fuori servizio in cima alla La Peñota, a Cercedilla (Madrid). La notizia del decesso è stata poi confermata anche dai giornalisti e dai portavoce della polizia nazionale.

La famiglia della Ochoa in quel momento si trovava in una tenda apposita nell’area di coordinamento delle ricerche, creata nel parcheggio di Las Dehesas, ed è stata subito informata. L’auto è stata ritrovata a circa due ore dal luogo in cui si trovava il cadavere. La denuncia della scomparsa era stata data dalla figlia il 23 agosto scorso.

Quasi subito gli investigatori avevano ritrovato l’auto a a Cercedilla e Fuenfria, nella Sierra de Madrid, zona molto battuta dagli escursionisti. Da quel momento sono partite le ricerche con ben 100 agenti della polizia nazionale, guardie civili, 25 vigili del fuoco e 60 volontari. Come detto sono stati usati anche elicotteri e droni. Blanca Fernández Ochoa, madre di due bambini, è stata probabilmente vittima di una caduta durante un’escursione. Ora il corpo è stato portato all’Istituto Anatomico Forense di Madrid per effettuare l’autopsia.

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